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REsistenze Calabresi, un convegno per raccontare la Calabria Positiva

CITTANOVA (RC) – Sabato 14 maggio presso il “Polo della Legalità” a Cittanova (RC) si è tenuto un incontro incentrato sulle storie e sulle esperienze di chi opera quotidianamente per costruire una Calabria bella, pulita, libera.

L’evento, fortemente voluto dall’Associazione Culturale Officine delle Idee, con il patrocinio del Comune di Cittanova, il Parco Nazionale dell’Aspromonte e l’Associazione Aspromedia, nasce con l’intento di mostrare vicinanza e solidarietà a Giuseppino Bombino, Presidente Parco Nazionale Aspromonte e ad Arturo Walter Scerbo, sindaco di Palizzi – vittime entrambi di ripetuti atti intimidatori ricollegabili agli ambienti mafiosi.
Un evento sulla legalità che non si è svolto sotto il classico profilo convegnistico in cui retorica e autoreferenzialità – molto spesso – la fanno da padrona, bensì come momento di incontro e di condivisione in cui sono stati centrali i racconti di REsistenze calabresi ovvero tutte quelle esperienze positive e importanti di chi opera quotidianamente in maniera onesta per costruire una Calabria bella, pulita e libera.

L’Aspromonte delle REsistenze vuole raccontare l’altra faccia della medaglia di un territorio troppe volte posto in ombra dalle vicende di mafia . Quella faccia scevra da ogni stereotipo, che si vuole mostrare nella sua carica positiva e in cui è fondamentale confidare nel fatto che, per poter cambiare le cose che non ci piacciono, bisogna avere speranza e non rabbia. Un evento celebrativo ma al contempo consapevole, il cui senso dello slogan “Nessun dorma” è finalizzato a non abbassare mai la guardia e a rimanere vigili verso tutte quelle situazioni drammatiche che purtroppo ancora avvengono e attraverso cui bisogna rispondere facendo quadrato non con le parole ma con i fatti.

Ad aprire l’incontro, Antonio Blandi, Presidente Officina delle Idee, il quale chiarisce subito l’intento della giornata: “Con questo evento vogliamo rappresentare l’Aspromonte che vuole andare avanti e non tornare indietro nel tempo, a quando questa terra era riconosciuta solo come luogo tristemente noto per sequestri e ‘ndrangheta. A tutto questo vogliamo dare voce per dimostrare solidarietà e vicinanza alle istituzioni – prosegue Antonio Blandi – e a quanti, ogni giorno, s’impegnano per un Aspromonte e quindi per una Calabria migliore non con un semplice convegno dove elucubrare e perdersi in virtuosismi della parola, ma dando visibilità alle esperienze, alle storie e quindi alle Resistenze. Siamo consapevoli che c’è ancora molta strada da fare per voltare completamente pagina, ma siamo altresì consapevoli che molte cose buone sono state fatte grazie all’impegno di tanti cittadini aspromontani che con il loro operato buono e pulito ogni giorno dimostrano che c’è un Aspromonte che Resiste.”

Una giornata all’insegna delle storie di uomini e di donne che hanno scelto volontariamente di rimanere in Calabria per costruire il loro futuro e quello dei propri figli.
Storie come quella di Laura Multari, che con suo marito Antonio manda avanti l’azienda Sapori antichi d’Aspromonte a Canolo, un piccolo paesino posto su di un altopiano dell’hinterland reggino. Dalla loro impresa nascono prodotti autoctoni come salumi, formaggi, ma anche le feste di paese e qualunque altra iniziativa che possa far crescere il territorio. Vittime di un attentato di natura mafiosa, in cui hanno bruciato la loro azienda, i coniugi proseguono inarrestabili nel loro impegno, nei loro sogni e nella loro attività. “Questa giornata è stata fortemente voluta sia da me che da Antonio per testimoniare vicinanza verso tutti quelli che subiscono atti intimidatori solo per aver operato in maniera onesta e coraggiosa. Abbiamo scelto la strada della Resistenza, consapevoli di ciò che comporta anche per i nostri figli che ogni giorno subiscono le conseguenze di una vita da pendolari, percorrendo quasi 30 km per arrivare a scuola. Non vogliamo assolutamente piangerci addosso. E’ una nostra scelta di vita. Purtroppo ad oggi, ciò che manca in questa terra – dal patrimonio meraviglioso – è il dialogo. Sono convinta che iniziative come queste possano aiutarci a costruire quella rete di cui siamo carenti, per far conoscere a tutti chi siamo e ciò facciamo quotidianamente.”

Menia Cutrupi è una start upper reggina fondatrice di “Mammamenia” . Laureata in ingegneria industriale, mamma di due figli, la giovane 32enne inizia a lavora in un’azienda come responsabile sicurezza fino a quando non decide di dare una svolta alla sua vita lasciando l’ufficio per creare il progetto (Mammamenia), dedicato a tutte quelle mamme che come lei hanno difficoltà a coniugare gli impegni lavorativi con la vita familiare. La sua start up vende ‘pacchetti di coccole’: “Offriamo diversi tipi di coccole, (giornate relax in centro benessere, servizi di baby sitting, colazioni, pranzi e cene a tema…ecc) momenti in cui le mamme possono staccare dalla routine stressante e pensare un po’ a se stesse.” Figlia dell’imprenditore reggino Andrea Cutrupi che aveva denunciato, fatto arrestare e poi condannare il boss di una delle cosche più potenti di Reggio Calabria, Pasquale Libri, Menia ha dovuto chiudere l’azienda in quanto la Prefettura ha emesso un’interdittiva antimafia perdendo le commesse pubbliche ottenute in gare d’appalto bandite in varie regioni. Nonostante ciò, la giovane mamma start upper è una donna carismatica, che non si lascia abbattere nemmeno dalla sclerosi multipla, malattia da cui è affetta. Attualmente, nonostante debba ripartire da zero, Menia continua a coltivare il suo sogno promuovendo in giro per il territorio una campagna di crowdfunding per la sua start up. “Questa è la mia REsistenza quotidiana, lottare per ciò in cui credo. Ciò che mi da’ la forza di andare avanti sono i miei due figli.”

Ci sono poi le realtà associazionistiche, come l’Associazione Osservatorio ambientale Diritto per la Vita”, che svolgono la loro quotidiana opera di supporto ai cittadini lì dove manca l’azione programmatica delle istituzioni, attraverso indagini cicliche effettuate sulle acque di rete. L’Associazione ha sviluppato un applicativo che permette agli utenti la fruizione di analisi acque – sia di rete sia marittime – visibili sul sito e sull’app mobile creata appositamente. ”Ci hanno sempre detto che le nostre acque erano inquinate a causa degli sversamenti di sostanze tossiche provenienti anche dall’estero. A volte preferiamo rimanere nella nostra paura piuttosto che vedere se quella paura è fondata” – spiega uno dei responsabili Osservatorio Ambientale Diritto per la vita. “Noi abbiamo analizzato alcune delle fontanelle pubbliche sul territorio di Cittanova tra cui la Fontanella Zomaro Acque Bianche in cui abbiamo potuto accertare la potabilità dell’acqua, verificando in laboratorio l’assenza di metalli pesanti o nocivi.”

“Ciò che ci permette di REsistere in un paese come quello che amministro è l’abbattimento dei muri, l’accoglienza e l’apertura verso tutto ciò che può portare cambiamento. Per tale motivo ho aperto le porte di un’ostello della gioventù affinché ognuno possa servirsene per ciò che più gli aggrada a livello personale” – esordisce Arturo Walter Scerbo, sindaco di Palizzi. Il sindaco, nell’agosto del 2015, riceve due lettere di minacce di morte. “Stiamo valorizzando ciò che di buono offre la nostra terra, attraverso laboratori del vino. In pochi sanno che in epoca romana, Palizzi, rinomata per la qualità del vino, riforniva Roma.”

“Questa struttura è figlia della REsistenza” – commenta il sindaco di Cittanova, Francesco Cosentino riferendosi al ‘Polo della Legalità’. “In questo comune abbiamo all’attivo più 50 associazioni antiracket, una fiera botanica annuale conosciuta e ormai avviata da quasi otto anni e una stagione teatrale florida. Diversi terreni sono stati confiscati alle mafie e vengono utilizzati per fare ‘ortoterapia’. Nei miei progetti futuri spero di poter investire sulle scuole e sui minori a rischio, per creare cittadini migliori. Tutte queste cose devono renderci orgogliosi e devono permetterci di non abbassare mai la guardia. E’ il simbolo di una volontà forte di rimanere in questa terra.”

Chiude il filone narrativo della giornata Giuseppe Bombino, Presidente Parco Nazionale Aspromonte, vittima di ripetute intimidazioni nell’arco degli ultimi due anni. “E’ vero che a Reggio Calabria c’è la ‘ndragheta. Ma è anche vero che più si dilata un fenomeno, più avrà spazio e modo di esistere. Mentre se lo si confina, si ha modo di relegarlo in un angolino. Qual è l’Aspromonte che vogliamo raccontare? Quanto dura lo stigma e il peccato di una terra? Per quanto ancora bisogna pagare le conseguenze di fatti appartenenti ormai al passato? Credo che dobbiamo buttarci alle spalle le drammatiche vicende dell’Aspromonte; preferirei che venisse dimenticato, piuttosto che sentirlo narrare per bocca altrui solo sulla scia di vicende oscure. Ora è tempo di andare avanti, resistere e persistere.”

Defibrillatore dell’Associazione Auser a disposizione della comunità Bovalinese

BOVALINO (RC) – L’Associazione Auser “Noi ci siamo” mette a disposizione della comunità l’utilizzo di un nuovo defibrillatore e di personale specializzato BLSD.

L’acquisto è stato possibile grazie ad una raccolta fondi che ha visto la partecipazione di tantissime persone.

In un mondo che corre sempre più veloce verso la globalizzazione generale appaiono come un bagliore di luce in fondo al tunnel le parole del Santo Padre: <<Non dimentichiamo  mai  che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono  più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. (Papa Francesco)>>.  Ed  è sulla scia di questo profondo pensiero che operano, lontani dai riflettori e dal fragore quotidiano, le tantissime Associazioni di volontariato esistenti sul territorio che cercano in ogni modo di venire incontro alle esigenze soprattutto dei più deboli e dei più bisognosi.  Anche a Bovalino (Rc), cittadina della fascia jonica reggina che sta attraversando un periodo particolarmente buio legato alle note vicissitudini politico-ambientali, opera già da diverso tempo, tra le altre, l’Associazione Auser “Noi ci siamo”, onlus diretta dal Presidente Paolo Graziano, composta da tanti soci che prestano parte del loro tempo e della loro opera a favore dei più deboli, dei più poveri e dei più disagiati. In questi ultimi anni di attività, sono state tante le manifestazioni che hanno visto al centro dell’attenzione “l’operosità reale e concreta” di questa associazione  e sono state tante le persone bisognevoli che hanno potuto così beneficiare del loro prezioso servizio. E’ di questi giorni la notizia dell’ultima attività sociale condotta da Auser “Noi ci siamo” che, grazie anche all’aiuto spontaneo di tante persone esterne all’associazione, è riuscita a portare a termine la raccolta di fondi necessaria per l’acquisto di un ausilio sanitario (defibrillatore) che, se usato con tempestività, permette di poter salvare una vita umana. Pertanto è con grande spirito solidale e partecipativo che Auser rende noto alla cittadinanza che l’apparecchiatura sanitaria in questione, ed eventualmente anche l’impiego di personale specializzato BLSD  (Basic Life Support and Defibrillation, ovvero il supporto di base alle funzioni vitali e la defibrillazione), potrà essere a disposizione della comunità bovalinese e di quanti ne avessero bisogno, previa specifica richiesta da avanzare direttamente ai responsabili dell’associazione.  

Con “Il cacciatore di Meduse” Ruggero Pegna sbarca alla Fiera del Libro di Torino

 

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TORINO – “Il cacciatore di meduse”, il commovente romanzo di Ruggero Pegna edito dalla casa editrice Falco, che racconta la storia attualissima di un piccolo migrante somalo, è sbarcato anche al Salone del Libro di Torino. che racconta la storia attualissima di un piccolo migrante somalo, è sbarcato anche al Salone del Libro di Torino. Dopo la Book City di Milano, numerosi riconoscimenti, presentazioni in giro per l’Italia e in molti istituti scolastici, le avventure del piccolo Tajil arrivato a Lampedusa alla ricerca di una vita migliore, con sua madre e un piccolo Pinocchio di legno, sono approdate nella più nota vetrina libraria italiana. A dieci mesi dalla pubblicazione, è lo stesso autore a fare un breve bilancio. “I pareri di chi ha letto fino ad oggi il romanzo, persone di ogni età, mi hanno convinto a credere che sia davvero una bella storia. “Scrivendolo, mi sono emozionato e commosso molte volte e questo accade anche a chi si avventura nelle sue pagine. Dietro quelli che chiamiamo temi sociali, ci stanno sempre racconti di grande umanità. Anche il libro sulla mia malattia parla di sociale, come la donazione del sangue o del midollo, la solidarietà, la vicinanza a chi soffre. Una storia al limite tra la vita e la morte l’ho vissuta realmente e alla vigilia del mio matrimonio, altre ho provato a viverle scrivendo. Viaggiare in certe storie incredibili vissute da altri, immedesimandoci, permette ad ognuno di curiosare ed entrare nelle pieghe più profonde dell’animo umano, riuscendo a provare forti e inimmaginabili emozioni, condividerne paure e speranze. Oggi, le principali case editrici prediligono testi di facile consumo, come li definirei, dal gossip alle ricette gastronomiche, dai commissari alle vite di calciatori o artisti. Un libro di quasi quattrocento pagine che parla di migranti e miseri, non trova porte spalancate. Però, la straordinaria accoglienza di questi mesi, in particolare nelle scuole, dimostra che l’importante è che un libro convinca e piaccia,  il passaparola può essere più utile del grande investimento di una casa editrice. E’ una storia dei nostri giorni ricca di personaggi che appartiene a tutti noi, in cui ognuno può identificarsi. Nessuno ha scelto di nascere, né dove, né con quale colore della pelle. Ognuno ha diritto a sperare in una vita migliore, nella pace e nel rispetto della stessa dignità umana e di ogni diversità. L’umanità dell’immigrazione e della lotta per l’integrazione, in questo romanzo riesce a prevalere su ogni paura, aprendo alla tenerezza e a un forte senso di solidarietà. La storia di Tajil convince per la capacità di dare voce agli stessi migranti, alle sofferenze e ai sogni di chi è bisognoso o diverso, discriminato per il suo stato di povertà o per il colore della pelle. Un romanzo che racconta la dura realtà dei nostri giorni, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche, fino a fare diventare naturale il grido contro ogni forma di razzismo”.

 

IPASVI e C.I.V.E.S insieme per “Salute e cittadino”

COSENZA – Ieri mattina, il C.I.V.E.S. (Coordinamento Infermieri Volontari Emergenza Sanitaria ) Associazione Nazionale insieme ai nuclei provinciali del territorio Italiano hanno deciso di dare vita ad una campagna nazionale che promuova la salute dei cittadini, sviluppando quei temi utili a prevenire danni e malattie e a promuovere il benessere della società. Con loro tutti gli infermieri Ipasvi, rappresentati da Fausto Sposato e da tutto il direttivo.  Secondo una indagine del CENSIS, l’infermiere è visto dalla comunità come quella figura che rasserena e che supporta la persona nel suo bisogno di cure. Ma all’infermiere è deputato anche un compito molto importante: agire sulla prevenzione per il benessere della persona. La campagna vede impegnati anche  la Federazione Nazionale Collegi IPASVI e l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica ENPAPI che insieme a C.I.V.E.S., i tre dei principali attori  rappresentanti della nostra professione,  vogliono iniziare un nuovo percorso di collaborazione per far conoscere l’infermiere al di fuori dei luoghi canonici dove viene esercitata la professione. Con la frase che dà vita alla intera campagna “infermieri sempre in campo!”, si vuole per l’appunto evidenziare come l’infermiere può assistere qualificatamente, educare alla salute, e/o garantire l’intervento di soccorso dopo una calamità, per far comprendere cosa sia diventato oggi l’infermiere e quale supporto sia in grado di fornire al cittadino. Gli infermieri scendono dunque in campo, in tutto il territorio nazionale, attraverso l’opera dei volontari CIVES, per favorire uno stile di vita sano e utile alla prevenzione di malattie, al fine di ridurre l’incidenza di ipertensione arteriosa e malattie cardiovascolari.

Incidente Ss. 18, nota congiunta delle famiglie delle tre ragazze scomparse

COSENZA – Sono passati solo pochi giorni dal terribile incidente stradale sulla Ss. 18 “Tirrena Inferiore”, nei pressi di San Lucido, che ha tolto la vita a tre giovanissime ragazze, Sara Frangella, Ida Oliva e Filomena Santoro. Il dolore di familiari, amici e conoscenti è ancora intenso, vivo e ha sconvolto più che mai i cuori dei calabresi tutti che in ogni modo hanno provato a far sentire la propria vicinza e confortevole solidarietà a dei genitori stremati dalla loro perdita. Per questa ragione, per l’affetto e la vicinanza ricevute da amici, conoscenti, sconosciuti e cariche istituzionali, le famiglie delle tre giovanissime ragazze scomparse hanno inteso diramare una nota congiunta, sia per ringraziare quanti hanno mostrato sincero affetto, sia per richiedere che il ricordo delle loro figlie non resti vano, ma possa contribuire in materia di sicurezza stradale.

«Affinchè il sacrificio delle nostre amatissime figlie non sia vano e che il loro ricordo rimanga per sempre vivo nei nostri cuori e nella nostra mente – si legge nella nota congiunta – chiediamo, in questi giorni di profondo ed inconsolabile dolore, la collaborazione di tutte le persone e le associazioni che ci sono state vicine a fare qualcosa di concreto per migliorare le condizioni della viabilità e della sicurezza stradale della SS 18, ormai diventata, al pari della SS 106, un’altra “strada della morte”. A tutti, e soprattutto a quanti hanno conoscenze e competenze specifiche in materia di sicurezza stradale, chiediamo collaborazione concreta e fattiva per poter avanzare richieste, idee e proposte a quanti sono quotidianamente preposti a garantire questo inalienabile diritto-dovere. La tragedia che ha colpito le nostre famiglie, privandoci di tre angeli nel fior fiore della loro giovinezza, che sognavano un futuro ricco di progettualità e speranza non dovrà ripetersi mai più. Alla realizzazione di questo obiettivo rivolgeremo tutte le nostre forze e le nostre energie, affinchè altri genitori, altre famiglie non debbano più patire la nostra stessa sofferenza ed il nostro immenso, inconsolabile dolore».

In allegato alla nota, gli indirizzi mail delle tre famiglie, per avanzare, proposte, suggerimenti, anche per un semplice aiuto o per una piccola nota di consolazione.

cristian.frangella@gmail.com

palettadamiano@gmail.com

idolina97@hotmail.it

 

Calabria sì, Calabria no: a Villa Rendano i giovani si interrogano se partire o restare

restare in calabria 8e30Cosenza- Calabria sì, Calabria no. Perché andare? perché restare? Non è il titolo di un film, né di una pubblicità. Lo hanno scelto i ragazzi dell’associazione “L’eco-Giovani Idee”, promotori del convegno, avvenuto a Villa Rendano, moderato da Raffaella Aquino, in collaborazione con “Progetto Villa Rendano”, rappresentato da Walter Pellegrini, per discutere, l’ormai ricorrente tema, della fuga dei cervelli dal Sud Italia. Una vera e propria emergenza, stando a quanto raccontano le statistiche che, solo nel 2015, ha visto evadere, più di 4.000 giovani. Neolaureati o giovani diplomati che, seppur spesso animati dal bisogno e dalla voglia di restare, si ritrovano a far fronte alla mancanza di lavoro o alla scarsa possibilità di farne uno diverso da quello del classico call center. A partecipare al dibattito, in un rincorrersi di testimonianze, una platea di “esperti”, giovani e meno giovani, che hanno reso nota la loro esperienza, sottolineando, perennemente, come al centro di ogni decisione dovrebbe esservi la possibilità di scegliere. Un concetto ribadito, negli ultimi tempi, anche da qualche personalità di successo, assolutamente vero e meritevole nelle parole, poco applicabile nella sostanza.  Se da un lato, infatti,  testimonianze e personalità come AnnaLaura Orrico, co-founder del Talent Garden Cosenza, la realtà di coworking digitale basata sul concetto di collaborazione  e innovazione, accrescono entusiasmo e danno ancora voglia di sperare, dall’altro ci sono i progetti iniziati e mai finiti di cui si fa portavoce la politica regionale, i vari “garanzia giovani” che promettono lavoro e non ne danno, i pregiudizi, male assoluto della Calabria, che inibiscono il coraggio di osare, soprattutto se di stampo femminile, e modellano tutti ad immagine e somiglianza, istruendo sin da piccoli a rinunciare.

E allora ben vengano i coraggiosi esempi di chi, come Michela Curcio, giovanissima ventenne emigrata in Irlanda, si racconta, con una viva luce negli occhi, senza  filtri. Per lei essere una vera calabrese significa riconoscere  e apprezzare ciò che esiste al di fuori del suo territorio e scalfirne le differenze. In tutti questi anni, racconta, “mi sono resa conto che il concetto di parità dei sessi, nel 2016, è ancora un’illusione. In Calabria, la gente lotta con il concetto di realtà patriarcale, le donne sono mogli e madri. Io, andando via, ho scelto di esercitare il “diritto alla carriera e all’indipendenza”. Se c’è qualcosa, però, a cui dovremmo lavorare, quelli sono i trasporti. Viaggiare da uno Stato all’altro comporta denaro e fior di quattrini e chiunque, ha bisogno di tornare ogni tanto.” A lei, si oppone l’altrettanta gioia della redazione “La Voce del Borgo”, rappresentata da Francesco Plastina. Con leggerezza e ilarità, Francesco racconta un altro lato della medaglia, di chi anche tra i vicoli poco abitati di un centro storico, esercita la voglia di fare e quella di migliorare la realtà in cui vive. Del resto, se fosse vero quanto sostiene il prof. Barberi, ciò di cui soffre la Calabria non è diverso dalla malattia che affligge l’Europa intera, seppur in uno stadio più avanzato.” Mentre nel resto del mondo si applicano le cure, però, nella terra dell’ “improbabilità infinita”, dove se qualcosa accade è solo per un caso accidentale, ci si crogiola tra le lamentele, i “vorrei ma non posso”, i “che cosa vai a fare” e le convinzioni che chi parte è un vigliacco, chi ritorna uno straniero. La risposta, in termini pratici, non è data conoscerla, poiché attiene alle esperienze e alle predisposizioni di ciascuno, ma una cosa è certa. In Calabria e ovunque, il vero successo, è di chi agli stereotipi e ai preconcetti, antepone passione e l’ambizione di “fare”.

Lia Giannini

Il presidente del Coni Malagò in Calabria per la giornata “Sport e legalità”

LOCRI (RC) – Lunedì alle ore 11, all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Locri, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il Capo della Polizia Alessandro Pansa ed il consigliere del Csm Luca Palamara incontreranno gli studenti della Calabria. Durante l’incontro verranno affrontati i temi della legalità e del rispetto delle regole nella vita e nello sport. Alla fine dell’incontro presso la scuola di Locri, alle ore 15 presso lo stadio “Oreste Granillo” di Reggio Calabria, si svolgerà il triangolare di calcio della legalità che vedrà la partecipazione della RMI (rappresentativa magistrati italiani), della Nazionale Parlamentari e della Nazionale Prefettizi. Le partite saranno dirette dall’arbitro internazionale Paolo Valeri, mentre il calcio di inizio verrà dato dal presidente Malagò. Allo stadio saranno presenti circa 5000 studenti con tricolori e gigantografie sulla legalità. Alle 13 verranno aperti i cancelli con 10 perfomance delle scuole della Calabria, alcune musicali alcune sportive. L’Inno d’Italia sarà eseguito da un’orchestra giovanile accompagnata da un’esibizione di ginnastica ritmica. L’evento sarà accompagnato dalla presenza degli ex giocatori della Reggina Cozza, Franceschini e Campolo, delle ragazze dello Sporting club di Locri, Anna Barbaro della Nazionale non vedenti, Gabriele Ghilà campione del mondo salto in lungo. Vi sarà anche un intrattenimento musicale con Fabio Santini, giovane cantante uscito da X Factor.

Catanzaro, punto di primo soccorso nel Campus dell’Università

CATANZARO- “Il nostro Campus universitario seppur frequentato quotidianamente da migliaia di persone, tra studenti (di cui alcuni residenti), professori e ricercatori, personale amministrativo, personale medico, utenti abituali e occasionali, presenta una palese carenza: è letteralmente sprovvisto di un punto di primo soccorso”. E’ quanto afferma in una nota stampa il consigliere provinciale Marco Polimeni, delegato ai rapporti con l’Università “Magna Graecia”.
“La vicenda – continua il consigliere – risulta ancora più anomala se si considera che il Campus può vantare, non soltanto strutturalmente, un prestigioso Policlinico universitario, con un corposo personale medico operante all’interno dell’Ateneo e dell’Azienda Mater Domini. Pertanto bisogna considerare che, con la crescita dell’utenza, occasionalmente ma con una frequenza imprevedibile, può divenire scenario di momenti di urgenza medica o di malori, che possono colpire chiunque frequenti il campus”.
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“Il colmo è proprio questo: in quei casi – spiega ancora Polimeni – in una struttura così autorevole, specialmente per gli utenti dell’area giuridico – economica, bisognerà attendere l’ambulanza del nosocomio catanzarese e, di conseguenza, i necessari tempi di percorrenza. Si può fare qualcosa per colmare questa lacuna? Non penso ovviamente all’istituzione di un vero e proprio pronto soccorso – di cui si è a lungo dibattuto –  ma quantomeno ad una struttura di primo soccorso che possa prendere in gestione, nell’attesa di un trasferimento da parte del 118, colui il quale viene colto da un malore”.
“Sono conscio che ciò non è previsto tra gli obblighi dell’Ateneo e dell’Azienda. Mi appello perciò – conclude Polimeni – esclusivamente alla sensibilità del management dell’Azienda ospedaliera Mater Domini, affinché possa considerare l’ipotesi di siglare una convenzione con la struttura commissariale della Sanità regionale per l’istituzione di tale presidio. Non aspettiamo che si consumino eventi spiacevoli prima di prendere le necessarie precauzioni”.

Lamezia Terme, importante incontro sull’anti-corruzione nella PA

LAMEZIA (CZ)- Dopo la prima edizione del 2015, anche quest’anno si è tenuto a Lamezia Terme il corso di formazione sulla disciplina per la prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, che ha impegnato per due giorni i dirigenti e i responsabili amministrativi e sanitari delle varie strutture dell’ASP di Catanzaro coinvolte.

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L’iniziativa, che ha consentito di approfondire ulteriormente un argomento di grande attualità, è stata fortemente voluta dal direttore generale, dott. Giuseppe Perri ed è stata pianificata e organizzata dall’unità operativa Formazione e Qualità diretta dalla dott.ssa Clementina Fittante. L’obiettivo è di favorire il percorso intrapreso dall’ASP, che ha recentemente riorganizzato l’unità operativa Prevenzione della corruzione, dando rilievo alle attività finalizzate all’adozione di corretti comportamenti, nonché alla diffusione e affermazione della cultura della legalità, per lottare e prevenire i fenomeni corruttivi.
Prezioso il contributo del magistrato Stefano Toschei, del TAR di Roma, già intervenuto nella precedente edizione, che ha offerto ai presenti l’opportunità di acquisire adeguate conoscenze culturali, economiche e giuridiche ai fini di un efficace controllo dei rischi e contrasto al fenomeno della corruzione, ma anche di confrontarsi sulle tematiche sia di carattere generale (contratti pubblici; incarichi e nomine; gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio; controlli; verifiche; ispezioni) che più specifiche (attività libero professionale e liste di attesa; rapporti contrattuali con privati accreditati; farmaceutica e altro ancora).
Sul medesimo tema, di grande rilievo e riconducibile al percorso più complessivo che la Nazione ha avviato nella lotta concreta al fenomeno della corruzione, sono state programmate altre due giornate formative che si terranno tra settembre e dicembre prossimi.

Isola Capo Rizzuto, lavori di pubblica illuminazione

ISOLA CAPO RIZZUTO (KR)- Con deliberazione della Giunta Comunale n° 236 del 22/12/2014, il Comune ha approvato il progetto esecutivo relativo all’intervento dei lavori di pubblica illuminazione per la messa in sicurezza e la riqualificazione dei quartieri isolati del territorio e con successiva determina del 5/11/2015 i suddetti lavori sono stati affidati alla ditta “EletticaSud di Crotone”. Dopo la messa in terra dei punti luce, avvenuta a distanza di poco tempo dall’ultima determina, nei giorni scorsi i lavori sono stati espletati dalla stessa ditta con il collaudo finale e l’accessione dei punti luce nei quartieri di Campolongo, Via Lupo e Via Porto a Le Castella e Contrada Bonnace. Attesa terminata quindi, dopo anni e anni di richieste alle precedenti amministrazioni, la Giunta guidata dal Sindaco Gianluca Bruno ha finalmente ascoltato la voce di quei cittadini troppo spesso dimenticati. Un atto dovuto per quartieri in netto sviluppo che necessitavano di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza. L’amministrazione si mostra per l’ennesima volta vicina al popolo e al territorio.

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