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Donna vittima di maltrattamenti, arrestato il marito

SCALEA – Dopo l’ennesima lite tra le mura domestiche, il marito la prende a calci e pugni, sbattendola fuori di casa. Lei, vestita soltanto di un accappatoio, chiama i carabinieri. L’episodio si è verificato a Scalea. I militari, guidati dal capitano Alberto Pinto, hanno soccorso la donna, 33 anni, vittima di maltrattamenti, accertando che le violenze si protraevano da diverso tempo. Il marito, un operaio edile rumeno di 43 anni, è stato arrestato. Secondo quanto si è appreso, anche qualche giorno prima l’uomo aveva picchiato la moglie, colpendola ripetutamente sul viso. La donna ha finalmente trovato il coraggio di denunciare gli abusi . Condotta al pronto soccorso dell’ospedale di Cetraro, i sanitari le hanno riscontrato ferite ed escoriazioni guaribili in venti giorni. L’uomo, arrestato con l’accusa di lesioni personali e maltrattamenti in famiglia, è ora in attesa del rito direttissimo.

Muore presunto boss, funerali all’alba

VIBO VALENTIA – Funerali all’alba a Vibo Valentia, senza corteo funebre ed alla presenza dei familiari più intimi per motivi di ordine pubblico, per il presunto boss della ‘ndrangheta Carmelo Lo Bianco, morto a 75 anni nell’ospedale civile “Pugliese” di Catanzaro, dov’era ricoverato per problemi cardiaci. A disporre le prescrizioni per i funerali di Lo Bianco è stato il questore di Vibo Valentia, Filippo Bonfiglio. Lo scorso anno, su richiesta dell’avvocato Vincenzo Gennaro, suo legale di fiducia, i giudici avevano concesso a Lo Bianco, in considerazione delle sue precarie condizioni di salute, il beneficio degli arresti domiciliari. Il presunto boss stava scontando una condanna definitiva a dieci anni di reclusione per associazione mafiosa comminatagli a conclusione del processo denominato “Nuova alba”. Carmelo Lo Bianco era cugino ed omonimo di un altro esponente della cosca Lo Bianco, detto “Piccinni”, morto nel 2014 mentre era ricoverato nell’ospedale di Parma.

Muore dopo visita in pronto soccorso, due sanitari indagati

CASTROVILLARI – Il pm della procura di Castrovillari, Angela Contimisio, ha iscritto due persone sul registro degli indagati per la morte di Maria Francesca Bellizzi, 43 anni, deceduta lo scorso 7 dicembre nella sua abitazione dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso della città del Pollino. Si tratta di un medico ed un’infermiera in quel momento in servizio nel nosocomio cittadino. La donna si era recata in ospedale dopo avere accusato un malore, poi era tornata a casa, dov’è morta poco dopo. Nelle prossime ore il magistrato conferirà l’incarico al medico legale per l’effettuazione dell’autopsia sul corpo della vittima. La famiglia di Maria Francesca Bellizzi, ha nominato un legale, l’avvocato Andrea Garofalo, ed un proprio perito.

Prime condanne al processo Job Center

CATANZARO – Il gup distrettuale di Catanzaro ha comminato condanne per complessivi 90 anni di carcere agli imputati del processo ai pusher cosentini, scaturito dall’operazione “Job center”, condotta dalla Dda di Catanzaro nel settembre del 2015. Le condanne inflitte dal giudice per le udienze preliminari riguardano gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato. La pena più severa, 13 anni e 4 mesi, ha riguardato Celestino Abbruzzese; 10 anni ad Anna Palmieri; 8 anni e 10 mesi a Marco Paura; 8 anni e 8 mesi a Gianluca Esposito Fortunato; 7 anni e 8 mesi ad Amos Zicaro; 8 anni a Giovanni Aloise; 5 anni e 1 mese a Giuseppina Perri; 10 anni e 8 mesi a Francesco Noblea; 8 anni e 10 mesi a Vincenzo Rose; 6 anni e 10 mesi a Francesco Mazzei; 2 anni a Candido Perri.

Droga, fermati due giovani migranti in un centro di accoglienza

BROGNATURO (VV) – Due migranti ospiti del Centro di Accoglienza di brognatura, nel vibonese, sono stati arrestati dagli uomini del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno con l’accusa di detenzione illegale a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di due giovani, un pachistano e un ghanese, rispettivamente di 18 e 21 anni, nella cui camera presso il Centro sono stati rinvenuti ben 434 grammi di marijuana, occultati in nascondigli. Il pachistano è stato subito arrestato dagli agenti, mentre il ghanese è stato fermato dopo qualche ora e un inseguimento per le vie del paese. Inoltre, nello stesso Centro gli agenti hanno ritrovato 44 dosi di hascisc nascosti in una scarpa all’interno del giardino, scarpa presumibilmente lanciata dalla finestra per evitare che fosse scoperta, e altre 2 dosi di marijuana in un pacchetto di sigarette. I due giovani sono stati posti ai domiciliari nel Centro stesso.

 

Rende, denunciate tre persone per ricettazione

RENDE (CS) – Nella giornata di oggi i militari dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Rende, al termine degli accertamenti, hanno deferito in stato di libertà un 35enne, un 54enne e una 40enne cosentini per ricettazione. I militari operanti, in Rende (CS), nel corso di servizio di controllo della circolazione stradale, effettuato nel pomeriggio dell’8 dicembre 2016, sorprendevano i predetti a montare una caldaia all’esterno dell’abitazione del 35enne, il quale, non forniva spiegazioni sulla provenienza della caldaia. I successivi accertamenti consentivano di verificare che la caldaia era stata asportata da una privata abitazione, sita in Rende (CS), il cui proprietario, il giorno prima, ne aveva denunciato il furto presso la Stazione Carabinieri di Rende. Il bene è stato restituito al legittimo proprietario.

Sempre nella giornata di oggi, i militari dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Rende, al termine degli accertamenti, deferivano in stato di libertà, un 18enne di nazionalità rumena, per furto. I militari operanti nella serata dell’8 dicembre 2016, intervenivano presso il parco “Metropolis” ove il giovane, poco prima, dopo aver rimosso la placca antitaccheggio, aveva asportato alcuni capi di vestiario da uno dei negozi di abbigliamento sito all’interno del centro commerciale. La refurtiva anche in questo caso è stata restituita agli aventi diritto.

Rende, rubati i computer alla scuola Stancati

RENDE – Amara sorpresa questa mattina alla riapertura della scuola primaria di Rende intitolata a Giuseppe Stancati. Nella notte, probabilmente tra mercoledì 7 e giovedì 8 dicembre, all’interno dell’istituto si sono introdotti i ladri ed hanno fatto razzia di computer. Ben dodici, dei quali sette sottratti agli uffici del dirigente e della segreteria, 3e cinque trafugati dalle aule. Apparecchi nuovi di zecca, da poco acquistati con l’ausilio dei fondi europei. I malviventi hanno anche danneggiato una macchina distributrice di prodotti alimentari e forzato le porte di due laboratori, in cui forse ritenevano potessero essere custodite altre apparecchiature informatiche. Per entrare hanno forzato la finestra di una delle aule. E’ il terzo furto subito dall’istituto, già visitato dai ladri il 17 ed il 24 novembre scorsi. L’amministrazione comunale ha già avviato le pratiche per mettere a bando l’allestimento e la gestione dell’impianto di videosorveglianza. Per poter lavorare nella segreteria sono stati riposizionati i vecchi computer. «Mi piange il cuore per i bambini – ha detto la dirigente Rosalba Borrelli – Avevamo investito risorse pubbliche per dotare l’istituto di tecnologie innovative e per offrire una migliore formazione. Sono i nostri alunni ad essere danneggiati da questo furto»

 

Incendi, denunciate 18 persone. Rischiano fino a 10 anni di reclusione

REGGIO CALABRIA – L’attività investigativa del Comando Regionale Calabria – Sicilia è vicina all’individuazione dei responsabili dei molti incendi divampati nel corso dell’anno in Calabria. In particolare, durante il periodo di massimo rischio di incendio, ovvero dal 15 giugno al 30 settembre 2016, i comandi territoriali del Corpo Forestale dello Stato hanno segnalato all’Autorità Giudiziaria diciotto persone, di cui sedici sono state denunciate a piede libero e due tratte in arresto in flagranza di reato o sottoposte a misure di custodia cautelare. Si tratta di soggetti ritenuti responsabili, singolarmente o in concorso con altri, di incendi verificatisi nel territorio calabrese, e precisamente due nel crotonese, due nel catanzarese, due nel reggino e otto nel cosentino. Sequestrati quattro accendini ed effettuate tre perquisizioni. Un indagato dovrà rispondere del reato di incendio non boschivo doloso; cinque indagati di incendio boschivo doloso e dodici di incendio boschivo colposo. Questi ultimi rischiano la reclusione rispettivamente da 4 a 10 anni e da 1 a 5 anni; pena destinata ad aumentare in presenza di circostanze aggravanti.

Ma l’attenzione sul fenomeno degli incendi boschivi è rimasta alta da parte del CFS anche nel restante periodo dell’anno tanto da deferire all’A.G. per incendio boschivo colposo altre due persone (una nel catanzarese e una nel reggino) e da cogliere in flagrante e arrestare un reggino per incendio boschivo doloso. Nelle aree interessate da continui e ripetuti incendi sono state utilizzate telecamere nascoste, che hanno consentito di immortalare il responsabile del reato, come avvenuto per una donna nel cosentino. È stato, altresì, adottato il Metodo delle Evidenze Fisiche, che permette di determinare la dinamica delle fiamme e di classificarne la causa. Da non dimenticare, inoltre, la collaborazione dei cittadini che hanno fornito preziose testimonianze e hanno segnalato tempestivamente le fiamme al numero di emergenza ambientale 1515.

I roghi divampati in Calabria hanno interessato non solo aree marginali e rurali, ma anche aree antropizzate, danneggiando, in alcuni casi, oltre ai soprassuoli agrari e forestali, anche fabbricati e automezzi. Tali incendi sono stati causati dall’uomo per colpa o dolo. Cause che tuttavia si distinguono in una serie di motivazioni legate ai profili sociali, economici e produttivi delle diverse realtà territoriali. Se da un lato la maggior parte degli incendi è legata ad attività illecite collegate a finalità agricole e di pastorizia, dall’altro a bruciare la Calabria sono non solo contadini e pastori, ma anche operai, disoccupati e pensionati. L’identikit dell’incendiario calabrese che emerge dall’analisi delle persone denunciate dal CFS parla di individui (donne e uomini) che hanno un’età compresa tra 26 e 75 anni, perlopiù incensurati e residenti nella stessa provincia dove commettono il reato.

Guida in stato di ebbrezza, denunciato 29enne

RENDE (CS) – Ieri notte i militari dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Rende, hanno deferito in stato di libertà un 29enne di Soveria Mannelli (CZ), per il reato di “Guida in stato di ebbrezza”. I militari operanti, nel corso di servizio di controllo della circolazione stradale, hanno sottoposto l’automobilista a test etilometrico riscontrando un tasso alcolemico nel sangue superiore ai limiti consentiti dalla Legge. Al giovane è stata immediatamente ritirata la patente, mentre l’autovettura è stata affidata a persona idonea alla guida. (Foto di repertorio).

Aggrediva donne nei sottopassi della stazione, un arresto

PALMI (RC) – I carabinieri di Desio in collaborazione con i colleghi di Oppido Mamertina hanno arrestato un 49enne calabrese, con precedenti penali, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura di Monza per alcune aggressioni a donne a scopo di rapina. L’uomo è accusato di averne commesse almeno tre tra gennaio ed ottobre 2016 nel sottopasso della stazione ferroviaria di Lissone. Secondo quanto ricostruito dai militari brianzoli, il rapinatore agiva sempre nel medesimo modo; attendeva che donne sole transitassero nel sottopasso, le aggrediva alle spalle immobilizzandole e puntandogli un coltello alla gola per poi farsi consegnare la borsetta. L’autore delle aggressioni con rapina è stato identificato grazie all’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona e del traffico telefonico. L’uomo, che ha alle spalle precedenti per furto, rapina, armi e anche violenza sessuale. L’uomo è stato arrestato a Lissone e poi accompagnato nel carcere di Palmi.