La memoria storica tra foto e ritratti, il 26 aprile presentazione del catalogo della mostra “Album di famiglia”

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Cosenza ( Cs) – Sarà presentato martedì 26 aprile, alle ore 17,30, alla Biblioteca Nazionale di Cosenza, il catalogo della mostra “Album di famiglia”, ospitata dall’istituzione culturale fino alla fine del mese di aprile. Nata  da un’idea di Giosi Mancini, figlia del leader socialista Giacomo Mancini (più volte parlamentare e ministro ed ex sindaco di Cosenza) e curata da Massimo Celani e dalla  fotografa Laura Serani, uno dei nomi più significativi della fotografia italiana ed internazionale, “Album di famiglia”, promossa dall’Associazione “Amici dell’Aria Rossa”, in collaborazione con l’Associazione “L’Impronta – Culture fotografiche”, è stata ospitata nello scorso anno al Chiostro di San Domenico, grazie al patrocinio del Comune di Cosenza e della Provincia e al sostegno della Fondazione Carical. L’esposizione  attinge ad una selezione di fotografie originali degli anni compresi tra il 1920 ed il 1970 e si sviluppa attorno ad un piccolo nucleo di scatti inediti realizzati dall’avvocato Ugo Leonetti negli anni ’40, nella dimora storica di Aria Rossa, a Malito, residenza della famiglia Mancini. Accanto a questo primo nucleo di scatti, la mostra, che ha rappresentato una sorta di anteprima delle celebrazioni del centenario della nascita di Giacomo Mancini, include anche fotografie di periodi più recenti. Le une e le altre restituiscono le atmosfere paesaggistiche dei luoghi e illustrano aspetti della vita familiare, privata e pubblica del secolo scorso. Alla presentazione del catalogo, pubblicato da Pellegrini editore, parteciperanno, il 26 aprile, il giornalista Paolo Guzzanti, Mario Occhiuto (già Sindaco di Cosenza e Presidente della Provincia), Giosi Mancini, la Direttrice della Biblioteca Nazionale Elvira Graziani e Massimo Celani. L‘evento sarà moderato dalla giornalista Iole Perito. 

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Tante le preziosità che arricchiscono il percorso della mostra, frutto della collaborazione di privati e fotografi  che hanno messo a disposizione le foto dei loro archivi personali : una  lettera della sorella Ginevra a Giacomo Mancini, scritta nel 2003, l’anno successivo alla sua scomparsa, per il giorno dell’onomastico del fratello, una foto di Sandro Pertini a Cosenza nel 1956, un’altra  foto dell’autunno del 1929, proprio all’Aria Rossa, con un giovanissimo Giacomo Mancini, accanto al padre Pietro e alla madre Giuseppina De Matera, un autoscatto del fotografo Giuseppe Raffaele Rose che, in una sorta di selfie ante litteram, si immortala insieme al celebre attore Nino Manfredi (abituale frequentatore dell’Aria Rossa e di casa Mancini), attorniato da un gruppo di fans, in occasione di una campagna elettorale del 1968. E poi la visita di Pietro Nenni a Cosenza nel 1965, uno scatto del maggio 1968 che ritrae Giacomo Mancini insieme a Riccardo Misasi e Cecchino Principe ed un altro, datato 1974, in cui il leader socialista viene ritratto con la madre Giuseppina De Matera al seggio elettorale dove si votava per il referendum sul divorzio. Anche se ad originare l’esposizione è stata una foto del 1925 che ritrae la nonna di Giosi Mancini, Giuseppina De Matera,  appartenente a una delle più antiche famiglie di Cosenza, accanto ai figli Giacomo, Teresa, Franca e Ginevra, mentre il marito, Pietro Mancini,  professore di filosofia e avvocato e primo deputato socialista della Calabria, era al confino di polizia in Sardegna. A ritrovarla è stato Mario Corigliano. Nelle intenzioni di Giosi Mancini c’è anche quella di dare avvio ad un archivio permanente di foto private, documenti preziosi degli stili di vita, delle tradizioni, della storia di mentalità custodite, al fine di sottrarre alla dispersione frammenti significativi di storia locale ed affermare l’identità storica di una comunità.

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“Abbiamo davvero repertato le foto – sottolinea l’ideatrice di “Album di famiglia”  Giosi Mancini – perché alcune erano nascoste, altre dimenticate. E questo ritornare indietro è, in qualche modo, fondamentale per poter andare avanti, per avere sempre chiara l’identità e comprendere chi siamo, da dove veniamo e le nostre radici che non si possono disperdere, né occultare oppure revisionare o rivedere. Negli scatti sono riportate le facce, gli abiti di un’epoca, i sentimenti che richiedono rispetto per il passato e per chi è stato prima di noi, per chi non c’è più, ma vive e continua a vivere. La storia di chi è stato prima di noi va tenuta dentro la storia e quindi ha bisogno di cura e attenzione”.

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