Archivi categoria: Cronaca

spaccio di marijuana a scuola

PAOLA (CS) – Nell’ambito dei servizi di polizia giudiziaria finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati inerenti al traffico ed alla vendita di sostanze stupefacenti nelle scuole, potenziati dal Questore di Cosenza Luigi Liguori, questa mattina personale della Polizia di Stato ha denunciato in stato di libertà, F.M. di anni 20 per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare il personale del Commissariato di P.S. di Paola,  nell’effettuare una perquisizione  a carico del giovane, da tempo sospettato di spacciare droga all’interno della scuola frequentata, permetteva di rinvenire, occultate nello slip, quattro confezioni singole contenente  marijuana per un peso complessivo di gr.3,52. La perquisizione, estesa anche all’abitazione, consentiva di ritrovare anche un bilancino di precisione e numerose bustine in cellophane vuote.

 

Processo contro cosca Grande Aracri, 25 condanne

CATANZARO – Venticinque condanne e tre assoluzioni. Si è concluso così il processo con rito abbreviato per le 28 persone coinvolte nell’operazione “Kyterion” contro la cosca Grande Aracri della ‘ndrangheta. La sentenza è stata emessa dal Gup distrettuale di Catanzaro Carlo Saverio Ferraro. La pena più pesante, 30 anni, è stata inflitta al capo della cosca, il boss Nicolino Grande Aracri. A 24 anni sono stati condannati, invece, Ernesto Grande Aracri, fratello di Nicolino, e Angelo Greco. La pubblica accusa, rappresentata dai pm Domenico Guarascio e Vincenzo Capomolla, aveva chiesto, tra l’altro, la condanna all’ergastolo per i fratelli Grande Aracri e per Angelo Greco. Condanna a quattro anni di reclusione, inoltre, per gli avvocati Lucia Stranieri e Benedetto Giovanni Stranieri, imputati di concorso esterno in associazione mafiosa e per i quali la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a nove anni. I tre assolti sono Dario Cristofaro, Luigi Martino e Carmine Riillo. Agli imputati venivano contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e tentata estorsione, violazione delle leggi in materia di armi, omicidio, ricettazione, violenza privata, lesioni personali, rapina e usura. L’inchiesta che ha portato al processo ha fatto luce, tra l’altro, sull’omicidio del boss di Cutro Totò Dragone, avvenuto il 10 maggio del 2004 e contestato a Nicolino Grande Aracri, al fratello Ernesto e ad Angelo Greco. La cosca, con ramificazioni nel nord Italia, ed in particolare in Emilia Romagna, avrebbe imposto, secondo l’accusa, estorsioni e subappalti nella realizzazione e nella gestione di un parco eolico nel Crotonese noncé’ ad alcuni villaggi turistici del litorale ionico sempre del Crotonese, a cui sarebbero stati imposti servizi e prestazioni da parte di imprese vicine al gruppo criminale.

Scafista siriano terrorista internazionale

CATANZARO – Doveva compiere presumibilmente un attentato Abo Robeih Tarif, il siriano di 23 anni già detenuto perché arrestato nel 2014 con l’accusa di essere uno scafista al quale la Guardia di finanza ha notificato un provvedimento di fermo per associazione per delinquere con finalità di terrorismo internazionale. Dal prosieguo delle indagini, è emerso lo scopo del viaggio del siriano in Europa: doveva compiere un attentato terroristico o, comunque, doveva filmarlo col suo telefono cellulare, sequestrato dalla Guardia di finanza dopo il suo arresto, «nel quale – ha riferito ancora Gratteri – abbiamo trovato foto con armi di ogni genere. Quel telefonino, per la sua importanza, può essere paragonato alla “copiata” per gli ‘ndranghetisti. E’ il suo dna di appartenenza. Gli serviva per dimostrare chi fosse e di quale organizzazione facesse parte».

Cosenza, cadavere nel fiume

14958757_1132816543468894_1694550676_nCOSENZA – Appartiene a un giovane tossicodipendente, Maurizio Ritacco di Laurignano, frazione di Dipignano alle porte di Cosenza, il corpo senza vita ritrovato questa mattina, poco dopo le ore 9,30, sulla sponda sinistra del fiume Crati. Il cadavere è stato rinvenuto adagiato con il viso sott’acqua nei pressi della confluenza con il Busento, tra il ponte di Alarico e il ponte ferroviario antistante il complesso monastico di San Domenico. Sul posto le volanti della polizia di stato, i vigili del fuoco di Cosenza, la polizia municipale. Sul posto ache il medico legale per accertare le cause del decesso. Sulla sponda del fiume gli agenti della polizia scientifica, intervenuti per i rilievi, hanno trovato alcune siringhe usate. Per questo l’ipotesi più accreditata è quella che l’uomo, possa essere morto per un’overdose oppure possa essere svenuto in seguito ad un malore, annegando subito dopo. Ogni dubbio sarà chiarito dall’autopsia che certamente sarà disposta dal magistrato di turno.

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Accusa di truffa aggravata per ex direttori Banco di Napoli

CATANZARO – Tre ex direttori, oltre a cinque funzionari della filiale del Banco di Napoli di Catanzaro, sono stati iscritti nel registro degli indagati: per loro si ipotizza il reato di truffa aggravata (foto ansa.it). Secondo il Pm della Procura catanzarese, Vito Valerio, i vertici dell’istituto avrebbero venduto prodotti finanziari, senza indicare la finalità Swap, «in violazione delle norme bancarie con artifizi e raggiri» ai soci dell’azienda catanzarese Max motors srl. Gli ex direttori e i funzionari avrebbero omesso di indicare la finalità speculativa di tali contratti derivati predisponendo, si legge nell’avviso di conclusione delle indagini, «condizioni contrattuali sempre complessivamente sbilanciate in favore dell’istituto di credito».

Piantagione di marijuana scoperta nel crotonese

CROTONE – I Finanzieri della Compagnia di Crotone, nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, hanno scoperto all’interno di un’abitazione, nella periferia Crotonese, una coltivazione di marijuana. L’attività criminosa era ben strutturata e non estemporanea tanto che le piante invasate erano irradiate con lampade alogene, montate su un ingegnoso congegno di carrelli a doppio binario motorizzati e comandati da timer analogico; completava il tutto un sofisticato sistema di aerazione ed un moderno sistema di irrigazione munito di centraline digitali. La struttura è risultata essere collegata giorno e notte abusivamente alla rete elettrica pubblica, producendo un notevole consumo di energia sottratto al pagamento. Sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica tre persone per produzione e traffico di sostanze stupefacenti, furto aggravato e detenzione abusiva di munizioni.

 

‘ndrangheta, a Laureana spaccato criminale inquietante

REGGIO CALABRIA – Avevano sottomesso un intero territorio su cui spadroneggiavano con aggressioni fisiche, intimidazioni di ogni genere, violenze. Così i Ferrentino-Chindamo e i Lamari, si erano divisi a metà gli affari a Laureana di Borrello, grosso comune agricolo da cui si domina l’intera Piana di Gioia Tauro. «Quaranta i sottoposti al provvedimenti di fermo – ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho – ed un solo irreperibile perché all’estero. I carabinieri hanno ricostruito efficacemente lo spaccato criminale che aveva sottoposto tutto il territorio di Laureana ad autentico terrore: due gruppi di ‘ndrangheta che pretendevano persino la soggiacenza assoluta delle persone anche pretendendo, come in un caso accertato, di congiungersi con una donna convivente con uomo ed il cui rifiuto è stato ripagato con numerosi colpi di arma da fuoco al portone di casa. Oppure, in un’altra occasione, quando un ragazzino figlio di un Ferrentino, viene redarguito per avere sfondato le porte dei bagni della scuola. Anche lì scatta la ritorsione, durissima nei confronti dell’operatore scolastico, sottoposto ad un pestaggio». Il gruppo criminale, inoltre, avrebbe tentato di appropriarsi con la forza di terreni agricoli, abbandonando sui campi a brucare senza controllo il loro bestiame. «Ad un imprenditore, che aveva provveduto a recintare il terreno per impedire agli animali di distruggere i raccolti – ha spiegato de Raho – sono stati bruciati i capannoni e le macchine agricole. Due tecnici installatori di videopoker sono stati letteralmente assaliti in pubblica piazza a Laureana di Borrello e duramente colpiti persino con una mazza ferrata fino a procurare ad uno dei due lesioni permanenti alla vista. Tutto questo materiale di indagine andrebbe distribuito nelle scuole d’Italia affinché i giovani, soprattutto, comprendano quanto sia pericoloso aver da fare con simili individui». Di individui pericolosi, armati e violenti parla anche il comandante provinciale dei carabinieri col. Alessandro Scafuri: «Avevano colonizzato Voghera ed altri centri del nord Italia trafficando in stupefacenti e reinvestendo i proventi di tutte le attività illecite». Tutto è cominciato nel 2014 quando Giovanni Lamanna, prima uomo dei Ferrentino-Chindamo, successivamente passato ai Lamari ha riferito ai carabinieri di essersi intestata fittiziamente una impresa edile a Voghera. Da lì è partita la ricostruzione delle forze dell’ordine, con il coordinamento della Dda, del mosaico degli interessi delle due cosche, fino agli arresti della notte scorsa. Nel corso della conferenza stampa, infine, è stato reso noto dell’interesse dei Lamari per la locale squadra di calcio. «La Laureanese – è stato detto – è una società dilettantistica che serve anche come immagine al gruppo criminale. I calciatori venivano spesso accompagnati in trasferta da Lamari, come nel marzo 2015 ad Aprigliano (Cosenza). In quell’incontro, un gruppo di tifosi schiaffeggiò pubblicamente proprio Lamari non conoscendo la caratura criminale della persona. A distanza di qualche giorno, i dirigenti dell’Aprigliano attivarono le loro conoscenze e vennero a chiedere scusa a Lamari per quanto accaduto. Nella partita di ritorno, l’Aprigliano fu sconfitto per sei a zero a Laureana, fatto che chiuse definitivamente lo scontro. Ma non fu la sola combine, perché anche un altro incontro con la società calcistica Fonti di Lamezia Terme, fu “aggiustato” in favore del Laureana».

Carabinieri si scontrano con auto del figlio di un boss

VIBO VALENTIA – Incidente stradale, nella serata di ieri, tra una pattuglia dei carabinieri ed un’Audi alla cui guida c’era un giovane conosciuto dai militari, il figlio 28enne del presunto boss della ‘ndrangheta Pantaleone Mancuso, detto “l’ingegnere”. Ad avere la peggio è stato il giovane: ha riportato la frattura del femore e diverse escoriazioni eD è stato sottoposto a intervento chirurgico nell’ospedale di Vibo Valentia. Contusioni guaribili in 15 giorni, invece, per i tre carabinieri. Le cause dello scontro sono in corso di accertamento.

Uomo si perde per andare a funghi: ritrovato

SAN LUCA (RC) – Dopo cinque giorni di ricerche è stato ritrovato il 69enne del quale si erano perse le tracce nell’Aspromonte. L’uomo era andato nel bosco alla ricerca dei funghi: le sue condizioni sono buone. È stato rintracciato nella zona denominata “Valle infernale”, nel territorio di San Luca, a circa due chilometri dal punto in cui era scomparso. A trovare il sessantanovenne sono stati alcuni soccorritori componenti dell’organizzazione che era stata attivata. Per ritrovare l’uomo la Prefettura di Reggio Calabria si era mobilitata nell’attivazione del Piano provinciale per la ricerca di persone scomparse.

Lanciano fumogeni, daspo per due tifosi della Reggina

REGGIO CALABRIA – Raffale Grassi, questore di Reggio Calabria, ha emesso due provvedimenti di Daspo, nei confronti di due tifosi della reggina (P.D. e S.U.) della durata rispettiva di 3 e 5 anni. Il secondo era già destinatario di un analogo provvedimento terminato nel novembre dello scorso anno. Durante l’incontro di calcio contro il Cosenza, disputato il 25 settembre scorso presso lo stadio reggino, i due si sono resi protagonisti dell’accensione e dell’utilizzo di fumogeni. Il Gip del Tribunale di Reggio Calabria ha confermato la legittimità delle prescrizioni dell’obbligo di presentazione in Questura per l’intera durata dei Daspo comminate contestualmente al divieto di avvicinamento ai luoghi in cui si svolgono competizioni sportive.