Con “Il cacciatore di Meduse” Ruggero Pegna sbarca alla Fiera del Libro di Torino

 

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TORINO – “Il cacciatore di meduse”, il commovente romanzo di Ruggero Pegna edito dalla casa editrice Falco, che racconta la storia attualissima di un piccolo migrante somalo, è sbarcato anche al Salone del Libro di Torino. che racconta la storia attualissima di un piccolo migrante somalo, è sbarcato anche al Salone del Libro di Torino. Dopo la Book City di Milano, numerosi riconoscimenti, presentazioni in giro per l’Italia e in molti istituti scolastici, le avventure del piccolo Tajil arrivato a Lampedusa alla ricerca di una vita migliore, con sua madre e un piccolo Pinocchio di legno, sono approdate nella più nota vetrina libraria italiana. A dieci mesi dalla pubblicazione, è lo stesso autore a fare un breve bilancio. “I pareri di chi ha letto fino ad oggi il romanzo, persone di ogni età, mi hanno convinto a credere che sia davvero una bella storia. “Scrivendolo, mi sono emozionato e commosso molte volte e questo accade anche a chi si avventura nelle sue pagine. Dietro quelli che chiamiamo temi sociali, ci stanno sempre racconti di grande umanità. Anche il libro sulla mia malattia parla di sociale, come la donazione del sangue o del midollo, la solidarietà, la vicinanza a chi soffre. Una storia al limite tra la vita e la morte l’ho vissuta realmente e alla vigilia del mio matrimonio, altre ho provato a viverle scrivendo. Viaggiare in certe storie incredibili vissute da altri, immedesimandoci, permette ad ognuno di curiosare ed entrare nelle pieghe più profonde dell’animo umano, riuscendo a provare forti e inimmaginabili emozioni, condividerne paure e speranze. Oggi, le principali case editrici prediligono testi di facile consumo, come li definirei, dal gossip alle ricette gastronomiche, dai commissari alle vite di calciatori o artisti. Un libro di quasi quattrocento pagine che parla di migranti e miseri, non trova porte spalancate. Però, la straordinaria accoglienza di questi mesi, in particolare nelle scuole, dimostra che l’importante è che un libro convinca e piaccia,  il passaparola può essere più utile del grande investimento di una casa editrice. E’ una storia dei nostri giorni ricca di personaggi che appartiene a tutti noi, in cui ognuno può identificarsi. Nessuno ha scelto di nascere, né dove, né con quale colore della pelle. Ognuno ha diritto a sperare in una vita migliore, nella pace e nel rispetto della stessa dignità umana e di ogni diversità. L’umanità dell’immigrazione e della lotta per l’integrazione, in questo romanzo riesce a prevalere su ogni paura, aprendo alla tenerezza e a un forte senso di solidarietà. La storia di Tajil convince per la capacità di dare voce agli stessi migranti, alle sofferenze e ai sogni di chi è bisognoso o diverso, discriminato per il suo stato di povertà o per il colore della pelle. Un romanzo che racconta la dura realtà dei nostri giorni, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche, fino a fare diventare naturale il grido contro ogni forma di razzismo”.

 

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