Coldiretti: i controlli dell’Asp di Catanzaro vanno nella giusta direzione

CATANZARO – I controlli serrati che in questi ultimi mesi ha svolto il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’ASP di Catanzaro a giudizio di Coldiretti vanno nella giusta direzione. “Occorre fare di Catanzaro e non solo  – afferma Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – una città all’avanguardia dove peraltro non può essere penalizzato chi in questi anni ha investito risorse umane e finanziarie nella promozione e valorizzazione della qualità certificata, oltre che parallelamente nella tipicità delle produzioni, con particolare attenzione per le regole della tracciabilità del prodotto. Non vi è dubbio – prosegue – che oltre gli aspetti salutistici, con esposizione della merce in modo anomalo e indistinto, vi è anche l’aspetto e il decoro stesso della città, è dunque necessario comprendere in modo chiaro le informazioni che devono essere contenute nelle etichette per compiere scelte più consapevoli, a beneficio della salute, dell’economia e anche della storia dei singoli prodotti. Il progetto economico e sociale di  vendita diretta della rete “Campagna Amica” che porta avanti Coldiretti, ha come precisa impostazione il giusto rapporto con i consumatori e la valorizzazione dei prodotti 100% calabresi. I maggiori controlli sul rispetto delle norme di commercializzazione e sui prodotti di importazione, troppo frequentemente spacciati per italiani è una esigenza ormai avvertita dalla stragrande maggioranza di cittadini  che chiedono, una corretta e trasparente informazione del consumatore. Ciò comporta che le informazioni che devono essere riportate in etichetta, devono essere tali, come prevede la Legge, da non indurre in errore l’acquirente sulle caratteristiche del prodotto alimentare. Tutto questo è evidente deve iniziare nei Mercati Generali dove, come accertato, prodotti di dubbia provenienza e già risarciti vengono messi sul mercato creando fra l’altro il fenomeno della sleale concorrenza. Ed allora – conclude Coldiretti – perché non fare tutto questo volontariamente senza aspettare gli esiti di azioni repressive,  visto anche che i consumi di frutta e verdura sono calati del 30% dal 1999″.

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