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Conclusa la seconda edizione del premio letterario nazionale ‘Il Pettirosso’

[singlepic id=11 w=320 h=240 float=left]CROTONE – Ha spiccato il volo il premio letterario nazionale “Il pettirosso” e  non solo metaforicamente. La seconda edizione del concorso, che ha visto la numerosissima partecipazione di poeti provenienti da tutta la Calabria, si è svolta sabato scorso in località S.Anna a cavallo tra i territori di Isola e Cutro, presso la saletta convegni dell’antica “Villa Margherita”, sede del “Centro produzioni sistemi divulgativi avanzati” dell’Arssa. Il premio ideato dallo scrittore Costantino Spagnolo e dedicato alla  memoria del maestro tipografo Peppino Congi, quest’anno è stato affidato alla costituenda cooperativa “Il pettirosso” rappresentata da Dario Verga e patrocinato dai fratelli Domenico e Maurizio Congi. A presentare la serata per il secondo anno consecutivo, è stata invece la giornalista Consuelo Ruggiero. “La crescita del premio esige una buona organizzazione – ha detto Spagnolo –, per questa ragione si è resa necessaria la collaborazione con la cooperativa che curerà tutti gli aspetti del premio e le successive fasi di promozione degli autori”. “La cooperativa – ha aggiunto Verga – si occuperà inoltre di promuovere ogni sorta di iniziativa nel campo delle arti visive e dell’editoria, grazie al supporto di professionisti del settore”.

 

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Quattro le categorie di concorso in gara: sezione “A” poesia inedita in lingua italiana, sezione “B”  poesia inedita in vernacolo, sezione “C” racconto breve in lingua italiana, sezione “D” poesia e narrativa, riservata ai giovanissimi. Tutti presenti i venticinque finalisti hanno recitato i loro componimenti (alcuni con il supporto dei “fini dicitori”, Paola Arabia e Marco Spagnolo), regalando al numeroso pubblico momenti di commozione, riflessione e anche tante risate. A guadagnare il podio nella sezione “A”, Francesco Fontana proveniente da Verzino con “Ricordo di mamma”, secondo posto a Carmela Scida di Strongoli con “Sogno infranto” e terzo posto alla “Battaglia degli attacchini” di Giacomina Durante, residente a Cosenza. Nella sezione “B” hanno avuto la meglio Paolo Landrelli di Ardore (RC) con “Ora ti tegnu’nto cori”, seguito da Vincenzo Cordì di Locri (RC) con “Capilli Janchi” e dal crotonese Pasquale D’Emanuele con la sua “Com’era bella la vita i’ na vota”. Nella sezione dedicata ai racconti, il primo posto è andato ad una emozionatissima Rita Eleonora Vizza con “Lettere a mio padre”, seguita da Francesco Gimigliano con “L’amore oltre confine” e Silvestro Di Prima con “Lo scrigno magico dei miei pensieri”, tutti crotonesi. Per la sezione giovanissimi, a qualificarsi con la poesia “Mberzu i principi d’a scola” la piccola Maria Pia Maiolo di soli 11 anni, proveniente da Isola Capo Rizzuto e nella narrativa Mario Franzin, diciottenne crotonese, autore di “Un amore mai finito”. Non è passata inosservata la “fine osservatrice” Maria Grazia Micalizzi, quattordicenne di Isola Capo Rizzuto, già vincitrice lo scorso anno tra i giovani, che ha sfiorato la vittoria con “U spartimentu d’a ‘rroba”, gareggiando questa volta nella sezione dedicata al vernacolo. Tanti gli ospiti della serata, dal cantautore Salvatore Lo Prete al flautista Matteo La Spada, noto concertista romano che ha allietato i presenti con due brani eseguiti al flauto traverso, ai poeti Giuseppe Condello, Filippo Scalzi e Luigi Villirillo, che hanno intramezzato la lettura delle poesie con le loro esibizioni. Giurati del concorso Annarita Saccomano (presidente), Piera Anna Carolei, Mimmo Stirparo, Bruno Albino De Raffaele, gli stessi Luigi Villirillo e Filippo Scalzi e Santo Vazzano. Presenti all’iniziativa don Giuseppe Santoro, parroco della comunità santannese, gli assessori provinciali Giovanni Lentini e Alessandro Carbone. “Ringraziamo la comunità di S.Anna – ha detto in conclusione Domenico Congi – la Provincia di Crotone, l’Arssa per la gentile concessione della splendida sala convegni e tutti coloro i quali hanno reso possibile questa iniziativa, che avrà come seguito la seconda edizione dell’antologia che ospiterà tutte le opere finaliste del concorso”.

 

 

 

CICLISMO/ Domani la chiusura della stagione agonistica

COSENZA – Si chiuderà domani la stagione agonistica ciclistica 2012. Nell’ambito del calendario FCI Calabria,  l’A.S.D. Arturo Graziano ha oganizzato, a Rossano,  il ‘VII Memorial Arturo Graziano’, ultima prova valida per il  Ranking Regionale ciclamatoriINcalabria (con assistenza tecnica del sistema IN Tempo Massimo).

 

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Pentone (Cz), una donna sconosciuta arriva in paese

PENTONE (CZ) –  In un piccolo paese, se qualcuno non è del posto, viene notato subito. Così è stato per una donna che, negli ultimi due giorni, ha girovagato per le vie di Pentone. Secondo alcuni abitanti del paese alle porte della Presila catanzarese, sarebbe arrivata dal fiume Alli e avrebbe poi risalito il borgo. Secondo altri parlerebbe solo inglese e avrebbe scelto di vivere come una clochard. I carabinieri della locale stazione sono stati avvisati della sua presenza. Ora la donna si troverebbe a Catanzaro, accolta da un’associazione di volontariato.

 

R.P.

Taverna, abiti che possono raccontare la storia. Vestiti ritrovati da salvaguardare, Lucia Portoghesi: volontariato culturale

Lucia Portoghesi

TAVERNA (CZ) –  Una camicina per bambino, ricamata con un disegno detto ‘reticello umbro’, tipico della Firenze cinquecentesca. E’ impolverata, presenta alcuni buchi: segni del tempo passato in circa quattro secoli. E’ uno dei vestiti ritrovati, nella Chiesa di Santa Maria, una decina di anni fa. Potrebbe raccontare la storia di chi l’ha indossato, della sua famiglia, di un’epoca intera: il modo di pensare, i rapporti sociali, la vita quotidiana. Ma, per questo, è necessario salvaguardare gli abiti. Lo spiega Lucia Portoghesi. «Salviamo questo tesoro – dice – rimbocchiamoci le maniche tutti insieme».

L’archeologa e storica del costume venne chiamata a Taverna, a seguire i lavori poi bloccati. Ad oggi, i vestiti si sono ulteriormente deteriorati, alcuni sono stati aggrediti dalle muffe. E’ urgente, perciò, che si proceda a una corretta conservazione. Si tratta di disinfestare gli abiti per distruggere i microorganismi che li rovinano e reidratarli. In tempo di ristrettezze economiche, Lucia Portoghesi propone il volontariato culturale. Si potrebbe istituire una scuola di restauro a Taverna. Lei insegnerebbe gratuitamente, le operazioni più semplici potrebbero essere addirittura eseguite da tutti. Nello stesso tempo si formerebbero delle professionalità (alcune sue allieve di scuole passate lavorano a Berlino e Monaco). Il progetto pensato dall’archeologa ultraottantenne, dunque, valorizzerebbe le persone e il patrimonio artistico. Anche in vista del turismo e del quarto centenario di Mattia Preti.

La Chiesa di Santa Maria

Il ritrovamento dei tessuti risale al 2004. Nella Chiesa di Santa Maria vengono eseguiti alcuni lavori. Crolla un muro: si scopre una cripta, resti umani, vestiti, scarpe. Risalgono al tempo di Mattia Preti, appartengono alle famiglie nobiliari di Taverna. Lucia Portoghesi segue gli scavi. I lavori, però, vengono stoppati. A distanza di dieci anni, «recuperare questo patrimonio è importante».

Quanto alla camicina, da ricerche successive è emerso che a Firenze, nel 1500, venivano fatte ordinazioni di tessuti dalla Calabria: solo una delle informazioni celate dagli abiti ritrovati.

 

Rita Paonessa

Fibrosi cistica. La risposta della Lifc Calabria al reparto

Pubblichiamo la risposta della Lega Italiana fibrosi cistica Calabria alla lettera del personale del reparto di Pediatria e Centro Fibrosi Cistica di Soverato.

Il Centro Fibrosi Cistica sarà trasferito a Lamezia Terme. Sullo spostamento si era espresso il consigliere provinciale di Catanzaro, Sergio Costanzo, cui aveva replicato la Lega Italiana fibrosi cistica Calabria. A questi due interventi faceva riferimento la lettera del personale alla quale risponde, appunto, la Lega Italiana fibrosi cistica Calabria.

Dal primo settembre, inoltre, a trenta anni esatti dalla sua apertura, cesserà l’attività di ricovero ordinario del reparto di Pediatria.

 

La LIFC Onlus Calabria, in risposta alle dichiarazioni del consigliere Costanzo, non ha mai inteso mettere  in discussione le qualità professionali e umane di tutti coloro i quali, medici ed operatori sanitari, quotidianamente, nel corso degli ultimi decenni, hanno speso energie e competenze importanti per garantire e migliorare la qualità assistenziale e della vita dei pazienti FC in cura presso l’ospedale di Soverato.

La LIFC, invero, riconosce assoluta levatura e massima competenza in capo a coloro i quali si sono spesi, con abnegazione ed impegno, per assicurare assistenza e benessere ai pazienti affetti da Fibrosi Cistica.

Ai medici ed agli operatori del reparto di Pediatria e Fibrosi Cistica dell’Ospedale di Soverato, pertanto, va il nostro più sentito ringraziamento per quanto dagli stessi finora svolto e per quanto ancora continueranno a fare.

Oggi, però, tutti noi, pazienti, famiglie ed operatori, siamo posti di fronte ad una scelta sicuramente per nessuno facile ed indolore ovvero optare per una nuova collocazione in cui, finalmente, proprio quelle professionalità e conoscenze possano “appropriarsi” di strutture, infrastrutture e attrezzature indispensabili per meglio esprimere le proprie competenze e rendere più efficiente ed efficace il percorso diagnostico-terapeutico dei pazienti affetti da FC.

Ciò unicamente – lo si ribadisce – a tutela delle persone che quotidianamente vivono il dramma della fibrosi cistica.

  Il Direttivo LIFC Calabria ONLUS

Pentone (Cz). Rissa alla Notte Bianca: cinque arresti

PENTONE (CZ) – E’ stata interrotta da una rissa la Notte Bianca di Pentone, poi ripresa dopo che le acque si sono calmate. Durante la serata di venerdì, nella piazza principale del paese, in mezzo a donne e bambini, sono volati pugni e calci. I carabinieri del centro presilano, accorsi sul posto, hanno arrestato cinque persone con l’accusa di rissa, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Sembrerebbe che i cinque non siano residenti a Pentone. Un uomo è stato portato in ospedale. Altre persone coinvolte nella rissa sembrerebbero essere fuggite.

Ieri, A.E.P., G.D.S., G.C., G.G. e R.L. sono comparsi davanti al giudice monocratico del Tribunale di Catanzaro per la direttissima. Al termine della camera di consiglio, il giudice ha disposto l’obbligo di dimora per A.E.P. e G.G.  e l’obbligo di firma per G.D.S., G.C. e R.L. Il processo è stato aggiornato al 5 marzo.

I popoli che resistono: una speranza

PENTONE (CZ) – «Qui c’è crisi, possiamo interessarci anche ai palestinesi?», qualcuno è perplesso di fronte a ‘I popoli che resistono’. In realtà la due giorni pensata dal Centro di Documentazione sulla Palestina ha spaziato dalla Calabria ai No Tav, dall’America Latina al Sahara. Incontri con esperti, musica e teatro hanno approfondito motivazioni e problemi di chi resiste. In tutto il mondo. L’obiettivo è lo stesso e conoscere la tenacia di chi si oppone a soprusi e imposizioni può dare speranza e stimoli. Anche a un giovane precario per il quale la parola ‘futuro’ sembra un miraggio. L’elemento comune a chi resiste, infatti, sembra essere l’idea che ognuno debba essere libero di vivere bene e realizzare sé stesso, nella propria terra. E’ il ‘buen vivir’, principio inserito in alcune Costituzioni dell’America Latina. Potrebbe essere uno sviluppo del riferimento al «pieno sviluppo della persona umana» presente nell’articolo 3 della Costituzione italiana.

La due giorni ha visto arrivare a Pentone, in provincia di Catanzaro, persone da tutta Italia. All’evento, patrocinato dal Comune, hanno collaborato, oltre alla casa editrice ‘Città del Sole’ di cui il Centro possiede molti libri, alcuni volontari e alcuni commercianti pentonesi, associazioni (Amuriga, Proloco, Carpe Diem, Area51, AVIS), sponsor locali ed Emergency di Catanzaro.

 

Palestina – La questione palestinese è stata affrontata dal punto di vista delle storie vissute. Myriam Marino le racconta nel suo ultimo libro, ‘Festa di rovine’. La scrittrice, membro ECO (Ebrei Contro l’Occupazione), ambienta una parte dei racconti nella seconda Intifada. L’elenco di piccoli indifesi e inermi uccisi nei primi mesi dell’Intifada gli fa da introduzione. «L’indignazione per queste incredibili e continuate uccisioni di bambini palestinesi nell’indifferenza generale mi ha spinto a scrivere», motiva la scrittrice del libro.

La resistenza di chi è vivo e si espone al rischio di morire ogni giorno, la descrive Silvia Todeschini. L’attivista, per alcuni mesi dal 2009 al 2011, ha vissuto a Gaza. Racconta che qui i contadini – sotto il tiro dei cecchini – continuano a lavorare la terra. Ma coltivano solo il grano perché richiede meno cure, quindi rischiano di meno. Qui i pescatori – confinati in 3 miglia – continuano a pescare. Ma il mare si impoverisce. Qui i bambini immaginano soluzioni fantasiose – come attraversare il fondo del mare – per ritornare nei propri villaggi.

Bassam Saleh, con le sue parole, scandisce l’iter dei prigionieri palestinesi, anche adolescenti, rinchiusi nelle carceri israeliane: «l’arresto avviene presto la mattina quando la famiglia dorme. Chi viene arrestato viene subito bendato. Calci, pugni e tutti i tipi di umiliazioni e torture fisiche e psichiche». Il presidente dell’associazione ‘Amici dei prigionieri palestinesi’ Italia spiega che molti membri dei Comitati popolari che si oppongono in modo non violento all’occupazione israeliana, sono arrestati e incarcerati senza processi. «Dal ’67, su una popolazione di 4 milioni di abitanti – aggiunge i dati – più di 750.000 palestinesi sono passati dalle carceri israeliane».

 

Calabria – Le occupazioni delle terre di qualche decennio fa e l’impegno dei cittadini calabresi di oggi. Di ciò hanno dato un quadro lo scrittore e giornalista Pino Fabiano e il rappresentante del Centro ‘Angelina Cartella’ di Reggio Calabria, Nando Primerano.

Pino Fabiano istituisce un parallelo tra i contadini calabresi e i palestinesi: entrambi possono difendersi con poco (strumenti di lavoro e pietre), entrambi muoiono negli scontri. Lo scrittore, dopo aver richiamato i Fatti di Melissa e l’anestetizzazione del movimento dei contadini, tratteggia la figura di Rosario Migale.

Nando Primerano fa conoscere il Centro sociale ‘Angelina Cartella’, nato il 25 Aprile di dieci anni fa a seguito dell’occupazione di un edificio pubblico costruito e poi abbandonato, come succede a molte opere pubbliche. In questi anni il Centro ha subito tre attentati incendiari: «l’ultimo, di matrice mafiosa e fascista, è stato devastante». Ha significato la distruzione di un punto di riferimento per i migranti e il quartiere. Il centro, infatti, ha sostenuto i migranti prima dei fatti di Rosarno, ospitava attività per i bambini, un corso di italiano per gli stranieri, eventi culturali.

 

No Tav – Ermelinda Varrese ha esposto le motivazioni di chi si oppone alla costruzione dell’Alta velocità: rischi ambientali per la presenza di uranio e amianto nelle montagne che dovrebbero essere bucate, l’inutilità dell’opera in un territorio già attraversato da due strade statali, una ferrovia sottoutilizzata e un’autostrada, il conseguente spreco di soldi pubblici. «La popolazione della Val di Susa è pacifica – precisa –  ma non supina», e aggiunge: «partecipano giovani e famiglie intere, mamme e anziani portando malox e limoni per le irritazioni causate da lacrimogeni, non accettiamo la devastazione del territorio».

 

Saharawi, Primavere arabe e popoli latinoamericani – La due giorni di Pentone ha aperto finestre anche sull’Africa e l’America Latina.

Francesca Doria, osservatore internazionale dell’associazione ‘Haima-Campania’, ha introdotto i presenti alla questione Saharawi: «è una popolazione che viveva nel Sahara occidentale, ma, a causa dell’invasione del Marocco del 1975, almeno la metà della popolazione vive nei campi profughi in Algeria, mentre l’altra metà della popolazione vive ancora nel Sahara Occidentale occupato. Questa popolazione subisce da parte del Marocco ogni genere di angherie. I militanti per l’autodeterminazione vengono arrestati e torturati, licenziati, subiscono discriminazioni nella vita di tutti i giorni».

Enrico Campofreda fa una panoramica delle Primavere arabe, innescate, in un contesto ad altissimo tasso di disoccupazione, dal suicidio del tunisino Mohamed Bouaziz . Il giornalista spiega che alla base delle rivolte ci sono bisogni sociali (pane, lavoro e redistribuzione delle ricchezze) e bisogni politici (libertà e partecipazione). «Potranno essere vere rivoluzioni a favore del popolo?- conclude chiedendosi – questo è un percorso che anche gli osservatori devono capire».

Maria Teresa Messidoro sintetizza le caratteristiche principali della resistenze dei popoli latinoamericani: i protagonisti sono giovani e donne, hanno la capacità di non arrendersi di fronte alle diverse situazioni (anche le più difficili), coniugano la tradizione indigena molto forte con le nuove tecnologie, si considerano politici ma non partitici, contestano anche i leader usciti dalle loro file. «Un elemento determinante è la loro base comunitaria, cioè questa capacità di costruire dei progetti comunitariamente e in questo modo di trovare delle prospettive».

 

Musica e teatro – Quando Patrizia Cecconi legge la riduzione teatrale di ‘Ritorno ad Haifa’ – perché «la resistenza è anche memoria» – è il silenzio: a quaranta anni dalla sua uccisione, lo scrittore palestinese Ghassan Kanafani rivive attraverso le parole. Katia Colica dà voce alle letture sull’emarginazione, accompagnata da Antonio Aprile al basso. Maksim Cristan e Daria Spada, oltre al concerto serale, portano chitarra e voce per i vicoli del paese – «andate via? Non suonate qualcos’altro?», chiede un’anziana. Il ritmo di Ernesto Orrico e Manolo Muoio in ‘Jennu brigannu. Storie di briganti calabresi’ e la ‘Resistenza sonora’ dei Kalafro, preceduti da Sistah Nais, Crol e Nesh, hanno chiuso la due giorni.

 

I vini di Betlemme – E’ stato presentato anche al Vinitaly di Verona il vino delle antiche cantine ‘Cremisan’, presenti nelle terre occupate della Palestina da fine ottocento e gestite dai Salesiani. Il Vis (Volontariato Internazionale allo sviluppo), avvalendosi di varie collaborazioni, ha valorizzato i vini Cremisan, prodotti con manodopera palestinese. La campagna ‘la Palestina delle eccellenze’, promossa da ‘Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese’, li sta facendo conoscere. «I sionisti dicevano che quella è una terra senza un popolo: lo era talmente tanto da avere questa antica produzione – commenta Patrizia Cecconi – Israele sta tentando di tutto per tagliare queste vigne, stanno cercando di fare passare il muro a metà del convento. Questo dovrebbe servire per ingrandire la colonia illegale di Gilo, ma si sta facendo di tutto per evitarlo».

 

 

 

FIBROSI CISTICA. La lettera del personale di Soverato dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi

Il Centro regionale fibrosi cistica sarà spostato dal presidio di Soverato a quello di Lamezia Terme. Nei giorni scorsi è intervenuto in merito il consigliere provinciale di Catanzaro, Sergio Costanzo, cui ha replicato la Lega Italiana fibrosi cistica Calabria.

Di seguito riceviamo e pubblichiamo la lettera del personale del reparto di Pediatria e Centro Fibrosi Cistica di Soverato.

 

Nei giorni scorsi sulla stampa locale ha avuto risalto l’intervento del  consigliere provinciale Costanzo, e la risposta della lega  Calabria fibrosi cistica, in merito al trasferimento del centro regionale per la cura della malattia dal presidio di Soverato a quello  di Lamezia Terme. Sia l’analisi del  dott. Costanzo che la nota della lega ci hanno lasciati perplessi per due ordini di motivi.

Se la nota di Costanzo è stata impostata sul sentito dire(non ha parlato con il personale del centro,con i medici o gli infermieri) quella della lega fibrosi cistica è stata sicuramente scritta  sull’onda emotiva e non ha assolutamente tenuto in considerazione il lavoro fatto in questi anni a Soverato. Questo ci addolora perché la storia della lotta ala fibrosi cistica in Calabria  negli ultimi 30 anni (dalla nascita del reparto ,giusto nell’estate del 1982, ad oggi) ha avuto come cardine il reparto di pediatria di  Soverato e gli uomini e le donne che vi hanno lavorato.

Ricordiamo brevemente che nel 1982 è nato il centro di supporto di Verona,con la presa in carico dei primi pazienti calabresi. Da allora l’onesto e professionale lavoro di medici e infermieri ha permesso un continuo recupero di pazienti,nuove diagnosi e l’aumento dei malati in cura. Nel 1996 l’applicazione della legge nazionale 548/93 ha permesso l’istituzione del centro regionale. E’ solo il caso di ricordare che l’unico reparto che all’epoca chiese  di diventare centro regionale  fu il piccolo reparto di Pediatria di Soverato,che sotto l’allora guida di Pasquale  Alcaro era diventato il fiore all’occhiello della Pediatria regionale. Nessuno dei reparti pediatrici degli ospedali regionale e di quelli provinciali aveva fatto richiesta per avere il centro regionale per la fibrosi cistica.

Intanto il lavoro dava i suoi frutti e i pazienti in carico aumentavano sempre più. Il centro partecipava a tutti i trials clinici e le ricerche di base promosse dalla società italiana per la cura della fibrosi cistica,accresceva le sue competenze,si dotava di figure di supporto al’attività clinica(psicologa,assistente sociale,dietista) e creava,ci sia consentito dirlo,un percorso di qualità che,all’interno dell’ospedale,coinvolgeva gli altri reparti(laboratorio analisi,radiologia,ginecologia). Ne erano testimonianza l’aumento di vita media dei pazienti ,sovrapponibile alla media nazionale, e le gravidanze di donne con fibrosi cistica esitate in parti svoltisi  anche nella nostra struttura.

Dal 2004 iniziava il percorso dello screening neonatale  eseguito su tutti i bambini nati in Calabria e che avrebbe portato alla diagnosi di fibrosi cistica nei primi mesi di vita. Dall’inizio dello screening neonatale sono stati diagnosticati 40 bambini affetti da fibrosi cistica che hanno portato il carico dei pazienti in cura a 110. Un numero che attesta il centro regionale calabrese tra quelli di media grandezza nel panorama nazionale.

Tutto ciò con le risorse limitate della nostra sanità.

Di fronte a questo non siamo andati sui giornali,non abbiamo strillato ma ci siamo sempre rimboccati le maniche e  abbiamo fatto del nostro motto ‘fare di più con meno’ il  modo quotidiano  di lavorare. Non abbiamo nemmeno  peccato di presunzione e abbiamo sempre avuto ritrosia a esternare pubblicamente quello ch di buono abbiamo fatto.

Il dott. Costanzo  è stato molto,forse troppo,gentile con il nostro centro  e avremmo anche preferito che fosse venuto prima a farci visita. Si sarebbero evitati  i toni della campagna politica estiva e affrontato meglio i problemi della cura alla fibrosi cistica ,nell’interesse dei malati  delle loro famiglie.

Gli amici dell’associazione ci hanno invece ferito, non riconoscendo il lavoro di anni e i sacrifici delle tante persone che a Soverato si sono spesi nella lotta alla fibrosi cistica.

L’esigenza di avere sempre di più per la loro assistenza e sacrosanta e condivisa d noi,ma la prima cosa che qualsiasi paziente deve avere è la capacità delle persone che lo  assistono  di ‘prendersi cura della persona’e questo a Soverato crediamo di averlo fatto. Se tutto ciò non ci viene riconosciuto è perché alcuni pazienti e i loro familiari non hanno frequentato negli anni il centro di Soverato.

Infine dobbiamo prendere  atto che la direzione generale dell’Azienda Provinciale ha previsto, nell’atto aziendale, l’istituzione del centro autonomo per la fibrosi cistica a Lamezia Terme. E’ una decisone che per il personale del centro  implica  dispiacere  e tristezza visto che si dovrebbe lasciare l’assistenza di tanti pazienti cresciuti con noi e conosciuti da tanti anni. Su questo crediamo debba aprirsi una riflessione politica,assistenziale e qualitativa tra azienda sanitaria, lega fibrosi cistica, malati, famiglie, autorità politiche e sanitarie nello spirito del miglioramento dell’assistenza dei  malati di fibrosi cistica e  noi lavoreremo per questo.

Non ultimo dal 1 Settembre cesserà l’attività di ricovero ordinario  del reparto di Pediatria, a 30 anni esatti dalla sua apertura. Non è questa la sede per affrontare questo argomento ma ricordiamo con orgoglio quello che questo reparto ha rappresentato nel comprensorio di Soverato e nell’intera regione essendo stato per anni punto di riferimento per tanti malati che nelle sue stanze hanno trovato assistenza, guarigione e conforto.

Le resistenze di oggi, a Pentone (Cz) due giorni di dibattiti, musica e teatro

PENTONE (CZ) –  Dibattiti, performance teatrali ed esibizioni musicali sulle resistenze contemporanee sabato 18 e domenica 19 a Pentone, in provincia di Catanzaro. Easy One, Kento & Mad Simon From Kalafro ed Ernesto Orrico e Manolo Muoio chiuderanno ‘I popoli che resistono’, la due giorni organizzata dal Centro di Documentazione sulla Palestina. Per l’evento estivo giunto alla terza edizione, il Centro ha scelto un tema trasversale: la resistenza, necessaria di fronte ad invasioni, soprusi e decisioni imposte dall’alto. Esperti di spicco nazionale e internazionale faranno conoscere le ragioni di chi resiste. A tutte le latitudini: dal Medio Oriente al Sud Italia, dal Nord Ovest dello Stivale all’America del Sud. Resistenza a ‘ndrangheta e fascismo, movimento NO-TAV contro un’opera inutile e devastante, occupazione delle terre, primavere arabe, questione palestinese, autodeterminazione dei Saharawi e popoli latinoamericani: queste le resistenze che potranno essere conosciute grazie a ‘i popoli che resistono’.

Durante le due giornate saranno allestiti banchetti di libri e artigianato, sarà presente anche Emergency di Catanzaro. Sarà possibile degustare i vini delle antiche cantine Cremisan di Betlemme e visitare la mostra dei ricami palestinesi allestita nella Sala consiliare del Comune di Pentone.

L’evento, patrocinato dal Comune di Pentone, sarà realizzato grazie al lavoro dei volontari, alla collaborazione della casa editrice ‘Città del Sole’ (di cui il Centro possiede molti libri) e di altre associazioni locali (Amuriga, Proloco, Carpe Diem, Area51, AVIS), agli sponsor dei paesi vicini e ai contributi dei commercianti pentonesi.

 

 

Per maggiori info

http://www.invictapalestina.org

info@invictaplaestina.org

 

 

Di seguito il programma completo

 

Sabato 18 Agosto

ore 17.00

Modera Enrico Campofreda giornalista

Francesca Doria, avvocato, osservatore internazionale (Napoli):

Resistenza per il diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi

Pino Fabiano, scrittore/giornalista (Cotronei):
Contadini rivoluzionari del Sud d’Italia, Resistenza in difesa delle proprie terre.

Miryam Marino, scrittrice membro della’Ass. ECO, Ebrei contro l’Occupazione (Viterbo):
Resistenza all’occupazione israeliana.

Silvia Todeschini, attivista ISM (Padova):
Quotidiana Resistenza a Gaza

Bassam Saleh, Ass. Palestina con il cuore (Roma):
La Resistenza dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane

 

ore 21,15

Ritorno ad Haifa di Ghassan Kanafani, scrittore palestinese, interpretazione di Patrizia Cecconi (Roma)

Segue Concerto con Maksim Cristan e Daria Spada.

 

 

Domenica 19 Agosto

ore 17,00

Enrico Campofreda giornalista (Roma):
Resistenza delle primavere arabe

Maria Teresa Messidoro Bussoleno Ass. Lisangà (Giaveno):
Los pueblos latinoamericanos en resistencia.

Claudio Giorno, Ugo Usseglio, Ermelinda Varrese (Robassomero, Bussoleno, Giaveno):
Resistenza alla Tav in Val di Susa.

Rappresentante Centro ‘Angelina Cartella’ (Reggio Calabria):
Resistenza al fascismo e alla ‘ndrangheta.

Letture con Katia Colica, Antonio Aprile al basso:
Resistenza all’esclusione, Letture sull’emarginazione

 

ore 21,15

lettura/performance con
Ernesto Orrico & Manolo Muoio in:
“Jennu brigannu. Storie di briganti calabresi”.

Segue sistah nais, crol e nesh che aprono concerto:
“EASY ONE, KENTO & MAD SIMON FROM KALAFRO” (RC)

 

Ciclismo/ Traguardi volanti antidoping e maglia etica, la proposta della Sapientiae Motusque

SEZZE (LATINA) – Un riconoscimento alla propria serietà di corridori attraverso una meta – i traguardi volanti nelle gare in linea e a tappe – in cui sgomitare in volata per piazzarsi ai primi tre posti e garantirsi un controllo antidoping all’arrivo che confermi e ufficializzi la volontà di interpretare il ciclismo in maniera corretta.

Approccio simboleggiato da una maglia “etica” da assegnare al termine della competizione per chi risulterà il migliore negli sprint andando a caccia di credibilità: un riconoscimento doveroso da affiancare agli abituali premi in denaro.

«Abbiamo elaborato un concetto di giustizia retributiva per incentivare in maniera attiva chi segue i canoni della lealtà sportiva con alto senso di responsabilità innanzitutto verso se stesso – spiega Maurizio Marchetti, presidente di Sapientiae Motusque, l’associazione culturale – ideatrice dell’iniziativa – costituitasi nel 2007 a Sezze e affiliata a Federciclismo – Lo sport cresce non soltanto attraverso le sanzioni penali o sportive ma con l’educazione che porta a vivere l’esperienza agonistica come momento di maturazione, consapevolezza delle proprie capacità e non come rincorsa al successo a ogni costo ricorrendo a pratiche illecite».

Marchetti, 48 anni, ex-corridore professionista, nel 1997 chiese di sottoporsi volontariamente a test antidoping ematici per provare la propria estraneità all’uso di farmaci vietati: un’esperienza da pioniere nel settore che ha alimentato successivamente portando la sua testimonianza in giro per la Penisola come docente a oltre 70mila studenti di scuole medie inferiori e superiori con risultati molto validi: ”Nei ragazzi è tangibile l’esigenza di essere guidati da figure irreprensibili a praticare sport per formare il carattere, completare la propria personalità’.

Affiancato da un pool di legali di livello internazionale, Maurizio, laurea in Scienze Motorie e una candidatura a diventare membro della Commissione Antidoping del Coni, è pronto ora con il suo team a proporre il format dei traguardi volanti etici agli organizzatori di corse di ogni categoria, non solo in Italia: «Per chi compie notevoli sforzi nell’allestire gare la nostra proposta vuol essere uno step ulteriore, facile da realizzare, per una competizione pulita».

«Il progetto è applicabile, con gli opportuni adattamenti, anche ad altre discipline sportive in virtu’ di un impegno globale per liberare sempre meglio il potenziale sano dei giovani», conclude Marchetti.

 

(comunicato stampa)