Enzo Molinaro: «Si rischia di “mandare in soffitta” 25mila ettari oggi coltivati a grano»

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COSENZA – Un fronte aperto quello sul prezzo del grano alla produzione. «Ormai non è solo un lamento – dichiara il Presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro – sul prodotto agricolo si sta abbattendo una vera e propria speculazione che sta mettendo  in ginocchio i produttori. In un colpo solo – prosegue Molinaro – si rischia di “mandare in soffitta” circa 25mila ettari oggi in Calabria coltivati a grano duro. Se il prezzo del grano scende a 16 €uro al quintale ,gli unici a non accorgersi del crollo sono i consumatori e i pastifici e panifici artigianali che utilizzano prevalentemente grano “Made in Italy” che invece vedono salire il costo dei prodotti e della farina. Insomma, i ricchi speculatori diventano sempre più ricchi e i poveri produttori ci rimettono l’osso del collo. È indispensabile il coinvolgimento dei cittadini garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare e il maggior grado possibile di riconoscibilità delle caratteristiche essenziali dei prodotti, al fine di consentire loro di effettuare delle scelte di acquisto pienamente consapevoli basate su una completa informazione in merito alle caratteristiche di ciò che mangiano. Oggi – continua – prezzo medio di un chilogrammo di pasta moltiplica 8 volte dal campo allo scaffale con una tendenza invertita per grano e pasta dal 2007 ad oggi. Prezzi aumentati del 68% per la pasta, passata da euro 1,1 del 2007 ad euro 1,85 al chilogrammo del 2016, contro le quotazioni del grano crollate di oltre il  40 percento da 26 euro al quintale del 2015 a 16- euro al quintale di oggi.L’ iniziativa incessante che Coldiretti porta avanti ormai da tempo è quella, anche per pasta, pane e prodotti da forno, dell’etichettatura obbligatoria che informi sulla provenienza geografica, sulla qualità del cibo. Sarebbe un bel segnale se per spezzare questo circuito diabolico, e mantenere la filiera produttiva, panifici e pastifici artigianali, quando acquistano la farina, peraltro a caro prezzo, chiedessero l’origine del grano. Sono convinto che i consumatori apprezzerebbero di più il prodotto alimentare».

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