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Crotone, un arresto per violenza sessuale

CROTONE – Un nigeriano ospite del Centro di accoglienza Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto è stato sottoposto a fermo dalla squadra mobile di Crotone per violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni ai danni di una connazionale.
O.M., di 24 anni, secondo l’accusa, avrebbe rinchiuso nel proprio modulo abitativo una ragazza di 22 anni e, dopo averla spogliata ed immobilizzata con legacci, avrebbe tentato di violentarla. L’abuso è stato impedito da un altro nigeriano intervenuto in soccorso della giovane. La ragazza è stata soccorsa e portata nell’ospedale di Crotone dove le sono state riscontrate lesioni e traumi giudicati guaribili in dieci giorni. Le indagini della squadra mobile hanno permesso di accertare la veridicità del racconto della giovane. Da qui l’arresto di O.M., rintracciato in un altro settore del Centro di accoglienza.

Fuscaldo, sequestrata discarica abusiva

FUSCALDO (CS) –  I carabinieri della Compagnia di Paola, insieme a quelli di Fuscaldo, hanno sequestrato una vasta area abbandonata su cui è ubicato un capannone industriale in disuso, adibita a discarica abusiva. I militari hanno trovato ingenti quantitativi di rifiuti speciali e pericolosi, quali materiali ferrosi, pezzi di ricambio di autovetture, pneumatici, materiali plastici, oli esausti, tutti abbandonati. Gli accertamenti dei carabinieri di Fuscaldo hanno permesso di appurare che l’area – di circa 1.800 mq con il capannone di 530 mq – risulta del demanio. Considerato che l’area era stata oggetto di un accumulo non occasionale e ripetuto di rifiuti, i carabinieri hanno proceduto al sequestro preventivo e affidato la zona in custodia giudiziale all’assessore all’ambiente del Comune di Fuscaldo. Il Comune è stato interessato anche per la rimozione, lo smaltimento dei rifiuti ed il ripristino dello stato dei luoghi.

Cosenza, prosegue l’attività di controllo operata dalla polizia

COSENZA – Continua l’attività di contrasto da parte della Polizia di Stato alla criminalità diffusa disposta dal questore  Luigi Liguori, con l’impiego nella serata di ieri di circa 40 operatori delle varie articolazioni della Questura di Cosenza. In campo equipaggi della squadra volante, della squadra mobile, della polizia amministrativa ed equipaggi di rinforzo del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale. In particolare nel corso dell’attività di Polizia sono state controllati numerosi locali pubblici ritrovo di pregiudicati, effettuati controlli a esercizi commerciali ed imprese di portierato, perquisizioni e controlli a persone sottoposti ad obblighi di legge ed alla sorveglianza speciale, nonché a soggetti notoriamente dediti alla commissione di reati contro il patrimonio. Nel corso dell’operazione,  sono stati controllati 250 persone, 130 veicoli, effettuate 8 perquisizioni domiciliari e controllati 10 esercizi commerciali .All’esito dei controlli, sono state denunciate 3 persone, di cui una per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, e materiale pirotecnico, una seconda per ricettazione, in quanto sorpresa alla guida di un ciclomotore con telaio punzonato, ed una terza sempre per il reato di ricettazione per il possesso di una carta di identità in bianco provento di furto.Sono state rinvenute tramite il lettore targhe del sistema Mercurio nr. 2 autovetture rubate, riconsegnate ai legittimi proprietari; sono state inoltre elevate nr.10 contravvenzioni al C.d.S., e sottoposte a sequestro amministrativo per mancanza di contrassegno assicurativo nr.2 autovetture.

Rende, un arresto e una denuncia per detenzione di armi e droga

RENDE (CS) – Nel pomeriggio di ieri,  i militari della Compagnia Carabinieri di Rende, traevano in arresto, in flagranza, un 27enne pregiudicato per detenzione abusiva di arma clandestina e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari operanti, notavano l’uomo aggirarsi con fare sospetto nei pressi di un piazzale adiacente a dei garage sotterranei. A seguito di perquisizione personale e veicolare venivano rinvenuti, occultati nel vano motore dell’autovettura:1 pistola Beretta, cal. 22, avente matricola abrasa, con all’interno relativo caricatore contenente  3 cartucce; 880 grammi di hashish suddivisa in 9 panetti; 22,4 grammi di cocaina suddivisa in due involucri; 4 strozzatori per canna di fucile; 2 bilancini elettronici di precisione.  Dai successivi accertamenti emergeva che l’arma e lo stupefacente erano stati trasferiti, poco prima del controllo dei militari, dall’autovettura di proprietà di un 43enne cosentino, incensurato, all’autovettura del 27enne, e che lo scambio era avvenuto all’interno del parcheggio sotterraneo sito pochi metri dal luogo del controllo. Il materiale rinvenuto, lo stupefacente e l’autovettura posti sotto sequestro. L’arrestato, concluse le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Cosenza.

 

 

‘ndrangheta, tentavano di riorganizzare clan Giampà. Sono 12 gli arresti

LAMEZIA TERME (CZ) – Le nuove leve del clan Giampà di Lamezia Terme stavano riorganizzando le attività criminali della cosca, decimata dagli arresti dopo il pentimento dei capi, rendendosi responsabili di atti intimidatori. Bottiglie incendiarie collocate nei pressi delle attività commerciali e attentati dinamitardi dovevano piegare gli operatori commerciali della quarta città della Calabria, dimostrando loro che la “famiglia” era ancora in grado di dettare legge. E’ stata, perciò, chiamata in codice “nuove leve” l’operazione della squadra mobile di Catanzaro che stamane ha eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettante persone ritenute affiliate alla cosca lametina. I destinatari del provvedimento sono ritenuti colpevoli, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso e di numerose estorsioni a carico di esercizi commerciali ed imprenditori operanti nella città di Lamezia Terme. I proventi delle estorsioni servivano, tra l’altro, al sostegno economico per le famiglie dei detenuti. Il lavoro degli inquirenti avrebbe evidenziato l’attività di elementi emergenti della cosca che si adoperavano per rinsaldare le fila del gruppo con l’intento di continuare nell’esercizio delle attività criminali sul territorio per conto dei boss finiti in galera. Tra le contestazioni mosse ad alcuni degli arrestati, l’ordigno ad alto potenziale fatto esplodere davanti al cancello d’ingresso della villa dell’imprenditore Vincenzo Perri con l’intento di costringerlo a restituire la somma di 100mila euro al capostipite della famiglia Arcieri, alleata dei Giampà. Sarebbe, inoltre, emerso il coinvolgimento della cosca in una capillare attività estorsiva, finalizzata al sostentamento economico delle famiglie degli associati detenuti, nei confronti dei commercianti ambulanti che accorrevano a Lamezia Terme in occasione dell’annuale festa di San Giovanni. E ancora, sarebbe stata fatta luce fatta luce sulla matrice estorsiva di una bottiglia molotov lasciata nei pressi di una frequentata palestra del centro. Dalle investigazioni, condotte con l’impiego di strumenti tecnologici e con l’analisi delle dichiarazioni dei più recenti collaboratori di giustizia della cosca, sarebbe emerso il ruolo svolto da Domenico Giampà, 36 anni, alias “Buccacciello”, ora a sua volta pentito, riconosciuto come rappresentante esterno della cosca dopo il pentimento di Giuseppe Giampà, tanto da essere considerato il riferimento del clan rispetto a tutte le altre famiglie di ‘ndrangheta calabresi. Molti degli arrestati hanno rapporti di parentela con le persone arrestate nelle diverse operazioni di Polizia condotte negli anni scorsi contro la cosca. Fra questi Francesca Allegro, 32 anni, moglie di Giuseppe Chirico, 35 anni, detto “u batteru”, considerato elemento di vertice della cosca, che sta espiando in carcere una pena definitiva. Alla donna viene contestato di aver svolto il ruolo di portaordini del marito che le affidava, durante i colloqui in carcere, le direttive destinate agli associati in libertà. Uno dei destinatari del provvedimento restrittivo risulta irreperibile per cui sono in corso le ricerche.

Carnevale, sequestrati 80 mila articoli contraffatti

CROTONE – In concomitanza del Carnevale, la Guardia di Finanza di Crotone ha intensificato l’attività a tutela del mercato con particolare riguardo alla sicurezza delle merci. Tale operazione ha portato ha portato al blitz dei baschi verdi della Compagnia di Crotone che nella mattinata del 20 febbraio ha portato al sequestro di circa 80.000 articoli, tra vestiti di carnevale, maschere, parrucche, pistole “spara coriandoli”, confezioni di bolle di sapone, trucchi, articoli di bigiotteria non riportanti alcuna indicazione sulla provenienza e sui materiali utilizzati per la loro produzione, nonché, riproducenti in maniera contraffatta, noti marchi per bambini quali “Disney” e “Minions”. La titolare della ditta che rischia una sanzione amministrativa per l’importo di oltre 25.000 euro è stata anche denunciata all’Autorità Giudiziaria per ricettazione, contraffazione e frode in commercio.

‘ndrangheta, 12 arresti tra le “nuove leve” del clan Giampà

LAMEZIA TERME (CZ) – Associazione di stampo mafioso e estorsioni a carico di esercizi commerciali e imprenditori, nonché atti intimidatori con bottiglie incendiarie e danneggiamenti con l’utilizzo di ordigni esplosivi. Sono le accuse a carico di 12 persone arrestate dalla polizia. Le attività investigative, condotte, con il concorso dello SCO, dalla squadra mobile di Catanzaro e dal commissariato di Lamezia Terme, hanno permesso di accertare l’esistenza di soggetti considerati “nuove leve” della cosca Giampà che si sono adoperati per rinsaldarne le fila, dopo le diverse operazioni di Polizia condotte negli anni scorsi nei confronti del clan, con l’intento di continuare nell’esercizio delle attività estorsive sul territorio per conto dei capicosca sottoposti a regime detentivo. I particolari dell’operazione saranno resi noti durante la conferenza stampa che si terrà alle 11 al complesso polifunzionale della Polizia di stato di Catanzaro.

Impatto fatale a Botricello. Muore un pensionato sulla statale 106

BOTRICELLO (CZ) – Un pensionato di 74 anni, M.V., è morto a Botricello, nel catanzarese, dopo essere stato investito da un’automobile mentre percorreva in bici la statale 106 jonica. Il conducente della vettura si è fermato per prestare soccorso al ciclista, ma ogni intervento si è rivelato inutile perché il pensionato è morto sul colpo. La dinamica dell’incidente è al vaglio dei carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, che hanno effettuato i rilievi. Sul posto anche il personale dell’Anas per la gestione della viabilità.

Avvocato assassinato a Locri, fermato lo zio reo confesso

LOCRI (RC) – Gli screzi ed i litigi andavano avanti da tempo. Dissidi che gli devono essere sembrati più forti del legame di sangue che lo legava al suo vicino di casa. E così, oggi, ha impugnato una pistola calibro 7.65 che deteneva legalmente ed ha fatto fuoco almeno sei o sette volte contro il nipote uccidendolo. È morto così un avvocato penalista 35enne, Francesco Filippone, freddato a Locri, davanti al palazzo in cui abitava, dallo zio Antonio Sgrò, pensionato di 68 anni. Un delitto assurdo alla cui origine, questa la convinzione degli investigatori, ci sono solo screzi di piccolo conto. Filippone, dopo gli spari, è stato soccorso e portato in ospedale, ma due dei proiettili lo avevano raggiunto in parti vitali e, nonostante il ricovero, i medici non hanno potuto fare niente per salvargli la vita. Sul luogo dell’omicidio sono arrivati gli agenti del Commissariato di Siderno della Polizia di Stato ed i carabinieri del Gruppo di Locri. Ed è a questi ultimi che Sgrò si è avvicinato non appena li ha visti. Ai militari ha detto che voleva parlare con loro, di fatto, consegnandosi. Intuendo quello che poteva essere successo, i carabinieri lo hanno prelevato e accompagnato nella caserma sede del Gruppo ed è qui che l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità. La successiva perquisizione nella sua abitazione non ha fatto altro che confermare le sue parole. Nell’appartamento, infatti, i carabinieri hanno trovato la pistola calibro 7.65 usata per il delitto. Immediato è scattato il fermo. In caserma si è poi recato il procuratore di Locri Luigi D’Alessio ed il sostituto procuratore Vincenzo Toscano che, alla presenza di un difensore, hanno iniziato l’interrogatorio. Sgrò, che lavorava come asfaltatore, vive nell’appartamento attiguo a quello della vittima. Locali ai quali si accede da una porta esterna in comune che dà su un piccolo ingresso su cui si affacciano le porte di tre abitazioni. E proprio questa vicinanza con il nipote – pare anche per via di una ristrutturazione da fare – era diventata, evidentemente, insopportabile per l’anziano che ha deciso di porre fine alla vita di Filippone. Un delitto che ha scosso la città di Locri. L’amministrazione comunale, in segno di lutto, ha annullato la sfilata dei carri allegorici e lo spettacolo degli artisti di strada previsti per sabato 25 per la festa di Carnevale ed ha invitato ad un momento di riflessione e preghiera. «È una tragedia – ha detto il sindaco Giovanni Calabrese – che sconvolge la città intera. Una vicenda familiare, a quanto pare, che provoca dolore e sconforto».

Seviziarono e uccisero un cane a Sangineto, inizia il processo

PAOLA – Compariranno davanti al tribunale di Paola il prossimo 27 aprile le quattro persone di Sangineto rinviate a giudizio per avere colpito un cane con una mazza ferrata dopo averlo impiccato ad un albero, lasciandolo poi a terra senza vita. Il gesto è stato ripreso anche con un telefonino ed il video postato su facebook. Le immagini hanno indignato gli utenti della rete. Numerose le segnalazioni pervenute ai carabinieri da privati ed associazioni animaliste. Il caso ha catturato anche l’attenzione dei media nazionali.