Parco acquatico Rende

Parco acquatico Rende, comitato cittadino: «Cattedrale nel deserto»

RENDE (CS) – «Noi italiani, popolo di poeti, santi e navigatori, di cattedrali “opere d’arte” ne abbiamo costruite tantissime nella nostra storia plurisecolare. Negli anni dopo la seconda guerra mondiale, però, quelli della cementificazione smisurata, abbiamo disseminato, soprattutto al Sud, piccole e grandi opere pubbliche e private lasciate a marcire nel degrado per lo più in zone desolate o quasi: le cosiddette “cattedrali nel deserto”, uno spreco di risorse economiche che avrebbero potuto essere impiegate diversamente». Con questa nota il Comitato di cittadini “Comunità in partecipazione diretta” interviene sul parco acquatico di Rende.

«Quando, anche per più volte al giorno, percorrendo la statale 107, costeggio quello che dovrebbe diventare il Parco acquatico di Rende – dice nella nota il portavoce Carlo Rinaldo – , anch’essa opera terminata ma chiusa, la mente mi ritorna sempre alle tante volte che ho affrontato nei miei studi l’argomento delle “cattedrali nel deserto”, con tutte le sue sfaccettature di ricadute negative storiche, sociali e politiche sul nostro deturpato territorio». ​​​​«Gli elevati costi di gestione rispetto ad una struttura di proprietà comunale ma che il Comune non può mantenere ed obiettivamente difficilmente inquadrabile precisamente nell’utilizzo che potrebbe farne un imprenditore, fino ad oggi hanno scoraggiato chiunque a proporsi per prenderla in gestione e giustamente al Comune conviene tenerla chiusa, per minimizzare i costi. Uscire da questa impasse è sicuramente difficile come è però anche tristissimo avere costantemente sotto gli occhi questa opera piuttosto grande chiusa ricettacolo di zanzare, per la costruzione della quale per il momento solo gli insetti possono ringraziare!»

Foto: Calabrianews24

 

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