Post-voto, Zagarese (PD): “Camaleontismo e astensionismo come allarme sociale”

ROSSANO (CS) – Riceviamo e pubblichiamo da Giovanni Zagarese, candidato Pd alle ultime elezioni per il Consiglio regionale  :

Ho inteso in questi giorni postumi alla elezione del nuovo Consiglio regionale e del presidente della giunta, prendere tempo al fine di analizzare le varie dinamiche che hanno caratterizzato il dato elettorale. 

Non nascondo una profonda amarezza circa l’indebolimento dei livelli di democrazia che hanno riguardato la nostra regione, unitamente ad altre. Il forte astensionismo registrato in Calabria è un segnale di grave allarme sociale che può e deve essere superato restituendo credibilità e affidabilità alle istituzioni, le stesse minate da una politica oligarchica, lontana dalle esigenze della gente e incapace di trovare soluzioni adeguate alla profonda crisi. Occorre quindi recuperare il rapporto di fiducia “politica-istituzioni-cittadini” il cui equilibrio è fortemente compromesso da una classe dirigente ignava. In questo confido nelle capacità e nell’esperienza del nuovo presidente Oliverio al quale estendo un augurio di buon lavoro.

Colgo l’occasione per  esprimere le mie più sincere congratulazioni ai nuovi componenti del futuro parlamento calabrese. Un sentito e particolare ringraziamento lo rivolgo ai 2640 elettori che hanno  sostenuto e condiviso il progetto politico portato avanti durante questa difficile campagna elettorale e mirato a restituire dignità alla Sibaritide, all’area urbana “Corigliano-Rossano”, all’alto e basso jonio cosentino. Il ringraziamento è duplice perché si tratta di voti di stima, estranei a forme di condizionamento, lontani da logiche clientelari, da favoritismi o promesse. In questi ultimi anni non ho svolto ruoli amministrativi, non ho gestito assessorati, né utilizzato postazioni pubbliche. L’uso deteriore del consenso è una pratica  che non mi appartiene! In questo la Calabria e i calabresi  dovranno lavorare nella direzione di un reale cambiamento.

Il dato politico da cui ripartire è senza dubbio  la conferma del Partito democratico quale prima forza politica nei principali centri dello jonio cosentino. Che è e rimane in credito in tutte le legittime aspettative risarcitorie delle quali ho avuto modo di argomentare nel corso della campagna elettorale.

Da oggi la Sibaritide può rivendicare legittimante visibilità e rappresentanza nel futuro governo regionale della Calabria. E’ una fascia di territorio che, purtroppo, nonostante il dato confortante, non ha rappresentanza in Consiglio regionale, eccezion fatta per chi solo per ragioni anagrafiche si vorrebbe forzatamente ritenere espressione della Sibaritide. L’eccessiva dispersione ne è causa. E l’aggravante è costituita dalla consapevolezza di ciascuno. Ognuno è libero di vivere autonomamente un’esperienza elettorale, talvolta, però, è auspicabile non anteporre il proprio “IO” a tutti i costi, soprattutto quando si ritengono prevalenti gli interessi del territorio.

In verità è venuta meno l’autorevolezza dei partiti, le cui decisioni il più delle volte  lasciano il tempo che trovano. Gli orientamenti, gli atti deliberativi, rappresentano poco o nulla.  Ore e ore di riunioni, confronti serrati tra posizioni anche confliggenti e poi ricomposte sempre nelle sedi ufficiali e nel confronto democratico, per decidere regole, comportamenti, condotte,  poi puntualmente violate e trasgredite nella consapevolezza di virare in tutt’altra direzione. E’ svilente assistere a scenari del genere!  Credo che un momento di profonda riflessione debba riguardare i “Dem” nella capacità di rinnovarsi e di guardare al futuro attuando metodi diversi, tali da allentare l’idea di avvicinarsi alla politica per meri interessi personali, per forme di carrierismo, per incarichi o consulenze. Ancora una volta sono state messe in campo pratiche indegne, che alimentano divisioni e infangano il partito, lo rendono sporco, affarista e speculativo.

Non posso non rilevare come ai voti di stima pervenuti sulla mia persona non siano  seguiti parte dei consensi del partito! Lo stesso che ha indicato Zagarese al parlamento regionale annunciando pubblicamente la candidatura unica del territorio. Il 50% dei consensi è venuto meno, violando di fatto gli atti deliberativi delle segreterie. Non credo sia etico assumere atteggiamenti del genere, tanto meno possono essere accettati da chi crede nello spirito di servizio e nel senso di appartenenza.

La mia candidatura è stata espressione  di un confronto civile e democratico tra le segreterie politiche di Corigliano e di Rossano. Quel che si è consumato è un atto di pura viltà contrabbandata per interessi di basso profilo. Cambiali in bianco che non esiterò a denunciare al momento dell’incasso! Lo farò per un fatto di coerenza, di dignità, di rispetto nei confronti del partito stesso, usato  spesso come strumento utile a soddisfare appetiti di singoli ed evidenti ai più.

Un’esperienza entusiasmante ma, a tratti, confesso sconfortante. Direi quindi con luci e ombre. Agli attestati di stima dei cittadini, la consapevolezza vissuta attimo per attimo di una parte di dirigenti di partito pessimi attori di se stessi. Quel “buon viso a cattivo gioco” riscontrabile all’istante, subdolo, quasi da fare pena. Oggi i tempi sono fortunatamente cambiati, è mutata la forma di comunicazione, più diretta e trasparente. Non dirsi le cose per come avvengono significa restare ancorati ai vecchi metodi, dai quali prendo le distanze.

Questa esperienza elettorale per quanto mi riguarda rappresenta solo un punto di partenza e non certo un atto conclusivo. Ho accettato la candidatura solo perché vedo il nostro territorio in grave pericolo: forte è l’emigrazione, accentuata è la crisi, praticamente nullo il potere contrattuale. Ho avvertito il dovere morale e civico di scendere in campo. Non ho la fregola di una postazione a tutti i costi, fortunatamente non ne ho bisogno! Ma il “doppiogiochismo” spicciolo, di pessimo gusto, va combattuto. Ero e sono consapevole di chi  ha dato vita ad atteggiamenti camaleontici. Ad ogni modo mi dico convinto che atti e comportamenti ricadranno su chi li ha messi in atto”.

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