Basta strumentalizzazioni sui fatti di Corigliano

I terribili eventi accaduti a Corigliano Calabro (la tragedia che vede al centro l’assassinio della sedicenne Fabiana Luzzi) hanno generato un vortice mediatico che mescola pensieri di opinionisti improvvisati e non, non solo riguardo il tema del femminicidio ma anche un generale e perbenistico sdegno verso la Calabria ed i Calabresi.

Tra i commenti più singolari, nei quali ho potuto imbattermi nel web, spicca quello di Domenico Naso per Il Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/27/donna-in-calabria-non-vale-nulla/607276/). Tralasciando il titolo (si fa per dire), è l’inizio dell’articolo a preoccuparmi “La tragedia di Corigliano Calabro non mi ha colpito per nulla.” Ora, vorrei evitare di dilungarmi sulla descrizione che il mio collega ha sapientemente usato rivolgendosi alle donne calabresi onde dilungarmi in noiose indicazioni di quanto sia sbagliata una visione di una simile realtà, vorrei soffermarmi sul fatto che non è umanamente possibile che esista qualcuno che rimanga indifferente verso un simile episodio di violenza, estrema.

La Calabria sta vivendo un periodo nero, riguardo la politica, la criminalità, il deficit regionale che spaventa ( e non poco), a pensarci bene è, forse, uno dei suoi peggiori periodi e tra le altre cose bisogna ammettere che il calabrese in generale vive di una educazione estremamente maschilista ma tutto ciò non giustifica tali eventi e soprattutto non giustifica un accanimento (mediatico) verso un popolo (quello calabrese) che è molto più di quello che appare dai rabbiosi scritti dei suoi conterranei emigrati e da tutti gli altri, ovviamente, che della Calabria e della situazione della donna in calabria, sanno ben poco.

Eventi come quello di Corigliano calabro purtroppo accadono ovunque, forse troppo spesso. Mi piacerebbe poter dire che accadono solo in Italia, ma ti efferate esplosioni di violenza sulla donne, ne è piena la cronaca mondiale. Episodi simili sono sintomatici di un pensiero globale che vede ancora l’uomo padrone della donna e marcano profondamente il distacco, che in questi anni sta aumentando vertiginosamente, verso il raggiungimento di una società civile. Purtroppo, caro Domenico Naso, è il mondo che sta girando ne l verso sbagliato, e l’indifferenza, il “me lo aspettavo”  sono le vie peggiori che si possono prendere per riuscire a risolvere, globalmente, un problema simile.

Al di là di queste mie banali considerazioni, vorrei semplicemente esortarvi di finirla con tutte queste speculazioni sul caso di Corigliano, basta, perché dovreste ricordarvi anzitutto che una madre ed un padre hanno perso la loro figlia.

Oscar Mari

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