Guccione: «Cosenza in declino, condannata dal nuovo Piano Strutturale»

«Dal 2011 Cosenza perde abitanti, retrocedendo clamorosamente fino agli attuali 67mila. E’ l’unica città capoluogo di provincia in Calabria a non invertire la tendenza allo spopolamento. Crescono Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Crotone. Cosenza continua con il segno meno. Primato negativo anche per la concentrazione giovanile. Così come negativo è l’indice del degrado edilizio. Sei anni di governo Occhiuto (2011-2016) hanno costretto Cosenza a una marginalizzazione confermata da tutti gli indicatori. Occhiuto non può evocare sempre il passato, da sei anni, ininterrottamente, governa a Palazzo dei Bruzi». E’ quanto afferma Carlo Guccione, coordinatore della Grande Cosenza, durante la conferenza stampa di stamane alla quale ha partecipato anche il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, Damiano Covelli. «Il Psc mostra – sostiene Carlo Guccione – crepe e inadeguatezze ovunque. A cominciare dal suo arroccamento: non esce fuori dalle mura, non è proiettato nell’ottica dell’area urbana, della città unica. Pensare a uno strumento come il Psc che non tiene conto di realtà come Rende, Castrolibero e Montalto significa condannare Cosenza al declino culturale, sociale ed economico. Non si tratta di compiere semplici sommatorie di abitanti, ma di non avere più 4 politiche urbanistiche, dei trasporti, della cultura e 4 sistemi di raccolta dei rifiuti. Invece sarebbe opportuno valorizzare in maniera organica tutte le potenzialità e le risorse di quella che potrebbe diventare la città più importante del nord della Calabria, in grado di guardare alla Sibaritide e  verso Sud al Porto di Gioia Tauro. Con il Psc concepito da Occhiuto – sottolinea Carlo Guccione – Cosenza fa molti passi indietro. Uno strumento urbanistico senza forza e consistenza, rinchiuso in un vicolo cieco, dove sono previsti solo 652 abitanti in più per il centro storico nei prossimi anni, a fronte di consistenti volumi già esistenti e che offrirebbero un’offerta insediativa già superiore a quella stabilita dal Psc stesso. La traduzione è semplice: Occhiuto non crede nel recupero della città vecchia almeno per i prossimi 10 anni. Si tratta di un Psc – continua Carlo Guccione – interlocutorio e parziale, perché non prevede l’ubicazione del nuovo ospedale regionale dell’Annunziata, con 705 posti letto per un investimento complessivo di 245 milioni di euro. L’unica vera area dove costruire una infrastruttura di questo tipo sarebbe Vaglio Lise dove oggi Occhiuto prevede un parco del terziario (su sei ettari), uno commerciale (su 10 ettari), la nuova stazione delle autolinee (circa 7 ettari). Invece, costruendo il nuovo ospedale a Vaglio Lise, Via Popilia diventerà il nuovo centro direzionale di Cosenza. E’ un punto fondamentale che marca una differenza tra noi della Grande Cosenza e il sindaco Occhiuto. Il primo cittadino ignora volutamente via Popilia, noi pensiamo che sia necessaria un’azione forte in grado di contrastare il degrado urbanistico e sociale, determinando crescita e appetibilità del quartiere più popoloso di Cosenza. Non prevedere un’infrastruttura di questo tipo rende il Psc, di fatto, interlocutorio perché l’ubicazione cambia le direttrici di sviluppo dell’intera città e dell’area urbana. Abbiamo deciso – conclude – di istituire una task force di professionisti a disposizione dei cittadini desiderosi di correggere le impostazioni sbagliate del Psc e anche di valutare con grande trasparenza le previsioni degli strumenti urbanistici ed i possibili effetti».

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