La storia di Bianchi “scritta” da tre autorevoli Sindaci

Da sinistra i Sindaci Antonio Falbo, Antonio Bianco, Antonio Pettinato

Bianchi (Cs) – Un sole timido a riscaldare la terra biancara, un cielo ceruleo cosparso qua e là di piccole nuvole bianche a fare da “coperta” alla terra dei briganti, un’aria mite ad abbracciare il piccolo e caratteristico paesino presilano. È questa l’atmosfera che si respirava ieri pomeriggio nel comune di Bianchi; un caloroso preludio naturale ha dato il via al consiglio comunale dal titolo “Percorsi di storia”, un’intensa giornata dedicata alla memoria, al ricordo di tre influenti personalità della cosa pubblica, alla storia scritta a colpi di oratoria, strategie politiche e visioni comunitarie.

Antonio Falbo, Antonio Bianco, Antonio Pettinato, tre nomi e tre cognomi dietro cui si nascondo volti ancora nitidi nella memoria collettiva; uomini d’altri tempi che sono approdati alla politica con umiltà e senso del fare, uomini che si sono prostrati al bisogno altrui trascurando qualsiasi tipo di tornaconto personale. Una politica trasparente, collettiva, popolare la loro, una politica fatta dagli uomini e per gli uomini, un modo d’amministrare la res pubblica di cui oggi, sfortunatamente, si sono perse le tracce cancellate dall’arroganza del politico di turno, dal clientelismo, dalla sempre più massiccia presenza della ‘ndrangheta che affonda i suoi neri artigli nello Stato facendo prevalere gli interessi personali su quelli della massa.

Tre Sindaci di tre diversi orientamenti politici che, dal ’46 all’80, hanno amministrato il Comune di Bianchi con dedizione e senso del dovere, un lavoro ponderato e oculato con cui hanno scritto la storia di un’intera comunità, politici capaci di trasformare pagine bianche di un diario in un libro colmo di immagini e avvenimenti. Tre nomi marchiati a fuoco in quelle stanze del Comune che ieri hanno accolto paesani e amministratori; parole di riconoscenza e di affetto sono state spese dal Sindaco di Bianchi Antonio Villella, dall’Assessore alla Cultura Pasquale Taverna, dall’Onorevole Salvatore Magarò Presidente Commissione Antimafia della Regione Calabria, da Gino Pagliuso segretario provinciale Udc Cosenza, dall’Onorevole Giuseppe Lavorato e da tutti i parenti più prossimi dei tre sindaci che hanno deciso di intervenire all’incontro per lasciare una testimonianza diretta, e non filtrata, dei propri cari. Antonio Falbo, Antonio Bianco e Antonio Pettinato sono stati da loro continuamente definiti come uomini di fatti più che di parola, filantropi innamorati della propria terra e dei propri concittadini, leader carismatici a cui, ieri pomeriggio, sono state intitolate strade e piazze con lo scopo di rendere immortale non la loro persona ma il loro operato.

Ogni intervento, ogni parola detta o aneddoto narrato da amministratori e familiari ha permesso di delineare la personalità politica e amministrativa di tre uomini che di simile hanno soltanto il nome, tre sindaci la cui pienezza difficilmente si riesce ad espletare e il cui ricordo smorza il fiato ed inumidisce gli occhi.

Un pomeriggio, quello di ieri, trascorso a tessere e ritessere, come l’epica Penelope, la tela dei ricordi, pezzi di memoria raccolti e incastrati come tasselli di un puzzle, di una realtà più grande su cui si materializzano tre volti che hanno scritto la storia e fatto la politica.

Annabella Muraca

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