Chiude Istituto storia antifascismo. Sergi: «Disinteresse delle istituzioni», ma Oliverio rassicura

RENDE (CS) – Dopo 33 anni ha sospeso la propria attività l'”Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea” (Icsaic), che ha sede all’Università della Calabria nel complesso bibliotecario. Ad annunciarlo è il presidente Pantaleone Sergi che si dice “rammaricato” per la decisione malgrado i diversi tentativi fatti per scongiurare l’epilogo più doloroso. «Nel totale disinteresse delle istituzioni, la situazione economica è diventata insostenibile. A malincuore – ha spiegato Sergi – con il direttore dell’istituto, il professor Giuseppe Masi, abbiamo dovuto prendere la decisione di sospendere ogni attività. A maggio scorso abbiamo rivolto un appello al presidente della Regione Mario Oliverio ed al presidente del Consiglio regionale Nicola Irto. Abbiamo chiesto un incontro. É stato vano. Da Oliverio, dopo mesi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Silenzio totale e inspiegabile. Irto s’è fatto sentire a luglio tramite la sua segreteria per avere maggiori informazioni, ma non c’è stato alcun seguito».

Se come riferisce Sergi all’epoca non c’è stato da Catanzaro alcun riscontro, dal Palazzo della Regione sono arrivate ieri le rassicurazioni di Oliverio. «La Regione Calabria farà tutto il necessario affinché l’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (Icsaic) possa continuare le sue attività e restare un prezioso punto di riferimento per studenti e ricercatori all’interno dell’Unical». E’ quanto ha affermato il presidente della Regione Mario Oliverio in una nota stampa. «Gli uffici di Presidenza – si legge ancora – sono già al lavoro per verificare come e nel più breve tempo possibile l’ente Regione possa mettere l’Istituto nelle condizioni di proseguire nella propria funzione di baluardo culturale e democratico, di luogo che accoglie e moltiplica i saperi e di indispensabile spazio di formazione per studenti e ricercatori universitati».«Siamo ben consapevoli – ha concluso Oliverio – della preziosa attività portata avanti dall’istituto nei suoi oltre tre decenni di vita e dell’inestimabile patrimonio di libri e documenti che possiede. Faremo fino in fondo la nostra parte».

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