Sibari, un’ordinanza a tutela del Giglio Marino

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Sarà per una sorta di sano campanilismo, ma noi che ci viviamo abbiamo la convinzione radicata che non esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più straordinario della Pianura di Sibari. In questa Piana dalla terra fertile Madre Natura ha riunito ogni bellezza: il sole che illumina il golfo, il cielo azzurro che si specchia nello spettacolare e cristallino Mare Ionio e a chiudere questo scenario naturale, la corona d’acqua del fiume Crati (Crathis) e Coscile (Sybaris). I due fiumi una volta avevano una foce indipendente, ma oggi i due corsi d’acqua si ricongiungono a circa cinque chilometri dal mare.

E’ uno scenario incantevole quello che si presenta al visitatore. Non a caso il mare di Sibari è tra le più note località balneari della Costa degli Achei. Il litorale di Sibari è ampio e vario. Alla sabbia finissima si alternano a distanza di qualche chilometro, sabbia a granelli, pietruzze, ghiaia e sassi.11892029_10201084175502893_2174788495027362108_n

Poche Regioni in Italia possono vantare una presenza di tale varietà nell’offerta di mare e spiagge splendide. L’acqua è pulita e il fondale è graduato.  Per non parlare dei complessi turistici che sono vere e proprie gemme incastonate in una natura che, per alcuni tratti, mantiene ancora il suo carattere selvaggio. Uno per tutti il complesso residenziale e portuale dei Laghi di Sibari che per diverse volte hanno ottenuto la Bandiera Blu, il prestigioso riconoscimento internazionale di Legambiente. L’area dei Laghi di Sibari, ribattezzati “La piccola Venezia”, è molto vasta, tanto che contano nove chilometri di banchine, cinque darsene di superficie complessiva pari a 400.000 metri quadrati, 2.800 posti barca da 3 a 18 metri.

E che dire dei tanti lidi attrezzati e confortevoli, storici e no, che accolgono il turista come il Tamerigi, Mille Pini, il Lido Adria o il mitico Le Bruscate blu? E dei Resort ormai divenuti di fama internazionale come il Bagamoyo Resort vogliamo parlarne? “Luogo dove si lascia il cuore” è il significato della parola “Bagamoyo” e mai descrizione fu tanto appropriata. Il 21 agosto 2014, sul litorale di Sibari, comune di Cassano allo Ionio provincia di Cosenza, si sono schiuse 20 uova di tartaruga Caretta Caretta. La tartaruga aveva deposto nel tratto di spiaggia compreso fra il Lido Adria e il Lido Mille Pini, la notte del 27. Ciò testimonia che le acque e gli ecosistemi marini calabresi riescono ancora in qualche modo ad essere integri. Gli specialisti citano pure un’altra specie di pregio naturalistico e interesse comunitario presente sulle coste sibarite.

Insomma, qualsiasi posto della costa di Sibari si scelga, la sensazione è sempre di stare nel film “Laguna blu”, solo che al posto delle noci di cocco ci sono cespugli di timo e campi sterminati di gigli  di mare. Gigli bianchi, disseminati qua e là, delicati e forti al contempo. Un dono unico e prezioso da proteggere perché specie protetta. E affinché nessuno tocchi questa meraviglia, il Sindaco di Cassano All’Ionio Gianni Papasso, ha emesso un’ordinanza che “vieta la raccolta e il calpestio del giglio bianco di mare (Pancrazio Maritimum) specie caratteristica degli habitat tutelati”.

Vogliamo saperne di più su questo fiore che ci fa compagnia per tutta l’estate. Così scopriamo che il Giglio marino, o Pancratium Maritimum, è una pianta bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae che cresce spontaneamente sui litorali sabbiosi. Presenta foglie lineari piane e i fiori, che sbocciano in estate, sono bianchi e profumati, disposti a ombrello lungo l’apice del peduncolo. Il fiore ha una doppia corolla con forma di ombrello. Il Giglio marino vive in riva al mare, dove cresce sulla sabbia delle dune litoranee. La pianta raggiunge un’altezza di 50-60 centimetri, presenta foglie di colore verde glauco, rivolte a spirale. I fiori sono grandi ed ermafroditi, i petali sono contenuti in un tubo fiorale stretto e di colore verde. All’estremità superiore si formano un imbuto con sei lacinie bianche bordellate di verde. L’impollinazione avviene tramite gli insetti, mentre i frutti sono delle capsule grandi pochi centimetri che contengono i semi neri. I semi galleggiano in acqua, con questo si spiega la grande diffusione anche via mare. La pianta è presente lungo tutta la duna dell’Area Marina Protetta ,ed esiste una consistente fioritura all’interno del giardino litorale . Per chi volesse visitarlo trova la zona di fioritura segnalata, ed è invitato naturalmente a fotografare i fiori e a respirarne il profumo, ma si raccomanda di non cogliere o danneggiare le piante in alcun modo. Questa pianta, per quanto bella è altresì velenosa e la sua fioritura avviene dal 15 luglio a fine agosto, quando, sul finire dell’estate si vedono le capsule verdi contenenti i semi; a settembre le capsule assumono sfumature marroni e lasciano intravedere all’interno i semi neri destinati a cadere al suolo e prendere la via del mare.

L’Area Marina Protetta di Sibari, dunque, oltre a un viaggio tra storia, leggenda, mito e archeologia, regala al visitatore anche la bellezza straordinaria dei gigli di mare, un altro pezzo di un patrimonio naturalistico e biologico di notevole valore. Grazie all’invito del Sindaco Gianni Papasso e della giornalista Eleonora Gitto , che mi ha condotta verso la visita sul campo di questo esemplare inconsueto, sono entrata a conoscenza delle straordinarie caratteristiche, fino a quel momento sopravvalutate, del giglio bianco che adorna le nostre spiagge.
Certo , ogni paese ha la sua storia da raccontare che il turista legge attraverso i suoi occhi. Ma consentiteci di dire che la Piana di Sibari, terra dalle mille sfaccettature, di storie da raccontare ne ha davvero tanta. Per scoprirle tutte, non basta saper leggere con gli occhi della mente ma, anche e soprattutto con quelli del cuore.

Anna Maria Schifino

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