Occhiuto fa chiarezza sui rifiuti: “non sappiamo cosa fare”

COSENZA – In una mattina soleggiata, anticipo del centenario dei “Lupi”, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto convoca la stampa per aggiornare sulla situazione rifiuti. I giornalisti informati e presenti nel Palazzo del Comune, prima di ascoltare le parole del primo cittadino, discutono sulla dannosa censura che ha colpito Calabria Ora (Gentile è il censore ?). Dopo pochi minuti di attesa, la stampa entra in sala. Mario Occhiuto si presenta accompagnato dalla sua portavoce e da pochi colleghi. Ha un disperato bisogno di comunicare con i suoi cittadini e perciò confida nell’ utilità dell’informazione. I cosentini vogliono riposte e soluzioni al problema dell’immondizia e Mario Occhiuto è davvero pronto a fornirle !

Il sindaco, un po’ Ponzio Pilato, un po’ Amleto e un po’ giovane Werther, non si assume la responsabilità dell’emergenza rifiuti e concretamente non lascia speranza a tutti quelli che sognano una città più pulita: “non sappiamo cosa fare e non possiamo sostituirci agli altri… noi questa responsabilità (eccesso dei rifiuti ndr) non l’abbiamo.. probabilmente dovrò ordinare di chiudere le scuole”. Mario Occhiuto non poteva essere più chiarificatore. Se ci sono troppi rifiuti a Cosenza bisogna incolpare le amministrazioni regionali (l’odierna e le passate) e le comunali. Queste non hanno agito con manovre di prevenzione. Ci sono poi i gestori privati che speculano e si arricchiscono con un business immondo: “siamo in mano agli incompetenti e ai collusi.. niente cambia se se la cultura mafiosa è nelle istituzioni.. mi sfiducino pure se penso queste cose”. Se ne lava le mani il primo cittadino (che dovrebbe comunque avere l’onere di assicurare il benessere collettivo), che nel corso della conferenza stampa sembra sofferente e troppo pensieroso davanti ad un problema molto più grande delle sue potenzialità. Ma ha la forza di puntare tutte e dieci le dita delle sue mani, sia contro la superficialità delle aziende private, sia contro i comuni di Celico, Rende: “nonostante ci fosse un provvedimento regionale, non ci hanno fatto mettere i rifiuti nelle loro discariche. Comunque, bisogna dire alla gente che ogni processo di smaltimento è inquinante”. Se afferma di avere la legge dalla sua parte, perché non sbatte i pugni in Regione ? Non può certamente arrendersi, è in ballo la salute pubblica.

Smaltire altrove, quindi, non è possibile. Camminare per strada e respirare a pieni polmoni continuerà ad essere temibile e sconsigliato. Forse, gli studenti delle scuole che ogni mattina sentono puzza e vedono letame resteranno a casa. La situazione resterà terribilmente preoccupante: immagine indecente per chi ama la città. Continuerà il supporto comunale alla raccolta differenziata con la distribuzione dei kit. D’ora in poi però, bisognerà controllare queste pratiche e insegnare a suon di multe e raccomandazioni il rispetto per l’ambiente. Per chi volesse invece passeggiare per via 24 Maggio e per la Città Vecchia, si consiglia di indossare sciarpe o mascherine a protezione di naso, bocca e polmoni. Tutta quella immondizia, oltraggio ad una terra bellissima, è una metafora incollata da chi non si è mai dovuto difendere dall’unica arma non commerciabile: la rivoluzione culturale.

Francesco Cerminara

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