A caccia nel Parco della Sila, due denunce

SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Ennesima brillante operazione della Polizia Provinciale in Sila: contestati diversi reati, elevate sanzioni per circa 2.000 euro ed effettuati numerosi controlli. Gli agenti operanti presso il Distaccamento di San Giovanni in Fiore, specializzati nei reati ambientali e di bracconaggio, agli ordini della dirigente dott.ssa Antonella Gentile e con il coordinamento del Sostituto Commissario Maria Antonietta Pignataro hanno compiuto nello scorso fine settimana una serie di attività investigative a corollario di un’azione di polizia iniziata nei primi giorni di novembre: si è trattato di mirati servizi antibracconaggio, attuati con posti di controllo sulle strade montane e per mezzo di lunghi appostamenti, osservazioni e pedinamenti svolti anche in abiti civili. individuato e fermato un uomo in attività venatoria in pieno perimetro del Parco Nazionale della Sila, a piedi e all’interno di una fitta area boschiva sita tra i comuni di Serra Pedace e San Giovanni in Fiore. Durante il controllo i poliziotti provinciali hanno constatato, peraltro, che il fermato stava utilizzando il fucile carico con cinque cartucce, quindi privo del previsto accorgimento tecnico meglio noto come “riduttore” – obbligatorio per legge; lo stesso aveva inoltre con sé un’arma da fuoco, sempre all’interno della medesima area protetta, ma sprovvisto della necessaria autorizzazione rilasciata dall’Ente Parco poiché in zona non consentita per il trasporto e l’introduzione di armi. Sottoposti a sequestro penale un fucile cal. 12 e le relative munizioni. Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato denunciato a piede libero alla competente Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Cosenza; dovrà ora rispondere di diversi reati, che vanno dall’ esercizio venatorio all’interno di un parco nazionale all’utilizzo di mezzi vietati e all’introduzione non autorizzata di armi nell’area protetta.
Nel medesimo comprensorio, sempre in pieno Parco Nazionale della Sila, è stata successivamente rintracciata un’altra persona. Anche in questo caso è scattato il sequestro penale del fucile e delle munizioni, con la denuncia in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria per i reati di esercizio venatorio all’interno di un parco nazionale e introduzione di armi in maniera non autorizzata.

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