Agenzia beni confiscati, in tanti contro lo spostamento da Reggio

REGGIO CALABRIA – La causa, perorata da diverse associazioni, oltre che in primis dal Sindaco Giuseppe Falcomatà e dal Consiglio Metropolitano, contro lo spostamento da Reggio Calabria dell’Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata., registra in queste ore altre importanti adesioni.

Nelle ultime ore anche il sindaco della città di Locri, Giovanni Calabrese, ha fatto sapere di sostenere, insieme all’Amministrazione Comunale, la battaglia a difesa del mantenimento a Reggio Calabria della sede istituzionale dell’Agenzia. «Portare via da Reggio Calabria l’Agenzia, simbolicamente individuata come sede nazionale della stessa – si legge nella nota -, rappresenta un vero atto di miopia politica ed una grave mortificazione per tutti i calabresi onesti. Si ritiene importante e necessario, invece, riqualificare e potenziare l’Agenzia, quale strumento importante e significativo nella lotta alla criminalità organizzata, cercando di rivederne l’organizzazione per rendere facilmente fruibili i beni confiscati alle cosche continuando così a dare forti segnali della presenza delle istituzioni in territori difficili e contaminati come quelli della Calabria».

«Oggi pomeriggio – riferisce invece Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria – saremo presenti con un delegazione al presidio contro il declassamento della sede di Reggio Calabria dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata nella città dello Stretto. Raccogliamo l’appello del sindaco della Città Giuseppe Falcomatà e di tante altre associazioni, affinchè venga mantenuto e potenziato e non smantellato questa garanzia di legalità con impegni ancora più chiari e trasparenti sulla lotta alla criminalità organizzata. Non possiamo accettare passi indietro – prosegue – ne indietreggiare sulla percezione sociale della effettiva pratica della legalità che è la precondizione per assicurare sviluppo e fiducia da parte dei cittadini. Dobbiamo spingere invece sul grande valore dell’immediato uso sociale dei beni, perché questo diventa elemento cruciale nella affermazione di una nuova cultura libera da sudditanze rispetto alla criminalità organizzata. E’ indubbio – conclude Molinaro –  che le Istituzioni Nazionali non possono far balenare nemmeno lontanamente che si possano indebolire interventi preventivi e repressivi in Calabria contro la n’drangheta che tutti definiscono la mafia più potente capace investire e formare flussi rilevanti di reddito illegale».

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