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Nascondeva droga in auto, un arresto a Marzi

MARZI (CS) – Viaggiava sull’autostrada a bordo della sua auto con oltre mezzo chilo di marijuana. Un uomo di 32 anni, L.S., di Salerno, è stato arrestato dalla Polstrada. Gli agenti, nel corso di un servizio nel territorio del comune di Marzi, hanno proceduto al controllo dell’auto del giovane che si è mostrato subito molto nervoso. Dal controllo della vettura è stato trovato nella parte sottostante della carrozzeria un involucro di cellophane contenente la droga per un totale di 570 grammi. All’interno di un giubbino di proprietà di L.S. riposto nel sedile posteriore dell’auto è stato trovato, inoltre, un coltello a serramanico mentre nel cofano bagagli è stata c’era una mazza in ferro.

Arrestato ex governatore messicano grazie a collaborazione Squadra mobile Cosenza

FIRENZE – La polizia ha arrestato a Firenze, Ruvalcaba Tomas Jesus Yarrington, 60 anni, già governatore dello stato del Tamaulipas in Messico ed esponente del Partito rivoluzionario istituzionale, latitante dal 2012, condannato a due ergastoli e ricercato in campo internazionale dagli Usa per associazione per delinquere, traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio, frode bancaria, evasione fiscale e false attestazioni in atti destinati alla pubblica autorità. Il latitante, riferisce la polizia, è stato un politico messicano, in passato esponente del Partito rivoluzionario istituzionale e dal 1999 al 2005 ha ricoperto la carica di governatore dello Stato del Tamaulipas. A partire dal 1998, approfittando delle cariche istituzionali ricoperte, avrebbe percepito cospicue tangenti dai narcotrafficanti messicani, riconducibili prevalentemente al noto “Cartello del Golfo”, agevolandoli, in cambio, nell’esportazione di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana negli Stati Uniti d’America. Le investigazioni per la localizzazione e la cattura del latitante, condotte dal Servizio centrale operativo con la collaborazione della Squadra mobile di Cosenza, nonche’ con il supporto della Squadra mobile di Firenze e la Polizia scientifica, sono state avviate lo scorso febbraio in seguito alle informazioni fornite dal Department of Homeland Security attraverso il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia.

Uomo scomparso, riprendono le ricerche con l’ausilio dei cani

IMG_6110COSENZA – È all’opera anche il nucleo cinofili dei vigili de fuoco di Reggio Calabria nei boschi dell’Appennino paolano per cercare Damiano Oriolo, l’uomo di 78 anni di cui non si hanno più notizie da giovedì sera. L’auto dell’anziano, originario di Lappano, è stata ritrovata domenica mattina nei boschi della Crocetta, in prossimità del vecchio percorso della statale 107. Rinvenuta anche la sim del cellulare ma dell’uomo nessuna traccia. 2017-04-10-PHOTO-00000445Saranno utilizzati anche dei cani molecolari che potrebbero dare una mano nel seguire le tracce dell’uomo. Della scomparsa si stanno occupando anche le forze dell’ordine per cercare di capire se si tratta di un allontanamento volontario dell’uomo oppure se Oriolo è stato costretto da qualcuno a raggiungere i boschi della Crocetta. Sul posto sono giunte anche due unità del soccorso alpino di Cosenza.

Operazione “Alcova” arrestato nella notte il latitante Giuseppe Facchineri – VIDEO

facchineri1CITTANOVA (RC) – L’operazione Alcovaha portato alla cattura di Giuseppe Facchineri, classe 1970, personaggio di spicco dell’omonima cosca di ‘ndrangheta operante a Cittanova (RC), con alle spalle numerosi precedenti per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, rapina, porto abusivo di armi, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, furto aggravato, ricettazione. Le vicissitudini giudiziarie di Facchineri risalgono al 2014, quando era stato arrestato insieme alla madre Caterina Facchineri, classe 1943, e al fratello Salvatore Facchineri, classe 1974, per estorsione e rapina in concorso aggravate. Le indagini erano state avviate a seguito di una perquisizione effettuata nell’abitazione di un residente del luogo. In quella circostanza i militari avevano rinvenuto un’agenda e alcuni documenti contabili riferiti a rapporti economici non meglio precisati con componenti della famiglia Facchineri. Il materiale rinvenuto è apparso sospetto, soprattutto perché l’interessato non è stato in grado di fornire alcuna spiegazione in merito al contenuto e alla natura del rapporti in questione. Le investigazioni che ne sono seguite hanno permesso di riscontrare che alla base vi erano delle richieste estorsive, derivanti dalla vendita di dieci bovini (per un importo di 10mila euro) risalente al 2009 tra Caterina Facchineri e la vittima: quest’ultima, pur avendo regolarmente pagato a suo tempo la cifra pattuita, era poi stata comunque oggetto di continue richieste di danaro, avanzate a titolo di pretesi interessi sul pagamento del bestiame acquistato. Dopo alcuni mesi in carcere, Giuseppe Facchineri era stato posto gli arresti domiciliari in provincia di Arezzo. Ma dal processo in cui era imputato, e grazie a diverse testimonianze, ne è scaturita una posizione sempre più grave. Nel corso dell’udienza del processo del 16 gennaio 2016, Facchineri ha addirittura inveito e minacciato di morte la persona offesa. A quel punto, i reati di cui era già chiamato a rispondere, uniti alla condotta assunta nel corso del processo e alla pericolosità evidenziata, avevano determinato il ripristino della custodia cautelare in carcere, che però era rimasta ineseguita in quanto Facchineri non aveva più fatto rientro presso l’abitazione dove scontava gli arresti domiciliari. Da quel momento sono iniziate le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Taurianova, che dopo quasi un anno e mezzo sono così riusciti a risalire al covo dove il latitante continuava ad incontrarsi periodicamente con la moglie. Infatti, proprio la necessità di continuare a mantenere il contatto con la donna cui era più legato, gli sono stati fatali. Intorno alle 3, 45 di questa notte, è stato arrestato al termine di un blitz portato a termine dai Carabinieri di Taurianova, con l’ausilio dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e dell’8° Nucleo Elicotteri CC di Vibo Valentia.

 

Operazione “Mariage 2” confiscati beni per un valore di oltre 84 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – Gli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza e dello SCICO di Roma hanno eseguito una misura di prevenzione sia personale, sorveglianza speciale, che patrimoniale nei confronti di 11 persone, tra le quali alcuni soggetti sospettati di appartenere alle cosche di ‘ndrangheta “Morabito” ed “Aquino” ed imprenditori a queste contigui. Sono state confiscate, in provincia di Reggio Calabria, 8 società commerciali, comprensive dei rispettivi compendi aziendali consistenti in ingenti patrimoni immobiliari (82 immobili e 4 veicoli) e rapporti finanziari per un valore stimato di circa 84,3 milioni di euro. Tra i beni oggetto di confisca anche noti complessi edilizi residenziali tra cui “San Rocco 1” e “Residence Vittoria”, di Bianco (RC), “Palm View”, di Bruzzano Zeffirio (RC) e “Stignano Mare”. Il provvedimento giudiziario costituisce la conclusione, sotto il profilo dell’aggressione patrimoniale ai beni riconducibili alla criminalità organizzata, di una articolata indagine, operazione “Metropolis”, coordinata dalla Dia e condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, in sinergia con lo SCICO e con il Gruppo di Locri. Le indagini si sono concluse nel 2013 con l’esecuzione di 20 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso e di intestazione fittizia di beni. In relazione a tali esiti, la Dda ha delegato alla Guardia di Finanza ulteriori indagini a carattere patrimoniale volte all’individuazione dei beni mobili ed immobili riconducibili a: Rocco Morabito, figlio del boss Giuseppe Morabito detto “Tiradritto”, Fausto Ottavio Strangio, Daniele Scipione, Sebastiano Vottari, intranei alla cosca “Morabito” operante nel territorio di Africo (RC); Rocco Aquino, Francesco Arcadi e Domenico Vallone, soggetti vicini alla “locale” di ‘ndrangheta di Marina di Gioiosa Ionica (RC); Sebastiano Sisto Strangio, Giuseppe Carrozza, Domingo Bernal Diaz e Sagredo Lamberti, imprenditori indicati quali contigui alla ‘ndrangheta.
Le indagini condotte attraverso la ricostruzione e l’analisi di ogni singola transazione economica e finanziaria operata dai proposti, dalle società a loro riconducibili e dai rispettivi nuclei familiari negli ultimi 20 anni, hanno consentito l’individuazione di enormi patrimoni, dei quali risultavano disporre direttamente o indirettamente, e il cui valore era decisamente sproporzionato rispetto alla capacità reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi. Venivano altresì evidenziate le fonti illecite dalle quali gli indagati avevano tratto le risorse per l’acquisizione dei patrimoni. Con il provvedimento di oggi è stata disposta la confisca di beni mobili, immobili e societari, riconducibili ai soggetti sopra citati, per un valore complessivo di circa 84 milioni euro. L’amministrazione dei beni e delle società sopra indicate sarà conferita all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Rissa in campo a Parghelia, previste pesanti sanzioni dalla giustizia sportiva

VIBO VALENTIA – Furibonda rissa a Parghelia, nel vibonese, durante la partita di calcio di seconda categoria tra la formazione di casa ed il Koa Bosco, squadra quest’ultima composta da ragazzi extracomunitari gIà coinvolta in passato in episodi analoghi. Al 40′ del secondo tempo, quando ormai la partita, sospesa domenica scorsa per la poggia, si avviava alla conclusione, è scoppiata la bagarre. un giocatore del Koa Bosco, una volta espulso, avrebbe lanciato la maglia e aggredito un suo connazionale che milita nel Parghelia. Da qui sono saltati i nervi, tanto che per il direttore di gara è diventato impossibile ad un certo punto gestire la situazione. Ad avere la peggio l’attaccante di casa Jeng, colpito da un avversario mentre stava lasciando il campo per l’espulsione rimediata pochi istanti prima. Quindi l’intervento delle forze dell’ordine. L’Asd Parghelia ha espresso la propria protesta: «Quella che doveva essere una giornata di sport – ha scritto la società in un comunicato – è stata trasformata dalla Koa Bosco, tanto decantata dalla stampa e composta dai ragazzi di Don Meduri, in un’orda barbarica. Prima provocazioni, poi pugni, sprangate e sassate, tutto sotto gli occhi di arbitro e commissario di campo». Le immagini sono al vaglio della giustizia sportiva, si prevedono pesanti sanzioni.

Ritrovata la scheda sim di Damiano Oriolo, la scomparsa dell’anziano di Lappano si tinge di giallo

SAN FILI (CS) – C’è un risvolto inatteso e preoccupante nella vicenda della scomparsa di Damiano Oriolo. 78 anni di Lappano, l’uomo è scomparso da giovedì scorso. Doveva andare dal meccanico con la sua auto, una Opel Astra Station Wagon vecchio modello. Invece nella serata del 6 aprile, rintracciato sul cellulare dai suoi familiari, avrebbe farfugliato alcune parole che ne avrebbero tradito lo stato confusionale. Poi più nessun contatto. La cella telefonica agganciata era quella di Arcavacata di Rende. Per questo le ricerche si sono spostate in quella zona. Finché nella domenica delle Palme il suo veicolo non è stato rintracciato nelle campagne costeggianti il vecchio tratto della statale 107 che conduce al Passo della Crocetta, in territorio del comune di San Fili, l’auto di Damiano Oriolo, 78 anni, scomparso giovedì scorso da Lappano. Dell’anziano però nessuna traccia. Le ricerche sono proseguite per tutta la giornata da parte dei vigili del fuoco, della polizia di stato e della protezione civile. Impiegati anche i cani molecolari. Si teme che l’uomo possa aver perso l’orientamento e possa aver avuto un incidente. La vicenda però, nella serata si è tinta di giallo. I soccorritori infatti, avrebbero rinvenuto nei pressi anche la scheda sim del telefono in uso all’uomo. Solo la sim, rimossa dal cellulare. Un ritrovamento inquietante che avrebbe indotto la polizia a richiedere l’intervento della scientifica per accertamenti da effettuare all’interno del veicolo. Domani le ricerche riprenderanno di buon ora, questa volta anche con il coinvolgimento del soccorso alpino.

Minacce e percosse alla compagna e ai genitori. Arrestato dai carabinieri

ROSARNO (RC) – I carabinieri della tenenza di Rosarno, hanno arrestato un uomo di 35 anni, Gesuele Manno, con l’accusa di avere ripetutamente minacciato e picchiato i genitori e la convivente ventisettenne, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palmi su richiesta della Procura. Le indagini che hanno portato al provvedimento restrittivo erano state avviate dopo la denuncia presentata dai genitori di Manno, che avevano rivelato le minacce e le percosse messe in atto dal figlio ai loro danni e della compagna convivente. I carabinieri hanno accertato, tra l’altro, che le percosse ed i maltrattamenti venivano messi in atto in presenza della figlia minorenne di Manno e della compagna. Manno, inoltre, avrebbe messo in atto i suoi comportamenti sotto l’effetto di sostanze alcoliche. Il reato che gli viene contestato è maltrattamenti in famiglia continuati ed aggravati.

Castiglione Cosentino, litiga col vicino di casa e dà fuoco al suo giardino

CASTIGLIONE COSENTINO (CS) – I carabinieri della Compagnia di Rende hanno denunciato a Castiglione Cosentino un uomo di 40 anni con l’accusa di minaccia e danneggiamento seguito da incendio. La denuncia è scaturita da un’indagine condotta dai militari dalla quale è emerso che l’uomo, dopo una lite per futili motivi, ha minacciato un vicino di casa sessantacinquenne e successivamente, utilizzando liquido infiammabile, ha dato fuoco al giardino del rivale, provocando l’incendio di alcuni alberi.

In fiamme l’auto del vicesindaco di Crosia. Il figlio spegne le fiamme

CROSIA (CS) – Alcune persone non ancora identificate hanno date alle fiamme nella notte scorsa a Crosia, centro del cosentino, l’automobile del vicesindaco della cittadina jonica Serafino Forciniti. L’auto era parcheggiata nelle vicinanze dell’abitazione dell’amministratore, nel centro storico della frazione Mirto. Accortosi delle fiamme, il figlio di Forciniti è intervenuto ed ha spento immediatamente il rogo limitando i danni ed evitando conseguenze peggiori. Sul luogo dell’incendio i carabinieri della compagnia di Rossano che stanno indagando sul brutto episodio, hanno ritrovato tracce di una bottiglia contenente liquido infiammabile.