Giornata della memoria, Oliverio: «Liberarsi da questo cancro»

LOCRI (RC) – «La Calabria è una regione sfregiata dalla criminalità organizzata. Bisogna liberarsi da questa piovra, da questo cancro». A sostenerlo a Locri è stato il governatore della Calabria, Mario Oliverio. «Bisogna rompere – ha aggiunto – l’intreccio tra economia malata, politica e criminalità organizzata. Si può fare, si deve fare perché in questa meravigliosa Calabria ci sono tante forze sane e potenzialità turistiche e occupazionali da salvaguardare, tutelare e portare avanti. La Regione – ha concluso Oliverio – è impegnata a 360 gradi su tutti questi fronti e non molleremo la presa di un centimetro».

«Manifestare e far sentire alta la voce di un Paese che respinge con forza la cultura della violenza della criminalità organizzata, assume un significato speciale». Lo dichiara in una nota il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti. «Infatti, lo sfregio delle scritte apparse sui muri di Locri e gli insulti a Don Ciotti ci dicono che non bisogna mai abbassare la guardia e che solo coltivando la memoria si possono attivare nelle giovani generazioni gli anticorpi necessari a respingere l’infezione di un male sempre in agguato. Da tutte le parti d’Italia dove si celebra questo 21 marzo è forte la testimonianza di affetto e apprezzamento che le persone perbene – maggioranza del Paese – esprimono nei confronti del lavoro che Don Ciotti e Libera svolgono».

«Il primo avversario della mafia è la scuola. Ne è convinta la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, interpellata in merito ai fatti di Locri dove sono apparse in questi giorni scritte contro don Ciotti e la legalità. «Più hai cultura e istruzione, più riesci a contrastare i fenomeni mafiosi, di sopraffazione e di violenza – ha detto la ministra -Stiamo cercando di sostenere sempre di più in quelle realtà la situazioni difficili. Fare le scuole lì è più complesso che farle dove non si ha questo problema. Dobbiamo sostenere le necessità dei docenti che lavorano in quei territori, che peraltro hanno una straordinaria competenza didattica».

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