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Mamma mi laureo: i consigli di Vincenza Salvino per un “outfit” a regola d’arte

Se c’è un momento nella vita  in cui la difficoltà nello scegliere lo stile del proprio outfit è direttamente proporzionale alla sua importanza, quello è il giorno della laurea. Momenti di fatica, sacrificio, ansia ed emozione si rincorrono velocemente nei giorni e negli istanti che precedono quello della proclamazione. In mezzo alla paura, alle ripetizioni, alla stampa delle tesi e alla rilegatura c’è un istante, quasi più confusionario di quello della discussione, in cui ciascuna ragazza si domanda cosa è il caso di indossare senza rischiare di apparire volgare, eccessivamente elegante, fuori luogo. Così, impaurite dalla possibilità di dare troppo nell’occhio e condizionate dai giudizi materni, molte donne finiscono col cedere al classico tailleur nero che tutto trasmette tranne che allegria ed entusiasmo.

Ben consapevoli che i consigli della nostra stilista Vincenza Salvino risultino assolutamente “unconventional” e particolarmente “alternativi”, noi di 8@30 style in vista delle prossime sessioni estive ed autunnali abbiamo pensato di offrirvi uno spunto puntando su almeno due elementi: il colore e la cravatta.  Regola fondamentale: essere sé stessi mantenendo un proprio stile e cercando di risultare eleganti ma senza cadere nell’eccessività.

La nostra prima proposta prevede un look formale ma non troppo. Dal momento che  sulle passerelle femminile impazza lo stile ” english man”, considerato un abito completo di giacca e pantalone, abbiamo pensato di frapporre, alla serietà e alla linearità del gessato, un tocco di colore, accentuato da una cravatta e da una camicia nei toni del verde. La scelta è del tutto soggettiva e soprattutto senza il minimo costo. Per realizzare un look del genere potete prendere un qualsiasi abito nero o blu che possedete nell’armadio, magari reo di qualche vecchia cerimonia o di qualche lavoretto da ufficio e adattarvi un top, una camicia o una maglia che dia al tutto un tocco di luminosità. In vista dell’estate vi consigliamo di privilegiare i toni più brillanti del verde, del panna, del rosso e del giallo.

Per tutte coloro che invece si sentono sbarazzine e non vogliono rinunciare al jeans neanche in un giorno così speciale magari concedendosi poi un cambio d’abito per i festeggiamenti, Vincenza Salvino ha optato per una certa sobrietà. Al classico jeans ( skinny, a sigaretta, a zampa di elefante) ha accostato una camicia, un cappottino e, dulcis in fundo, una cinta foulard chiusa sul davanti da una spilla in contrasto rispetto al resto dei toni scelti. In alternativa per chi non volesse o non potesse optare per una soluzione più originale, si può scegliere di rendere il tutto un po’ più vistoso ed eccentrico anche semplicemente grazie ad una collana. Regola fondamentale, sceglierla vistosa e molto colorata. Qualsiasi cosa indossiate, sarà come avere indosso una maglia “very cool”.

Infine le ultime due proposte. Posto che scegliere il look giusto non è solo un dovere per la festeggiata ma anche per gli  invitati, abbiamo pensato di offrirvi delle soluzioni ad hoc adattabili anche a coloro che scelgono di presenziare alla seduta. Si tratta di una scelta essenzialmente più sensuale ed estrosa, pertanto, il consiglio è di fare sempre una certa attenzione ai dettagli e agli accessori. Se scegliete di privilegiare il look effetto “nude” assicuratevi che il cappottino/ dress scelto non rimanga troppo aperto e lasci intravedere solo uno spiraglio di forme. Impreziosite il tutto con un cinturone centrale e, se volete essere originali proprio come la nostra stilista, date al tutto un tocco di colore grazie alla cravatta/foulard ( del vostro papà o nonno) chiudendola con una vistosa spillona preferibilmente vintage come quella scelta da noi.

In ultima analisi, per le più giovani, una soluzione colorata e spiritosa. Una t shirt disegnata, piena di colore magari arricchita da una stampa, uno dei trend più seguiti dell’anno, abbinata a minigonna, trench o cappottino e immancabile cravatta a contrasto. Non dimenticatevi di dare sempre un vostro tocco personale al tutto scegliendo magari un trucco non troppo acceso che non rischi di farvi apparire come delle vamp in un contesto così serio.

Il resto lo farà la vostra sicurezza e la vostra preparazione. IN BOCCA AL LUPO!

Lia Giannini

 

 

Foto: Oscar Mari

 

Fenomeno fashion blogger: lo stile “Frank Gallucci”

Nasce a Catania, cresce a Crotone, vive a Milano. E’ affascinante, dotato di stile, ricercato e dinamico. Stiamo parlando di Francesco, in arte Frank Gallucci, che ha concesso un’ intervista esclusiva ed esaudiente alla redazione di ottoetrenta style, rivelandoci, inaspettatamente, quanto il fenomeno fashion blogger non sia un privilegio unicamente femminile ma soprattutto quanta pazienza e fortuna occorra perché alla passione si unisca, con il tempo, un business vero e proprio.

Un po’ siculo, un po’ calabrese, un po’ milanese. A quale di queste città Frank Gallucci sente di appartenere e come inizia i primi passi nel mondo dei “fashion blogger”?

Sono siculo calabrese e sono attaccatissimo al meridione in generale anche se da anni ci torno solo nei periodi dettati da festività o ferie perché sono andato via di casa quando giocavo a calcio. Dopo aver vissuto un periodo in  Australia, mi sono trasferito a Milano che è indubbiamente la città più vicina alle mie attuali esigenze, ma mantengo un legame molto forte con la MIA città natia, Crotone.

Qual è il tuo vero lavoro?

Attualmente lavoro in un negozio molto cool del quadrilatero della moda milanese e mi occupo di vendita e di styling. Inoltre lavoro costantemente al mio blog e da poco collaboro con un marchio di calzature per il quale stiamo preparando il lancio sul mercato.

1)    In che cosa consiste nello specifico il mestiere di fashion blogger? Quanto “paga” una professione del genere in un mercato in crisi come quello di oggi e che cosa occorre per diventare un/una fashion blogger di successo?

Il blogger è un  mestiere che si è affermato prepotentemente negli ultimi anni ma in realtà i fashion blogger non sono altro che web influencer.  Ovviamente c’è chi ci riesce meglio o meno di altri ma è una professione di quelle che all’ inizio non pagano nulla se non in conoscenze che bisogna essere bravi a mantenere e lì entra in gioco la tua persona: se vali puoi rimanere all’interno ma se la gente si accorge che vuoi solo sfruttare il momento, sarai messo subito da parte. Per arrivare al successo ci vuole pazienza e dedizione quotidiana sul blog ( molto spesso lavoro fino a notte fonda), la risposta vera e propria te la danno i followers con i loro feedback continui. Io in più quando ho tempo libero, lo dedico alla ricerca di nuove idee che mi servono per pensare a nuovi abbinamenti da poter consigliare; passerei giornate intere a camminare cercando di estrapolare nuovi concetti di stile per ampliare le mie conoscenze in questo ambito.

E’ convinzione comune e ben comprovata dal successo di alcune tra le più importanti fashion blogger femminili il fatto che per fare strada in questo mestiere occorra avere buone conoscenze e delle origini “note”. Nel tuo caso, come  è nata la passione per il mondo della moda e come sei riuscito ad affermarti?

Sono sempre stato abbastanza attento ai dettagli sin da piccolo e penso che vestire bene sia un’arte che solo gli italiani e pochi altri al mondo possano vantarsi di avere. In effetti il mercato della moda è praticamente femminile ma non è detto che l’uomo sia privo di gusto o che tutti abbiano il tempo e la voglia di ammattirsi per cercare delle idee sui giornali o per strada. Sinceramente non sono tra quelli con molta stima rispetto ai  pochi blogger del mio stesso sesso. Oggi giorno nascono come i funghi e tutti pensano che basta postare qualche foto per fare soldi. Come tutte le cose, se sei spinto dalla passione si vede e alla lunga la qualità ti ripaga sotto molti punti di vista. come ho fatto ad affermarmi? Diciamo che non si tratta di un traguardo ma di un processo in corso di formazione; io cerco di essere sempre me stesso nello stile che espongo e e nelle relazioni interpersonali che creo giorno dopo giorno.

Parlaci del tuo blog. In cosa consiste, ogni quanto viene aggiornato, quante persone ci sono dietro?

Il blog mi è servito anche per imparare nuove cose nell’ambito informatico che diversamente non avrei neanche minimamente pensato di imparare. Agli inizi ero completamente solo poi crescendo ho iniziato a farmi affiancare da un webmaster che si occupa del sito, laddove non riesco ad arrivare io, da un’ altra  persona che si occupa di marketing e di impostazione del layout dei post che pubblico e,  dulcis in fundo, la parte più importante: Giacomo Baroni (https://www.facebook.com/gibiphotography?fref=ts)  il mio fotografo ufficiale. E’ molto bravo e tra noi c’è un enorme feeling.

Tu quanto spendi in media al mese per la cura della tua persona? Ritieni che per essere alla moda occorre avere grandi budget a disposizione?

Non spendo eccessivamente anche perché non mi ritengo una persona ossessionata dalla cura del corpo. Vado in palestra tre o quattro volte alla settimana e mangio in modo sano. Per quanto riguarda le spese d’abbigliamento faccio acquisti abbastanza mirati e versatili. Quasi mai acquisto un capo che posso indossare in maniera limitata e sono convinto che non occorra avere grandi budget per vestirsi bene, soprattutto oggi dove le grandi catene che tutti conosciamo ci invadono con un abbigliamento alla portata di tutti. Ovvio che avere un portafoglio più ampio consente maggiori acquisti e quindi maggiore versatilità.

Volgiamo per un attimo lo sguardo alle donne che sono presenti in una loro sezione anche sul tuo blog. Da chi viene curata e soprattutto quali sono gli elementi dell’abbigliamento femminile che tu ritieni fondamentali e irrinunciabili  per essere sempre di classe e al passo con le nuove tendenze?

Anche se ultimamente è un po’ trascurata a breve aprirò una nuova collaborazione con una blogger. Nelle donne non posso prescindere da mani e piedi curati  e sono dell’avviso che l’elemento più interessante nel sesso femminile siano le scarpe. Tacco ma anche ballerina. Ho una vera pazzia per le donne che le indossano!

Quale consiglio daresti a  chiunque volesse intraprendere questo mestiere e che cosa deve avere un fashion blogger di imprescindibile?

Non penso che il fashion blogger debba essere ossessionato dalla moda come fanno alcuni, il blogger deve essere appassionato di stile e deve mostrarne uno proprio. Quando riesci a crearne  uno  che ti identifichi vuol dire che sei riuscito in quello che credevi.

E’ la categoria più odiata  dalle “vecchie” giornaliste. Tu ritieni che si tratti di un fenomeno in crescita o destinato al declino?

Ritengo che abbiano ragione loro (ndr). Le vere giornaliste erano e restano le vere addette ai lavori. Difficilmente un fashion blogger riesce ad esprimersi nel lessico forbito che le esperte del settore sanno utilizzare e soprattutto con un certo focus. Noi, come ho già detto, siamo solo degli influencer anche se ritengo che sia giusto accettare l’idea che in questo campo si affermino anche altri ruoli e altre figure in merito. Non so bene quanto reggerà  anche se di sicuro per un po’ di anni continuerà il successo della nostra categoria. Poi se qualcuno è stato bravo a monetizzare sotto molti punti di vista, potrà riciclarsi, per gli altri rimarrà un’ esperienza.

Tu sei presente su tutti i social. Quanto è importante per un fashion blogger avere un account ovunque e quanto successo riscontri su di essi? Qual è in particolare il social network dove ricevi maggiori consensi? Più in generale cosa ti piace di più di questo ruolo?

E’  importantissimo avere gli account sui vari social perché è il modo più rapido per arrivare al pubblico. Quello su cui riscontro maggior successo resta Facebook dove ho raggiunto quasi i 19.000  followers (https://www.facebook.com/FRANKGALLUCCI.FANPAGE?ref=tn_tnmn ma anche Instagram sta crescendo abbastanza quoridianamente. La cosa che più adoro è vedere il risultato che le mie scelte stilistiche sortiscono nelle persone e quanto riescano a cogliere di me non solo l’aspetto estetico ma anche la professionalità.

Un ultimo sguardo alle tendenze uomo. Tu hai uno stile molto vario e proponi un look sempre molto curato nel dettaglio e particolare nei suoi accostamenti. Che consiglio daresti in generale agli uomini che non hanno troppo tempo da dedicare al look ma hanno bisogno di essere sempre perfetti? E soprattutto quali sono le ultime tendenze in fatto di “man style”?

Il mio stile è abbastanza vario e mi piace il fatto che da un giorno all’altro possa passare da un abito austero ad un outfit molto casual. Agli uomini che non hanno tempo consiglio di fare acquisti mirati che da sfruttare sia per il lavoro che per il tempo libero unendoli ad accostamenti sempre diversi. E poi basta fossilizzarci su determinati brand; cerchiamo di osare e di guardare al di là del nostro naso. Alla fine di ogni mio post dico sempre che lo stile non ha regole, è solo una questione di personalità.

 

E voi, cari lettori, dite che di personalità in Frank Gallucci non ce n’è abbastanza? Noi crediamo di sì e gli auguriamo un grande in bocca al lupo per il suo futuro sempre più di “style”.

 

Lia Giannini

 

 

 

 

Fenomeno Fashion Bloggers: Red passion By Telia

E’ il fenomeno più diffuso degli ultimi anni. In alcuni casi  un vero  e proprio metodo “acchiappa soldi”. Basta una macchina fotografica, una buona dose di egocentrismo e fotogenia, una certa attenzione al mondo della moda e tanta tanta passione per i social network, unitamente all’ ingrediente fondamentale: un elevato numero di “followers”. Professione: fashion blogger.

Nell’era degli smartphone e dei “selfie” si diffonde in modo sempre più ingente la tendenza a “mostrarsi”. Si parte dalla moda, dallo stile per poi arrivare a tutto il resto. Fino a fotografare persino le proprie abitudini quotidiane. Noi di 8@30 style, siamo andati alla ricerca di giovani fashion blogger, aspiranti o presunti tali, per farci raccontare qualche dettaglio in più, introvabile sulle classiche enciclopedie di una volta. Abbiamo così scoperto che sono il peggior nemico delle giornaliste di moda “vecchio stampo”, che sono le più amate e ricercate dai brand, che è un mestiere prettamente femminile ma non solo. Soprattutto abbiamo cercato di rispondere alle tre domande fondamentali: come si diventa fashion blogger? Quanto si guadagna? E, soprattutto, si può considerare un vero lavoro?

La prima delle nostre intervistate è giovanissima e molto fotogenica. Ha 18 anni, è di origini campane e pur avendo aperto da poco il suo blog, conta più di 2.000 fans. Le abbiamo chiesto di levarci qualche curiosità e Telia, autrice del blog Red Passion by Telia Colella, ci ha gentilmente risposto così.

Ciao Telia, innanzitutto: quanti anni hai e da quanto tempo sei una fashion blogger?

Ciao a tutti, ho 18 anni ma ho iniziato come fashion blogger da circa un anno.

Cara Telia ci piacerebbe tu ci svelassi un mistero. In cosa consiste realmente questo lavoro o se vogliamo dire così questa passione?

Definirlo un vero lavoro al momento non è possibile, anche se una parte di me spera che un giorno magari possa diventarlo, ma attualmente è più una passione che non consiste come la maggior parte delle persone pensano  nell’ essere una modella, con una taglia precisa che scrive articoli di moda o detta una stile. Si tratta solo di  essere assolutamente sé stessi, io sono una ragazza comune come tante altre che però  mostra il suo stile e la sua vita attraverso la fotografia.

Perché sei diventata una fashion blogger? Quali sono i consigli che daresti a chiunque volesse intraprendere questo mestiere?

Non c’è un vero è proprio motivo, è iniziato così per gioco. Ho sempre avuto una grande passione per questo settore, adoro i vestiti e  mi piace sperimentare nuovi abbinamenti, sperimentare nuovi stili. Tutto è iniziato quando più di un’  amica ha iniziato ad incitarmi a postare i miei outfits ,i miei accessori o ciò che acquistavo in rete, ma dato che non sono esattamente una ragazza che ama stare al centro dell’attenzione, inizialmente bocciavo l’idea con una risata. Poi un giorno ho deciso di provare e così è nato  Red Passion Blog By Telia Colella. Cosa posso dire a chi vuole intraprendere questo mestiere? Di credere fortemente in quello che si fa, di ascoltare i propri followers e di proseguire anche davanti alle critiche che si ricevono…non si può piacere a tutti!

Passiamo allora ai dettagli. Qual è il tuo outfit ideale? A che cosa non rinunceresti mai?

Non ho un stile ben preciso, amo mixare i capi e amo vestirmi secondo la giornata e il mio umore. Quindi potrei essere in skinny jeans grigi, bikers neri e maxi tee con borchie. Ma anche in gonna a tubo, camicina a pois e tacchi o in mini dress magari con scollo sulla schiena

Facciamo un gioco: se dovessi partire per un’isola deserta e dovessi  portare solo un capo o un accessorio fashion, tu, tra borse, scarpe vestiti e accessori cosa sceglieresti?

Se andassi su un isola deserta non potrei mai fare a meno di un maxi collier colorato.

Quanto spendi in media al mese per arricchire il tuo guardaroba e soprattutto vesti griffe importanti o non ti interessa particolarmente il marchio?

Non ho ovviamente un budget fisso al mese. Come tutti amo le griffe ,ma credo che vestir bene e alla moda non significhi  solo vestire di griffe, ma saper mixare un capo griffato a un capo low cost. Infatti adoro fare acquisti da Zara e H&M.

E’ la moda dei capi vintage, una volta considerati vecchi e inutili, oggi molto utili al riciclaggio vista la crisi: tu ne indossi? Se ne hai qualcuno di che si tratta?

Si io adoro follemente tutto ciò che è vintage. Un capo che adoro particolarmente sono degli occhiali particolarissimi con dei pois oro. Sono un regalo della mia nonna che indossava anche lei quando era giovane. Molto molto vintage!

Quali sono gli stilisti o le case di moda alle quali ti ispiri quando consigli un look o anche solo quando sei tu a dover decidere come vestirti?

Anche in questo caso non ho uno stilista preciso a cui mi ispiro ma adoro follemente lo stile Versace e Chanel.

I tuoi colori preferiti?

Adoro il Total black.

Quest’anno all’ over size e alla moda rock si contrappongono le nuances  nude e il ritorno agli anni 50. Tu quale stile tendi a scegliere maggiormente?

Non saprei sceglierei, ti direi istintivamente rock ma dopo me ne pentirei subito. Diciamo che dipende tutto dal mio umore del momento e ovviamente dall’occasione.

Indicaci tre look ideali che comporresti per un Matrimonio, una giornata a lavoro e una serata a cena con il fidanzato.

Matrimonio: tubino con lunghezza al ginocchio magari arricchito da una vistosa scollatura sulla schiena, maxi collier e tacchi vertiginosi. Per una giornata a lavoro opterei per un look comodo ma ricercato:jeans skinny , tee color pastell  e accessori casual. Infine per una cena con il proprio fidanzato i look ci sono varie soluzioni. Probabilmente opterei per degli shorts con dei tacchi alti ma senza plateau e tee con colletto borchiato, magari con dei lustrini per brillare tutta la notte.

Tacchi alti o boots texani?  Tacchi alti assolutamente.

Over size o tubino aderente?  Qui non saprei scegliere! Dipende dall’occasione.

Abito lungo o abito corto?   Decisamente mini dress.

 Un’ultima domanda: cosa non deve mai rischiare di fare una fashion blogger?

Assolutamente non deve emulare altri o  perdere umiltà.   E’ fondamentale  non peccare di presunzione o rispondere in modo inadeguato ai propri followers… perché in fondo la nostra crescita nel web e la nostra”popolarità” è dovuta  interamente a loro.

 

A presto con la prossima “fashion” intervista!

Lia Giannini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’amore a teatro: il matrimonio di “Sposiamoci”

Dicono che l’ Italia sia in crisi e che si faccia sempre più fatica a fare figli e ad andare via da casa prima dei trent’anni. Eppure, nonostante le previsioni lascino pensare a dati sempre più neri,  il matrimonio resta ancora il sogno più agognato per gli sposi e il terreno fertile per chi “cerca” lavoro.

Sarà per tale ragione che  a Cosenza negli ultimi anni gli eventi dedicati al “wedding” si sono a dir poco moltiplicati. Fiere, mostre, convegni, sfilate, momenti di spettacolo: tutto per promuovere il matrimonio e invitare le giovani coppie a decidere per il “grande” sì.

Scelta strategica o romanticismo? A giudicare dal grande successo di pubblico che questi eventi sembrano riscuotere, forse, più la prima anche se a dire il vero tra gli ospiti presenti all’ultimo evento organizzato da Giada e Selene Falcone, Sposiamoci, tenutosi per l’occasione nella maestosa cornice del Teatro Rendano in pieno centro storico, erano ben pochi quelle/i “in età da marito”. Complice il week end e la voglia di fare qualcosa di diverso in una città silente come Cosenza, l’evento ha riscosso un buon successo data l’organizzazione di “nicchia” che ha visto alternarsi momenti prettamente per gli sposi ad istanti di bellezza e intrattenimento. Ospiti della serata di domenica i “Sing Swing” che hanno simpaticamente allietato e divertito interpretando alcune cover in modo assolutamente originale e, per i più nostalgici, grazie alla presenza di Dante Zardi, storico conduttore di Miss Italia in Calabria, è stato organizzato e allestito un momento ad hoc che ha visto sfilare alcune passate e future protagoniste di Miss Italia con gli abiti di “Radiosa” e i gioielli new collection di “Scintille”. Noi di 8@30 , ovviamente, non ci siamo fatti mancare nulla, neanche l’intervista esclusiva a Raffaella Iscra, wedding planner professionista che in una chiacchierata mattutina dai toni sorprendenti, ha rilasciato le sue dichiarazioni proprio ad una delle nostre redattrici. 

Le abbiamo rivolto alcune domande sulla professione sempre più ambita del wedding planner cercando di scoprire quanto ci sia di vero rispetto a quello che Jennifer Lopez mostra in “Prima o Poi mi sposo” e chiedendole particolari sul suo ultimo libro “Nozze, un evento da organizzare” in cui la nostra esperta  rilascia consigli alle giovani spose che non vogliono rinunciare alla “gioia” di organizzare in assoluta autonomia il proprio matrimonio. Sfatato il mito che il budget medio di un wedding planner si aggiri intorno a cifre da capogiro, abbiamo scoperto che per fare questo mestiere occorre una certa professionalità e serietà, alimentata da una formazione costante e dal bisogno di tenersi sempre aggiornati. Si tratta di un mestiere che richiede creatività, calma e sangue freddo nel quale l’imprevisto e la fatica sono all’ordine del giorno, mista alla commozione di aver collaborato alla costruzione di un grande amore. Raffaella ci ha inoltre ricordato che per le ultime tendenze, quest’anno, è molto in voga l’utilizzo del bianco misto ad un colore, come il verde tiffany, e che di gran moda, soprattutto per l’abito da sposa, è ritornato il pizzo. Il segreto è quello, però, di mantenere sempre il proprio stile, senza esagerare né alterare i propri gusti, privilegiando a volte anche delle scelte inconsuete come quella del matrimonio invernale.

In ultimo la Iscra ha ricordato a chiunque volesse intraprendere questa professione che l’Associazione Europea Wedding Planner Professionisti,di cui è socia, cura la formazione e lo sviluppo di questa figura attraverso l’emanazione di corsi base, avanzati e di workshop professionalizzanti, rigorosamente nei week end. Un mondo affascinante insomma che lancia nuove opportunità per tutti coloro che, in cerca di lavoro, sono disposti a correre il rischio di mettersi in proprio creando un’attività imprenditoriale basata sul “cuore”. 

In definitiva, considerata la presenza di alcune prestigiose aziende locali come Villa Fabiano, Delizie, Sante Orrico e l’attenzione riservata non solo al matrimonio ma anche all’intrattenimento ( presenti anche i ballerini di tango della scuola Calabria Tango che per l’occasione si sono cimentati in un tango argentino e in una milonga accompagnati dalla presenza capricciosa di una dolce bambina) non ci resta che complimentarci con le organizzatrici di “Sposiamoci” augurandoci una prossima, e ancora più innovativa, edizione.

 

Lia Giannini

 

 

 

 

Moda, Drink e Music: Cosenza celebra “l’arte totale”

In barba a quanti ritengono che Cosenza non sia città d’arte e di moda, un nuovo evento si appresta al suo esordio. Figlio del progetto “Arte totale”, nato lo scorso novembre per opera dell’architetto Fernanda Stanelli,  il 28 febbraio a partire dalle 22.00 nello spazio del Sit Down in via Alberto Serra, 34 si terrà l’evento Moda, Drink & Music. Ospite d’eccezione la nostra stilista Vincenza Salvino e le sue originali creazioni il cui valore consiste nell’innovazione e nella condivisione di valori di cui lei stessa si fa portavoce. Durante la serata sfileranno alcune tra i suoi capi più belli e intorno alle 23.30 uno di questi verrà estratto a sorte per omaggiare qualche fortunato tra il pubblico.

L’evento chiude il programma di Arte Totale “Contaminazione Natura” che ha avuto ospiti di prestigio internazionale come Edison Vieytes e si propone ancora una volta come un’occasione di incontro e fusione tra punti di vista differenti. L’unione di arte, musica e moda, al centro del  progetto nato da qualche mese, ha come scopo quello di propagandare un’idea di arte che non sia fine a sé stessa e che sia ispirata dal continuo interscambio culturale tra le varie discipline in un più allargato progetto comune: quello che vede realizzato nel modo più completo il rapporto arte/vita.  Inevitabile, in un progetto che guarda al futuro e si lascia ispirare artisticamente da esso, la presenza di una stilista, che ha fatto dell’innovazione e del riutilizzo il suo must, come Vincenza Salvino, la quale dichiara “ sento e vedo cose che sostenevo già vent’anni fa. Difficilmente butto qualcosa, per me tutto ha un’anima e una voce.”

Siamo ansiosi di ammirare quali creazioni saranno emerse da questa nuova sfida. Nell’attesa, vi invitiamo a partecipare numerosi.

 

Lia Giannini

Il Calzolaio Prodigioso: la magica “fiaba” di Salvatore Ferragamo

Sin da bambini una delle prime cose che impariamo ad ascoltare sono le fiabe. Ci vengono raccontate per lenire la sofferenza, per farci credere che il mondo sia migliore, per illuderci che esista un lieto fine, ricordandoci sempre, però, che si tratta di una finzione destinata a scemare. Almeno nella maggior parte dei casi. A volte però quando il protagonista è “un bambino di nome Salvatore Ferragamo” magari il miracolo accade. E anche una cosa così materiale, come la produzione di una scarpa, può assumere i contorni magici e creativi di una dolcissima fiaba alla Cenerentola.

Per questa ragione tutti coloro che amano almeno un po’ la moda e la magia che spesso si nasconde dietro le storie di chi la lavora, non possono esimersi dall’andare a visitare l’ultima appassionante mostra de “ Il calzolaio prodigioso” presso Palazzo Spini Feroni, in allestimento fino al 31 marzo 2014 nel Museo Ferragamo a Firenze.

Palcoscenico di numerose esposizioni che ogni anno si succedono con un tema diverso destinato a celebrare la creatività e la fantasia che si cela dietro ogni creazione dello stilista, l’esposizione racconta la storia di un bambino prodigio, undicesimo di quattordici figli, nato da una famiglia modesta, che sapeva “vedere al di là”. La sua immaginazione, il suo genio, la sua originalità si mischiano alla bellezza delle collezioni più variegate che nel tempo hanno calzato i piedi di milioni di donne tra le più importanti nel mondo. Scarpe precedute da prototipi di legno lasciati riposare per tre giorni, realizzate secondo la sperimentazione di forme e materiali che passo dopo passo hanno alimentato la collezione Ferragamo fino a costituire, oggi, un vero e proprio tesoro. Scarpe di coccodrillo, in dentice, interamente cucite con la lenza, intarsiate d’oro, arricchite da piume, dipinte, con il tacco a virgola piuttosto che con quello tradizionale. Scarpe dalla capacità taumaturgica e salvifica destinata a realizzare i sogni di Marilyn Monroe, Sofia Loren, Anna Magnani tanto quanto quelli di principesse provenienti da ogni parte del mondo. Scarpe destinate a far sentire ogni donna un po’ regina in grado di spiegare le ali e prendere il volo.

Salvatore Ferragamo è ancora un adolescente quando decide di spostarsi verso gli Stati Uniti per perfezionare le sue doti di calzolaio, si confronta con un paese immenso riuscendo a superare i difficili momenti che la vita gli riserva. Tra lutti importanti e istanti di grande povertà dovuta alla guerra, la sua vita è un susseguirsi di emozioni di cui Mauro Borrelli, registra del cortometraggio realizzato in collaborazione con Tim Burton (le atmosfere e le musiche richiamano il noto “Edward mani di forbice”) programmato all’interno della mostra, si fa artefice e portavoce. Circoscritta all’interno di un allure che ricorda gli anni 20 del cinema tedesco, la pellicola si innesta sull’ infanzia, così travagliata e povera, contrassegnata dalla generosità e dall’amore, del piccolo Salvatore. Destinato a realizzare i sogni di tutte le donne, egli inizia la sua attività, durante una notte fredda e piena di stenti, creando un paio di scarpette bianche per la comunione della sorella. La sua  prima opera, figlia dell’affetto e della magia, è un omaggio al talento che va oltre la tecnica, che si nutre di speranze, di coraggio e di passione. La stanza dentro la quale il regista instaura la scena, tra verità e fantascienza, assume i contorni di una prigione per i nostri istinti e la nostra immaginazione. Solo la creatività e la fantasia di un bambino possono riuscire a superare i muri di quella gabbia metafisica. Le sue scarpe, portate a compimento di nascosto, rappresentano il momento critico e nel contempo surreale, nella  fiaba, che permette a Salvatore di liberare il suo genio destinato a fare grandi opere.

Ma la sua vita e i suoi manufatti non emozionano solo attraverso il cinema. In un’esposizione che si rivela un estasiante viaggio tra arte, cinema, letteratura e moda, prendono forma diverse opere collaterali che alla vita di Salvatore Ferragamo e al suo successo si sono ispirati. Come i fumetti di Frank Espinosa, anche lui per generazione legato al mondo dei calzolai, che assembla i pezzi della storia sotto forma di fumetti “cucendoli” alla maniera di una calzatura. L’atmosfera, apparentemente confusionaria e disordinata, si rifà ad un vero calzaturificio e alla passione di  Ferragamo per la costruzione manuale delle cose. Per lui non esistono le macchine e tutti gli elementi che vengono  fuori dagli scarti sono fonte di ispirazione e base per delle nuove creazioni. Espinosa lo ha definito “un’artista senza paura”, per noi è un  genio romantico destinato a ricordarci che solo chi crede nei sogni è destinato ad avere successo e che qualsiasi sia la difficoltà che la vita ci costringe a combattere ci si può sempre rialzare e ricominciare. Uno di quelli che quando tutti dicono ‘no’, va avanti lo stesso e anche quando ha raggiunto la meta deve continuare ad andare avanti. Di quelli che sentono di non aver fatto mai abbastanza e per questo arrivano fin dove nessuno ha mai osato spingersi. In mostra le 26 tavole con copertina del fumetto creato da Espinosa con tecnica mista (acriclico, gouache su matita e inchiostro a china, con dettagli e inserti in carta di riso); i disegni, gli schizzi, lo story board che testimoniano il processo creativo dell’artista per arrivare all’ opera finale.

Infine le fiabe. Quelle comuni, note al grande pubblico, riviste e cambiate  all’ interno della mostra in cui trovano spazio i modelli ispirati alla tradizione comune di Pollicino, per cui Ferragamo realizza l’allacciata con zeppa, i cui frammenti di camoscio su tela alludono alle briciole di pane che indicavano la strada, o piuttosto alla versione egiziana di Cenerentola in onore della quale viene coniato il sandalo dal tacco in ottone. Se la moda è creatività e fantasia, il mondo delle fiabe le è congeniale. Nelle favole abiti e scarpe sono spesso strumenti necessari a una trasformazione, simboli di sortilegi, causa del lieto fine di una storia. Nella vita sono mezzo che aiuta ad affrontare la realtà con quel pizzico di eleganza e di leggerezza che appartiene ai bambini e ai geni che di nome fanno ” Salvatore Ferragamo”.

Lia Giannini

Alta Roma Alta Moda: quel mondo che non c’è

Quante volte, osservando le sfilate dalla tv, avete immaginato un mondo da fiaba e avete considerato dei privilegiati gli invitati a quel mondo? Quante volte, pensando a quegli abiti da sogno, avete provato il desiderio di indossarne o acquistarne uno?

Alta Roma Alta Moda, la manifestazione dedicata al mondo del fashion e del lusso che si è tenuta dal 24 al 27 gennaio a S. Spirito in Sassia, è appena terminata. E di quelle luci, di quell’ atmosfera da fiaba, di quei sogni conserva molto poco. Del resto Roma non è Milano, non è Parigi e nemmeno New York. A Roma non si corre, si spinge. E quando questo avviene anche all’ingresso di un evento che dovrebbe dare lustro e prestigio ad una città così storica e piena di bellezza, la cosa acquisisce un tono più grave. Si rischia di ricordare di una manifestazione che ha i suoi pregi solo la confusione e la lentezza che accompagna tutto l’evento.

Non di rado  accade che l’ingresso alle sfilate somigli nella maggior parte dei casi ad uno stadio dove quando ti va bene, se fai parte dei giornalisti o dei blogger, siedi in terza fila, se va male rischi il posto standing tra la folla ammassata. La gente arriva, sfila uno dei suoi outfit più inadeguati convinta che a Roma a Gennaio ci sia sempre il sole, nemmeno fosse il Brasile, e si siede osservando per tutto il tempo il vicino di posto e dimenticando che la vera arte è in passerella. Del resto non ci sono vip né personaggi importanti. Quelli si riservano per i volti noti, per quei pochi stilisti che ancora possono definirsi couturier di Alta Moda come Renato Balestra, Nino Lettieri, Gattinoni.

Così in un mare di polemiche, di accuse, di abbandoni istantanei e di addii preannunciati, si chiude un altro evento facendo riflettere. Su quanto la nostra realtà, anche quella più aperta ai giovani e che di essi si nutre, sia così chiusa nei confronti del nuovo che avanza. Perché se quella lentezza che tanto caratterizza Roma diventa motivo di nervosismo nella gran parte dei casi, può essere motivo di orgoglio per chi riesce a cogliere le sfumature brillanti di un mondo nuovo che sul vecchio e dal vecchio prende le sue basi, pur discostandosi dall’Alta Moda in senso stretto.

Un mondo come quello di Esme Vie, fatto di rigore geometrico, di eleganza e di passione tutta femminile. Una collezione dedicata all’amore in cui prende spazio il rosso, il rosa confetto e il beige, le forme strutturali e geometriche, il monocromatismo e le pietre preziose. O come quello di San Andrès Milano,  che celebra la bellezza e l’austerità commista all’eleganza senza tempo degli anni 50 evidente nei tagli e nelle forme  colte per l’occasione nelle tonalità eteree del celeste e del panna. Lui e i suoi modelli richiamano l’immagine di una donna forte e potente che tuttavia si avvia verso un ritorno alla femminilità.

Alta Roma è la palestra dei giovani stilisti che vogliono provarci, che gridano “ce la posso fare”.  In essa tutto richiama al passato ma celebra il futuro: la struttura, l’alternanza di nomi importanti a volti nuovi, lo stile dei couturier, l’ispirazione delle collezioni, il modo di gestire l’organizzazione. Certo Roma non è Milano. Non è freddezza, non è precisione, non è dinamicità e questo si percepisce immediatamente.

Chi va ad Alta Roma ha tutto il tempo per emozionarsi ancora osservando il volto sorridente e mai adirato di Renato Balestra  che realizza per la nuova collezione primavera-estate 2014, un tripudio di capi ispirati  all’ uccello del paradiso, abitante leggiadro della Nuova Guinea. Dominano in un esplosione di colori il verde giada, il mandarino, il turchese e immancabile il blu Balestra. Motivi floreali si alternano a tessuti stampati di piume variopinte, intarsi di swarovsky rivestono stoffe sinuose nelle tonalità del blu notte che richiamano la paradisea, frammenti di oro zecchino si frappongono sullo stesso abito combinato in varie tonalità. Chiude la sposa, raffinata e piena di ricami, nel suo abito dalle varie tonalità di bianco che ricordano una candida ninfea. Per lui e per le sue creazioni l’immancabile Valeria Marini, il giornalista-giudice di Fashion Style Cesare Cunaccia e il noto attore, affascinante ed elegante nella sua giacca ispirata al colore tanto amato dallo stilista, Giorgio Borghetti.

Alta Roma è il posto delle sfide in cui è possibile osservare un piccolo miracolo quando anche il più maturo degli stilisti si lascia vincere dalla commozione degli applausi che lo accompagnano segno di un grande successo e di un notevole gradimento per la collezione. E’ il caso di  Nino lettieri che sceglie nuovamente la cornice tradizionale di S. Spirito per celebrare il suo ritorno al plissè in un susseguirsi di  linee morbide ed essenziali, ispirate agli anni ‘50/ 60 grazie alle forme a trapezio, gli abiti a ruota lunghi fino al polpaccio, i mini abiti trasparenti ricamati da paillettes dai disegni orientali. La sua sposa, leggiadra ed eterea nella figura dell’ex Miss Italia Giusy Buscemi, è un trionfo di tulle, georgette plissè e ricami.

Ad Alta Roma la gente non arriva, anzi da lì spesso se ne va. E questa edizione è stata quella dei grandi addii.  A cominciare da quello di Terranova, da anni alla guida della maison Sarli che, uscito di scena a ventiquattro ore dalla sfilata, ha lasciato ad accogliere il suo applauso le sarte, artefici ancora una volta di un miracolo di collezione che alle forme scultoree e geometriche ha privilegiato tessuti leggeri, trasparenze e linee morbide. Accanto all’organza, al drapée al gazar, convivono gli jacquards. Intarsi e  applicazioni in rilievo di ricami o di cristalli poggiano su trapezi esasperandone la forma e producendo un effetto di ricca  e assolutamente nuova semplicità.  A lui e alla sua nuova “era” si accosta anche l’addio di Gattinoni che celebra la sua ultima collezione nel cantiere de La Nuvola – il nuovo Centro Congressi di Massimiliano e Doriana Fuksas- lasciando che il passato si chiuda con una frase che somiglia ad un monito tutt’altro che di speranza: “andremo in giro e la porteremo da altre parti, perché credo che Roma dovrà stabilizzarsi prima di avere le prove di tanta energia e di tanta fatica e di tanta gente“.

Lia Giannini

 

 

Enzo Miccio per Tu sposa 2014: l’importanza della “sobrietà”

Oltre 100  aziende specializzate nel settore, 4.000 mq di spazio espositivo, 4 intere giornate dedicate al mondo del wedding, ingresso gratuito e la presenza, simpatica e accattivante di Enzo Miccio, il re dei wedding planner.

Tu Sposa 2014, l’evento fiera per gli sposi che ha avuto luogo presso la COMAC di Montalto Uffugo (Cs) dal 16 al 19 gennaio, pur essendo alla sua prima edizione sembra aver ottenuto un grande successo di pubblico e di entusiasmo. Merito, senza dubbio, dell’organizzazione che si è rivelata estremamente attenta nella selezione dei partners ma anche dell’originalità con cui questi ultimi hanno saputo farsi notare offrendo per  l’occasione a quanti hanno preso parte all’evento, prove di make up e hair styling gratuito, composizioni floreali da fiaba,  esposizioni di auto d’epoca e soluzioni vantaggiose per i  futuri sposi. Il tutto scandito dal sorriso e dalla disponibilità degli allestitori a cui l’ospite d’onore Enzo Miccio, accorso in fiera nel pomeriggio di domenica, ha provveduto a dare consigli.

Uomo pieno di charme, dotato di una simpatia naturale per nulla oscurata dalla fama che, grazie ai suoi programmi, ha raggiunto negli ultimi anni, il genio del wedding ha concesso, in esclusiva, alla redazione di 8@30, una breve intervista nella quale ha fornito suggerimenti preziosi dopo aver dato spazio, con un’ inconsueta disponibilità, a foto e autografi.

Personaggio televisivo, autore di molti libri di grande successo, wedding planner, wedding designer, chi è Enzo Miccio, oggi?

Tutto quello che vedete. Un uomo che non sta mai fermo e non si riposa mai, che mette l’entusiasmo in tutto quello che fa e si diverte tantissimo, nonostante conduca una vita difficile, movimentata e caotica.

Nel suo lavoro, qual è la parte che le regala maggiori soddisfazioni e, invece, qual è la parte più complessa?

Quello che mi regala maggiori soddisfazioni sono gli abbracci delle mie spose, quando il giorno del matrimonio vengono da me felici e contente per il sogno realizzato. Questa è una cosa che mi ripaga assolutamente di tutto. La cosa più difficile è tutto quello che c’è alle spalle. Prima di arrivare a quel momento c’è da sudare. Ci sono 6, 8, 12 mesi di preparativi.

Qual è il segreto per diventare un bravo wedding planner?

La passione, innanzitutto. Poi, c’è un’attitudine e quella non si insegna. O ce l’hai o non ce l’hai”.

Quale consiglio darebbe a chi volesse intraprendere il suo stesso percorso?

Studiare molto e fare molta gavetta. Cercare di interessarsi a tutto, perché il mestiere del wedding planner é un mestiere molto complesso. Bisogna sapere di tante cose, non solo di abiti da sposa o di cibo. Bisogna avere una buona preparazione di arte, cultura, musica, cibo, vino. E’ piuttosto faticoso perché occorre una preparazione completa”.

Quali sono gli aspetti positivi dell’ evento TU SPOSA 2014 che l’hanno maggiormente colpita?

L’entusiasmo nell’accoglienza mi ha travolto. Sono veramente contento. Quando arrivo al Sud, in modo particolare, essendo meridionale nel sangue, sono sempre felice di questo grande affetto.”

Tante coppie si aggirano per gli stand alla ricerca di idee, di dettagli e particolari per la realizzazione del matrimonio perfetto. Quale consiglio di stile vorrebbe dare oggi alle coppie che sono in procinto di compiere un passo tanto importante?

Cercate di prendere quanti più spunti possibile, ma personalizzateli. Il consiglio che do spesso è di partire da una fiera, perché offre un ventaglio enorme di idee che possono servire, ma di non prendere pedissequamente i dettami delle mode, le tendenze. Cercate di personalizzarle in base ai vostri sogni ed al matrimonio che volete realizzare.”

Per quanto riguarda il trucco e parrucco della sposa, per essere impeccabile il giorno delle nozze, cosa consiglia?

Sobrietà, assolutamente. Sono due cose molto delicate. Truccatori e parrucchieri sono le persone che hanno in mano l’outfit completo della sposa. Possono stravolgerti e cambiarti completamente i connotati, quindi non permettete che questo accada. La parola d’ordine è: restare se’ stesse ed essere più naturali possibile”.

E infine, il segreto per una cerimonia perfetta?

” “Chiamare Enzo Miccio, che domande!” (ridendo con eleganza).

 

Denise Ubbriaco

 

 

 

 

 

 

 

Capodanno alternativo: le proposte di 8@30 style

E’ la notte più lunga dell’anno, quella in cui sogni e desideri prendono forma per tradursi nella speranza di un anno migliore del precedente e vecchi pensieri malinconici lasciano il posto a bagordi, euforia e divertimento. Che la si festeggi in compagnia degli amici più cari, che si scelga una meta da film o un semplice chalet di montagna, il capodanno resta per definizione una delle notti più glamour della storia. Rosso, dorato e nero sono, generalmente, le tonalità tradizionali che aiutano a brillare, eppure nulla vieta di accogliere il nuovo anno, per una volta, con dei colori più accesi, magari al passo con i dettami delle ultime tendenze.

Per tutte coloro che non sono disposte a spendere una fortuna o ad acquistare un abito che sanno di non poter riutilizzare, viene in aiuto la nostra Vincenza Salvino che, per l’occasione speciale, ha realizzato quattro proposte molto diverse tra loro e perfettamente modificabili. Il primo modello, total black, adeguato per una festicciola non troppo impegnativa e utilizzabile anche da una donna non più giovanissima che desideri sfoggiare un look sensuale ma non troppo, richiede pochi elementi: un abitino molto semplice che funga da base, un mini dress interamente rivestito di paillettes, una maglia micro rete simile ad un collant, una vecchia cinta di tessuto ed un accessorio per il capo che si intoni con i colori dell’ abito dando al tutto un tocco si originalità e di leggerenza. Pur in accordo con la regola secondo la quale a Capodanno tutto è concesso, il consiglio è sempre quello di non esagerare con gli accessori accostando magari qualcosa di semplice, sul nero e sull’ argento senza rischiare di osare troppo.

Per chi, invece, pur mantenendo i toni tradizionali, desideri stupire, viene in aiuto un outfit realizzato sulla base del primo ma decisamente più particolare e sbarazzino. Accostando in modo double due abitini in raso, uno sul nero e l’altro sul blu cobalto, siamo partiti da un vecchio top  sagomato in ciniglia che abbiamo posto sui due vestitini cingendo il tutto ad altezza fianchi con una cinturona( ovviamente cucita sull’ abito e poi appuntata a fiore) in pizzo. Si può completare il look in diversi modi: una collana-colletto luminosa, una cappa pelliccia posta al contrario o, ancora una volta, un frontino- cravatta.

E per tutte le amanti del colore? In accordo con le proposte precedenti, abbiamo pensato di offrirvi un’alternativa esclusiva in quanto realizzata ad hoc dalla nostra stilista.  La prima proposta vede protagonista la cappa- vestito. Alla classica cappa ordinaria, in tessuto da tappezzeria, indossabile come soprabito, si affianca, per l’occasione,  il modello abito da cerimonia. In fantasia floreale, con rifiniture sul verde,l’abitino, da portare ad altezza ginocchio completato da cintura in tono, è consigliabile ad ogni donna che voglia farsi notare per la sua classe ed eleganza. La seconda proposta, per le più estrose ed egocentriche, è un particolarissimo abito da sera con strascico. Realizzato in finta seta verde con rifiniture sull’ arancio, adornato da braccia di organza, il modello sartoriale, interamente rifinito a mano, prevede chiusura sul davanti e apertura a tasca. L’effetto “wow” in questo caso è assolutamente garantito.

Ultimo, ma non ultimo il total black charleston. Si tratta di una gonna lunga riadattata a mini abito con balze, rifinita da un doppio fiocco, l’uno ad incrocio sulle spalle, l’altro a cintura sul seno. Trattandosi di un “vedo-non vedo” è consigliabile rallegrare il tutto con l’utilizzo di una decolletè rossa, possibilmente molto alta, senza dimenticare la regola d’onore: indipendentemente dall’ outfit che preferiate obbligatorio è  l’intimo rosso fuoco, per iniziare un anno all’ insegna della passione e della fortuna.

Non ci resta che augurarvi good Luck and happy new Year, amici di 8@30 style!

 

Lia Giannini

 

 

 

Un regalo “perfetto” per un Natale con..stile!

Ansia, stress, gioia commista a nervosismo, panico e insofferenza. Non sono i sintomi di una brutta malattia ma di una giornata pre- natalizia all’insegna dei regali di Natale. Del resto basta affacciarsi nei negozi  ed osservare i visi della gente assomigliare sempre più a dei grandi punti interrogativi. Gli piacerà? Sto scegliendo bene? Forse costa troppo? Il Natale, che dovrebbe essere il momento di massima serenità in cui istinti bonari  sembrano risvegliarsi dal letargo, si rivela spesso, al contrario, motivo di malessere. I regali, simbolicamente espressione di affetto e sentimenti positivi, soffrono il più delle  volte i limiti imposti da budget e doveri che mal si sposano con il clima di feste. Per non parlare del fatto che, presi dal contenuto, si finisce col tralasciare il più delle volte la parte più importante, quella che rivela quanto tempo abbia speso nello scegliere il regalo e, soprattutto, quanto ci teniamo alla persona a cui lo stiamo facendo: il pacchetto. Ammaliati da un’atmosfera che rischia di essere rovinata da inutili prese di panico, noi di 8@30 style ,abbiamo pensato, a fronte di queste ragioni, di darvi qualche piccolo suggerimento per realizzare un dono perfetto che di sicuro non lascerà indifferente il vostro ( o sarebbe meglio dire la vostra) destinataria.

Grazie alla complicità e alla creatività sempre all’avanguardia della nostra stilista Vincenza Salvino che anche per questo Natale non ha evitato di sorprenderci, in linea con le ultime tendenze moda che hanno visto il ritorno dell’ “ handmade” per  fare i regali di Natale, vi proponiamo un’idea un po’ stravagante ma di sicuro molto glamour: il frontino- cravatta.

Muniti di cerchietto, cravatta, bottoni di varie forme e materiali, colla a caldo, forbici, un sacchetto tra quelli riciclati da vecchi regali e un pezzo di stoffa, iniziamo la nostra opera. Preso il frontino, tagliamo una cravatta tra quelle dei nostri papà o nonni più fantasiose e colorate. Infiliamo il frontino nella parte superiore della cravatta fino a rivestirlo per intero ( non dimenticate di utilizzare un frontino la cui larghezza sia adeguata allo spessore della cravatta scelta), tagliamo l’eventuale pezzo di stoffa in eccesso e cuciamo con ago e filo. Nel frattempo, dopo aver rifinito il cerchietto, con la restante parte della cravatta, avvolta su sé stessa e impunturata da ago e filo, ottenuta la forma di un cilindro vuoto, la  inseriamo nel frontino, incollandola, e blocchiamo il tutto con una pietra o un bottone  particolare in linea con la fantasia scelta, ottenendo così un effetto cappellino “Royal Ascot”. Utilizzato come accessorio ad un tubino semplice e lineare o abbinato ad un vestitino da cerimonia, sarà il tocco di classe grazie al quale non passerete inosservati.

Realizzato il dono, procediamo con la nostra confezione. Qui spazio assoluto alla fantasia e pochi strumenti necessari: sacchetti, riciclati, stoffe, fiocchi o spille e, immancabile, la colla a caldo. Unico must da rispettare: coerenza ed originalità. Potete decidere di dare al tessuto la forma che più vi piace. Si possono riprodurre fiori, quadrati, cuori, alberi di Natale, quello che ritenete maggiormente adatto o che pensate possa piacere alla persona a cui andate a fare dono. Il segreto è sempre quello di giocare con la creatività.

Per quanto ci riguarda abbiamo pensato di darvi l’idea di base, ma nulla vieta che possiate arricchirla con le vostre idee più particolari. Partendo da un pezzo di stoffa porpora, ritagliamo un quadrato con forbice zig zag ( si può decidere di utilizzare anche la forbice normale ottenendo un effetto sfrangiato), incolliamo su tutti i lati tranne quello rivolto verso l’apertura del sacchetto e appoggiamo, infine, un fiocco piuttosto che un bottone o una decorazione. In alternativa al pezzo di stoffa lineare, si può sagomare  un fiore arricchito all’interno da porporina, pietre, brillantini o quello che più si gradisce. Con pochissimi tocchi, adatti anche a chi manualmente risulta inesperto,sarete in grado di ottenere un regalo unico, personale e inimitabile. Il resto, come sempre a Natale, lo farà il cuore e la magia di Santa Claus.

Buon Natale da 8@30 style!

 

Lia Giannini