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‘Ndrangheta: Corbelli chiede scarcerazione Morelli

CATANZARO- Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo aver testimoniato a Milano, al processo che vede imputato Franco Morelli, ha diffuso una dichiarazione in cui afferma che “E’ grave e assolutamente ingiustificato continuare a tenere in carcere da oltre un anno Franco Morelli, l’ex consigliere regionale calabrese (attualmente sospeso dall’Assemblea regionale). Sono sorpreso e indignato dall’assordante e totale silenzio dei cosiddetti pseudogarantisti su questo gravissimo caso”. Morelli e’ accusato dalla Dda milanese di contiguita’ con la cosca mafiosa Lampada. “Da un anno – aggiunge – solo Diritti Civili continua a condurre questa battaglia di verita’ e giustizia, sulla quale si registra un ingiusto silenzio mediatico. Addirittura – continua – non e’ stata neppure riportata la notizia della mia testimonianza e quella del vescovo di San Marco, mons. Leonardo Bonanno, al processo a Milano. Morelli deve essere subito scarcerato o quantomeno mandato ai domiciliari non solo perche’ non sussiste piu’ alcuna ragione cautelare (reiterazione del reato, inquinamento delle prove e pericolo di fuga) che giustifichi la carcerazione preventiva, ma l’andamento del processo sta facendo letteralmente crollare l’impianto accusatorio della procura milanese. Nessun teste dell’accusa e’ riuscito infatti a dimostrare (quello che e’ assolutamente impossibile dimostrare perche’ inesistente) il reato di associazione mafiosa. Vescovi, preti, Diritti Civili, associazione dei sordomuti, avversari politici hanno dichiarato che i voti raccolti da Morelli in provincia di Cosenza( non a Reggio e nel reggino) sono frutto esclusivamente del suo lavoro, del suo impegno e della sua presenza costante sul territorio”. Corbelli aggiunge che “ieri il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, (e’ questa la vera notizia, non certo la sollecitazione di Alemanno a Scopelliti per nominare Morelli assessore, che e’ condannabile eticamente e politicamente, ma non e’ certo un reato) – dice Corbelli – ha demolito un’altra grave accusa, formulata dalla Procura milanese contro Morelli, affermando, con onesta’, che la nomina della Sarlo (moglie del giudice Giglio) a commissario dell’Asp di Vibo, e’ stata una sua autonoma scelta. Morelli non c’entra nulla, con questa nomina. Nessun scambio di favori dunque di Morelli con il marito della Sarlo, il giudice Giglio.
E allora perche’ si continua a tenere ancora in carcere Morelli? Perche’ non vengono concessi almeno gli arresti domiciliari in attesa della fine del processo e del primo grado di giudizio che sono certo il giudice Ponti e le due sue colleghe, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare durante la mia testimonianza, martedi’ scorso, sanciranno l’onesta’, la buona fede e l’innocenza di Franco Morelli. Morelli avra’ commesso qualche leggerezza, dettata forse dalla preoccupazione di essere coinvolto in una vicenda di mafia (parola, fenomeno, quello mafioso, che e’ assolutamente agli antipodi della storia, della cultura e della ragione di vita di Morelli) ma – conclude – collegarlo alla ‘ndrangheta e ai suoi collegamenti dentro le istituzioni e’ qualcosa di inverosimile, di irreale, di assurdo”.

Ladri in azione a Reggio Calabria e Marina di Gioiosa Jonica

REGGIO CALABRIA- Una serie di furti in appartamento sono stati perpetrati nelle ultime 24 ore nel reggino. A Marina di Gioiosa Jonica, ignoti si sono introdotti nell’abitazione di F.R., 62 anni e dall’interno di un armadio in legno, hanno rubato una pistola revolver marca Renato Gamba cal. 38 special, e circa 15 cartucce. I ladri, inoltre, hanno asportato anche alcuni monili d’oro. A Reggio Calabria, i topi d’appartamento si sono introdotti all’interno dell’abitazione di C.M., 71 anni, e si sono impossessati di vari gioielli in oro per un valore complessivo euro 30.000 circa, nonche’ di un libretto postale.
A Delianuova, infine, i ladri si sono introdotti all’interno dell’abitazione di P.L., 84 anni ed ha no rubato una pistola marca Beretta cal. 7,65; due fucili e una carabina ad aria compressa cal. 5.5.; oltre a un numero imprecisato di monili in oro. In tutti e tre i casi i furti patiti sono stati denunciati ai carabinieri che hanno avviato prontamente indagini per risalire ai colpevoli.

Ricicli…Amo 2013: al via il concorso

REGGIO CALABRIA- E’ stato presentato, a Palazzo Campanella di Reggio Calabria, nel corso di una conferenza stampa, il concorso ”Ricicli…Amo 2013”, patrocinato moralmente dalla Presidenza del Consiglio regionale e progettato dalla cooperativa ”Felici da Matti” di Roccella Ionica.
”La raccolta di abiti usati – hanno spiegato i presentatori del progetto Maria Gattuso, Paolo Guarnaccia e Teresa Nesci – fa parte di un processo di raccolta differenziata con alta potenzialita’ di recupero. Il consumo annuo di abiti ed accessori di prodotti tessili, su base europea, e’ stimato intorno a 10 kg pro capite all’anno. In Italia si possono recuperare da tre a cinque chilogrammi annui di pezzame per abitante, arrivando a raccogliere circa 240 mila tonnellate di ”tessile’, con un risparmio calcolato di smaltimento dei rifiuti pari a 36 milioni di euro”.
”Tutto quello che per molti e’ un rifiuto – ha sottolineato Teresa Nesci – per noi e’ una risorsa. Da qui, l’idea del concorso, destinato alle scuole di ogni ordine e grado della Calabria, cui possono partecipare singoli studenti o loro gruppi con l’invio dell’elaborato su approcci disciplinari strettamente correlati al tema del concorso stesso”.
Il vice Presidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolo’, che ha accolto con favore il progetto della cooperativa roccellese, intervenendo, ha espresso il proprio ”sostegno all’iniziativa, meritevole sotto plurimi profili – ha detto Nicolo’ – poiche’ promuove una forte iniziativa di filiera dal basso che porta buona occupazione, perche’ apre opportunita’ vere a chi e’ particolarmente svantaggiato socialmente, ed all’ambiente. Con la borsa di studio destinata agli studenti di ogni ordine e grado – ha proseguito Alessandro Nicolo’ – si contribuira’ a costruire quella necessaria sensibilita’ verso l’ambiente che per la Calabria e’ una risorsa inestimabile e non replicabile”.

Sarà presentato a Soverato il libro “L’angelo senza coro” di Ezio Rosanò

SOVERATO- (CZ)- Giovedì 6 dicembre, alle ore 11 presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico per Geometri “Malafarina” di Soverato, si terrà la presentazione del libro “L’angelo senza coro” di Ezio Rosanò, edito da SensoInverso. L’iniziativa è organizzata dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro e dall’Itg Malafarina. A presiedere il convegno sarà il presidente del Consiglio provinciale Peppino Ruberto. Dopo i saluti dell’assessore provinciale alla Pubblica istruzione Giacomo Matacera e l’introduzione del dirigente scolastico del “Malafarina” Domenico Servello, relazionerà il docente Ulderico Nistico. Interverrano, quindi, il capogruppo del Pd in Consiglio provinciale Enzo Bruno e l’autore Ezio Rosanò. Concluderà il presidente della Provincia Wanda Ferro.

IL LIBRO

Luzbel, un angelo senza coro, condannato alla solitudine. Un angelo che non è né divino né diabolico, semplicemente troppo intelligente per accettare asetticamente quel dio onnipotente che, a suo dire, come gli uomini pecca, giudicando il proprio operato e quello altrui. Nel suo intento di correggere l’umanità dai suoi vizi, viene però visto come troppo arrogante, sempre pronto a ostentare la sua assoluta superiorità rispetto a tutti e a tutto e viene quindi emarginato.

Ezio Rosanò ci illustra con maestria e allo stesso tempo con semplicità, il percorso letterario di Jorge Guillén, poeta e saggista della Generazione del 1927, un gruppo di valenti poeti spagnoli dotati di particolare ingegno, operativo tra il 1923 e il 1928, e in particolare ci accompagna nella comprensione di una delle maggiori opere di Guillén: il poemetto Luzbel desconcertado.

La sua condanna sarà sempre la solitudine, per natura un errabondo senza meta e in disarmonia con il creato: l’estrema sensibilità di questo angelo fa sì che Luzbel non riesca a trovare una sua precisa collocazione nell’universo, anche perché egli sottolineerà sempre il suo essere “diverso” e pertanto la costante ribellione alla realtà. Una condanna tanto voluta quanto subita quindi: l’inquietudine dell’anima che respinge ogni cosa sarà la causa del suo stato in essere sempre un angelo senza coro.

Tutto agli occhi di Luzbel è pura follia, il male che impera e porta alla catastrofe finale: le accuse nei confronti delle negatività umane e della natura del mondo che si presentano nel corso della storia: le guerre, le catastrofi, le distruzioni, la morte.

L’AUTORE

Ezio Rosanò è nato a Catanzaro e ha studiato Lettere e Filosofia a Firenze. Dopo essersi laureato in Lingue e Letterature straniere con una tesi in Letteratura Spagnola, ha conseguito il titolo di Dottore Magistrale in Studi linguistici, letterari e interculturali di due lingue europee ‘maggiori’, con una tesi di Letteratura Spagnola, critica letteraria e mediazione linguistica. Attualmente vive a Firenze.

 

Oggi, secondo capitolo della trilogia “di terra e di sangue”, al Piccolo Teatro Unical

COSENZA- Si terrà MARTEDI’ 4 DICEMBRE ore 21.00 al PTU Piccolo Teatro Unical alle spalle dell’Aula Magna, la rappresentazione “DI TERRA E DI SANGUE”. Da un’idea di Massimo Barilla e Salvatore Arena, progetto “A Sud della memoria” (trilogia) Capitolo secondoTesto: Salvatore Arena, Massimo Barilla, Maria Maglietta; Regia: Maria Maglietta; Attore narrante: Salvatore Arena; Musiche originali: Mirto Baliani; Collaborazione al progetto: Mariano Nieddu, Riccardo Sivelli

Una produzione Mana Chuma Teatro
con il sostegno di: Fondazione Giuseppe Di Vittorio, Città di Bova
Il contesto:
All’alba del 16 maggio del ’55, Salvatore Carnevale, giovane e irriducibile sindacalista, viene brutalmente assassinato sul sentiero che conduce alla cava di pietra, nel comune di Sciara, Palermo.
E’ l’ultima delle trentotto vittime del movimento contadino siciliano, cadute sotto i colpi della mafia e degli agrari nell’immediato dopoguerra.
Il decreto Gullo del ’44, che sanciva la redistribuzione delle terre incolte, aveva avviato in tutto il mezzogiorno le grandi lotte per l’applicazione della riforma agraria.
Per la prima volta per le grandi masse contadine si apriva una prospettiva di riscatto dalla secolare situazione di miseria e servitù quasi generalizzata.
Ma un po’ dappertutto lo Stato interviene in difesa del latifondo: sono decine in quegli anni gli eccidi compiuti dalle forze dell’ordine nei confronti di manifestanti, quasi sempre inermi.
In Sicilia proprietari terrieri, gabelloti, mafia, con la compiacenza di parti delle istituzioni, fanno convergere i propri interessi facendo leva sull’intimidazione e la violenza, e lasciandosi dietro una lunga scia di morti impunite.
Con “Turiddu” muore probabilmente anche quella stagione, nodo irrisolto della nostra storia contemporanea, ma si inaugura un modo nuovo di opposizione al potere mafioso, con la resistenza di una madre che non si rassegna, con i gesti, la dignità, le sue parole, pesanti come pietre.
“… un’altra puntata di quel teatro di memoria e di impegno civile che, da Marco Paolini ad Ascanio Celestini e a Marco Baliani, sta riuscendo in una doppia impresa: riportare la gente in platea e tenerla sveglia…”
[Marco Cicala, Il Venerdì di Repubblica]

“… più voci, diverse presenze con un unico attore in scena (…) ad evocare tutto un paese, Sciara, la Sicilia, la lotta per le terre, i diritti sindacali: ha meritato lunghi applausi, densi, compatti, Salvatore Arena (…), riesce a far emergere tutto un clima, arricciando a tratti il suo berretto, ricordando…”
[Valeria Ottolenghi, Gazzetta di Parma]

Ticket
Posto Unico 5 €
I biglietti sono acquistabili la sera stessa dello spettacolo nell’area ticket del PTU

Emergenza abitativa: lettera aperta dell’assessore Katya Gentile

COSENZA-Di seguito pubblichiamo la lettera di Katya Gentile, rivolta ai cittadini.

 “Mi occupo di emergenza Casa per delega conferitami dal Sindaco al nostro insediamento e l’inizio di questa «avventura», e la suddetta delega, mi hanno visto entusiasta, nonostante la lucida valutazione della complessità del problema, perché sapevo di essere mossa da princìpi di equità ed onestà  e pensavo  di poter fare bene e ottenere risultati.  In un anno e mezzo mi sono impegnata a comprendere il ‘problema CASA’ in tutte le sue sfaccettature, ed il perché da diritto si sia trasformato in problema, convinta che tutto può cambiare, solo se si vuole. Coincidendo il Natale col tempo dei bilanci, è giunto il momento  dei  consuntivi.

All’atto del mio insediamento, il patrimonio destinato all’edilizia pubblica residenziale era indisponibile poiché le case erano tutte occupate e, purtroppo, in molti casi, non dal  legittimo assegnatario. La situazione allarmante che mi si è svelata, dopo un’accurata ricostruzione degli atti e dei fatti oltre ad un’opera di attenta analisi e valutazione, si legava ad una serie molto variegata di inadempienze, di approssimazione e pressapochismo, di prassi errate, consolidate da anni di assenza di comunicazione tra gli uffici o tra gli Enti e di mancate assunzioni di responsabilità, la qual cosa aveva consentito il dilagare del fenomeno dell’occupazione abusiva, senza preoccupazione per alcuno di tutelare chi una casa la aspetta in maniera legittima e silenziosa da anni, nè tanto meno di tutelare il patrimonio abitativo pubblico.  Tutti mi dicevano: «Assesso’ che rogna vi siete andata a prendere, case non ce ne sono. Nessuno ne ha mai recuperate. Solo l’Assessore La Valle ci ha provato, ma ha recuperato 4/5 alloggi e si è fermata. E’ un’impresa impossibile.» Non sapete quante volte ho sentito questo disco rotto, da impiegati, da vigili e da dirigenti. Immaginate con quale iniezione di fiducia avrei dovuto approcciare la problematica, per di più da parte di chi dovrebbe esercitare azioni che garantiscano la legittimità e la legalità. Una “armata Brancaleone” con la quale difendere quel patrimonio che dovrebbe essere nella disponibilità dell’Ente affinchè il Comune possa dare risposte a chi effettivamente possiede i requisiti di legge. Ostinatamente, entrando in empatia col dolore e la disperazione di tanti bisognosi, ho continuato ad andare avanti, certa che se prima di me qualche risultato era stato raggiunto, si potesse lavorare e fare di più. Il dramma vero è che l’atteggiamento in troppi casi non è cambiato, come se i soggetti competenti non avessero compreso appieno la gravità del problema e la responsabilità che il ruolo conferisce loro. Stanca di dover continuamente sensibilizzare gli animi dei soggetti preposti in ordine ad una problematica che riveste carattere di emergenza sociale, mi ritrovo finanche a dover supervisionare ogni procedura e correggere gli errori di superficialità o di incompetenza. Mi conforta e mi spinge a non demordere solo il fatto che, nonostante tutto e con enormi sforzi comportanti un impegno quotidiano estenuante, in un anno sono riuscita a recuperare ed assegnare 12 alloggi ad altrettante famiglie aventi diritto. Ricordo prima a me stessa e poi agli altri che sono tanti i nuclei familiari (circa 130 quelli che mi hanno sottoposto la propria situazione di disagio, producendo adeguata documentazione) che, pur vivendo una situazione di assoluto bisogno, non si sono mai sognati di andare ad occupare abusivamente un alloggio. Se realmente si vuole riconoscere al fenomeno dell’occupazione abusiva carattere di urgenza sociale, al fine di arginarlo concretamente, non si può pensare di agire sporadicamente e nessuno di noi può esimersi dal compiere il proprio dovere, nel rispetto di tanta gente che ancora in Italia si attiene alla legge. Per quanto di mia competenza, d’intesa con il Commissario dell’Aterp, nell’ottica di una programmazione che miri anche al ripristino della legalità, lavoro al bando integrativo per l’assegnazione degli alloggi che si renderanno disponibili, bando che sarà pubblicato nei prossimi giorni e consentirà di evitare sperequazioni causate dal fatto che l’ultima graduatoria, ancora vigente, non rispecchia la situazione attuale, non tenendo conto di situazioni di maggiore disagio abitativo sopravvenute.

Nella fase di valutazione iniziale, più volte ho incontrato S.E. il Prefetto Cannizzaro, massima autorità del territorio, persona capace, di grande apertura mentale e spessore umano,  col quale,  in assoluta sintonia d’intenti, così come abbiamo stabilito di dover lanciare un monito per scongiurare nuove occupazioni abusive, allo stesso modo abbiamo ritenuto di non poter  mandare per strada, non avendo soluzioni alternative, chi si era procurato un tetto per la propria famiglia spesso composta da bambini,  anziani e  qualche volta disabili.

La scelta che abbiamo operato, e che a tutt’oggi mi sento di difendere, lascia spazio ad una complicazione: non tutti gli «ABUSIVI» hanno i requisiti. Ed allora? Rispondiamo tutti, ognuno per la propria parte, alla legge regionale n°32 del ’96. Tutti i soggetti deputati devono assolvere al proprio compito istituzionale, di accertamento, verifica, controllo, requisizione, quando si tratta di patrimonio dell’Aterp, e sgombero, applicando con rigore quella legge che, seppure passibile di miglioramenti, è ancora vigente. Io, per quanto mi compete, quotidianamente mi impegno a fare il mio dovere e a chi bussa alla mia porta continuerò a rispondere per quelle che sono le effettive possibilità, con la chiarezza, a volte  scomoda, che è mia caratteristica. Andrò avanti  continuando ad operare con le regole dell’assoluta trasparenza, legittimità e pervicacia che seguiteranno a portare risultati. Sono convinta che l’ostinazione e la caparbietà paghino sempre, quando vanno nella giusta direzione. Sono altresì certa, perché mi è già stata dimostrata disponibilità in tal senso, che sia possibile migliorare ulteriormente la rete di comunicazione e sinergia che lega tutti gli attori istituzionali coinvolti in questa problematica, persuasa che solo lavorando insieme e con identità di obiettivi si possano ottenere risultati concreti per proseguire su quel percorso di legalità intrapreso che finalmente  contamini tutti, diventando costume per la  nostra città. Per questo mi sento di ringraziare, oltre S.E. il Prefetto, il Colonnello Ferace, il Questore Anzalone,  il Procuratore Granieri e tutti i Giudici della Procura ai quali, consapevole della loro caratura umana e professionale, chiedo questa volta l’impulso decisivo che possa determinare una prepotente inversione di marcia. Al commissario dell’Aterp, Arch. Gagliardi, che con grande senso di responsabilità ha assunto coraggiosamente l’onere gravoso della guida di un Ente compromesso dalla cattiva gestione di chi lo ha preceduto, e col quale  si è instaurato un rapporto di proficua collaborazione, chiedo di proseguire nella meritoria opera intrapresa.

Il tempo che stiamo vivendo impone a tutti un’assunzione di responsabilità , uno sforzo in più. Nessuno può esimersi dal fare una seria azione di analisi del proprio operato e di quanto di più si possa fare,  a maggior ragione chi ha una carica pubblica che proviene dal consenso della gente deve sapere, in ogni istante della propria vita amministrativa, che opera per il bene di tutti, senza perdere mai di vista il fine supremo della Pubblica Amministrazione. Senza dubbio bisogna raccogliere le istanze più disparate, ma occorre discriminare sempre l’essenziale dal superfluo. La situazione è allarmante, la sofferenza eccessiva, viviamo un frangente di grande pericolo sociale, prossimo al collasso. Il governo centrale ha attuato delle misure economiche restrittive mettendo in serie difficoltà gli enti locali nell’espletamento di quegli aspetti di solidarietà sociale che in qualche misura consentivano in passato di offrire alle situazioni più disagiate un aiuto. Oggi, quindi, luci e botti potrebbero apparire una violenza nei confronti di chi probabilmente non ha un tetto e alcun motivo per festeggiare. Perciò, conoscendo la statura morale del nostro Sindaco, mi sento, magari inopinatamente, di chiedergli di risparmiare qualcosa su luminarie e festeggiamenti e destinare queste somme al pagamento di fitti, nell’attesa che le strategie messe in campo portino i frutti sperati.

A voi, cari concittadini, auguro in queste feste di poter aprire il cuore e riuscire a ritrovare quella solidarietà che un mondo individualista e senza valori ci ha rubato. Guardiamo gli occhi di chi ci è accanto e  sosteniamo per quello che possiamo chi ha bisogno. Possiamo tutti.

Presentato masterplan per l’ampliamento funzionale del complesso termale delle Terme Sibarite di Cassano All’Ionio

CASSANO ALL’IONIO- Nella sala convegni delle Terme Sibarite di Cassano All’Ionio è stato presentato il masterplan per l’ampliamento funzionale del complesso termale. A coordinare i lavori è stato Roberto Senise, uno dei consiglieri del consiglio di amministrazione delle Terme insieme a Pierluigi Martucci. Presenti, oltre a loro, anche il presidente delle Terme, Mimmo Lione, il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, e Giuliana Bernaudo, responsabile per il settore termalismo dell’ASP di Cosenza, i consiglieri regionali Gianluca Gallo, Gianpaolo Chiappetta, Ennio Morrone e Benedetto Di Iacovo, presidente della commissione regionale per l’emersione del lavoro non regolare. Dopo la relazione sullo stato dell’azienda, presentato da Roberto Senise, è toccato al presidente introdurre il progetto di ampliamento del complesso termale: «Le aziende termali, come in senso più ampio, tutte imprese che lavorano nell’ambito del benessere stanno direzionando la loro “mission aziendale” verso un ampliamento e diversificazione della loro offerta. La nuova tendenza in ambito termale è rappresentata dalla funzionalità di nuovi e moderni centri benessere con annesse piscine utilizzabili per l’intero anno. Per questo una società pubblica come le terme sibarite deve intraprendere rapidamente questa strada  senza tentennamenti  che sarebbero letali e non riuscirebbero a far riposizionare in tempi utili l’azienda nel nuovo bacino di utenza. Un management accorto si avvede di quanto avviene nella società che lo circonda, cerca di interpretarne le tendenze, al fine di trasformare le nuove richieste del mercato in utili aziendali nuovo lavoro ed occupazione.  In conseguenza di questa analisi abbiamo fatto redigere una progettazione esecutiva che nel lungo periodo preveda investimenti miranti alla creazione di una piscina coperta, di un centro benessere e di una sala convegni». «La legge regionale sul termalismo – ha concluso il presidente Lione – ci offre importanti possibilità anche di natura finanziaria a cui potremo attingere, che insieme ai fondi di cui dispone la società, ci permetteranno di  rendere cantierabile l’opera. La regione Calabria , con l’approvazione  della legge  di cui dicevo, ha riconosciuto il settore termale come strategico   per l’economia calabrese ed ha dato  alle aziende uno strumento di lavoro imprescindibile, alla luce di ciò va tributato, al Presidente Scopelliti, alla commissione consiliare competente per materia ed al Consiglio regionale un forte ringraziamento».

Dopo l’intervento del presidente e un breve saluto di Gianni Papasso, sindaco della Città delle Terme, è stato l’ing. Mario Oriolo a spiegare nel dettaglio il progetto. A seguire, l’intervento del presidente Scopelliti: «Ho sposato subito questo progetto perché l’ho trovato valido e perché come Amministrazione Regionale stiamo puntando molto sul turismo, in particolare sul turismo termale inserendolo all’interno di molti progetti per farlo emergere all’interno di quelle nicchie di mercato turistico che ci permettano di promuovere la Calabria nel migliore dei modi. Non a caso, ad esempio, dieci navi da crociera attraccheranno in Calabria nel 2013. Perché? Perché stiamo promuovendo i nostri 4 porti regionali e il territorio che ad essi si rivolge». «Il turismo termale – ha insistito Scopelliti – ci deve servire come risposta al territorio, alle persone che lo abitano  perché in questo particolare momento storico è a loro e solo a loro che bisogna rivolgersi. È molto importante che ci siano enti come questo delle Terme di Cassano che meritino gli investimenti perché non ci chiedono fondi per coprire buchi di bilancio ma ci permettono di investire e camminino con le loro gambe grazie alla virtuosità dei propri amministratori e per dare risposte vere a particolari porzioni di territorio. Dico questo non per propaganda politica, non a caso non guardo mai in faccia il colore politico dei sindaci. Molte volte quando vado in un territorio non so nemmeno di quale partito sia il sindaco. E non a caso abbiamo destinato 1 milione di euro al termalismo: per attrarre gente dalla Germania, dal centro Europa, dai paesi scandinavi. Non ci interessa la polemica sterile, quando abbiamo pensato a questo progetto abbiamo pensato ad  alberghi con spa di un certo livello perché chi lavora se ha una settimana deve venire qui a riposarsi. È la filosofia di vita di vita contemporanea e questo crea nuove opportunità per i territori. Sarò felice se questo progetto riesca a portare a casa l’intera posta del progetto».

Joe Amoruso dà il via alle Buone Feste cosentine

COSENZA- Dobbiamo solo sperare che Giove pluvio ami la buona musica perché la città  possa gustarsi nella bella cornice di piazza XI settembre, dove è stato previsto per mercoledì 5 dicembre alle ore 18.00, il concerto del musicista napoletano Joe Amoruso accompagnato dalla sua band. Ma è certo che l’Amministrazione comunale non intende rinunciare a questo primo, importante, concerto del cartellone di Buone Feste Cosentine e, se proprio dovesse continuare a piovere, si provvederà ad accogliere il pubblico in un luogo coperto.

Joe Amoruso è senz’altro un artista simbolo del rock partenopeo, dove è approdato dopo un percorso iniziato come enfant prodige del pianoforte per seguire poi le vie del jazz e della musica contemporanea fino alle nuove correnti del pop.

Brillante e ricercato session man nel panorama discografico italiano, ha stretto un particolare  sodalizio  con Pino Daniele e quei musicisti che gravitavano intorno a lui: Tony Esposito a Tullio De Piscopo, Richie Havens Mauro Pagani, Alberto Fortis, Vasco Rossi, Nino Buonocore, Edoardo De Crescenzo, Mia Martini, Roberto Murolo ed Enzo Gragnianiello. In campo internazionale, ha collaborato con Billy Cobham, Bob Berg, Mike Stern, Don Cherry. Sodalizio artistico più recente quello con l’amico chitarrista Antonio Onorato, con il quale condivide anche un progetto di recupero, mediante un nuovo concetto d’improvvisazione, della tradizione musicale mediterranea e partenopea. Produttore artistico per EMI,WEA e Sugar con Mauro Malavasi e Caterina Caselli, collabora al lancio di Andrea Bocelli (1995).  Joe Amoruso compie un percorso parallelo, anche se meno visibile, nel campo della ricerca musicale, coltivando anche un interesse scientifico per l’archeologia, l’astronomia, la storia e la filosofia.

Un grande live di fine anno attende Joe Amoruso, che sarà sul palco insieme a Pino Daniele nei due concerti napoletani del 28 e 29 dicembre. Per quell’occasione Pino Daniele rimette insieme la band di Vai mò composta, oltre ad Amoruso,  da Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese e Rino Zurzolo.

Dislessia: Lions e regione Calabria dalla parte dei bambini

CIRÒ MARINA (KR) – A volte non si riconosce; si fa fatica anche in famiglia ad associare le difficoltà dell’apprendimento alla DSA, eppure di piccoli dislessici se ne contano in Calabria tra i 20 e 25 mila casi. Se non di più. Sensibilizzare gli operatori scolastici sul tema, per affrontare il disagio/disturbo e intervenire per tempo. Ecco l’obiettivo del progetto LA MIA AMICA DISLESSIA, presentato nei giorni scorsi a Cirò Marina. L’assessore regionale alla cultura Mario CALIGIURI: attivare una rete virtuosa; i ragazzi al centro del progetto formativo.

Ospitato nell’auditorium della scuola media “Don Bosco” lo scorso 1° dicembre, l’evento ha visto la partecipazione dei partner del protocollo d’intesa siglato tra Presidenza della Regione Calabria, assessorati regionali alla sanità e alla cultura, Ufficio Scolastico Regionale Calabria, Lions Club International Calabria, Federazione Italiana Medici Pediatri Calabria, Società di Neuropsichiatria Infantile Calabria, Centro Studi sui Bisogni Educativi Speciali, Autismo, Unical e FIDAPA Calabria.

Oltre al prof. CALIGIURI erano presenti anche il dott. Salvatore SENATORE, presidente del Service, Mario PATANISI, presidente Lions Club Cirò Krimisa, Roberto SICILIANI e Nando AMORUSO, rispettivamente sindaco e vicesindaco di Cirò Marina, Salvatore BAGALÀ, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’ASP di Crotone, il prof. SIMONESCHI in sostituzione di Raffaele CIAMBRONE, Coordinatore nazionale DSA, Maria Pia SCAFURO Coordinatore AID Calabria, Antonella VALENTI dell’Unical docente presso il dipartimento di scienze dell’educazione e Domenico LARUFFA, past Governatore Lions Distretto 108 YA.

Abbiamo affrontato nelle altre province – ha detto CALIGIURI – molte iniziative per la questione degli DSA. Il protocollo con i Lions è l’iniziativa più rilevante per quanto riguarda la disabilità in Calabria perché crea una rete virtuosa che va dagli operatori ai neuropsichiatri infantili; è fondamentale che questo progetto nasca da un club service. Occorre promuovere la diagnosi precoce, ridurre i disagi formativi e formare dei professionisti competenti. Stiamo lanciando oggi un segnale importante per la Calabria, stiamo mettendo la scuola e soprattutto i ragazzi al centro del processo formativo. È importante, inoltre, mettere in forte evidenza i ragazzi eccellenti e dalle altissime qualità scolastiche, ma soprattutto – ha concluso – bisogna mettere al centro chi ha delle difficoltà, perché sono loro che ci danno la possibilità di dare un senso reale al nostro impegno.  Grazie alla redazione di un documento – ha spiegato SENATORE gli operatori avranno in mano ogni strumento idoneo per individuare i bambini con questo disagio. L’operatore sanitario, che ha consapevolezza della situazione, può attivare il percorso della rete, segnalando il bambino alla famiglia e al pediatra familiare che, nella conferma della diagnosi, indicherà un neuropsichiatra infantile che può certificare il disturbo e quindi segnalarlo alla scuola, che metterà in campo e attiverà gli ausili compensativi idonei ad affrontare al meglio al disagio.

“La Fiera dei sapori” arriva a Cosenza dal 6 al 9 dicembre su Viale Mancini

Sono 1000 i metri quadrati per 42 aziende che rappresentano quanto di meglio è in grado di esprimere il territorio regionale nel comparto dell’agroalimentare. Questa mattina a Palazzo dei Bruzi la Fiera dei sapori è stata presentata alla stampa durante una conferenza che ha visto la partecipazione dell’Assessore Vigna, della collega di giunta Rosaria Succurro, assessore alla comunicazione, di Eugenio Bruni, responsabile tecnico di “Autori di Eventi”, di Rocco Colacchio, Coordinatore regionale della sezione agroalimentare di Confindustria e presidente provinciale della stessa sezione vibonese, e di Antonio Crispino, rappresentante legale dell’azienda “Calabria Food”. Colacchio è anche Coordinatore della rete agroalimentare “Calabria di gusto” che raggruppa le eccellenze produttive made in Calabria che troveranno ospitalità all’interno della Fiera dei sapori. La manifestazione aprirà i battenti alle 15,30 di giovedì 6 dicembre nel primo tratto di Viale Giacomo Mancini. Venerdì 7 dicembre degustazione gratuita per tutti dei tipici cuddrurieddri , alimento principe del periodo natalizio al quale persino il jazzista cosentino Enrico Granafei, nativo di Lauria, ma residente nel New Jersey, dove gestisce il “Trumpets jazz club”, crocevia di importanti musicisti della scena jazzistica internazionale, ha dedicato una ballad in stile bossa nova. Sabato 8 dicembre e domenica 9 dicembre gli stand della Fiera dei Sapori resteranno aperti ininterrottamente dalle 10,00 alle 20,00.

“Valorizzare i prodotti enogastronomici di eccellenza non solo della città e della provincia, ma dell’intera regione, perché la promozione delle eccellenze resta tra gli obiettivi più importanti e significativi dell’Amministrazione comunale ed è la chiave di volta della crescita economica del territorio”. Parola di Luciano Vigna, Assessore alla crescita economica urbana e titolare della delega alle attività economiche e produttive e al turismo.“Cosenza – ha detto ancora in conferenza stampa l’Assessore Luciano Vigna – deve riacquistare quella centralità dal punto di vista commerciale che ha sempre avuto e che negli ultimi tempi è venuta un po’ meno. Si può risalire la china anche in tempo di crisi – ha aggiunto Vigna – purché si favoriscano gli scambi commerciali. Solo così si potranno manifestare segnali di ripresa. Ecco perchè l’Amministrazione comunale ha creduto nelle potenzialità di una manifestazione come la Fiera dei sapori che offre una significativa, duplice opportunità: istituire un confronto tra i produttori di eccellenza ed avviare un percorso di virtuosa contaminazione tra ciò che si produce in città e in provincia e quel che è in grado di esprimere il territorio regionale per sondare la possibilità di “piazzare” i prodotti made in Calabria anche sul mercato nazionale ed internazionale.” La Fiera dei sapori è un segmento interessante della seconda edizione di “Buone feste cosentine”, l’articolato programma di iniziative che l’Amministrazione comunale ha organizzato per il periodo natalizio. Un aspetto questo messo in evidenza, nel corso della conferenza stampa, dall’Assessore alla comunicazione Rosaria Succurro. “La Fiera dei sapori – ha detto la Succurro – si inserisce in un contesto più ampio che comprende una serie di attività pensate per i giovani, ma anche per i meno giovani e che accompagneranno le festività natalizie e di fine anno, fino al 6 gennaio.”

Per Eugenio Bruni della società “Autori di eventi” “bisogna invertire la tendenza e trainare il Nord a rendersi conto delle nostre eccellenze ed acquistarle. La Fiera dei sapori intende perseguire l’obiettivo di promuovere i migliori prodotti regionali senza bisogno di andare a Milano. Sta in questo la nostra scommessa.”

Rocco Colacchio, coordinatore regionale della sezione agroalimentare di Confindustria, ma anche della rete di produttori “Calabria di gusto” ha, invece, insistito sulla necessità di portare avanti il made in Calabria che può contare su un ampio paniere di prodotti di eccellenza. “Comprare e spendere calabrese – ha detto – fa bene all’economia locale e a quella regionale. Prima di rivolgere l’attenzione al mercato nazionale e internazionale, bisogna acquisire credibilità nella propria regione.”

Nel corso dell’incontro con i giornalisti sono intervenuti inoltre Antonio Crispino di “Calabria Food”, azienda, con sede a Mangone, nata 45 anni fa e specializzata nella produzione di conserve e prodotti vegetali, e l’agronomo Mario Reda che ha lanciato il monito secondo il quale “non occorre guardare ai mercati lontani, ma è sufficiente diffondere la cultura della qualità. La Fiera dei sapori è l’occasione giusta per educare il consumatore a gustare i prodotti calabresi di eccellenza.”