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All’Unical la Summer school “Cultura, attivismo e leadership Romaní”

RENDE (CS) – Lunedì 15 luglio all’Università della Calabria si inaugura la seconda edizione della Scuola Estiva “Cultura, attivismo e leadership Romaní” un progetto pilota in tema di integrazione e lotta al razzismo nei confronti delle comunità ROM.

La Scuola Estiva per studenti e attivisti/e ROM e pro-ROM coinvolge dieci giovani studenti e attiviste ed una quindicina di docenti, è stata promossa dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali d’intesa con l’Ufficio Relazioni Internazionali dell’Università della Calabria, e la Fondazione Romaní Italia (FRI).

Dal 15 al 20 luglio, presso la scuola estiva verrà offerta la possibilità di acquisire conoscenze su storia e cultura dei popoli rom, genere e femminismo delle zingare, tecniche di comunicazione ed elementi giuridici, psicologia dello stereotipo e problemi identitari, modalità per disattivare il discorso razzista e l’hate speech. Elementi che vanno ad arricchire il bagaglio di competenze degli/delle studenti e diventano strumenti utilissimi al lavoro di attiviste/i dentro e fuori le comunità.
Per illustrare l’utilità di questo progetto, si svolgerà una conferenza stampa il giorno 15 Luglio alle ore 12 presso il Dispes Unical, aula seminari “G. Arrighi”. Saranno presenti il Magnifico Rettore Prof. Crisci, il Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Prof. Francesco Raniolo, il Responsabile dell’Ufficio Speciale Relazioni Internazionali, Dr. Gianpiero Barbuto, la Coordinatrice della Scuola Estiva, Prof.ssa Laura Corradi; rappresentanti della comunità romanes e studentesse ROM che hanno partecipato alla scorsa edizione di questa importante iniziativa.

La Scuola Estiva ‘Cultura, Attivismo e Leadership Romanì’ utilizza una didattica partecipativa e rappresenta una nuova esperienza educativa all’Università della Calabria e ha come obiettivi:

– sviluppare conoscenze su importanti elementi storici delle comunità romanès, zigane e traveller;
– fornire competenze comunicative per la diffusione della cultura romanì e combattere la rom-fobia;
– stimolare abilità necessarie per la promozione e protezione dei diritti sociali, di cittadinanza, e dei luoghi di appartenenza
– ridefinire il ruolo dell’attivismo romanò, in quanto agente attivo per il potenziamento delle comunità romanès, per la risoluzione dei conflitti, e nel costruire alleanze con persone non-Rom.
– creare una rete di attivisti/e romanès capaci di riconoscere, attraverso un metodo intersezionale, differenze e disuguaglianze di genere, etnia, cultura, sessualità, età, religione, diverse abilità; e di fronteggiare le situazioni di discriminazione multipla.

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