“Metauros”, Legambiente Calabria si costituirà parte civile

GIOIA TAURO (RC) – «L’operazione Metauros restituisce ancora una volta l’immagine di una Calabria “compiacente” sulla questione del business dei rifiuti e sugli illeciti anche nella depurazione delle acque. Affari milionari a discapito della salute dei cittadini costretti a pagare anche tasse elevate, così come ribadito da anni nei Rapporti Ecomafia di Legambiente. Ci costituiremo parte civile per rafforzare il lavoro di indagine della Procura, in particolare sulle ricadute che i fanghi industriali, trasformati in fertilizzanti, hanno potuto causare alla salute dei cittadini e all’ambiente e ci batteremo affinchè i colpevoli vengano condannati. Il malaffare non può e non deve in alcun modo vanificare il lavoro fatto, sulla gestione e sul riciclo dei rifiuti, da aziende ed amministrazioni virtuose».   Questo il commento di Legambiente Calabria a seguito dell’inchiesta, realizzata da Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, che ha portato ieri all’arresto di 7 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, intestazione fittizia di beni e traffico organizzato di rifiuti. «Altra questione – prosegue – sono gli interessi legati ai trasporti dei rifiuti, tema sul quale la nostra Associazione si batte da tempo anche con la Regione, affinchè venga promosso il principio di prossimità degli impianti per evitare il ‘valzer’ dei rifiuti da una parte all’altra della Calabria e fuori regione».

Depurazione fanghi. «Negli ultimi anni – afferma Legambiente Calabria – abbiamo cercato di fare luce sulla depurazione dei fanghi con un dossier, presentato in occasione dell’arrivo annuale di Goletta Verde sulle nostre coste, per capire dove vanno a finire i fanghi, osservazioni e punti di domanda che oggi trovano conferma nelle indagini sulla “Iam” di Gioia Tauro e sulle indagini di altre Procure, come per esempio quella di Paola (Cs).  E ancora la legge sugli ecoreati, approvata lo scorso 19 maggio 2015 a seguito di una lunga battaglia portata avanti per 21 anni da Legambiente – continua – ci consente oggi di poter avere gli strumenti legislativi per assicurare alla giustizia ‘i ladri del futuro’. Nonostante il trend positivo dato dal calo dei reati ambientali dopo l’entrata in vigore della legge, in particolare nelle regioni a tradizionale insediamento mafioso (nell’’ultimo Rapporto Ecomafia la Calabria è passata dal secondo al quarto posto), sono ancora tanti problemi da affrontare a partire dal fenomeno della corruzione».

 

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