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Pentone: “A Nottata” tra musica, arte e sapori locali

PENTONE (CZ) – Si svolgerà sabato 16 agosto la VII edizione de “A nottata”, la notte bianca targata Pentone. Dopo i successi delle edizioni precedenti, ad organizzare l’evento ancora una volta la Pro Loco che quest’anno ha cercato di realizzare un format più coinvolgente sia per i pentonesi sia per quanti vorranno venirvi dalle zone limitrofe. “A nottata- divertimento da sira alla matina” è il nome completo dato alla serata che aspira ad essere l’evento clou dell’estate pentonese con la sua forza, la sua organizzazione peculiare e soprattutto con le tante offerte che quest’anno riempiranno le strade e i vicoli del centro presilano. Tante le collaborazioni messe in cantiere per la buona riuscita della grande festa: l’amministrazione comunale, la Parrocchia, i tanti commercianti, le associazioni e tanti volontari che non hanno voluto far mancare il loro impegno. Si comincerà alle ore 20.00 e si proseguirà fino alla mattinata in un divertimento senza sosta che si articolerà seguendo due percorsi: uno enogastronomico, l’altro artistico. A partire da Corso De Laurenzi fino a Corso del Popolo, passando per via Giardino e Piazza Mons. Virgilio Tarantino ci saranno stand dove sarà possibile la degustazione di pietanze tipiche e cibi casarecci il tutto condito con tanta buona musica grazie al “Rapper nero e il suo gruppo”, a Michele Tosi, a Pino Arcuri, all’Associazione “Ballando cantando”, al gruppo “Old story group”, ancora all’associazione “Non solo Liscio” e a vari musicisti locali. Uno spazio sarà dedicato anche ai bambini per i quali sarà prevista l’animazione specifica. Poi ancora tanti artisti perché non c’è festa senza arte nella nottata pentonese: Luigi Paone, Rosalba Russo, Giovanni Chiarella, Yvonne Leone, Maurizio Veraldi, Concetta Rubino, Rosalba Cioffi Rubino, Stefania Platì, Caterina Gigliotti che arricchiranno l’intrattenimento con le loro piccole grandi opere d’arte. Sarà inoltre possibile visitare la Chiesa Madre e le sue straordinarie reliquie, il centro di documentazione di Invicta Palestina e per i più temerari affrontare la parete free clinbilng predisposta dagli “Angeli della Sila”. Musica, arte, degustazione, lavoro, impegno e voglia di divertirsi saranno insomma le noti salienti de “A nottata” a cui è impossibile non partecipare. Così come vuole la tradizione, anche questa notte bianca vedrà principali protagonisti i commercianti e i loro prodotti, Pentone e le sue bellezze, ma soprattutto i pentonesi che hanno tanta voglia di divertirsi e far divertire dando il meglio di se. Appuntamento a sabato per una nottata indimenticabile.

Un viaggio tra esistenza, spazio e tempo nelle opere dei quattordici artisti di “Calabria contemporanea” – fotogallery

Domenico Cordì - NTE Calabria Contemporanea

CITTANOVA (RC)  – Domenica 18 maggio a Cittanova è stata inaugurata la mostra collettiva “Calabria contemporanea – il bello educa” curata da Lara Caccia, con testi critici di Marco Palamidessi e realizzata grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione comunale e l’Associazione culturale Lato2. L’evento è parte del progetto “New Temporary Exhibition”, una risposta concreta all’esigenza dei giovani di comunicare idee e pensieri differenti sull’attualità. L’edificio dell’ex mercato coperto è diventato la location ideale su cui intessere i diversi discorsi artistici, grazie alla sua struttura composta da ampi box e le imponenti vetrate che si affacciano sulla città, creando così un suggestivo connubio tra le opere e il paesaggio.
I protagonisti sono quattordici giovani artisti calabresi, tutti presentano al pubblico opere con peculiarità differenti ma evidenziando un comune angolo di convergenza: la contemporaneità.
Il percorso espositivo si sviluppa su due livelli, al piano terra si possono ammirare le opere di Erelin che costruisce il suo lavoro basandosi sulle prospettive, i riflessi, i volti e catturando alcuni momenti significativi, in grado di dialogare con l’osservatore. Nel box successivo Melania Aitollo propone un cammino in grado di percuotere tutti e cinque i sensi.
Al piano superiore le incisioni di Sisetta Zappone fondono simbolismi e forme zoomorfe, di seguito Cristina Raffa che nei volti di donne dipinti coniuga bellezza ed emozioni. Proseguendo il fruitore può apprezzare le opere di Giovanni Longo, l’artista tra scultura e disegno affonda con eleganza il colpo sulla precarietà della materia, cagionevole mutevolezza che scandisce l’esistenza. Accanto Domenico Cordì con un’installazione site-specific dialoga con il luogo, raccontando un passato di storie vissute e arcaiche. Poi il {movimentomilc}, un duo di artisti composto da Vincenzo Vecchio e Michele Tarzia, attinge agli anni settanta, ad esempio riproponendo il messaggio di Arecibo, per sottolineare l’esigenza cosmica di comunicare e manifestare la propria presenza, avvicinando il linguaggio matematico alla comprensione di tutti e agevolando la lettura con l’accostamento di immagini che rendono i codici meno impersonali.
Bado alias Santo Alessandro Badolato si esprime sull’eterno incontro/scontro tra la natura perfetta e l’uomo, che tenta con la sua incessante produzione di eguagliarla ma comunque rimane relegato alla sua condizione imperfetta. Davide Negro esprime un senso di protesta nei confronti del torpore e dell’apatia, tratti distintivi della natura umana in alcune circostanze, cerca così di aprire un varco verso la libertà dall’oppressione del tempo nel suo scorre inesorabile e si scaglia contro i vincoli delle apparenze.
Proseguendo Gabriele Nicolò che accosta elementi industriali per riprodurre paesaggi urbani, indice dell’alternanza tra splendore e decadenza, e Giulio Manglaviti che attraverso rapidi gesti invade la superficie della tela. L’arte di Salvatore Insana crea, invece, un bilanciamento tra spazio e tempo fissando istanti con la fotografia e proiettando in video il continuo e effimero moltiplicarsi di un corpo.
Per finire Girolamo Deraco mescola linguaggio visivo e sonoro e Giuseppe Guerrisi ricostruisce un sacro altare di preghiera che permette a chi si avvicina di entrare in contatto con le vibrazioni proprie del suono primordiale.
Ogni artista nella sua individualità si appropria di uno spazio ma allo stesso tempo non può fare a meno di essere parte di un’unità. Da singole identità sottraggono al tempo e allo spazio, producendo una moltiplicazione imprevedibile di significati. Una mostra da vedere, aperta al pubblico fino a martedì 3 giugno 2014.

Claudia Capogreco

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A Roccella Jonica “Del comune”, Scuola estiva di filosofia 2013

ROCCELLA JONICA (RC) – L’Associazione Culturale Scholé, in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, il Centro per la Filosofia Italiana di Roma, e con il patrocinio dei Comuni di Roccella Jonica, Caulonia e Placanica, organizza la quarta edizione della Scuola Estiva di Alta Formazione in Filosofia “Giorgio ColliDel comune, che si svolgerà dal 24 al 28 luglio prossimo. La Scuola Estiva di Alta Formazione ha come finalità quella di concorrere alla formazione scientifica e culturale di giovani studiosi, ricercatori e cultori della materia interessati all’approfondimento di tematiche riguardanti la filosofia politica contemporanea, per questo motivo la partecipazione ai singoli incontri è gratuita ed è consentita a tutti.

Quest’anno, il tema su cui verteranno gli incontri, riguardano il concetto di “comune”, con le sue sfaccettature teoriche e politiche lette da una prospettiva multidisciplinare.

Come è stato per gli anni precedenti, la maggior parte degli incontri si terranno nel salone dell’ex Convento dei Minimi della cittadina jonica, ma sarà coinvolto anche il lungomare roccellese, la via Marina a Caulonia e a Placanica il Convento dei padri Domenicani.

Il primo appuntamento è per giorno 24 all’ex Convento dei Minimi, dove ad inaugurare i lavori ci sarà il direttore della Scuola, Giuseppe Cantarano e vi prenderanno parte Teresa Serra, presidente del Centro per la filosofia italiana, e Raffaele Perrelli, direttore del Dipartimento di studi umanistici dell’Università della Calabria. A seguire, il filosofo dell’Università di Torino Gianni Vattimo terrà la lezione magistrale dal titolo Il bene e i beni. La giornata proseguirà con la lezione pomeridiana della giornalista e saggista Ida Dominijanni che parlerà sulle Ferite del comune e con il dibattito serale sul lungomare di Roccella il cui titolo è Della Costituzione.

La mattina del 25 luglio, all’ex Convento dei Minimi, sarà la volta del seminario Del comune sapere, coordinato dal giurista dell’Università di Torino Ugo Mattei e riservato a giovani studiosi e cultori della materia. Durante la seduta pomeridiana, sarà di nuovo protagonista Gianni Vattimo in un dialogo sui Fini della filosofia. In serata la Scuola si sposterà sul lungomare di Caulonia dove ci si confronterà sulla teoria politica dei Beni comuni.

Il 26 luglio, durante la mattina vi sarà la lezione magistrale di Ugo Mattei che presenterà una sorta di percorso Dalle contro riforme alla costituente per i beni comuni. Fra la cronaca e la storia della nostra Italia. Nel pomeriggio, a fare da scenario il convento Domenicani di Placanica, dove si discuterà di Pensieri mediterranei nell’ambito di un forum in onore di Mario Alcaro.

Il giorno successivo, il 27 luglio, si tornerà a Roccella per la lezione dello storico dell’Università “La Sapienza” di Roma Piero Bevilacqua, che riguarderà Il pensiero ecologico e i beni comuni. La sera, invece, sarà la volta dell’incontro su Mondialità e globalizzazione, sul lungomare della città sede della manifestazione.

Chiuderà la rassegna la lezione magistrale dell’economista Bruno Amoroso, professore emerito dell’Università di Roskilde in Danimarca e docente dell’ateneo di Hanoi in Vietnam, che argomenterà su Il comune tra antropologia e storia. Per la ricostruzione del bene comune. Il ritrovo serale dell’ultima giornata della rassegna è fissato sempre sul lungomare di Roccella per il gran finale con la cena sociale.

Come ogni anno, l’associazione Culturale Scholé attribuirà un minimo di 5 borse di studio suddivise in due tipologie, destinate a favorire la frequenza della Scuola Estiva a studenti universitari e laureati residenti in località distanti più di 60 km dalla sede del corso. La borsa di studio copre le spese di vitto (dal pranzo del 24 luglio alla colazione del 29 luglio) e alloggio (pernottamento dalla sera del 24 alla mattina del 29 luglio) in Bed and Breakfast.

Per maggiori informazioni sul bando e la modalità di partecipazione, si rimanda al link: Bando borse di studio

 

Valentina Raffa

Roccella Jonica: Scuola estiva d’alta formazione in filosofia

ROCCELLA JONICA (RC) – Saranno il concetto di “comune” e la teoria politica dei beni comuni i temi al centro della quarta edizione della Scuola estiva di alta formazione in filosofia – “Giorgio Colli” di Roccella Jonica, coordinata da Alessandra Mallamo e Angelo Nizza. L’associazione culturale “Scholé”, presieduta da Salvatore Scali, e il direttore della Scuola, Giuseppe Cantarano, docente dell’Università della Calabria, hanno inteso scegliere un argomento di forte attualità all’interno del dibattito pubblico internazionale, nonché un nodo problematico di lungo corso nell’ambito dell’intera storia del pensiero. Le giornate di studio, organizzate da “Scholé” in collaborazione con il Centro per la Filosofia Italiana e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e patrocinate dalle amministrazioni comunali delle città di Roccella, Caulonia e Placanica, avranno inizio il 24 luglio prossimo e proseguiranno fino al 28 dello stesso mese. L’ex convento dei Minimi della centralissima piazza San Vittorio di Roccella sarà meta di intellettuali di primissimo piano, non solo filosofi ma anche giuristi, economisti e storici.

I lavori saranno inaugurati da Gianni Vattimo dell’Università di Torino, filosofo la cui caratura valica i confini nazionali, teorico di quel “pensiero debole” concepito come sistema da contrapporre ai massicci paradigmi della modernità, dall’hegelismo al marxisismo fino alla psicanalisi e allo strutturalismo. Durante la giornata d’apertura sono previsti, inoltre, i saluti del direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo di Arcavacata, Raffaele Perrelli.
Nei due giorni di mezzo, il 25 e il 26, si entrerà nel merito dei beni comuni grazie agli interventi di Ugo Mattei, giurista dell’Università di Torino, e del catanzarese Piero Bevilacqua, fine saggista e professore di storia a La Sapienza di Roma. Mattei, già vicepresidente della Commissione Rodotà per la riforma dei beni pubblici e membro della Costituente per i beni comuni, oltre a pronunciare il proprio intervento, guiderà le attività del seminario sul “sapere come bene comune”, cui parteciperanno giovani studiosi italiani. Dai loro contributi sarà tratto un libro a cura di Mallamo e Nizza: si tratterà del terzo volume pubblicato da “Scholé” dopo “Polisofia”, uscito l’anno scorso, e “Ora et labora” che è in corso di stampa.
Chiuderà la Scuola l’economista romano naturalizzato danese, Bruno Amoroso, studioso di fama mondiale, già allievo di Federico Caffè, per trentacinque anni docente dell’Università di Roskilde, in Danimarca, adesso professore presso l’ateneo vietnamita di Hanoi.
Questo quarto ciclo di luglio arriva all’indomani della prima edizione della Scuola intitolata a Mario Alcaro, l’ex direttore del Dipartimento di filosofia del polo dell’Unical morto lo scorso dieci giugno. La rassegna si è svolta fra la fine di marzo e l’inizio di maggio ed è stata l’occasione di unire le piazze e le scuole, con i filosofi che hanno parlato sia ai liceali di Roccella e Locri, nel corso di incontri mattutini, sia alla città, comprese le tappe di Placanica e di Caulonia, in una serie di dibattiti pubblici pre-serali. Sono stati ospiti dell’associazione “Scholé”, oltre a Cantarano, anche Teresa Serra ordinaria de La Sapienza e presidente del Centro per la Filosofia Italiana, Aniello Montano dell’Università di Salerno e Giuseppe Orsi e Aldo Tonini, entrambi membri del comitato esecutivo dell’Istituto per gli Studi Filosofici.La realizzazione della Scuola “Mario Alcaro”, la cui programmazione annuale è destinata a diventare un appuntamento fisso dell’agenda culturale del comprensorio della Locride, è stata possibile grazie al gesto della famiglia dello studioso del pensiero meridiano che ha voluto donare a “Scholé” l’intera somma dello speciale riconoscimento conferito alla memoria dell’intellettuale calabrese dalla giuria del “Premio Sila 49”.
Nei prossimi giorni, sul sito web filosofiaroccella.blogspot.it sarà reso noto il calendario dettagliato delle sessioni della Scuola estiva e verrà pubblicato il bando, riservato agli studenti universitari e ai dottorandi, utile per concorrere alle borse di studio comprensive di vitto e alloggio per l’intera durata dell’iniziativa.

 

Cesare Berlingeri e l’arte tra le “pieghe”

CATANZARO – Ultimo giorno a disposizione oggi, 10 gennaio, per visitare la mostra personale di Cesare Berlingeri dal titolo “Ghiacci e ombre”. L’esposizione organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo e curata da Marco Meneguzzo è stata appositamente pensata per l’occasione con un percorso che si sviluppa perfettamente nelle due sedi scelte: la Casa della Memoria di Mimmo Rotella e la chiesetta del Sant’Omobono di Catanzaro.
Berlingeri nato nel 1948 a Cittanova ma da anni trapiantato a Taurianova è un artista poliedrico, pittore, scultore ma anche performer, scenografo, costumista, che riesce a trasmettere unificando in un tutto ordinato ogni dimensione del suo essere.
Noto per le sue “piegature”, che realizza proprio ripiegando la tela, compie con i suoi lavori un’indagine particolare nei confronti dell’esperienza della fisicità, partendo da elementi molto semplici come i piccoli gesti quotidiani o il corpo umano.
Nelle sala principale della Casa della memoria Berlingeri fa conoscere quello che è stato il suo percorso artistico degli ultimi anni. Nelle salette attigue si possono invece ammirare due opere site-specific. La prima è costituita da piccoli elementi voluminosi che si inseguono in un gioco di luci e ombre, l’altra invece caratterizzata da opere che, ricoperte di paraffina, rappresentano figure umane e per la loro conformazione sono state definite dallo stesso curatore “Ghiacci”. Sia nell’una che nell’altra sala l’artista ha completato le installazioni con della grafite direttamente tracciata sulle pareti; disegni simili a quelli presenti nelle caverne di Lascaux ma anche vicini a quegli scarabocchi che i bambini realizzano nella loro infanzia: possono risultare semplici da riprodurre ma quello che interessa all’artista è trasmettere la forte emozione di innocenza e spontaneità che il gesto nasconde.
L’altra installazione “Ventinove avvolti con ombra nell’azzurro” si trova nella chiesetta del Sant’Omobono. L’artista avvolgendo su sé stesso un tessuto bianco, simile al sudario, compone dei corpi, li incide con la vernice nera e li adagia a terra aggiungendo poi una tenue luce blu che contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva.
Berlingeri ripiegando la tela cattura un momento che appare finito ma è in grado di protrarsi all’infinito perché può essere svelato dal fruitore ogni volta in un modo diverso.
Gli strati di pittura e i segni, incisi e poi nascosti, sono la pelle dell’opera che accoglie e protegge uno strato concettuale profondo e pregnante di idee. Un lavoro sull’uomo e per l’uomo che parte dall’esterno per arrivare all’interno.

Claudia Capogreco

 

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Gioia Tauro: ucciso in un agguato giovane di 22 anni

Luogo dell'agguato

GIOIA TAURO (RC) – Un giovane, Francesco Bagalà, di 22 anni è stato ucciso la notte scorsa a Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria.
Erano da poco trascorse le due quando la vittima è stata sorpresa dal suo sicario, in via Sarino Pugliese al centro del paese, e freddato con due colpi di pistola, uno alla testa e l’altro al torace, mentre si trovava a bordo della sua automobile.
Ad accorgersi del fatto una guardia giurata che ha notato la macchina parcheggiata sul ciglio della strada e ha deciso di controllare. Era già passata mezz’ora dall’omicidio e non ci sono testimoni che possano spiegare l’accaduto.
Bagalà era uno studente universitario a Messina e, nel luglio 2011, fu arrestato per una rissa che precedette l’omicidio del ventinovenne Vincenzo Priolo.
A condurre le indagini sul caso i carabinieri della compagnia di Gioia Tauro che attualmente non sono in grado di escludere nessuna pista.

Il “Don Chisciotte” di Ivanova incanta la platea

RENDE (CS) – Conquista il pubblico il Balletto Russo di Mosca che martedì, 11 dicembre, ha portato in scena al teatro Garden di Rende il Don Chisciotte. Lo spettacolo iniziato alle 21.15, con pochi minuti di ritardo, ha visto la compagnia di Anna Ivanova cimentarsi nel capolavoro di Miguel de Cervantes.
Le scenografie e i costumi, creati appositamente per il tuor italiano, rispettano le regole tecniche e grafiche della intramontabile produzione di Marius Petipa che nel suo stile ha seguito la tradizione sovietica affiancandole danze di carattere ispirate alla cultura iberica; il tutto accompagnato dalle musiche di Leon Minkus.
Don Chisciotte è un eccentrico nobiluomo rimasto affascinato dalle letture delle avventure cavalleresche medievali, tanto da aver perso la ragione e deciso di diventare un cavaliere per combattere altruistiche battaglie in nome della nobile dama Dulcinea.
La trama del balletto è incentrata sulla tormentata storia d’amore tra l’affascinante Basil (Alikin Aleksandr) e la bella Kitri (Anna Ivanova) che è stata però promessa in sposa dal padre ad un altro uomo.
L’opera composta da tre atti inizia con l’episodio denominato “Una piazza a Barcellona” in cui Kitri, figlia dell’oste Lorenzo, incontra il suo innamorato, il barbiere Basilio, e fra i due inizia un’affettuosa schermaglia che culmina in una reciproca dichiarazione d’amore. Il corteggiamento è interrotto dall’arrivo del padre che scongiura la loro unione sperando in un matrimonio di convenienza con il pomposo nobile Gamache. Costui chiede la mano della ragazza ma viene rifiutato con decisione.
Annunciato dal suono di corno dello scudiero Sancho appare Don Chisciotte e subito Lorenzo lo invita nella sua locanda. La gente continua a danzare in piazza e la confusione creata consente a Kitri e Basilio di fuggire.
In questa prima parte le danze sono ispirate allo stile spagnolo, carismatiche e festose sono state eseguite con una sequenza di vivaci balli tradizionali.
Nel secondo atto, chiamato “il sogno”, Don Chisciotte crede di vedere nei mulini a vento dei giganti e li combatte rimanendo impigliato in una pala e ferendosi nell’attacco. Si rifugia in una foresta con Sancho Panza e qui, esausti, si siedono a terra e si addormentano. Il cavaliere sogna di essere in un bosco in cui vivono delle bellissime fate, le Driadi, e tra queste che riappare la sua Dulcinea sotto le sembianze di Kitri. In questa scena il ballo è completamente classico e caratterizzato dalla presenza esclusiva di ballerine. Bellissime e leggiadre sono riuscite a rappresentare alla perfezione la dolce atmosfera del sogno.
Nella parte finale, definita “una taverna a Siviglia”, Lorenzo e Gamache sulle tracce dei due ragazzi riescono a raggiungerli. Intanto i due innamorati in fuga si rifugiano in una taverna. Qui Lorenzo, più convinto che mai, compie l’ultimo tentativo di persuadere la ragazza ma arriva Don Chisciotte che cerca di mediare tra i due ritenendo che la cosa offenda la dolce Kitri. Basil inscena un finto suicidio sperando di ottenere con questo stratagemma, in extremis, la mano della sua amata e ci riesce perché Lorenzo, impietosito e commosso, cede. Sul finale grande spazio è dato alle danze di carattere e di mimo culminanti poi in un lungo grand pas classique, interpretato dai personaggi principali, simboleggiante la celebrazione finale del matrimonio.
Gli artisti hanno mostrato tutta la loro elevata professionalità, il genio artistico e la creatività derivanti dalle forti basi della tradizione della scuola del balletto classico russo.
Testimonianza del loro successo il caloroso applauso di un pubblico che per due ore ha potuto assaporare in ogni passaggio la sublime raffinatezza di questi ballerini.

Claudia Capogreco

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Domani ultimo giorno per visitare la mostra di Glaser/Kunz al MARCA

Particolare dell'installazione "Voices III" al MARCA

CATANZARO – Si concluderà domani, 9 dicembre, la mostra in corso al MARCA di Catanzaro della coppia di artisti Daniel Glaser e Magdalene Kunz. Il progetto, dal titolo Talking Heads, è stato curato da Alberto Fiz e Francesco Poli in collaborazione con la Provincia di Catanzaro.
Le talking heads (teste parlanti) dei due artisti svizzeri hanno catturato l’attenzione del pubblico che entrando nelle sale espositive ha avuto modo, tra provocazione e ambiguità, di riflettere su questioni come la crisi d’identità, il difficile scambio di relazioni, spesso causato dall’incapacità di capire l’altro, e in generale sull’esistenza terrena.
Le quattro installazioni proposte al visitatore sono state realizzate tutte con la medesima tecnica. I due artisti proiettano volti umani su teste di alluminio. A queste sculture cinematografiche, con elementi antropomorfi animati, vengono poi associati dei dialoghi registrati. Le figure si interrogano su questioni sociali o conversano sfruttando versi poetici che ripetono meccanicamente.
L’indagine artistica proposta parte dall’opera autobiografica Autoportrait (2007), nella quale i due soggetti rappresentano gli stessi artisti che, chiusi in un’automobile, dialogano tra di loro sollevando dubbi su l’arte, il suo significato e quello che accade intorno a loro. L’opera mobile prima di approdare al Marca, il 17 novembre, è stata parcheggiata a Catanzaro, il 15 novembre, e poi il giorno successivo a Lamezia Terme.
Tra le installazioni presenti al Museo delle Arti di Catanzaro anche Voices III del 2008. Questa realizzata a Città del Capo per Blank Project ha come protagonisti sei poeti di strada, tre uomini e tre donne, che avvolti dentro delle coperte di lana, meditano sulla loro esistenza con riflessioni su le questioni politiche e sociali del loro paese.
Del 2011 è Obsidian, Gordon & Austin in cui compaiono tre poeti di New York che seduti a terra parlano delle loro esperienze di vita ricordando i momenti più salienti.
L’altra installazione con due protagonisti sempre intenti a dialogare è Jane & Will (2011), in questo caso però è chiaro il riferimento ai versi di alcuni atti del dramma Waiting for Godot scritto da Samuel Beckett, l’opera è in grado di circoscrive in modo esemplare quelle che sono le tematiche care agli artisti.
Tensione e disagio esistenziale sono espressi perfettamente dai dialoghi spezzati che producono risposte vane e evidenziano uno smarrimento della propria identità che sfocia in un infruttuoso sforzo a relazionarsi, ormai costante nella nostra società.

Claudia Capogreco

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Utilizzata una micro spillatrice per riparare valvole cardiache

CATANZARO – Sono state trattate senza l’utilizzo del bisturi due pazienti di 80 e 77 anni, con una grave malattia della valvola mitralica, e con l’ausilio di una micro-spillatrice inserita nel cuore da una vena della gamba.

Tali patologie non potevano essere trattate con l’intervento chirurgico classico, a causa dell’età avanzata e delle numerose co-morbilità, pertanto è stato realizzato un intervento mini-invasivo, attraverso la puntura di una vena dell’inguine. Le due pazienti, una delle quali sottoposta in passato ad un demolitivo intervento chirurgico per patologia tumorale, già trattata con chemio- e radio-terapia, erano ormai costrette a dormire in poltrona a causa dello scompenso cardiaco causato dal malfunzionamento della valvola mitrale che provocava loro un accumulo di liquidi nel polmone. Queste due pazienti non avevano alcuna possibilità di guarigione o quanto meno di miglioramento della sintomatologia dal momento che la terapia medica non aveva sortito grandi successi. Pertanto è stata offerta una reale possibilità di miglioramento clinico attraverso un intervento molto meno rischioso di quello classico dal Centro di Cardiologia del Campus dell’Università di Catanzaro, unico in Regione ad effettuare questo tipo di procedura. L’Equipe della Cardiologia Universitaria, con la Dott.ssa Annalisa Mongiardo e la Dott.ssa Carmen Spaccarotella dell’ Emodinamica diretta dal Prof. Ciro Indolfi, con la collaborazione dell’UO di Anestesia diretta dal Prof. Bruno Amantea con il dott. Alvaro e il dott. Varano, ha inserito, mediante puntura della vena femorale (vena che decorre nell’inguine) una “clip” che ha pinzato i due lembi della valvola mitrale delle pazienti, riducendone l’apertura e quindi il rigurgito.

Ciro Indolfi il direttore della Cattedra di Cardiologia dell’ateneo ha dichiarato: ”Nonostante le difficoltà del momento siamo orgogliosi dei risultati straordinari raggiunti”.

Domani al Bistrot del Teatro dell’Acquario un tributo all’artista Vinicio Capossela

COSENZA – Domani al Bistrot del Teatro dell’Acquario di Cosenza, alle ore 21.00, il trio composto da Sasà Calabrese (bass e vocal), Roberto Risorto (piano) e Fabrizio La Fauci (drums) offrirà al pubblico due ore di ottima musica con lo spettacolo “Camminanti. A Vinicio Capossela Tribute”.

Vinicio Capossela è il musicista italiano più aperto a sperimentazioni e contaminazioni, e fra i cantautori che hanno saputo reinventare meglio il linguaggio della canzone con testi ricercati, ricchi di prestiti e allusioni letterarie (Bukowski, Fante, Céline). Cresciuto con un immaginario musicale venato di jazz e ispirato da artisti come Paolo Conte e Tom Waits, Capossela si distacca da quella strada per imboccarne una propria, fatta di “coliche” di immaginazione, deragliamenti geografici, immagini che diventano visioni sempre più potenti, in un parallelo viaggio a ritroso verso le proprie radici. Il trio ne ripropone i brani più rappresentativi chiaramente in chiave acustica. Il ballo di San Vito, Che cos’è l’amor, Ultimo amore e tanti altri i brani in scaletta.

Verrà inoltre servita la cena a tema con menù “Modi”, il titolo di una celebre canzone del cantautore, a base di baccalà alla livornese e crêpes dolci.