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Manomette l’impianto del gas, una denuncia per furto

COSENZA – I militari della Stazione Carabinieri di San Pietro in Guarano, deferivano in stato di libertà un 48enne cosentino per furto aggravato e truffa. I militari operanti, nella mattinata del 15 marzo, accertavano che l’uomo, a seguito della chiusura del servizio di fornitura del gas per morosità, aveva manomesso l’impianto riuscendo ad usufruire regolarmente dell’erogazione del gas pregiudicando gravemente le condizioni di sicurezza dell’impianto stesso. Il contatore veniva sottoposto a sequestro.

Sorpreso ad asportare parti di un’autovettura. Una denuncia a Rende

RENDE (CS) – I militari della Stazione Carabinieri di Lattarico, deferivano in stato di libertà un 68enne di Lattarico  per tentato furto aggravato. I militari operanti sorprendevano l’uomo, in Rende, contrada Lecco, nella serata del 16 marzo 2017, mentre era intento ad asportare lo specchietto retrovisore sinistro e i tergicristallo anteriori e posteriori di un’autovettura di proprietà di una 36enne di Vibo Valentia. La refurtiva veniva restituita alla legittima proprietaria.

Omicidio Cirò Marina, fermato un 50enne che ha rischiato il linciaggio

CIRO’ MARINA (KR) – E’ stato portato in carcere Salvatore Fuscaldo, 50 anni, bracciante agricolo, sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio pluriaggravato di Antonella Lettieri, la commessa di 42 anni uccisa con numerosi colpi alla testa ed alcune coltellate a Cirò Marina la sera dell’8 marzo e trovata il giorno dopo. Momenti di forte tensione hanno accompagnato l’uscita di Fuscaldo dalla caserma dei carabinieri della Compagnia di Cirò Marina al momento del trasferimento in carcere. La folla che si era radunata già da un po’ ha cercato di farsi giustizia da sola arrivando ad infrangere il lunotto posteriore dell’auto dei carabinieri sulla quale si trovava il fermato. Il provvedimento è scattato dopo l’esito delle perizie compiute dal Ris di Messina, alla presenza dei legali di parte, su alcune tracce ematiche. Secondo quanto si è appreso tracce di sangue della vittima sarebbero state trovate sull’auto di Fuscaldo e su suoi capi di abbigliamento. Nonostante il fermo, le indagini vanno avanti per chiarire ogni aspetto del delitto. Nei giorni scorsi, oltre a Fuscaldo era stata indagata anche la moglie e la persona che frequentava ultimamente Antonella Lettieri per consentire loro di nominare propri periti. Da chiarire anche il movente, che potrebbe essere legato a questioni economiche tra la vittima ed il fermato.

Sequestrata una tonnellata di gasolio, denunciate due persone

VIBO VALENTIA – La guardia di finanza ha sequestrato circa una tonnellata di gasolio di provenienza illecita. E’ il bilancio di un’operazione delle fiamme gialle che hanno sottoposto a controllo numerosi mezzi di trasporto, alcuni dei quali sono stati scoperti a circolare privi della regolare documentazione fiscale necessaria a comprovare che il prodotto petrolifero trasportato fosse stato effettivamente assoggettato al pagamento dell’accisa. In particolare, controlli effettuati su alcune autocisterne hanno fatto emergere il trasporto di un quantitativo superiore, per un surplus pari a circa una tonnellata, rispetto a quello che avrebbero dovuto movimentare sulla base del relativo documento di trasporto, in totale evasione delle previste imposte. Immediato il sequestro del gasolio di provenienza illecita e la la denuncia di due soggetti per il reato di contrabbando di prodotti petroliferi.

‘ndrangheta, la Dia sequestra beni per 25 milioni di euro ad un imprenditore

REGGIO CALABRIA – Beni per oltre 25 milioni di euro sono stati sequestrati da personale della Dia di Reggio Calabria all’imprenditore Michele Serra, di 49 anni, noto nel settore del commercio di prodotti casalinghi ed alimentari. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale-Sezione misure di prevenzione su proposta del direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla ed è stato eseguito sotto il coordinamento della Dda. Serra è stato coinvolto, nel maggio 2016, nell’operazione “Fata Morgana”, che ha portato all’esecuzione di sette fermi nei confronti di professionisti ed imprenditori accusati di collusione con la ‘ndrangheta, nonché al sequestro di varie aziende, tra le quali una, operante nel commercio ortofrutticolo, risultata nella sua disponibilità. Serra è accusato di intestazione fittizia di beni con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare gli interessi della cosca “Tegano” nella grande e media distribuzione alimentare. Il Tribunale di Reggio, nell’adottare il provvedimento, ha tenuto conto anche delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Enrico De Rosa e della testimone di giustizia Brunella Latella, che, secondo l’accusa, hanno fatto luce sui rapporti di “stretta vicinanza” di Serra con i Labate, attivi nella zona sud di Reggio Calabria. Il sequestro scaturisce da indagini svolte dagli uomini della Dia sull’intero patrimonio dell’imprenditore dalle quali sarebbe emerso la netta sproporzione tra redditi dichiarati e gli investimenti effettuati. Tra i beni sequestrati figurano 8 aziende, di cui 7 società di capitali ed una ditta individuale, tutte operanti nei settori della vendita al minuto e all’ingrosso di prodotti alimentari, di giocattoli e casalinghi, nonché della ristorazione, dei giochi e delle scommesse e del ramo immobiliare. In particolare, sono stati sequestrati 4 supermercati di rilevanti dimensioni con marchio Center stock e Cash &Carry e magazzini per oltre 3mila mq di estensione. Sequestrati anche 7 immobili aziendali e personali e disponibilità finanziarie. Le aziende sequestrate proseguiranno la loro attività con amministratori giudiziari designati dal Tribunale.

Resti umani nelle reti da pesca rinvenuti nel cosentino

ROCCA IMPERIALE (CS) – Un cranio umano è stato rinvenuto da alcuni pescatori nel corso di una battuta di pesca nelle acque antistanti Rocca Imperiale, nell’alto Ionio cosentino. I pescatori, nel tirare a bordo le reti, si sono accorti che tra i pesci vi era anche un cranio. Immediatamente hanno allertato la capitaneria di porto di Corigliano e i carabinieri della compagnia di Corigliano. I militari hanno atteso in porto l’arrivo del peschereccio. Le indagini mirano a ricostruire i collegamenti con le denunce di persone scomparse negli ultimi tempi. Tra le tante ipotesi valutate dai militari vi è quella che possa trattarsi di un uomo scomparso a ottobre scorso in provincia di Matera.

Facevano sesso con due con minorenni. Tre arresti

BISIGNANO (CS) – Avrebbero indotto due fratellini minori, uno di 13 e l’altro di 15 anni, provenienti da una famiglia in condizioni economiche disagiate, ad avere rapporti di natura omosessuale dietro il pagamento di pochi euro, una ricarica o un pacchetto di sigarette a prestazione. Tre persone di 51, 36 e 28 anni, tutte di Bisignano, sono state arrestate dai carabinieri della Compagnia di Rende per prostituzione minorile. I tre, secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal settembre 2016 a febbraio scorso, avrebbero messo in piedi un vero e proprio giro di sesso a pagamento con i due minori. Per gli incontri veniva utilizzato un casolare abbandonato nelle campagna di Bisignano. I genitori dei due ragazzini erano all’ oscuro. Da quanto si è appreso il primo ad essere contattato è stato il quindicenne che chiedeva 20 euro. Il più grande, poi, avrebbe iniziato il fratellino che, a suo dire, si sarebbe accontentato anche di 10 euro.

Truffe, falsi incidenti per ottenere risarcimenti. Sono 200 gli indagati tra medici, avvocati e periti

BIANCO (RC) – Ci sono anche una decina di avvocati, un medico e alcuni periti tra le 200 persone denunciate dai carabinieri della Compagnia di Bianco per un truffa da 800 mila euro a compagnie assicurative per falsi incidenti stradali. I promotori della truffa, secondo quanto emerso dalle indagini, erano una ventina di persone, che, di volta in volta, coinvolgevano altri soggetti nei vari ruoli richiesti dal sinistro inscenato: testimone, ferito, trasportato. L’indagine è nata in seguito ad intercettazioni di conversazioni nelle quali gli indagati parlavano dell’approvvigionamento di targhe tedesche da apporre su veicoli da coinvolgere, del coinvolgimento di soggetti residenti in Germania, delle parti di veicoli da danneggiare per indurre in errore i periti assicurativi e della partecipazione alle frodi dei professionisti, tutti della Locride. Alcuni veicoli già coinvolti in sinistri venivano “riciclati” dalla Germania, paese nel quale era poi previsto il reimpiego di cospicui proventi illeciti in attività commerciali. Nessun dettaglio veniva lasciato al caso dagli indagati, i quali discutevano delle false dichiarazioni che altri soggetti da coinvolgere avrebbero dovuto rendere in caso di testimonianza, le aree da evitare per il timore della presenza di telecamere di sicurezza e della simulazione di danni fisici da dichiarare durante al pronto soccorso dell’Ospedale di Locri. Le indagini sono state effettuate anche col supporto dell’Interpol. Alcuni indagati avevano contraffatto un centinaio di polizze assicurative falsificando i propri documenti di identità e dichiarando di risiedere in provincia di Alessandria per pagare un premio assicurativo ridotto rispetto a quello che avrebbero dovuto corrispondere se residenti nel reggino. Svariate le dinamiche scelte per i sinistri per i quali chiedere il risarcimento: dai tamponamenti agli investimenti di pedoni; dal coinvolgimento di congiunti e di veicoli con targhe estere. In alcuni casi venivano denunciati sinistri avvenuti nei due anni antecedenti la richiesta risarcitoria e venivano dichiarate false lesioni. Alcuni legali inoltre, anche all’insaputa di ignari soggetti dei quali falsificavano procure speciali e testimonianze, incassavano direttamente i risarcimenti. Numerose le incongruenze emerse nelle richieste risarcitorie esaminate dai carabinieri: una bambina di 5 anni è risultata investita dai propri genitori in ben due occasioni differenti nell’arco di un anno, ottenendo cospicue somme a titolo risarcitorio; due coniugi hanno dichiarato di essersi investiti a vicenda in due distinte occasioni. Infine un cittadino marocchino è risultato coinvolto, come responsabile, in 94 sinistri ed una società proprietaria di alcuni autoveicoli è risultata coinvolta in 240 sinistri in due anni.

Giovane accoltellato al culmine di una lite. Non è in pericolo di vita

COSENZA – Una lite è degenerata e ne ha fatto le spese un giovane che ha ricevuto una coltellata ad una gamba. L’episodio è avvenuto all’altezza del centro commerciale “I due fiumi”, nel centro città, dove, secondo le prime ricostruzioni, due gruppi di ragazzi di Cosenza (nelle vicinanze c’è la Fiera di San Giuseppe) si sono affrontati per regolare, probabilmente, dei conti in sospeso. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Questura di Cosenza che dopo ad aver soccorso il ragazzo, che non è in pericolo di vita, e dopo aver sentito i presenti si sono messi immediatamente alla ricerca dell’accoltellatore.

Inchiesta gestione Consorzio sviluppo industriale, condannati Tommasi e Frasca

COSENZA – Il Tribunale di Cosenza ha condannato Diego Tommasi e Stefania Frasca in merito alla presunta allegra gestione del Consorzio di sviluppo industriale di Cosenza. Il collegio ha inflitto quattro anni e sei mesi all’ex presidente Tommasi, cinque anni al dg Stefania Frasca mentre ha assolto il responsabile dell’area contabile Carlo Antonio Rango. I reati contestati sono truffa, falsità documentale e abuso d’ufficio. Il collegio ha disposto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Frasca e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per Tommasi. Secondo l’accusa, tramite false dichiarazioni, la direttrice del Consorzio si sarebbe autoassegnata un incremento dei compensi e sia lei che l’ex presidente si sarebbero fatti liquidare rimborsi sulla base di un’autodichiarazione. Frasca e Tommasi sono stati condannati al risarcimento delle parti civili a cui è stata riconosciuta la provvisionale richiesta di 220.421 euro.