Sopracciglia: quando la parsimonia non è abbastanza

Una donna impiega quasi tutto il periodo adolescenziale per rimodellare le proprie sopracciglia.

Si inizia generalmente ripulendo la palpebra fissa dai peli in eccesso, fino a perfezionarle nel corso degli anni, aspirando alla classica forma ad “ala di gabbiano”.

Dopo anni e anni di perfezionamento, ci si rende conto che dopo i venticinque anni approssimativamente, la ricrescita del pelo tende a rallentare, fino a ritrovarsi con il problema inverso: riempire e colorare con una matita adatta i vuoti.

Come se non bastasse, uno dei trend del momento sono proprio le big brows, le mega sopracciglia: folte, anche con qualche imperfezione nella zona inferiore.

Una delle protagoniste in assoluto di questa tendenza è Cara Delevingne, supermodella britannica, che ha fatto suo questo look imponente e allo stesso tempo molto particolare, dal momento che può essere sfoggiato solo da chi ha una forma del viso allungata, anzi in questi casi è quasi d’obbligo per armonizzare nel complesso l’intero viso.

Ritornate in voga questa stagione, le big brows non sono altro che una riproposta retrò di molte dive di Hollywood giovanissime negli anni ’60 come Liz Taylor e Audrey Hepburn.

Paradossalmente da qualche anno a questa parte, negli uomini si avverte un’eccessiva attenzione e cura dell’estetica.

Fino a qualche tempo fa era quasi impensabile che ragazzi prendessero un appuntamento dall’estetista di fiducia per rimodellare e ripulire l’arco sopracciliare.  Per non parlare dei troppi che considerano la depilazione come una routine a cui non poter rinunciare per apparire presentabili.

Come in qualsiasi circostanza e settore, l’esagerazione sconfina sempre nell’assenza di buon gusto. Non è raro infatti vedere per le strade ragazzi troppo curati, che già a partire dal super perfezionamento delle sopracciglia, sembra abbiamo perso un tocco di virilità. 

Dare importanza all’aspetto estetico è fondamentale per ambo i sessi, ma la parsimonia non è mai da sottovalutare, onde evitare di sconfinare nel ridicolo.

 

 

 

Alessandra Pappaterra

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