Santa Sofia d’Epiro, delegazione a Livorno per commemorare vittime “Moby Prince”

SANTA SOFIA D’EPIRO (CS) – E’ il 10 aprile 1991 nella rada del porto di Livorno, quando alle 22.25, il traghetto passeggeri “Moby Prince”, della compagnia Navarma, appena partito con direzione Olbia, e la petroliera Agip Abruzzo, all’ancora nella rada del porto, entrano in collisione. La prua del traghetto squarcia una delle cisterne del greggio trasportato e si scatena un incendio. Nonostante la vicinanza al Porto l’incendio fuori controllo provoca ingenti danni sia alla petroliera che al traghetto. Tutte e 30 le persone di equipaggio a bordo della petroliera non riportano danni fisici. Tragico è il bilancio sul traghetto Moby Prince: delle 141 persone a bordo, 65 membri dell’equipaggio e 76 passeggeri vi è un solo superstite. Nel più grave incidente della marineria italiana muoiono 140 persone. Tra le vittime, ben 11 sono calabresi e tra questi, Nicodemo Baffa, è un cittadino di Santa Sofia d’Epiro.

rose in acquaIl 10 aprile 2016, a Livorno, alla commemorazione delle vittime, di cui ricorre il venticinquesimo anniversario dalla tragedia, organizzata dal Comune di Livorno, Provincia, Regione e dall’associazione “140 Familiari delle Vittime Moby Prince”, ha partecipato una delegazione sofiota, rappresentata dai familiari della vittima e da una folta rappresentanza istituzionale.confaloniere “Per non dimenticare” è il nome della manifestazione con la quale il Comune toscano ha ricordato le vittime. Dopo la funzione religiosa, nella Fortezza Nuova, è stata inaugurata la scultura Koningin Juliana, dell’artista Federico Cavallini, in memoria delle vittime. Successivamente la delegazione sofiota ha partecipato ad una cerimonia di consegna, da parte dell’associazione “Società volontaria di soccorso”, di una nuova ambulanza dedicata alla memoria delle vittime del Moby Prince.

Una presenza doverosa per testimoniare quanto sia viva, nella cittadina arbereshe, la memoria di quella tragedia, ma anche per unire la voce di Santa Sofia d’Epiro a quella di tutti coloro che da 25 anni chiedono che sia fatta luce piena su quanto accaduto, per dare giustizia alle vittime ed alle loro famiglie.

io sono 141Nel processo che seguì il disastro, infatti, furono imputati alcuni ufficiali dell’AGIP Abruzzo e i responsabili della capitaneria di porto di Livorno. nessun colpevoleI primi erano accusati di aver ancorato la petroliera nel posto sbagliato, cioè nel “cono” di uscita dal porto di Livorno, e di non aver attivato i segnali per avvertire della presenza della nave dopo che si era alzata la nebbia. Gli ufficiali della capitaneria erano accusati di aver condotto i soccorsi con lentezza e inefficienza. Al termine del processo, nel 1999, tutti gli imputati furono assolti o prescritti.

Il Presidente della Repubblica, Mattarella, ha affidato ad una nota il ricordo delle vittime, concludendo così: “Il Senato ha deciso, dal canto suo, di promuovere una commissione d’inchiesta sulle cause del disastro. Mi auguro che la ricerca della verità possa essere pienamente soddisfatta“.

Non possiamo che ancorare anche le nostre speranze nell’augurio del Presidente.

                                                                                                                  Alfonso Fucile

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