Tutti gli articoli di Francesco Cerminara

I VILLAZUK SPADRONEGGIANO NEL B-ALTERNATIVE LIVE FESTIVAL

 

 Il panorama musicale di Cosenza è vivo e vasto perché i musicisti (o presunti tali) che cercano la fama sono tanti e ogni tipologia di ascoltatore rischia di essere accontentata. I generi proposti sono infatti molteplici: indie, alternative, country, folk, punk, rock, ska, reggae, cantautorato, pop.

Chi riscuote più consensi però sono le band ancorate alla tradizione popolare del folk e della taranta. Tra queste spiccano i Villazuk, provenienti da Casale Bruzio, formati da Domenico Scarcello, Andrea Minervini, Eugenio Ferraro e altri musicisti. Il gruppo musicale si è esibito durante il “B-Alternative live Festival”, una serata organizzata in uno dei parcheggi dell’ Università della Calabria e patrocinata dall’ assessorato alla cultura della provincia cosentina.

Prima di loro, passate le 23, il cantautore calabrese di San Lucido Federico Cimini ha intrattenuto un corposo numero di spettatori con le sue canzoni dalla melodia scanzonata e dai testi di impegno sociale non troppo cattivi. Il ragazzo dai folti capelli ricci e dalla barba incolta è poco conosciuto, nonostante da anni vaghi nel Belpaese per divulgare il suo pensiero di legalità e buona politica.

Ma il pubblico fremeva per i Villazuk che, come fanno i divi del rock di una volta, si sono fatti attendere (un po’ troppo) e hanno finito il loro concerto verso le due di notte. La band ha fin da subito saputo coinvolgere il pubblico, che per quasi due ore ha continuato ad applaudire, saltare, pogare, cantare e ballare. I ragazzi calabresi, reduci dall’ uscita dell’album “Meno male Robertino”, si sono dimostrati ancora una volta ottimi intrattenitori.

Quest’ultima qualità va loro riconosciuta. Hanno una buona padronanza scenica, un ritmo molto orecchiabile e sanno cosa vuole il pubblico calabrese. Perciò lo accontentano, riempiendolo di suoni che un po’ ammiccano alla Bandabardò  e troppo rimandano alla cultura country e folkloristica. I loro testi, tra l’italiano e il dialetto calabrese, compresi i successi  “A colorare libertà”, “Nun t’affissà”, sono chiari e fantasiosi e trasmettono alla gente incazzata dalla politica un consiglio: anche se tutto va male, bisogna sperare. Peccato che non specifichino in chi o in cosa.

I  Villazuk sono comunque amati e non si può sostenere il contrario. Dal punto di vista musicale sono poco avvezzi alla sperimentazione. Ogni volta che tentano un’invasione in un genere diverso dalla loro formazione musicale e da tutto quello che li ha consacrati, indietreggiano dopo pochi passi ritornando nel sound più familiare. Più che esperimenti, i loro sono deboli abbozzi.

“Nun c’affissiamo” però sui discorsi melodici e tecnici. Nella società dello spettacolo, dove il tempo per ragionare viene impoverito, è anche (e non solo) importante  divertirsi, sudare, creare idoli da non poter mai criticare e tornare a casa contenti.  I Villazuk riescono a riempire le piazze e a soddisfare il loro pubblico, chapeau !

LA SEGRETERIA PROVINCIALE DI SEL HA UN NUOVO COMPAGNO

 

 

Il circolo di Sinistra, Ecologia e Libertà di Lungro ha l’onore, a seguito dell’assemblea provinciale svoltasi l’11 giugno, di annoverare tra le sue fila un iscritto che ora fa parte della segreteria provinciale del partito.

Tiziano Forte, 24 anni, studente universitario, è stato inserito dal partito all’interno dell’organismo decisionale provinciale. Questo risultato è il frutto del lavoro sia di Forte, già candidato alle elezioni amministrative del comune di Lungro, sia del circolo che negli ultimi tempi ha avuto ottimi risultati elettorali grazie alle proposte politiche presentate.

Un altro giovane, quindi, entra a far parte degli organi dirigenziali della federazione provinciale SEL, accrescendo la schiera di compagne e compagni che quotidianamente dedicano il proprio tempo libero a quello che crediamo, ancora, sia l’attività pubblica più nobile: la politica.

È evidente che la presenza di Forte in un contesto importante come quello di una segreteria provinciale, oltre a dare lustro al nostro circolo, possa rappresentare anche un’occasione per portare avanti in maniera ancor più incisiva le istanze del nostro piccolo paese.

Auguriamo buon lavoro al compagno Forte e, nel contempo, a tutti i nuovi compagni della segreteria provinciale cosentina.

 

Circolo SEL LUNGRO

MODERN MONEY THEORY: ANCORA DI SALVEZZA O ASSURDA PROPAGANDA ?

 

 

Comincia dal piccolo paese di Montalto Uffugo (Cosenza) il tour didattico di Paolo Barnard e di Warren Mosler. Lo scopo dichiarato dell’iniziativa è la divulgazione e l’attuazione di  una teoria economica alternativa: la Modern Money Theory.  I due promotori dell’evento sono due volti poco familiari per il grande pubblico. Barnard è il giornalista co-fondatore del programma di approfondimento Report, scaricato sia dall’azienda per la quale ha lavorato che dalla collega Milena Gabanelli dopo che la sua inchiesta Medicina Legale aveva provocato fastidio e guai giudiziari. Mosler è invece il fondatore dell’omonima società automobilistica e al tempo stesso un economista statunitense che per anni ha studiato le politiche economiche mondiali.

Barnard esordisce con una citazione cinematografica. Prendendo in prestito le parole del colonnello Kurtz, protagonista del film Apocalipse Now, si augura di avere al suo fianco cittadini, imprenditori e sindaci coraggiosi come Ugo Gravina, primo cittadino del paese ospitante. Concluso il suo elogio, il giornalista sembra inarrestabile. Snocciola dati presi dalla Ragioneria dello Stato per riscrivere la storia italiana. Le sue argomentazioni, focalizzate su una materia delicata e di difficile comprensione, l’economia, rischiano di scuotere decenni di studi. L’Italia, secondo le sue parole, non è mai stata una nazione di spendaccioni e di fannulloni. Anzi, negli anni ottanta era il primo paese risparmiatore al mondo e il cosiddetto debito pubblico provocato dai governi democristiani e socialisti era una bazzecola se paragonato all’attuale situazione economica.

Il giornalista non smette neanche di ricordare che con la lira vivevamo meglio e che l’euro è stata una trappola ordita dalla Germania e da qualche altro paese invidioso. Tra le righe è possibile leggere la sua voglia di  fare una rivoluzione economica, tornare alla vecchia e sovrana moneta, rileggere e riscrivere il vocabolario economico. Analizzando i termini deficit, inflazione, debito, tasso di interesse, disoccupazione, suggerisce che il nostro paese è stato governato da tecnocrati criminali (Monti,Amato, Prodi) che hanno impoverito i cittadini e da una stampa servile che non ha raccontato la verità. Seguirlo è molto complicato. I tecnicismi, nonostante lo sforzo semplificativo dell’oratore, restano. Warren Mosler non è più chiaro di lui. Certamente ha più verve ed ironia nello spiegare che fine fanno i soldi dei cittadini e nel ridicolizzare gli economisti di Chicago che sbagliano le loro previsioni o fingono di ignorare quanto sia dannoso l’operato della Bce.

La lezione di economia dura più di un’ora, in bilico tra l’incredibile e l’ottimismo. Da sottolineare , da rivedere e da studiare fino alla nausea l’assioma secondo cui un alto deficit dello Stato, se tenuto sotto controllo, non comporterebbe una diminuzione della spesa pubblica e del risparmio. I due protagonisti della giornata, non certamente due ciarlatani, hanno ancora dimostrato di essere ottimi teorici. Hanno anche proposto, consapevoli che probabilmente solo un 2% di persone risponderebbe affermativamente, una sorta di lista di candidati/seguaci capaci di alzare il deficit,aumentare il risparmio, abbassare le tasse e favorire l’occupazione.

Quando arriva il momento delle domande il pubblico diminuisce. Chi resta ha poco di concreto da chiedere, preferendo ripetere e appoggiare i concetti precedentemente ascoltati. C’è anche chi prende il microfono e ricorda Mariarca Terracciano, l’infermiera napoletana  (molto stimata da Barnard che la definì il suo sindacato) che per il mancato pagamento dello stipendio nell’ Asl di Napoli si fece togliere centocinquanta millilitri di sangue al giorno per quattro giorni fino a consumarsi in un gesto di raro coraggio.

Dopo aver ragionato a mente fredda, sorge spontaneo farsi tante altre domande. Qualche governo ha mai attuato le loro proposte ? Il loro movimento ha mai tentato un dialogo con le forze politiche e chiesto di poter parlare al Parlamento Europeo ? Da questo stato di cose, definito da loro “golpe finanziario”, se ne esce realmente tornando ad una moneta che avrebbe bassissimo potere d’acquisto ? Sottovalutare gli anni di Tangentopoli e le ruberie dei politici di oggi non è ingiusto nei confronti di tutte quelle persone che faticano a mantenere la propria famiglia e si sacrificano quotidianamente nel silenzio generale ?

La gente è stanca di proclami, propaganda ingannevole, sermoni e discorsi altisonanti. Ha bisogno di concretezza, perché non vuole più piangere chi, sfinito dalla miseria e dalla vergogna di vedere calpestato un suo fondamentale diritto, decide di suicidarsi.