La lettera di Libera Avvocatura bruzia agli avvocati cosentini iscritti all’Ordine

COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo lettera aperta a tutti gli iscritti dell’Ordine degli avvocati di Cosenza da parte dei Consiglieri del COA di Cosenza Ester Bernardo, Pierluca Bonofiglio, Andrea Corvino, Stefania Cribari, Claudio De Luca, Giancarlo Gentile, Emilio Greco, Giuseppe Lepera, Filippo Mancini:

«Si non caste, tamen caute

così recita una massima dell’età medievale che è ben lontana dall’ispirare i lavori del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza. La coalizione dei non vincitori, nella seduta consiliare dell’8 febbraio 2018, ha tristemente confermato questo abbrivio. In tale sede il COA, fra le altre questioni, è stato chiamato a pronunciarsi sulla nomina dei componenti il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Scuola Forense della provincia di Cosenza e sulla istituzione delle commissioni. Orbene, contro ogni principio democratico e di trasparenza, i Consiglieri della componente Gallucci, della componente Spataro e della componente del Sindacato hanno proceduto a una vera spartizione di incarichi degna della migliore tradizione del manuale Cencelli, portando all’approvazione del Consiglio una lista di Colleghi – tutti valenti, molti dei quali candidati alle ultime elezioni forensi (non eletti) -, contenente 2 nominativi per la prima componente, 5 per la seconda e 4 per la terza, senza aprire alcuna discussione per eventuali possibili alternative. I restanti Consiglieri, nell’annunciare il proprio voto contrario, proponevano, inascoltati, di previamente deliberare criteri e metodi di scelta dei Colleghi da candidare al prestigioso incarico. L’attentato alle prerogative del Consiglio è stato ripetuto anche per la istituzione delle 23 commissioni, 3 in più rispetto alla precedente consiliatura, nonostante in campagna elettorale le coalizioni sovvertitrici ne marcassero le differenze, sbandierando la riduzione delle stesse. Tutto ciò senza considerare che i relativi organismi resteranno in carica per soli 10 mesi, in quanto decadranno alla scadenza del COA che li ha nominati, cioè al 31 dicembre 2018. In sostanza, gli 11 consiglieri del CdA della Fondazione, unitamente ai chissà quanti Colleghi da cooptare nelle commissioni – senza alcuno dei criteri che il Sindacato riteneva irrinunciabili nel proprio programma elettorale, ove si reclamava la selezione dei componenti tramite “bandi pubblici (con formazione di graduatorie di merito) rivolti a tutti gli iscritti del Foro” (così si diceva al punto 5 della lista Dignità forense, promossa dal Sindacato Avvocati Calabria) – cesseranno dalla carica tra pochi mesi.

Ai Consiglieri della coalizione che ha eletto ben 9 componenti del COA non è rimasto altro che censurare fermamente quanto veniva posto in essere dai restanti 12 Consiglieri, responsabili di una condotta ispirata da logiche spartitorie e di captatio benevolentiae per le prossime elezioni, del tutto inedita a questa latitudine forense, anche nei periodi di massima contrapposizione nel Consiglio.

Ci aspettavamo un Consiglio dell’Ordine propositivo e attento a quelle che sono le vere questioni dell’Avvocatura bruzia, come, fra le tante, realizzare misure di welfare solidale, sia assistenziale che strategico, salvaguardare pari opportunità di accesso a tutti gli Avvocati agli incarichi di assistenza giudiziaria e di domiciliazione degli enti pubblici, censurando fermamente le shortlists di segno contrario, ridurre la quota annuale di iscrizione. Siamo, invece, di fronte ad un COA rinnovato nei numeri e nelle persone ma non nelle idee, tutto ripiegato su stesso e su logiche di parte. Chi non si allinea viene combattuto ed emarginato, nonostante rappresenti larga parte degli iscritti.

La sola arma a difesa dei veri interessi dell’Avvocatura è, al momento, informare correttamente tutti i Colleghi di quanto accade in Consiglio, in attesa che il reggente la segreteria dell’Ordine e il Presidente pubblichino finalmente tutti i verbali del Consiglio sul sito istituzionale, così come previsto da un’apposita delibera consiliare e proclamato in sede di propaganda elettorale».

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