Tutti gli articoli di Antonio Guarascio

Valeria Cataudella e i suoi “Intrecci” al Castello di Rende

Si chiama “Intrecci” ed è la mostra che verrà inaugurata il 28 maggio alle 18.30 presso il Castello di Rende – Museo d’arte contemporanea Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona.

“Intrecci” è nuovo concept dell’arte a cura di Roberto Sottile perpetuato attraverso le opere di Valeria Cataudella

Valeria Cataudella è un’artista che fonde diverse dimensioni all’interno del suo concetto d’arte. La sua creatività è preziosismo, finezza, ricercatezza e magnificenza. Valeria Cataudella sarà protagonista di “Intrecci”. La sua lunga gavetta è stata già capitalizzata nella sua partecipazione alla Fashion Week in cui ha unito i suoi monili preziosi alle creazioni sartoriali. L’artista si forma a Roma producendo tele, sculture e oggetti di design. Approccia, però, in maniera determinante i metalli, le pietre e i fili di seta. Forme e modi di pensare irrompono nell’arte di Cataudella, la quale con garbo e maestria apre una nuova finestra sul mondo artistico. Dimensione imprescindibile dell’artista è il riuso della materia, cambiando i connotati e le forme e tangendo il mondo floreale e zoomorfo. “Bellezza irregolare” è la definizione migliore per incasellare Valeria Cataudella e le sue creazioni.

Intrecci” al Castello di Rende

Il 28 maggio alle 18.30 verrà inaugurata la mostra a cura del critico d’arte Roberto Sottile. Il progetto è promosso dall’amministrazione comunale di Rende – Assessorato alla Cultura. Il nodo da cui di muove “Intrecci” è l’esperienza stessa di Valeria Cataudella. Quest’ultima ha come fine ultimo quello di emozionare attraverso le proprie creazioni e attraverso la sua esperienza personale. Il mezzo comunicativo sarà ovviamente il linguaggio universale dell’arte, della bellezza, della moda e del design. Durante la serata interverranno, oltre a Valeria Cataudella, Roberto Sottile e l’Assessore alla Cultura Marta Petrusewicz. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 28 giugno all’interno della sezione permanente con gli abiti di Andy Warhol, Jannis Kounellis, Emilio Isgrò, Gianfranco Limoni, Luca Maria Patella, Nagasawa, Luigi Ontani, Piero Pizzi Cannella, Bruno Ceccobelli, Giosetta Fioroni, Vettor Pisani. Gli abiti dialogheranno con i gioielli dell’artista formando un connubio d’arte indissolubile.

Casali del Manco, «il paradosso» del Consiglio Comunale

Casali del Manco (CS) – (Riceviamo e pubblichiamo) Apprendiamo dai membri del gruppo “Voci in Cammino” che ieri a Casali del Manco si è tenuto un Consiglio comunale a dir poco insolito.

La maggioranza, infatti, dopo aver convocato il consiglio ha deciso di disertarlo per dissidi interni. La cosa curiosa è che il consiglio si è potuto tenere ugualmente, ed a gestirlo è stata la minoranza.

Questo perché, in altre sedute, la stessa maggioranza ha deciso di adottare il regolamento del già Comune di Spezzano piccolo, il quale abbassa il numero legale ad un terzo degli aventi diritto in prima convocazione. Questo escamotage è stato utilizzato più volte dalle forze politiche che amministrano il Comune, perché consentiva di adottare delle decisioni anche quando i continui screzi interni portavano a numerose defezioni. L’ultima volta, addirittura, una maggioranza rimaneggiata (minoranza di fatto) è riuscita ad approvare, proprio grazie a questo cavillo, l’aumento delle tariffe, tra gli applausi ed i cori di giubilo dei pochi membri presenti. Più e più volte, nel corso di questi tre anni e mezzo, gli esponenti dell’opposizione hanno esortato i consiglieri di maggioranza a modificare questa assurda norma, ma invano.

Così ieri si è verificato il paradosso.

A guardare le immagini (https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=z4g9aQgr2jk&feature=youtu.be&fbclid=IwAR3IIKLOyc3PZkG2xf4PPcWd2gULq9MryuDNnl-ZAJLUCMboLVdiLkSc8vk) sembra di essere nella Repubblica popolare di Bulgaria sotto Cervenkov. Il già Sindaco di Trenta, Ippolito Morrone, candidato più votato della lista avversaria VOCI IN CAMMINO costretto a prendere il posto di uno scatenato Presidente del Consiglio che, dopo aver gettato strali contro i suoi stessi compagni di avventura, abbandona la seduta. Il candidato a Sindaco Salvatore Iazzolino sgomento di fronte ad una situazione nella quale, afferma, non avrebbe mai immaginato di potersi trovare. I social pullulano di frasi al vetriolo, nei confronti di una maggioranza che, a detta di molti, è ormai allo sbando totale, tanto da non prendersi neanche più la briga di partecipare ai consigli da essa stessa convocati. Un teatro dell’assurdo, a cui non sono neppure seguite dimissioni in massa, come sarebbe stato d’uopo dopo una simile figuraccia.

Pare, a detta di molti, che la vera cosa che porta i Consiglieri ed il Sindaco a desistere siano le indennità. Ma la pecunia, seppure “non olet”, non potrà mai essere una giustificazione valida per trascinare ancora avanti una esperienza tanto svilente e fallimentare.
Un solo grido risuona nei post dei molti Casalini indignati: DIMISSIONI SUBITO!

Spadafora Gioielli ancora una volta alla Mostra del Cinema di Venezia con la realizzazione dello Starlight International Award

Sarà Spadafora Gioielli a portare alto il nome della Calabria sul red carpet della settantottesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. L’eccellenza calabrese dell’orafo delle Madonne che da metà ‘900 ha incantato l’Italia e il mondo intero ancora una volta su un palcoscenico internazionale.

Quando si parla di Giovambattista Spadafora non si può non ripercorrere la sua storia.

Una storia fatta di amore e senso profondo del lavoro e dell’arte. Proveniente da San Giovanni in Fiore, nel 1955 inizia la sua attività di orafo. Già nel ’67,data la sua attitudine a studiare e scrutare il mondo naturale, animale e culturale espone le sue opere orafe a Firenze. In quell’occasione – raccontano i figli Peppe e Giancarlo, Ceo e Orafo di Spadafora Gioielli – l’allora ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato Giulio Andreotti complimentandosi con il maestro Spadafora lo accostò, per provenienza, alla figura dell’Abate Gioacchino da Fiore. Quest’ultimo personaggio importantissimo per i sangiovannesi, per i calabresi e per la filosofia in generale: Dante lo menziona addirittura nella Commedia e vi si ispira attraverso le tavole del Liber Figurarum.

Grazie a Giovambattista Spadafora, fin dall’ultimo ventennio del secolo scorso, la figura dell’Abate e della tradizione orafa calabrese ha acquisito sempre maggior lustro. Dall’Abate Gioacchino si arriva alla jennacca, simbolo di prosperità e abbondanza, imprescindibilmente legata al costume tradizionale di San Giovanni in Fiore, la pacchiana. Giovambattista Spadafora ha portato il nome della Calabria in alto anche attraverso la Pacchian

a che lo accompagnava in ogni occasione pubblica. Dalla Calabria fino al Festival del Cinema per una storia, quella di Spadafora Gioielli, che trova le sue radici fin dal ‘700.

Spadafora realizzerà per la quarta edizione consecutiva lo Starlight International Cinema Award: Peppe e Giancarlo Spadafora entusiasti di portare avanti questa lunga tradizione.

Lo Starli ght International Cinema Award è un importante riconoscimento che ha visto tra i suoi vincitori personaggi del calibro di Alessandro Gassman,

Marco Giannini e Maria Grazia Cuccinotta. Per l’ottava edizione i due premi alla carriera andranno ai già annunciati Remo Girone e Maria Confalone. Un premio davvero interessante vista anche la sua conformazione: una pizza con pellicola laminata in oro costellata di stelle. “L’idea ci venne proprio in virtù dell’essenza del premio – dice Peppe Spadafora- il quale avrebbe dovuto rappresentare il cinema nella sua forma migliore. Lo presentammo al Direttore della Mostra e gli piacque fin da subito”. Un’idea azzeccata e di altissima fattura. L’arte di Giovambattista Spadafora verrà ricordata sul red carpet veneto anche attraverso una corona da lui realizzata. “E’ un onore per noi poter portare il nome di Giovambattista Spadafora in alto anche sul set della mostra del cinema”. 

Spadafora Gioielli non è solo artigianato o semplice tecnica artistica.

Nella visione Demartiniana, un’opera di Spadafora è casa. “Da New York a Roma ognuno può ritrovare e recuperare le proprie radici, la propria storia, guardando una nostra creazione orafa”, asseriscono i fratelli Spadafora. Un orgoglio per la Calabria essere rappresentati attraverso la tradizione orafa di Spadafora. Un onere non indifferente per la storica bottega: “Senza il nostro team di professionisti e specialisti del settore non avremmo mai potuto realizzare tutto questo” conclude il CEO Peppe Spadafora.

La cerimonia si svolgerà mercoledì 8 settembre alle h 15:30 e sarà presentata da Anna Pettinelli, conduttrice televisiva e radiofonica (storica voce di Rds). Alla mostra del Cinema di Venezia c’è un pezzo importante di Calabria.

Alterazioni Festival, al via la V Edizione

Rende (CS) – Ritorna a Cosenza ALTERAZIONI Festival, che quest’anno giunge alla sua quinta edizione. Concerti, mostre, artigianato della musica e fiera del disco e del vinile. Il tutto dal 9 all’11 luglio, più l’appuntamento con il concerto della band britannica Matt Bianco, il 15 luglio, che chiuderà questo primo atto di Alterazioni Festival.

 

Ideato ed organizzato da MkLive, ALTERAZIONI Festival partirà con una tre giorni intensa. Il 9, 10 e 11 luglio con la mostra KEEP ON ROCKIN – Viaggio nella Storia del Rock, la Fiera del Disco e del Vinile e la Mostra degli Artigiani della Musica.

 

Dopo l’esordio della scorsa edizione, con le esposizioni dedicate a Pink Floyd, Queen e David Bowie, quest’anno i saloni espositivi dell’ex Mam in corso Telesio 17, nel centro storico di Cosenza, ospiteranno KEEP ON ROCKIN – Viaggio nella Storia del Rock. Sarà la prima mostra dedicata ad Oasis e Pearl Jam, con fotografie, memorabilia, rarità discografiche e tanto altro. L’inaugurazione della mostra è prevista per il 9 luglio alle 17 e sarà visitabile fino all’11 luglio, dalle 10 alle 22.

Si intitola “Got some…” la sezione dedicata ai Pearl Jam ed è a cura di Henry Ruggeri, fotografo dal 2007 di Virgin Radio e realizzata in collaborazione con Pearl Jam on Line, sito Italiano dedicato alla band di Seattle e con il fans club ufficiale dei Pearl Jam.

Si intitola invece “Wonderwall” la sezione della mostra dedicata agli Oasis, a cura di Oasis Fans Club, il fans club ufficiale della band dal 1996 e l’unico autorizzato dalla casa discografica e da Noel Gallagher.

Contemporaneamente, nel verde della Villa Vecchia, nel cuore del centro storico di Cosenza, altri due appuntamenti per gli amanti della musica sotto ogni forma.

Sempre dal 9 all’11 luglio, si terrà una nuova edizione della Fiera del disco e del vinile, quest’anno assieme alla Mostra degli artigiani della musica. Tre giorni di immersione totale tra oggettistica vintage e musica, per riassaporare e riscoprire la magia del vinile. Il tutto prenderà il via venerdì 9, alle 16 e 30 (e nei giorni seguenti dalle 10) e fino alle 21 e 30.

 

Ultimo appuntamento con questa prima parte di Alterazioni Festival è il tanto atteso concerto dei Matt Bianco, il 15 luglio nel magnifico scenario del Castello Svevo di Cosenza.

I Matt Bianco sono una band britannica nata nel 1983, da annoverare tra quei cantanti o gruppi musicali che hanno proposto al grande pubblico uno stile pop-soul piuttosto sofisticato. Per Alterazioni Festival si esibiranno con questa formazione: Mark Reilly ed Elisabeth Antwi alla voce; Sebastiaan De Krom alla batteria; Geoffry Gascoyne al basso doppio; Martin Shaw alla tromba; David O´Higgins al sassofono e Graham Harvey al pianoforte e alle tastiere.

 

ALTERAZIONI Festival è un evento co-finanziato dalla Regione Calabria grazie all’Avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria – Annualità 2019  – Azione 1 Tipologia 1.1. – Eventi Storicizzati di rilievo Nazionale.

 

“Festival del Fumetto: le strade del paesaggio”, tra arte e musica Brunori Sas sarà il primo ospite della Quattordicesima Edizione

Rende (CS) – L’edizione numero quattordici del “Festival del Fumetto: le strade del paesaggio” avrà inizio alle 18 della giornata odierna. Tanti i nomi che arricchiranno l’evento nell’arco temporale dal 30 giugno al 17 luglio. Eventi che coinvolgeranno artisti, pittori, illustratori, cantanti e cantautori accomunati dallo stesso minimo comune denominatore: l’arte. Tanto il rammarico, in conferenza stampa, per l’edizione 2020 purtroppo rimandata causa pandemia. Altrettanto, però, è l’entusiasmo per l’edizione del Festival del Fumetto 2021, ai nastri di partenza.

Nonostante qualche sezione, per ovvie ragioni legate alla situazione pandemica, sia stata soppressa per quest’edizione, Ester Apa si è mostrata positiva e piacevolmente soddisfatta dell’organizzazione e del lavoro svolto fino a questo momento da chi, come lei, è all’interno di questa meravigliosa macchina culturale.

Al suo fianco, in conferenza stampa, nomi illustri come La Tarm, Luca Scornaienchi, Igor Scalisi Palminteri, Beppe Stasi e colui che aprirà quest’edizione del Festival del Fumetto: Brunori Sas.

 

Brunori Sas, il pettirosso come simbolo di rinascita

E’ proprio Brunori Sas che ha parlato in conferenza stampa sottolineando l’importanza del Festival del Fumetto. Un modo di rinascere, di ripartire, di ricominciare a sognare. Il simbolo del festival, infatti, è il pettirosso disegnato da Robert Figlia per Cip!, ultimo lavoro di Brunori Sas. La fragilità del piccolo pennuto, la sua debolezza nello sguardo, rappresentano ora un punto di forza. L’evoluzione delle creature marine che, nella storia, ad un certo punto, sono arrivate sulla terra e hanno spiccato il volo è un vero simbolo di evoluzione e continuità.

Il concept del pettirosso è presente anche nella locandina del Festival del Fumetto realizzata da La Tarm: i pesci che nuotano sul pelo dell’acqua e il piccolo uccellino brunoriano sullo scoglio.

Castello Svevo diventa, dunque, un crocevia di arte condivisa. Suoni, toni e condivisione. Proprio di condivisione ha parlato Brunori Sas, il quale ha rimembrato tempi in cui negli studi di registrazione vi erano anche pittori e artisti di ogni genere. Dalla collettività vengono fuori idee contaminate e sorprendenti. L’idea individualista di musica genera un’arte relativa a sé e poco inclusiva.

 

Igor Scalisi Palminteri, i confini semantici tra arte e musica

Il rapporto tra Igor Scalisi Palminteri e artisti come Brunori Sas e, ancor di più, Dimartino è quasi decennale. Riuscire a esprimere con l’arte ciò che la musica può solo, si fa per dire, mettere in suono. Un tono e una nota sono complementari così come un’artista e un cantautore. Proprio dalle contaminazioni, dall’incontro, viene fuori l’estro.

Presente anche Beppe Stasi autore di due tele già in esposizione e che continuerà a lavorare in residenza durante il Festival.

 

L’auspicio è di poter spiccare il volo più in alto possibile con il Festival del Fumetto che già alle 18 darà il via alla prima mostra, con tema Cip!, nella cornice del Castello Svevo di Cosenza. Dopo la mostra, sul palco saliranno Brunori Sas e  Al The Coordinator, in quello che sarà un concerto di rinascita (già sold out peraltro). I presupposti ci sono tutti per rendere il Festival del Fumetto l’inizio della ripartenza: il volo più alto del pettirosso.

 

Golf Club San Michele, Ugo Galiano parla del Club dei Giovani e di Golf è Donna

Cetraro (CS) – E’ il Golf Club San Michele di Cetraro uno dei centri sportivi più importanti nel Mezzogiorno. Un’oasi naturale a cielo aperto in cui praticare golf diventa un’esperienza bucolica. Il San Michele è il Golf Club più antico della Calabria e uno dei primi Golf Club italiani. Un posto magico, in cui lo sport e la natura si uniscono. Due sono le iniziative che il Golf Club di Cetraro ha appena recuperato ed avviato: Il Club dei Giovani e Golf è Donna.

A parlare dei progetti del Golf Club San Michele è Ugo Galiano.

Galiano è il responsabile dell’attività giovanile Calabria Golf. Vincitore di diverse gare nazionali e regionali, il classe ’97 ha espresso la propria  soddisfazione in relazione a questo affascinante sport: «Ho iniziato a praticare golf nove anni fa, grazie ad un progetto giovanile organizzato dal Golf Club San Michele.  Grazie alla  dedizione e alla volontà di avvicinare i giovani a questo sport da parte del direttore del circolo, Mario Marra, nel 2012 ho avviato il mio percorso sportivo. Da quel momento il golf è diventato centrale nella mia vita». La vista mozzafiato del San Michele sulla costa è sicuramente uno dei punti di forza del circolo. Il Tirreno diventa cornice di uno sport in cui la calma e la forza interiore sono i punti cardine per una buona preparazione atletica. Sul Club di Cetraro, soprattutto sulla sua conformazione geografica, Galiano dichiara che
«è uno dei percorsi più suggestivi d’Italia. Si colloca in un contesto turistico molto variegato, data la presenza di diverse mete estive e la possibilità di praticare molti sport acquatici. La morfologia del campo rende altamente tecnico ed impegnativo il gioco. E’ un percorso arduo in cui la tecnica pura  viene premiata». 

 

Il Club dei Giovani

E’ questo un progetto che negli anni ha avvicinato un buon numero di ragazzi al golf. Il Club dei Giovani è l’iniziativa del Golf Club San Michele che sdogana i pregiudizi su questo sport. E’ proprio Galiano il coordinatore e promotore del Club dei Giovani. Sul progetto il golfista classe ’97 si è espresso in maniera positiva e propositiva: «Vorrei sfatare subito un mito, ovvero che il golf è costoso. L’approccio economico per un ragazzo a questo sport è pari ad altri come il calcio, la pallavolo, ecc. Aggiungo, inoltre, che non è uno sport da vecchi poiché richiede grande sforzo e resistenza fisica. Il Club dei Giovani è una grande opportunità per far avvicinare i ragazzi al golf. E’ un progetto su cui la FIG punta molto, poiché è la Federazione stessa ad averci invitato a stilare il miglior quadro atletico per un giovane golfista». Il San Michele ed il golf in generale rappresentano un’opportunità di crescita per la Calabria non solo sportiva, ma soprattutto sociale: «a differenza di quanto si possa pensare, nonostante sia uno sport individuale, il golf unisce e crea legami , sportivi e non, anche in virtù di progetti come il Club dei Giovani» afferma Galiano

Golf è donna

E’ il progetto nato per avvicinare le donne al mondo del golf.  Il dislivello di sesso in questo sport è ampio, ragion per cui il Golf Club San Michele, attraverso il coordinamento di Sandra Ionata, ha accettato di aderire a questa iniziativa nazionale insieme ad altri 53 circoli italiani. Ugo Galiano su un tema così importante afferma che «è fondamentale avvicinare le donne a questo sport. Vari sono stati i pregiudizi rispetto alla figura femminile in relazione al golf nel tempo. Proprio per abbattere questo muro costituito da desueti cliché, il San Michele ha aderito con decisione a Golf è Donna. Già dallo scorso sabato sono partite le attività sportive attraverso l’Open Day che ha riscosso un copioso successo».

Il San Michele è, purtroppo, una realtà poco conosciuta. Un potenziale volano turistico che potrebbe diventare centrale nel panorama calabrese. In altri Paesi, infatti, il golf è uno dei punti cardine dei piani turistici nazionali; ciò accade perché il golfista, dato il lungo lasso di tempo da dedicare all’appuntamento sportivo, permane molto di più sul territorio rispetto ad atleti che praticano altri sport.
Le attività relative a Golf è Donna e al Club dei Giovani si tengono ogni sabato dalle 15 alle 17: è questo il momento per avvicinarsi ad uno sport che troppo spesso viene preso poco in considerazione.

 

“Capisci” è l’ultimo brano della giovane artista Antheo

Si intitola “Capisci” il nuovo singolo di Antheo. Artista calabrese dalla voce sensazionale e dal timbro distinguibile. Studentessa di Letterature Straniere all’Università della Calabria, Antheo, all’anagrafe Roberta, pubblica sotto Rising Time Label il suo singolo su Spotify e su Youtube.

“Capisci” è malinconica, di quella malinconia che fa trasalire e produce cose nuove. Un pezzo che parla di mancanze. Antheo ha discusso con noi del brano, della sua vita artistica  e delle sue passioni.

Il brano si apre con una difficoltà importante, ovvero un forte distacco di interessi. Flaubert e Pessoa vengono citati come esempi di un mondo estraneo alla persona solo apparentemente vicina all’artista. E’ la stessa Antheo a confermarci questo pensiero sottolineando la sua radice umanistica che, ovviamente, ha influenzato il suo percorso artistico. «Da studentessa di Letterature Straniere e accanita lettrice non posso che ispirarmi alla  poetica di Flaubert e Pessoa» dice l’artista, la quale sottolinea l’importanza soprattutto dell’autore portoghese; «Il Libro dell’Inquietudine di Pessoa è una delle opere che più ha influenzato il mio percorso da lettrice e appassionata di letteratura. In “Capisci” si parla esattamente dell’impossibilità di condividere un interesse così importante per me». Si evince da ciò una maturità culturale di Antheo: l’artista pone al centro di un discorso sentimentale la sua matrice più pura, la sua natura più vera che, però, non può essere compresa.

E’ proprio dall’incomprensione della natura prima dell’essere umano che viene fuori un sostrato malinconico, dal candido grigiore.

Un tono che si tinge di fumo di Londra che, attraverso la voce di Roberta, addensa e rende aeriforme la malinconia. Quest’ultima, infatti, non è condizione di confino umano alla tristezza, ma opportunità di riflessione. L’artista di Rising Time si definisce malinconica nel senso più alto del termine: usa questo sentimento per riflettere e dunque produrre. E’ proprio «dalla malinconia che possono nascere grandi cose».
“Capisci” 
è un brano che sfocia nella paura sensoriale e metaforica. Il vuoto, il freddo, l’ansia e la mancanza sono condizioni che costellano il brano e si rendono background prima, protagoniste poi, del pezzo. «Capisci parla di blocchi emotivi. Quando questi diventano barriere impediscono di dare e ricevere affetto. È una delle sensazioni più brutte mai provate. Una mancanza molto forte.» afferma l’artista sottolineando l’andamento dell’anima mesto riversato nel brano.

 

“Capisci” non è solo un brano sentimentale e personale, ma ha una forma inconfondibile.

Sul suo stile Antheo afferma di essere ancora in fase di evoluzione: «Non assicuro che questo sarà il mio stile per sempre. Ho bisogno di sperimentare e di muovermi su altri generi e altri mood per capire qual è il mio». Potremo aspettarci di tutto da questa giovane artista della provincia di Crotone. Sul suo futuro con l’etichetta Rising Time ha le idee chiare: «Mi aspetto una crescita importante, progetto dopo progetto, singolo dopo singolo. Rising Time è una realtà che vuole proporsi come rinnovamento in Calabria, e ha tutte le carte in regola per riuscirci» sottolinea Antheo. «I progetti futuri hanno come obiettivo principale quello di portare la musica della nostra terra ai livelli di tutte le altre regioni, fare della musica calabrese un marchio riconoscibile, e sperare che possa crescere, giorno dopo giorno» conclude Roberta.

Un’artista da tenere sicuramente d’occhio e da seguire con attenzione in ottica presente e futura. Antheo, parafrasando il nome, è un prezioso fiore della nostra terra che aspetta solo di sbocciare. Ascoltando le sue note, qualcuno direbbe che “è un po’ fiorire”.

 

Federica Di Lieto, la tigre calabrese di Masterchef 10

Masterchef 10 ha tenuto tutti con il fiato sospeso come sempre. Non ha deluso le aspettative il cooking-show più seguito d’Italia. Bruno Barbieri, Giorgio Locatelli e Antonino Cannavacciuolo hanno portato la loro simpatia, professionalità e quel loro essere mordaci che non guasta mai. Tra i banchi della MasterClass quest’anno c’era anche una calabrese.

 

 

Federica Di Lieto è la montaltese che ha portato in alto la Calabria nello show andato in onda su Sky. Tra un Convivio Circolare e il Mare in Volo, Federica ha portato la sua grinta meridionale e la sua audacia da sportiva nei piatti fino alla semifinale.
Abbiamo chiacchierato con lei della sua esperienza a Masterchef 10.

Masterchef e la pallavolo rappresentano due facce della stessa medaglia per Federica. “La botta di adrenalina è quella. Dallo sport mi porto l’importanza di non sottovalutare mai nessuna situazione e di rimanere sempre concentrata”. Il passaggio da uno sport di squadra a delle prove individuali non ha rappresentato un problema per la montaltese. “La pallavolo è un gioco di squadra e si va verso la vittoria anche facendo affidamento sugli altri. Masterchef non è così, ma i compagni di squadra ci sono: pentole, ingredienti, tecniche di cottura. Preparare un piatto vuol dire interpellare tanti aspetti di sé”

L’aspetto territoriale è stato centrale nel cammino individuale di Federica. Il miele di fichi, le patate, lo stoccafisso e l’anice stellato, per citare solo alcuni degli ingredienti utilizzati dalla concorrente calabrese. Quest’ultima ha confermato questo aspetto. “La calabresità è la mia identità. Finalmente la cucina calabrese elevata sta venendo fuori e si sta superando il concetto di cucina delle nonne”. Sul tema dell’elevazione della Calabria gastronomica la semifinalista di Masterchef ha encomiato l’operato degli chef Nino Rossi, ospite in quest’edizione di Masterchef, e Caterina Ceraudo. Sulla chef del Dattilo ha speso parole di orgoglio e stima. “Caterina Ceraudo fa uno sforzo enorme, è l’unica donna stellata in Calabria. Chi si reca nel suo ristorante sceglie di mangiare lì, data la posizione non propriamente centrale. Questa è la prova che i calabresi possono fare”. Una riflessione sull’innovazione bruzia nel campo gastronomico, quella di Federica, che tocca da vicino le nuove generazioni. “E’ arrivato il momento in cui questa gioventù calabrese deve farsi carico della Calabria”.

 

 Federica ha speso parole di orgoglio anche per aver ritrovato a Masterchef uno dei prodotti più rappresentativi del territorio cosentino, il miele di fichi. “E’ stata un’emozione. La Calabria non è solo ‘Nduja e peperoncino”.

 

Stratega, guerriera oltre che abile cuoca, Federica è stata questo nella Masterclass. Ad onor del vero, però, in occasione di uno skill test è venuta fuori la parte più intima della concorrente di Montalto Uffugo. Un piatto poco apprezzato e criticato aspramente dai giudici. Ciò ha scaturito un pianto inaspettato nella concorrente. “Essendo una perfezionista apprezzo sempre la critica e ne faccio tesoro perché con questa riesco a migliorarmi. Le lacrime per quel piatto scaturirono perché in quell’occasione è venuto fuori un lato di me che non avevo mai fatto trapelare. E’ una parte che riservo solo alle persone a me più care. Il fatto che sia stata scambiata per debolezza mi è dispiaciuto: se sei una donna forte sei stronza, se sei tenera sei debole. Federica è un mix esplosivo di grinta, passione, dolcezza e tenerezza. I miei tratti più evidenti sono la forza e la caparbietà, non mollo facilmente.
La tigre, per citare un soprannome che lei stessa si è affibbiata, ha toccato, poi, un tema delicato inerente alla trasmissione: la strategia.
“Masterchef è una competizione in cui si vincono 100mila euro. Nel momento in cui puoi avvantaggiarti lo fai, sarebbe ipocrita dire o fare il contrario. Se posso dare fastidio a qualcuno lo faccio con le persone che reputo più forti, ma questo non è mai un attacco personale. Assegnare un piatto difficile vuol dire reputare abile un concorrente”.

 

Dalla Calabria al mondo intero fino ai progetti futuri, Federica ha dimostrato coerenza e determinazione.

 

Il tema dell’integrazione nella decima edizione di Masterchef è stato centrale. La varietà etnica dei concorrenti è stata uno dei punti di forza di questa edizione. Proprio con un piatto calabro-cinese Federica e Jia Bi hanno portato a casa la vittoria in un invention test in staffetta. “La Calabria ha una vastità di prodotti che lasciano molto spazio alla cucina fusion. Io e Jia Bi siamo riuscite a creare un connubio tra Calabria e Cina. Masterchef ha dimostrato che le radici diverse, nonostante i punti di vista differenti, possono incastrarsi”. Sul suo futuro rimane con i piedi per terra, seppur con ambizione e virtuosismo. “La cucina continuerà a rimanere centrale nella mia vita, non voglio staccarmi” ha confessato la semifinalista di Masterchef.   Ambisco ad entrare nella cucina di un ristorante. In un futuro prossimo vorrei aprire un’attività rivalutando un casolare, proponendo una cucina che parte dalla Calabria e racconti di me”.

 

Sul vincitore del programma e sulle divergenze avute con questo, la concorrente originaria del cosentino ha esplicato coerentemente il pensiero già manifestato durante la trasmissione.

 

In particolare ha citato un noto episodio che ha innalzato molte polemiche. “Se ho un vantaggio lo uso e se ti offendi, perché lo utilizzo, forse non hai capito il gioco. Nel caso di Aquila io gli tolsi la mandolina perché lui era molto abile con i coltelli. Sapevo che se la sarebbe cavata. Lo screzio non è mai esistito da parte mia. A ciò, la calabrese, ha aggiunto l’aneddoto del roner. “Lui sostenne che io lo stessi copiando. Effettivamente poteva passare questo ma, in realtà, la mia idea era davvero di trasformare la pianta grassa in protagonista del piatto. Per di più non utilizzai il roner”.

Al momento dell’eliminazione Federica ha segnalato come vincitrice Azzurra e, ad oggi, non ha cambiato il suo punto di vista. Azzurra avrebbe dovuto vincere dato il suo percorso notevole all’interno della Masterclass. E’ una donna forte, mi rispecchia in questo. Dissi il suo nome nel momento della mia eliminazione perché era come se le stessi lasciando una parte di me. Credo, comunque sia, che il concorrente tecnicamente più forte sia stato e rimane Antonio. Su Aquila ha espresso un pensiero onesto inerente alla finale. “I giudici hanno valutato i menù. L’unico piatto che conta è l’ultimo che porti, quindi, gli ultimi piatti di Aquila sono stati i migliori ed è giusto che abbia vinto.

 

Federica Di Lieto è stata una concorrente vera, arguta e, per certi versi, geniale nel rappresentare il territorio con uno sguardo al futuro. L’augurio è che il suo mare possa spiccare il volo verso cieli sempre più tersi.

MasterChef Italia, show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, è sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW TV

Medicina all’UniCal, il pensiero degli studenti di #Noi

Rende (CS)- Uno degli argomenti più caldi dell’ultima settimana è stata la notizia dell’apertura, a partire dal prossimo anno accademico di un nuovo corso di laurea all’UniCal. Nonostante si tratti di un processo abbastanza normale e consueto per l’organizzazione dell’offerta formativa degli atenei, tale annuncio ha suscitato tanto scalpore tra l’opinione pubblica. La ragione deve essere ricercata nella tipologia di corso di laurea che muoverà i suoi primi passi sull’iconico ponte dell’ateneo di Arcavacata dal prossimo anno.

Si tratta del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia Td (Tecnologie digitali). L’attivazione è stata deliberata dalla giunta regionale il 04-02-2021. 

l’Unical diventerà la 38esima realtà in Italia ad offrire la possibilità di intraprendere tale percorso di formazione. Una  simbiosi importante sarà quella tra  medicina, chirurgia e la digital technology. Si è espresso in maniera entusiasta sulla questione anche il Movimento studentesco #NOI.  Gli studenti di #Noi di sono soffermati su vari aspetti concernenti gli scenari che si aprirebbero con l’innesto di tale corso di laurea. Questa introduzione porterebbe un incremento numerico tra i corsi di laurea messi a disposizione degli studenti reali e potenziali. La possibilità all’intero territorio di avviare una serie di attività migliorative sarebbe fondamentale. L’apertura di Medicina e Chirurgia all’Unical, può assurgere a vero e proprio volano economico e sociale per l’intera regione. Può aprirsi, infatti, una bellissima pagina per la storia della Calabria che, purtroppo, troppo spesso si è caratterizzata per politiche di distruzione e disservizio.

 

Medicina all’Unical non vuol dire soltanto migliorare un ateneo, ma creare le condizioni perché l’intero territorio venga attraversato da un’ondata di progresso e benessere. Secondo i giovani di  #NOI, consequenziale dovrebbe essere la realizzazione di un progetto per la costruzione di un nuovo ospedale.

Il concepimento di una nuova struttura ospedaliera porterebbe con se diversi benefici. Su tutte la creazione di posti di lavoro per la costruzione delle strutture, quindi un’opportunità occupazionale per i numerosi disoccupati della nostra terra. Secondariamente le aziende locali del settore delle infrastrutture (che versano in una condizione di depressione) avrebbero l’occasione di concorrere alla realizzazione di un’importante opera pubblica. Si andrebbe, poi, a sancire la domanda di figure professionali quali medici, infermieri, O.S.S. Si darebbe l’opportunità agli studenti del venturo corso di laurea di svolgere attività pratiche del loro percorso di studi vicino alle aule dell’ateneo. Per tale ragione –aggiungono i ragazzi di #NOI- “tale struttura deve sorgere accanto all’Università, deve essere la naturale prosecuzione del ponte Bucci, che connette la Calabria al mondo, che proietta ogni studente verso il proprio avvenire”.

In apertura, si è evidenziato come la notizia abbia suscitato un acceso dibattito, che vede contrapposti detrattori e sostenitori dell’arrivo di Medicina all’Unical.

La ragione dei detrattori risiede nella convinzione che l’introduzione del corso di laurea all’interno del Campus di Arcavacata vada ad intaccare l’Università Magna Grecia. L’università catanzarese fa di Medicina e Chirurgia il suo punto di forza da anni.  Anche circa tale aspetto si sono espressi gli arancioni. Questi ultimi hanno sottolineato che, per rendere effettivamente prolifico l’innesto di Medicina all’Unical, è necessario che questa non comporti un indebolimento per l’UMG. Il CDL in Medicina rappresenta un’opportunità in più per la nostra Regione, che negli ultimi anni è stata investita da una vera e propria diaspora giovanile. Più di 180.000 giovani, infatti, hanno deciso di proseguire la propria formazione/carriera lavorativa fuori dalla nostra terra.

Ampliando l’orizzonte geografico, un corso di laurea in Medicina in più può significare per l’intero Meridione,  un’opportunità in più per restare. Tenendo in considerazione i dati Svimez, sono ben 2 milioni i giovani che negli ultimi 15 anni hanno lasciato il Mezzogiorno. Dunque, non una competizione, ma una cooperazione è ciò che si aspettano i giovani studenti del Movimento #NOI tra i due atenei. In una terra in cui la sanità è una delicata problematica, fornire l’opportunità di formazione all’interno del nostro territorio non può  che essere positivo.

L’augurio di #NOI è quello che gli studenti, nella loro totalità, vengano coinvolti in un momento storico tanto importante per la storia dell’Università della Calabria.

Settembre Rendese 2.0, Samuel incanta Rende

Se venerdì scorso, prima del concerto, mi avessero detto che uno come Samuel riesce a stupire il pubblico anche restando comodamente seduto su uno sgabello sul palco,avrei titubato. E’ quello che, però, è successo alla 55° edizione del Settembre Rendese. Evento che, oltre al frontman dei Subsonica ha visto esibirsi i Calibro 35, Rossana Casale e Nino Buonocore. Un’edizione 2.0 che si è conclusa nella splendida cornice della piazza antistante al Museo del Presente e, che ha in serbo la realizzazione da parte del monumentale Jorit di un’opera di street art nel centro rendese.

Rende riparte da un evento storico, organizzato nel migliore dei modi. Un Settembre Rendese ricco non solo di concerti ma anche di eventi durante le giornate della 55° edizione. Una valorizzazione del territorio che ha visto l’esaurimento del roster degli artisti da palcoscenico con il rinvio al 2 ottobre del concerto di Samuel, causa maltempo.
Un concerto che poco ha a che fare con il consumo di musica. Non c’è un’ingordigia sonora, né un consumo usa e getta della musica. Uno spettacolo, una storia raccontata e innalzata dal frontman dei Subsonica.

 

Il cammino dell’artista si racconta dalle canzoni; il passaggio con i Motel Connection, i Subsonica, il climax di Microchip Emozionale e, ancora, il periodo solista. Samuel non è il solito artista italiano da alti e bassi divorato dal pubblico. E’ un artista che il palco lo tiene anche da seduto, per scelta etica, verso un pubblico che, causa Covid, non può assistere in piedi al concerto. Entrando nel merito dello spettacolo, il cantautore piemontese di influenze durante la sua carriera ne ha avute tante. Quella dei Motel Connection ha, ovviamente, un’importanza molto rilevante. E’ da citare la storia che lui stesso racconta su “Two”. Secondo il torinese,vi era l’ispirazione ma non il suono, non il mood. Piace raccontare a Samuel che, poiché quella casa era stata la casa di Fred Buscaglione, durante una pausa pranzo, Buscaglione sia andato a sistemare le note così da produrre uno dei pezzi simbolo della band.

Una storia a metà tra il paranormale e il comico che però ha regalato un incipit ad un grande successo sul palco rendese.

Oltre ai Motel Connection vi è tutta la storia artistica del torinese in quella che è l’ultima data di questo inaspettato tour estivo. Momento romantico ma pur sempre ilare è “Dormi”. Grande successo dei Subsonica scritto da Samuel per una donna/musa molto logorroica (a riprova del titolo) ma, a cui lui era molto legato. Di spinta diversa è “Tra un anno”, ultimo successo da solista del cantautore che, sublima la performance con “La statua della mia libertà”.

Un evento che, nonostante i nomi altisonanti, è stato al centro delle critiche che nei giorni passati hanno imperversato sui social. Sicuramente regalare un concerto, con ospiti dello spessore di Samuel o eventi come, nei prossimi giorni, la realizzazione da parte di un artista mondiale come Jorit di un’opera street art a Rende non è cosa da tutti. L’avviso è sempre quello di pensare ad una comunità in continua crescita basata sulla cultura anche e soprattutto grazie ad eventi con il Settembre Rendese.
Rende sceglie il bello,Riparte dall’arte.