Rifiuti: continua la protesta dei sindaci del basso Jonio cosentino

COSENZA – I sindaci del basso Jonio cosentino e della valle del Trionto hanno indossato la Fascia Tricolore e sono scesi sulla strada a manifestare. Sono partiti da Cariati marina e percorrendo la statale 106 sono giunti a Mirto. Oltre due di viaggio. Una manifestazione, pacifica e civile, finalizzata a sottolineare alla Regione Calabria le difficoltà che persistono nel territorio per lo smaltimento dei rifiuti.

I cassonetti continuano a essere stracolmi, con attorno una montagna di spazzatura. In ogni angolo si vedono cumuli di immondizia. I cittadini non riescono più a sopportare questa situazione di degrado. Le lamentele sono continue. La gente si rivolge presso gli amministratori comunali, ma gli stessi sindaci sono in grosse difficoltà. I loro incontri sono quasi quotidiani, allo scopo di arrivare a una soluzione, che ancora oggi non si intravede. Il loro obiettivo è liberare le proprie comunità dai cumuli di spazzatura. Ieri, come programmato, alle 9 in punto si sono ritrovati davanti al teatro comunale di Cariati. All’appello c’erano tutti i sindaci: di Crosia, Gerardo Aiello, Calopezzati, Francesco Mangone, Pietrapaola, Luciano Pugliese, Mandatoriccio, Angelo Donnici, Cariati, Filippo Sero, Campana, Pasquale Manfredi, Terravecchia, Mauro Santoro, Scala Coeli, Mario Salvato, Rossano, Giuseppe Antoniotti, Longobucco, Luigi Stasi, Cropalati, Fabrizio Grillo, Caloveto, Francesco Pirillo e Paludi Aurelio Cesario.

Con loro anche tanti agenti della Polizia municipale e numerosi camion delle società e/o cooperative che nei rispettivi comuni si occupano della raccolta dei rifiuti. Presente anche l’assessore provinciale Leonardo Trento. Giunti a Mirto si sono susseguiti quattro interventi: sono intervenuti, a nome di tutti i colleghi, i sindaci di Crosia, Rossano, Cariati, Cropalati e Mandatoriccio. Hanno lanciato un segnale forte di unità rispetto ai problemi del territorio, a prescindere dalla propria appartenenza politica. Una critica unanime nei confronti della Regione Calabria e del Commissario per l’emergenza rifiuti.

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