Archivi categoria: Cronaca

Marijuana nascosta in casa, arrestato

ROSARNO (RC) – Un uomo di 50 anni, Antonino Sergio, è stato arrestato e posto ai domiciliari a Rosarno dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro con l’accusa di detenzione, a fini di spaccio, di sostanze stupefacenti. Nella propria dimora sono stati ritrovati 1,4 kg di marijuana.
I militari, a seguito di una perquisizione nell’ambito delle attività straordinarie di controllo del territorio, hanno trovato nell’abitazione di Sergio la sostanza stupefacente suddivisa in sei buste di cellophane. A queste va aggiunto un bilancino di precisione utilizzato per la pesatura della marijuana la quale, successivamente, sarebbe stata immessa sul mercato. (foto di repertorio)

Pm Di Palma: «Per la ‘ndrangheta l’omosessualità è un tabù»

VIBO VALENTIA – «Aveva solo 33 anni ed era uno dei negozianti più in vista di Gioia Tauro e fu ucciso senza pietà da due sicari, nel 1990, in uno dei retro bottega dei suoi esercizi. La colpa? Intrattenere – secondo quanto rivelato successivamente dal pentito Annunziato Raso – una presunta relazione con tale Gaetano Mazzitelli, esponente di una famiglia di ‘Ndrangheta imparentata con il ferocissimo clan Molé».

A raccontarlo è il sostituto procuratore Roberto Di Palma che fa luce Roberto Di Palmasui retroscena di uno dei più crudeli omicidi ordinati dalla mafia calabrese in un’intervista rilasciata al programma di Klaus Davi dal titolo “Gli Intoccabili” in onda sul digitale terrestre e sul web. «Caristena – aggiunge Di Palma – non solo aveva avuto la colpa di aver avuto una presunta tresca col cognato del boss ma, secondo le risultanze processuali, aveva in contemporanea anche una relazione con la sorella di lui, dal nome Donatella, che si era innamorata follemente al punto che tra i due si parlava di un possibile matrimonio. Un triangolo esplosivo e inaccettabile per il mondo della ‘Ndrangheta e per la potentissima cosca dei Molé che decise di farlo fuori. I Molè erano allora uno dei clan più influenti e sanguinari della Piana di Gioia Tauro, con interessi di rilievo nei traffici illeciti che passano dal porto della città tirrenica. Allora, come oggi, l’omosessualità per i clan era tabù –  spiega Di Palma -. Solo l’idea che un gay potesse avere rapporti con certe famiglie suscitava scandalo. Caristena, in più, aveva convissuto con un uomo che poi morì per alcune complicanze, risultando positivo all’Hiv. Per tale ragione, si diffuse la voce in città che lui fosse gay. Per i clan solo l’idea che un omosessuale potesse introdursi in una famiglia di ‘Ndrangheta non era accettabile. Per Caristena non ci fu nessuna pietà. E, infatti, venne ucciso da due killer, uno dei quali era Girolamo Molé».

Nel frattempo Francesco Toscano, assessore del Comune di Gioia Tauro, che ha competenze nel ramo della toponomastica, ha inteso proporre l’intitolazione di una strada. «Caristena è stato una vittima del pregiudizio. Non deve essere dimenticato. La città deve adesso mobilitarsi così come ha fatto la Magistratura ».

Ruba energia elettrica per 50 mila euro

BISIGNANO (cs) – Un uomo di 49 anni è stato arrestato a Bisignano dai carabinieri della locale stazione per furto di energia elettrica. I militari, insieme ad alcuni tecnici dell’Enel, hanno accertato che l’uomo, titolare di un’officina meccanica, attraverso l’applicazione di un magnete sul contatore, aveva trovato il modo di alterare la misurazione del contatore, abbassando la registrazione dei consumi di energia elettrica. Le successive verifiche hanno consentito di accertare che il furto era in atto dal 2012 per un danno complessivo per la società fornitrice di energia elettrica di circa 50.000 euro. L’arrestato è stato tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.

Vibo Valentia, bloccata un’agenzia di scommesse illecite

VIBO VALENTIA – Nell’ambito di una mirata attività di servizio volta a reprimere il crescente dilagare di fenomeni quali le scommesse clandestine, il gioco d’azzardo e il gioco compulsivo, le Fiamme Gialle della locale Compagnia della Guardia di Finanza, a seguito di controllo, hanno accertato che presso un’agenzia di scommesse della provincia di Vibo Valentia, venivano raccolte, abusivamente, scommesse relative ai principali eventi sportivi nazionali ed esteri. Il controllo operato dai Finanzieri origina dall’esigenza di contrastare la diffusione sul territorio nazionale di agenzie che ricevono le giocate su incarico di bookmaker esteri privi di concessione e Autorizzazione ad operare in Italia. Il canale privilegiato dagli allibratori esteri per promuovere la raccolta in Italia di scommesse è costituito da agenzie attive sul territorio nazionale che si pongono quali intermediari tra lo scommettitore e il bookmaker. Si tratta di agenzie che raccolgono le giocate degli scommettitori, trasmettendole per via telematica all’organizzatore e movimentando, contestualmente, su appositi conti esteri, gli importi corrispondenti alle giocate incassate e alle eventuali vincite da corrispondere ai giocatori, il tutto a danno degli interessi erariali del Paese. All’esito dei controlli i militari hanno deferito alla locale Procura della Repubblica il titolare dell’impresa per il reato di “esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa”, comminandogli altresì una sanzione amministrativa pari ad euro 9.000,00 e sequestrando, contestualmente, numerosi computer, monitor e stampanti, strumentali per l’esercizio dell’attività illecita.

Isola Capo Rizzuto, furto in casa del primo cittadino

ladro-ISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – È toccato al sindaco  di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno, finire nel mirino dei ladri. Ignoti si sono introdotti all’interno della sua abitazione, probabilmente nella notte fra domenica e lunedì, forzando una finestra situata al primo piano. Una volta all’interno hanno rubato gioielli, altri beni materiali e soldi contanti per circa seicento euro, per un totale refurtiva che si aggira intorno i 20.000 euro. Sul posto, nella mattinata di mercoledì, sono intervenuti i Carabinieri di Isola Capo Rizzuto per un primo riscontro, i militari hanno prelevato anche tutte le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza dell’abitazione, nella speranza che possano essere individuati i responsabili. Nella giornata odierna, il Sindaco e sua moglie si sono recati alla caserma di Isola per sporgere regolare denuncia contro ignoti e illustrare nel dettaglio l’elenco dei beni mancanti.

Operazione Doomsday 2, la dichiarazione di Occhiuto

COSENZA – Dopo l’importante operazione antimafia di oggi che ha condotto all’azzeramento dei vertici della cosca “Rango-Zingari”, compiuta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, non si sono fatte attendere le dichiarazioni in merito del primo cittadino di Cosenza, Mario Occhiuto. «Due distinte e importanti operazioni giudiziarie con ordini esecutivi di rilievo nel giro di soli due giorni danno il senso della presenza attiva dello Stato sul nostro territorio» ha dichiarato il Sindaco. Ben 18 le ordinanze di custodia cautelare emessa nella giornata di oggi nell’ambito dell’operazione Doomsday 2. Occhiuto, oltre a ringraziare il Gip distrettuale di Catanzaro che ha emesso i provvedimenti su richiesta della Dda, i militari del Reparto operativo del Comando provinciale che hanno condotto le indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, con i procuratori aggiunti, Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto, e con il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, ha sottolineato l’importanza della lotta alla criminalità, poichè «nessuna morsa criminale deve macchiare lo sviluppo di una città e di una regione la cui stragrande maggioranza delle persone chiede di non arretrare in civiltà e progresso sociale. Se così fosse, gli sforzi di chi governa in funzione di migliori traguardi di vivibilità sarebbero vani. L’impegno di noi amministratori ha ragion d’essere anche in funzione della stretta sinergia con le altre istituzioni».

Porto di Gioia Tauro, sequestrati migliaia di prodotti contraffatti

GIOIA TAURO (RC) – Le Fiamme Gialle del Gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, unitamente ai Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Gioia Tauro, hanno individuato tre container, provenienti dalla Cina, contenenti giocattoli e capi d’abbigliamento contraffatti recanti i marchi “Angry Birds”, “Thomas & Friends” e “The North Face”. L’operazione, condotta dalla Procura della Repubblica di Palmi, ha consentito, dopo una serie di incroci documentali e successivi meticolosi controlli eseguiti su numerosi container in transito presso il porto di Gioia Tauro, l’individuazione dei predetti carichi illeciti imbarcati nei porti cinesi di Xiamen e Ningbo. La merce, secondo la documentazione doganale esibita, risultava costituita da “giocattoli di plastica” e “capi d’abbigliamento”. Tuttavia i Finanzieri ed i Funzionari Doganali, nel corso dell’ispezione, si sono ritrovati di fronte un numero considerevole di prodotti che apparivano riportare un marchio non veritiero. Pertanto, si è proceduto ad accertamenti peritali, da parte dei tecnici delle società titolari dei marchi, i quali hanno confermato l’intuizione dei finanzieri e dei funzionari doganali, ossia che i prodotti erano contraffatti. Complessivamente, sono stati sottoposti a sequestro 2.460 giocattoli contraffatti. Si sottolinea, ancora una volta, l’importanza dell’azione svolta dalle Fiamme Gialle e dall’Agenzia delle Dogane a contrasto del fenomeno dell’illecita commercializzazione di prodotti contraffatti e contro la sleale concorrenza a tutto danno delle imprese corrette. Detti prodotti, peraltro, in assenza delle condizioni di genuinità previste dalla vigente normativa, sono potenzialmente dannosi per la salute delle persone.

La Dia confisca beni per oltre 800mila euro a imprenditore

GIOIA TAURO – Confiscati beni e attività per oltre 800mila euro a un imprenditore della piana di Gioia Tauro. La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha dato esecuzione ad un decreto di confisca beni nei confronti di Gianluca Ciro Domenico Favara, 49enne imprenditore, nativo di Milano, ritenuto contiguo alle cosche ‘ndranghetiste di Rosarno e di Reggio Calabria, allo stato in regime di detenzione carceraria. L’uomo, nel dicembre del 2014 era stato condannato in primo grado alla pena di anni 10 di reclusione per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso ed intestazione fittizia di beni, poiché ritenuto vicino, in qualità di gestore e curatore, degli affari illeciti della cosca Condello di Archi di Reggio Calabria, interessata al controllo di rilevanti attività imprenditoriali, tra le quali la nota discoteca “Il Limoneto” di Catona (Reggio Calabria).

‘ndrangheta, operazione “Doomsday2”. Azzerati vertici cosca “Rango-Zingari” (NOMI, FOTO E VIDEO)

COSENZA – Si è svolta un’importante operazione antimafia portata avanti dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, con il supporto dell’ottavo Nucleo elicotteri di Vibo Valentia, che stanno eseguendo 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei  “Rango-Zingari”, con conseguente azzeramento dei vertici del gruppo criminale. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda. Le indagini sono state condotte dai militari del Reparto operativo del Comando provinciale e coordinate dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dai Procuratori aggiunti, Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto, e del sostituto procuratore Pierpaolo Bruni. Uno dei provvedimenti restrittivi riguarda il capo della cosca, Maurizio Rango, di 40 anni, già detenuto in regime di 41 bis. Intercettazioni, pedinamenti, riprese e riscontri alle dichiarazioni di pentiti dello stesso clan hanno consentito ai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza di ricostruire tre anni di egemonia della cosca Rango-Zingari sul territorio cosentino, dal 2012 al 2015. Un’attività investigativa che ha portato all’operazione denominata “Doomsday 2” per l’esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Catanzaro. Una multinazionale del crimine, riferiscono gli investigatori, che gestiva lo spaccio organizzato di cocaina e hashish e le estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori del cosentino, arrivando persino ad “assegnare” alloggi popolari agli affiliati togliendoli ai legittimi titolari. La cosca era riuscita anche ad imporsi attraverso attività apparentemente lecite, gestendo alcune società di security che imponeva alle discoteche del luogo, non esitando, in un caso, a pestare un gestore riottoso. Le indagini hanno consentito anche di documentare l’espansione della cosca verso la cittadina di Paola, subentrando alla locale cosca dei “Serpa”, annientata nel 2012 sempre grazie ad un’operazione antimafia portata a termine dai carabinieri e coordinata dalla Dda di Catanzaro. Questi i nomi delle persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi:

  1. ABBRUZZESE ANTONIO, CLASSE 75;
  2. ARLIA GIANLUCA, CLASSE 1993;
  3. BARONE GIANLUCA, CLASSE 1973;
  4. BEVACQUA ROCCO, CLASSE 1952;
  5. BEVILACQUA CELESTINO, CLASSE 1961;
  6. BEVILACQUA COSIMO, CLASSE 1965;
  7. BEVILACQUA DANILO, CLASSE 1991;
  8. BEVILACQUA LEONARDO, CLASSE 1981;
  9. CAFIERO DOMENICO, CLASSE 1975;
  10. CHIANELLO ATTILIO, CLASSE 1984;
  11. CIANCIO FRANCESCO, CLASSE 1991;
  12. ESPOSITO GIUSEPPE, CLASSE 1953;
  13. GRECO ANDREA, CLASSE 1976;
  14. IMBROINISE ANTONIO, CLASSE 1991;
  15. MADDALENA LUCA, CLASSE 1986;
  16. MIGNOLO DOMENICO, CLASSE 1987;
  17. PERRI MARIO, CLASSE 1966;
  18. RANGO MAURIZIO, CLASSE 1976.

Di queste 18 persone, sette erano già detenute, otto erano ai domiciliari e tre erano in stato di libertà.

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Gianluca Barone
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Rocco Bevacqua
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Celestino Bevilacqua
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Danilo Bevilacqua
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Leonardo Bevilacqua
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Domenico Cafiero
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Attilio Chianello
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Giuseppe Natale Esposito
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Andrea Greco
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Luca Maddalena

Uccise la moglie nel 2014, condannato all’ergastolo commerciante di Locri

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LOCRI (CS) – È stato condannato all’ergastolo Giuseppe Pilato, il commerciante di 32 anni che il 18 agosto del 2014 uccise a colpi di pistola a Monasterace la moglie Mary Cirillo.La sentenza è stata emessa oggi pomeriggio dalla Corte d’assise di Locri, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero, Rosanna Squeglia. A Pilato veniva contestato l’omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione. Il commerciante, dopo avere ucciso la moglie nell’appartamento della coppia, si diede alla fuga e si costituì ai carabinieri il 23 agosto successivo.
Movente dell’omicidio, secondo quanto è emerso dalle indagini, la gelosia di Pilato, a cause della quale erano frequenti le liti con la moglie.