Archivi categoria: Cronaca

Sequestrato impianto raccolta reflui

COSENZA – I militari della Stazione Caribinieri Forestale di San Pietro in Guarano hanno sequestrato un’area demaniale dove è ubicato un impianto di raccolta reflui urbani, composto da vasche di tipo imhoff, ricadente in località Boccalupo, nel territorio comunale di Luzzi, che scaricava in modo incontrollato direttamente sul suolo. Durante il controllo si è infatti accertato che i reflui scaricano direttamente sul suolo creando un piccolo invaso formato da acque stagnanti e liquami. Tale attività  non viene sottoposta ad idonei processi di trattamento atti a ridurre i rischi connessi a pericoli per l’igiene e  l’ambiente. Per tale motivo si è proceduto al sequestro dell’impianto e al  deferimento dell’ amministratore delegato della società di gestione e del Sindaco e del responsabile dell’Ufficio Tecnico per violazione alla normativa ambientale.

“Cavallo di ritorno”, sei misure cautelari

CATANZARO – La Polizia di Stato di Catanzaro, con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione crimine “Calabria centrale”, nell’ambito di un’operazione denominata “The Jackal”, ha eseguito sei misure cautelari per furto aggravato, porto e detenzione abusivi di armi, ricettazione, riciclaggio ed estorsione. Le attività investigative, coordinate dalla Procura, hanno consentito di accertare l’esistenza di un gruppo di persone che si è reso responsabile di una serie di delitti in materia di armi, di furti di ogni specie di beni, ed in particolare di autovetture, destinate ad essere oggetto e strumento di pretese estorsive attraverso il cosiddetto “cavallo di ritorno”. In una circostanza alcuni destinatari di provvedimenti si introdussero in un’abitazione di Catanzaro, sottraendo numerose armi custodite in una cassaforte.
Gli indagati, secondo l’accusa, avrebbero anche gestito un fiorente commercio dei beni rubati, che via via provvedevano a “piazzare” presso incauti o poco scrupolosi acquirenti.

Reggio Calabria, sequestrati beni ad un evasore fiscale

REGGIO CALABRIA – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a due distinti provvedimenti di sequestro per equivalente per complessivi 840.000 €, disposti dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta del Procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho, finalizzati a cautelare le disponibilità liquide e gli immobili di proprietà di un imprenditore reggino e della relativa società, operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti di consumo non alimentari. I provvedimenti di sequestro giudiziario sono stati emessi all’esito di un’articolata attività investigativa svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, in relazione alla quale è stato accertato che il rappresentante legale della società aveva omesso il versamento dell’Iva per il 2012 per un importo pari a 670.000 €., in violazione dell’art. 10 ter del D.Lgs. n. 74/2000 il quale prevede la reclusione da sei mesi a due anni per chiunque omette – nei termini previsti dalla legge – di corrispondere le imposte per importi superiori a 250.000; sottratto all’erario, nell’anno d’imposta 2014, circa 14.000.000 € di ricavi, non pagando l’imposta sul reddito per 170.000 €. L’impresa in questione, in particolare, pur presentando la prescritta dichiarazione dei redditi e dell’IVA, aveva omesso di indicare i ricavi conseguiti, i quali sono stati ricostruiti dai Finanzieri attraverso l’analisi della documentazione contabile ed extracontabile acquisita all’atto dell’accesso presso la sede. Per tale circostanza, il responsabile della società era stato deferito all’Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di “Dichiarazione infedele“, prevista dall’art. 4 del D.Lgs n. 74/2000. La richiamata norma, nel dettaglio, prevede la pena della reclusione da uno a tre anni per chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indichi in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo, quando, congiuntamente l’imposta evasa è superiore, con riferimento alle singole imposte considerate (IVA e IRES), a 150.000 €; l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione è superiore al dieci per cento della sommatoria degli elementi attivi indicati in dichiarazione, o, comunque, è superiore a 3.000.000 di €.

 

 

 

Incendio in casa, nessun ferito. Avanza l’ipotesi dolosa

MIRTO/CROSIA (CS) –  Un incendio, sulle cui cause sono in corso accertamenti anche si propende per una matrice di natura dolosa, è scoppiato nella tarda serata di ieri in un’abitazione a Mirto-Crosia. Al momento del rogo il proprietario dell’appartamento, che vive da solo, non era in casa. Sul posto dopo che è scattato l’allarme sono intervenuti i Vigili del fuoco che hanno domato il rogo evitando che si propagasse a tutto lo stabile.Secondo quanto emerso dai primi rilievi le fiamme hanno interessato soprattutto la stanza da letto dell’appartamento che è stata completamente distrutta. Sono in corso le indagini dei carabinieri. Non è escluso che, alla base dell’incendio, possano esserci motivi legati a dissidi familiari.

Colto in flagranza mentre spacciava hashish. Un arresto a Rende

RENDE (CS) – Nella serata di ieri a Rende (CS), i militari dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri hanno tratto in arresto, in flagranza, un 35enne cosentino, per i reati di “Cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti aggravata”. I militari operanti su via Tevere, sorprendevano l’uomo mentre cedeva a un 16enne di Montalto Uffugo (CS), un involucro in cellophane contenente 10 grammi di sostanza stupefacente del tipo “Hashish”. A seguito di perquisizione personale il 35enne veniva trovato in possesso di ulteriori 20 grammi di sostanza stupefacente del tipo “Hashish” già suddivisa in “Stecche”. L’arrestato, concluse le formalità di rito veniva accompagnato presso la propria abitazione in regime di custodia domiciliare mentre il giovane veniva invece segnalato alla Prefettura di Cosenza quale assuntore di sostanze stupefacenti.

Sicurezza sul lavoro, scattano i controlli, otto denunce

REGGIO CALABRIA – Otto imprenditori denunciati per violazione in materia di sicurezza sul lavoro e tre titolari di attività commerciali per avere installato, senza autorizzazione, sistemi di videosorveglianza per controllare i propri dipendenti. Sono alcuni dei numeri dell’azione ispettiva finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e contro lo sfruttamento, attuata dal Nucleo carabinieri Ispettorato del lavoro di Reggio Calabria con il coordinamento del capo dell’Ispettorato territoriale del lavoro. Eseguite 28 ispezioni in aziende con la verifica di 65 posizioni lavorative. I militari hanno individuato 14 lavoratori in nero sospendendo quattro imprese edili e due commerciali per avere impiegato più del 50% della forza lavoro in nero. Accertate, inoltre, dodici violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di circa 62 mila euro e ammende per circa 45 mila euro.

Vibo Valentia, trovato cadavere. Confessa l’amico

VIBO VALENTIA –  È stato arrestato nella notte Giuseppe Zangari, commerciante di 46 anni, di Spadola, che ha confessato l’omicidio dell’amico il commercialista Bruno Lacaria, di 52 anni, il cui cadavere è stato trovato ieri in una località non distante dal paese della provincia di Vibo Valentia. I resti di Lacaria, scomparso lo scorso 8 febbraio sono stati trovati dopo che Zangari ha confessato indicando la posizione esatta del cadavere in una boscaglia. Il commerciante accusato di omicidio, all’indomani della scomparsa di Lacaria era stato ricoverato nel Reparto antiveleni dell’ospedale di Locri dopo avere denunciato di essere stato costretto, sotto la minaccia di una pistola, ad ingerire del pesticida. La versione di Zangari, secondo quanto emerso, risulterebbe essere stata una messinscena per sviare l’attenzione. Davanti all’ennesimo interrogatorio Zangari è crollato.

Lamezia Terme, confiscati beni ad un esponente della ‘ndrangheta

LAMEZIA TEME (CZ) – I finanzieri del gruppo di Lamezia terme hanno confiscato beni appartenenti ad un esponente di rilievo della criminalità organizzata locale. Le indagini della guardia di finanza hanno così consentito di mettere ancora in luce la pericolosità sociale del predetto soggetto, la sua appartenenza ad una agguerrita organizzazione ‘ndranghetistica e la dedizione al compimento di gravi reati, dei cui provenienti ha vissuto per anni. Il sequestro in argomento è basato su indagini di polizia economico-finanziaria tese ad aggredire i patrimoni illeciti conseguiti dagli appartenenti alla ‘ndrangheta mediante i proventi delle attività criminali compiute negli scorsi anni. Le indagini investigative sul patrimonio dello stesso , hanno condotto alla confisca  di una villa in testata alla moglie dello stesso, e ad un’autovettura. Gli accertamenti patrimoniali e reddituali delle fiamme gialle, hanno dimostrato che i beni confiscati sono sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati dall’indiziato. Ciò ha consentito alle fiamme gialle di fornire alla magistratura un solido quadro indiziario per disporre la confisca di beni il cui valore si aggira a oltre 250mila euro.

 

 

 

Operazione “Maschere protette”, sequestrati oltre 2 milioni di vestiti di carnevale

COSENZA – I finanzieri di Cosenza hanno sequestrato oltre 2 milioni e mezzo di maschere e vestiti di carnevale, destinati alla libera vendita e carenti dei contenuti informativi e pericolosi per il consumatore. L’operazione denominata “Maschere Protette” ha permesso di individuare diverse società gestite da soggetti di nazionalità cinese, che ponevano in vendita articoli di carnevale pericolosi provenienti dall’area asiatica. I prodotti sono risultati privi delle indicazioni riguardanti la composizione dei materiali utilizzati per la realizzazione, con etichette non contenti le informazioni considerate obbligatorie dalla normativa, sia nazionale che comunitaria, e sprovvisti dei relativi certificati attestanti i test di sicurezza e del controllo sanitario, nonchè delle istruzioni ed avvertenze per l’uso. In particolare, nel corso degli interventi i finanzieri hanno individuato milioni di capi ed accessori d’abbigliamento, di varie forme e colori, da utilizzare per i travestimenti di carnevale, quali maschere veneziane, costumi e parrucche oltre ad una serie di altri gadget, quali cover di cellulari e giocattoli per bambini, in violazione delle prescrizioni a tutela del consumatore. Gli articoli di carnevale in sequestro sono risultati potenzialmente pericolosi poichè gli acquirenti, indossandoli, sarebbero stati esposti al rischio di contrarre infezioni cutanee e altre malattie dermatologiche. Come consigliato da esperti si tratta di maschere o parrucche pericolose se fatte di materiale irritante o tossico e che è opportuno evitare di indossare se hanno un odore forte di “sostanza chimica”. Ma anche di schiume, stelle filanti spray, fiale che contengono spesso sostanze chimiche irritanti e sensibilizzanti. I giocattoli, prevalentemente palline piramidali, ideate per sviluppare le capacità motorie dei più piccoli, sono risultate connotate da estrema fragilità, a causa del materiale utilizzato per la realizzazione delle stesse, e l’eventuale rottura avrebbe esposto i bambini al rischio di intossicazione a causa dell’ingerimento dei frammenti del prodotto. Altri articoli, in particolare accessori d’abbigliamento, sono risultati contraffatti in quanto recanti illegittimamente marchi registrati e griffe di note case produttori. A conclusione dell’operazione sono stati posti sotto sequestro oltre 2 milioni e mezzo tra maschere e giocattoli ed i legali rappresentanti di dieci società sono stati segnalati alle Autorità competenti per l’accertamento delle conseguenti violazioni e la confisca dei beni.

Rapinata una panetteria nel centro di Rende

RENDE – Una panetteria di Rende sita lungo via Kennedy nella zona di Roges è stata rapinata questa sera poco dopo le 18. Un uomo con il volto travisato da un berretto ed una calzamaglia ed armato di taglierino è entrato nel negozio e minacciando la titolare si è impossessato del denaro presente nel registratore di cassa portando via il cassetto. Il bottino non è stato quantificato. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Rende che sono già sulle tracce del malvivente.