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Agricoltura nel vibonese messa in pericolo dai cinghiali: Coldiretti lancia l’allarme

VIBO VALENTIA –  L’agricoltura del vibonese e in modo particolare quella della zona di Maierato sta pagando un prezzo enorme per un’emergenza che al momento appare di difficile soluzione: il proliferare senza alcun controllo di orde di cinghiali.  A lanciare l’allarme i soci di ASSOLAC della Provincia di Vibo Valentia esasperati e stanchi per i danni causati da questi animali che continuano a devastare le coltivazioni, dai campi seminati ad ortaggi, agli allevamenti in cui irrompono, con conseguenti danni economici elevatissimi. Il tema della corretta gestione del territorio e del contenimento degli animali selvatici incide direttamente sulla possibilità di sopravvivenza di numerose imprese agricole e zootecniche, è proprio questa la questione all’ordine del giorno: il rischio dell’ulteriore abbandono delle attività agricole già duramente colpite dal dissesto idrogeologico e ambientale che spingono alla ulteriore marginalizzazione delle aree agricole. L’abbandono dell’agricoltura e delle attività zootecniche si ripercuoterebbe negativamente e direttamente sulle possibilità residue di tenuta del territorio e della salvaguardia del paesaggio. La presenza massiccia dei cinghiali negli ultimi anni è diventata una vera e propria calamità alla quale nessuno sembra voler porre rimedio: inascoltate fino ad ora, sono state  le iniziative intraprese da Organizzazioni quali Coldiretti  alla scopo di sensibilizzare, attraverso i numerosi incontri l’Amministrazione Provinciale e la Prefettura, alla soluzione del problema.

Secondo la Coldiretti di Vibo, occorre porre sotto controllo al più presto la presenza di questi animali selvatici e sottoporre il territorio ad una efficace pianificazione faunistica-venatoria, occorre, prima di tutto che, in sintonia con quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria, l’ISPRA (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale), anche in Calabria dia delle indicazioni precise su come risolvere la questione dei danni da fauna selvatica. Serve uno sforzo congiunto di tutti i soggetti interessati: agricoltori allevatori, ambientalisti e addetti alle attività venatorie, coordinati dagli organi provinciali preposti, si impegnino per  la soluzione definitiva e duratura del problema con l’obiettivo che si restituisca tranquillità alle imprese per produrre e si salvaguardi l’ambiente e la sicurezza dei cittadini.

Giornalista calabrese documenta Saharawi a Parma

PARMA – S’intitola “La sabbia negli occhi”, un report dal deserto in lotta ed è l’ultima produzione dell’associazione di documentazione sociale Le Giraffe sarà proiettato stasera in anteprima nazionale presso il Centro Interculturale di Parma. Attraverso le testimonianze raccolte nei campi profughi a sud dell’Algeria dai registi Giulio Nori, Maria Teresa Improta e Gianluigi Bianchi la “Sabbia negli occhi” mostra la quotidianità di un popolo diviso tra la repressione marocchina e il deserto. Girato in lingua araba e spagnola, il documentario rappresenta la storia epica di un popolo che combatte per la propria autodeterminazione. La Repubblica Araba Saharawi Democratica, uno Stato autoproclamatosi, in esilio nella zona più inospitale del deserto del Sahara è stata immortalata dai tre registi con l’obiettivo di portare alla luce un conflitto ignorato dai mass media tradizionali. Maria Teresa Improta co-regista della Sabbia negli Occhi è redattrice di un quotidiano online cosentino e segretario dell’associazione Le Giraffe con la quale ha prodotto diversi lavori. La serata chiude “Sulla Strada”, la rassegna di documentari contro l’esclusione sociale organizzata, come ogni anno da Le Giraffe. Alla proiezione saranno presenti i registi. L’iniziativa è patrocinata da Comune di Parma, Provincia di Parma, Regione Emilia-Romagna, e realizzata in collaborazione con Forum Solidarietà, il Centro interculturale di Parma, la Provincia di Parma, CIAC onlus, Giulio Di Meo photographer, D. E-R Documentaristi Emilia-Romagna, Collecchio video film festival, Amèmì.

 

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Sequestro di beni per 1,5mln di euro a Vibo Valentia

VIBO VALENTIA – Beni per 1,5 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Vibo Valentia a Giorgio Gigantino, 44 anni, e Rosetta Lanzafame (38), marito e moglie, arrestati nel 2012 per bancarotta fraudolenta per il fallimento della loro gioielleria a Filadelfia, e a Milena Montoro (45), ritenuta una loro prestanome. Tra i beni ci sono una gioielleria, una sala giochi, 3 auto, tra le quali una Porche Cayenne, 2 autocarri, 2 moto e conti correnti.

Evasione fiscale per 2mln di euro nel reggino

Guardia di FinanzaSCILLA (RC) – Un’operazione della Guardia di Finanza di Reggio ha portato al sequestro di beni per 250 mila euro ai danni del rappresentante legale e di due amministratori di una impresa nella zona di Scilla. Il titolare dell’impresa ed i suoi due figli sono stati denunciati per omessa dichiarazione fiscale. I finanzieri hanno accertato che l’impresa non ha dichiarato ricavi per 2 milioni e 500 mila euro, omettendo di versare l’Iva e l’Irap. I beni sequestrati sono 10 unita’ immobiliari, di cui 2 nel nord Italia, e 4 terreni.

Crotone: spacciavano in ospedale

CROTONE – Una banda dedita allo spaccio di droga nel crotonese, che vendeva lo stupefacente anche all’interno dell’ospedale di Crotone con l’aiuto di minori, e’ stata smantellata dalla squadra mobile che ha arrestato 16 persone. Le indagini, avviate nel febbraio del 2012, secondo l’accusa, hanno evidenziato un fiorente spaccio di hascisc e marijuana tra Isola Capo Rizzuto, Crotone e la frazione Papanice. Dalle indagini e’ emerso che erano decine i chili di droga venduti settimanalmente.

Arrestato presunto pusher: nascondeva 50 gr di cocaina sotto la lavatrice

COSENZA – E’ stato fermato nella giornata di ieri dal comando della Polizia di Stato di Cosenza Marco Paura, con l’accusa di detenzione di cocaina ai fini di spaccio. L’arresto è avvenuto in seguito alla perquisizione domiciliare, alla quale hanno partecipato unità cinofile antidroga della Polizia di stato, consentendo il ritrovamento di 50 gr di cocaina nascosta sotto la lavatrice insieme a un bilancino di precisione. Dalla quantità di droga ritrovata sarebbe stato possibile ricavare circa 220 dosi.

In fiamme mezzi del Consorzio di bonifica di Trebisacce

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Due escavatori di proprietà del Consorzio di Bonifica di Trebisacce sono stati distrutti da un incendio. I mezzi erano parcheggiati nel cortile dell’abitazione di un dipendente, in contrada Pantano Rotondo, a Cassano. Sulle cause dell’incendio indagano i carabinieri che non escludono alcuna pista, compresa quella dolosa. Sul posto, oltre ai carabinieri, sono intervenuti anche i vigili del fuoco del distaccamento di Castrovillari.

A Reggio Calabria la Pasquetta tra i rifiuti

REGGIO CALABRIA – Queste sono le condizioni in cui si presenta da un po’ di tempo lo svincolo della 106 all’altezza di San Gregorio (periferia Reggio sud). Che la città metropolitana (come del resto molti altri centri della Calabria) sia nel pieno dell’emergenza rifiuti non è certo una novità; ma adesso più che mai, al chiudersi di questo week end di festività, risalta quella che sta divenendo ormai una situazione insostenibile, destinata a peggiorare con l’imminente bella stagione, con l’aumento delle temperature e, di conseguenza, con la comparsa – nei casi migliori –  di cattivi odori  che rischiano di rendere invivibili interi quartieri.

L’emergenza sembra essere mitigata in prossimità del centro, per aggravarsi man mano che ci si sposta verso la periferia, là dove non è arrivata nemmeno la raccolta straordinaria delle scorse settimane, per la quale, tra le altre cose, i cittadini erano stati “invitati” a versare un contributo extra sulle tasse ordinarie.

g.m.r.

Sequestri di reti illegali nel reggino

GIOIA TAURO (RC) – Tre operazioni contro la pesca illegale di novellame di sarda, sono state condotte dalla guardia costiera di Gioia Tauro. La prima, nelle acque antistanti Palmi, ha portato al sequestro di una rete ”Tramaglio”. Nella seconda, a San Ferdinando, e’ stata trovata, su un natante spiaggiato, una rete ”Sciabica” lunga 40 metri. Nella terza, infine, a bordo di un’auto lungo la statale 18, a Gioia Tauro, sono state trovate altre due reti ”sciabica”.

Coisp Calabria: intitolare una strada o una piazza a Manganelli

CATANZARO –  Riceviamo e pubblichiamo. “In questo momento di grave lutto per tuttala Polizia di Stato, migliaia di uomini e donne si stringono, forti del senso di appartenenza che li contraddistingue, nel doveroso tributo dovuto al simbolo di un’Istituzione che è uno dei pilastri della vita dello Stato, la garanzia della vita democratica, il baluardo in difesa della sicurezza di tutti. E rivolgendo dentro ognuno di noi l’omaggio al Prefetto Antonio Manganelli, tragicamente scomparso, ci sorge inevitabile il pensiero che anche le altre articolazioni di quello Stato cui ha dedicato l’intera esistenza, proprio come fanno tanti colleghi in ogni angolo del Paese, dovrebbero far diventare la sua figura di Capo della Polizia un simbolo, come i molti altri valorosi esempi accanto a cui ha lavorato instancabilmente”.

E’ quanto afferma Giuseppe Brugnano, Segretario Regionale del Coisp – Sindacato indipendente di Polizia, che all’indomani della morte del Capo della Polizia, ha scritto al Sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, per avanzare a nome del Coisp della Calabria la proposta di intitolare al Prefetto Antonio Manganelli una strada o una piazza del capoluogo calabrese.

“Lavoratore indefesso – ha aggiunto Brugnano -, Manganelli è stato da ultimo il Capo della Polizia e, in tale veste, anche l’interlocutore dei Sindacati con i quali ha instaurato l’ovvia dialettica anche dura e serrata, quando è servito, ma sempre e comunque corretta. Ma Manganelli è stato prima di tutto e su tutto un Poliziotto italiano. Un Poliziotto che ha percorso un lungo cammino, misurandosi con il difficilissimo compito di investigatore antimafia in una terra di frontiera comela Sicilia, accanto a giganti quali Giovanni falcone e Salvatore Borsellino. E i tanti sacrifici personali e professionali che ha saputo sostenere, affrontando anche la malattia senza venire meno ai propri doveri, rappresentano quelli di migliaia di colleghi che silenziosamente e anonimamente si battono ogni giorno per difendere gli italiani. Proprio come la sua scomparsa, adesso, simboleggia la morte di tanti Poliziotti che altrettanto anonimamente e silenziosamente se ne vanno avvolti nelle loro divise per i più disparati motivi giorno dopo giorno, non di rado schiacciati e annientati dal peso e dalla solitudine di un lavoro che pretende tutto, anima, corpo, cuore, vita. Per questo – ha concluso Brugnano rivolgendosi al Primo cittadino catanzarese -, per tutto ciò che il Capo della Polizia rappresenta per il nostro Paese, siamo convinti che un omaggio a lui, e così alle migliaia di Appartenenti alla Polizia di Stato, rappresenti uno di quei gesti importanti per servitori tanto ampiamente ricambiati dall’affetto dei cittadini, quanto avaramente celebrati dalle Istituzioni”.