L’ora dei calciofili, “Ex. Storie di uomini dopo il calcio”, la presentazione sabato 7 maggio

( Cosenza ( Cs) – Cosenza ore 11: l’ora dei calciofili, verrebbe da dire incrociando scherzosamente i titoli di due vecchi film. Infatti nel capoluogo bruzio è in programma per sabato 7 maggio alle ore 11.45 un incontro che si annuncia molto interessante per vari motivi. L’appuntamento mattutino promosso dalla Libreria Mondadori avrà luogo nel Salone delle conferenze del Coni (Piazza “G. Matteotti) dove sarà presentato “Ex. Storie di uomini dopo il calcio” (Baldini e Castoldi) di Matteo Cruccu, giornalista sportivo del Corriere della Sera. A conversare con lui ci saranno Ugo G. Caruso, studioso di cultura di massa, già docente a contratto presso la cattedra di Storia sociale dello Sport dell’Università di Teramo, collaboratore della prima ora della rivista trimestrale “Lancillotto e Nausicaa”, nonchè fondatore a Roma del ludico “Club dei calciofili metafisici” ed Enzo Paolini, avvocato, presidente del prestigioso Premio Sila, membro del consiglio nazionale della Federazione Italiana Rugby, già militante del Partito Radicale, oltre che consigliere comunale uscente e leader del Pse, formazione politica locale alla guida di una vasta coalizione per la quale è oggi candidato a sindaco della città di Cosenza.
A loro si aggiungerà, seppure solo in streaming, l’indimenticato ex centravanti del Cosenza, Riccardo Zampagna, protagonista di uno dei ritratti contenuti nel libro.
Ciascuna delle storie raccontate da Cruccu ha una sua sorprendente esemplarità. Si va da Osvaldo “Schopenhauer” Bagnoli, come lo chiamava affettuosamente Gianni Brera che lo stimava molto, milanese della Bovisa, milanista degli anni ’50, allenatore del Verona campione d’Italia nel 1985 e poi del Genoa che battè il Liverpool a Marco Ballotta, il portiere emiliano che non vuole saperne di smettere, l’highlander che dopo Bologna, Cesena, Parma, Inter, Lazio, Reggiana, Brescia  e varie altre squadre minori anzichè indossare giacca e cravatta ha scelto di allenare il Castelvetro.
E ancora: Francesco Flachi, l’erede di Baggio, l’enfant du pays, travolto dalla duplice accusa per calcioscommesse e per doping, Fernando De Napoli, lo scudiero di Maradona nel centrocampo del Napoli scudettato e poi avversario nella fatale semifinale contro l’Argentina as Italia ’90, Diego Fuser, cuore granata l’uomo dalle tante maglie (Torino, Milan, Roma, Lazio, Parma), la cui carriera fu accorciata dal terribile evento della morte del figlio, Alberto Malesani, veronese  col mito di Rivera che esulta in panchina con la foga scomposta di un  calciatore, Moreno Torricelli, “Geppetto” secondo il nomignolo appicficatogli da Baggio perchè come in una favola approda alla Juventus da un fabbrica di mobili brianzola dove faceva il falegname, Pasquale Bruno, leccese, “o animale”, rifugiatosi in Inghilterra alla ricerca di un calcio che non c’è più e Gianni Comandini, romagnolo che gira per il  mondo dopo aver appeso le scarpette al chiodo in anticipo, a soli 29 anni, preferendo il rock e la tavola da surf all’eredità impossibile della maglia numero 9 di Van Basten. Ed infine Riccardo Zampagna, ternano, estrazione operaia, capace a Cosenza come a Messina o a Bergamo di catturare l’affetto dei tifosi per i suoi gol impossibili e il suo saluto a pugno chiuso,  mosca rossa in un ambiente conformista e non schierato. Dieci ritratti, dieci storie, dieci vite che potrebbero essere lo spunto per altrettanti romanzi.

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