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Rende, sequestrato sito stoccaggio illegale di rifiuti

COSENZA  – Il personale del Nipaf (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Corpo Forestale dello Stato) di Cosenza, ha sequestrato nella zona industriale di Rende un sito di stoccaggio illegale di rifiuti. Il sequestro è avvenuto a seguito di una attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza,  che ha portato al controllo  di un capannone, con annesso piazzale, dove venivano stoccati diversi tipi di rifiuti senza nessun tipo di autorizzazione. In particolare al suo interno sono stati rinvenuti quantitativi ingenti di rifiuti provenienti dalla raccolta urbana differenziata quali  plastica, metalli, carta e cartone, ingombranti (materassi, divani e altri suppellettili) apparecchiature elettriche e multimateriale.  Dopo il  controllo si è proceduto al  sequestro del piazzale, del capannone industriale e di otto cassoni colmi di rifiuti.  A seguito di tale attività si è deferito all’Autorità Giudiziaria una persona, titolare di una ditta autorizzata per la raccolta e il trasporto di rifiuti che gestisce la raccolta degli stessi in diversi comuni della Provincia.

Minaccia e maltratta la moglie e i figli. Divieto di avvicinamento per un uomo di Rosarno

polizia 1ROSARNO (RC) – Avrebbe maltrattato e minacciato di morte la moglie e i loro due figli. Ad un uomo di Rosarno è stato imposto l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna e dai figli. Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti del Commissariato di P.S. di Gioia Tauro. L’uomo secondo quanto emerso dalle indagini, anche sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, avrebbe posto in essere comportamenti persecutori nei confronti dei componenti del suo nucleo familiare. In particolare, avrebbe picchiato la consorte perfino durante un percorso di convalescenza successivo ad un intervento chirurgico e maltrattato i figli minori ai quali avrebbe sottratto denaro per acquistare della droga.

Scoperta dalle Fiamme Gialle evasione per sei milioni di euro

COSENZA – La Guardia di Finanza di Cosenza ha scoperto un’evasione di imposte locali pari a circa 6 milioni di euro da parte di stabilimenti balneari, alberghi e strutture ricettive presenti nella fascia costiera dell’Alto Tirreno. In particolare, le attività ispettive svolte, originate da forme di collaborazione con gli Enti locali, hanno riguardato il pagamento dell’IMU. Dai controlli effettuati nei confronti di circa 50 attività operanti in vari comuni della provincia di Cosenza, è emerso il mancato versamento dal 2012 al 2015, per circa 6 milioni di euro. Le azioni di monitoraggio si sono focalizzate su immobili appartenenti alla categoria “D/2” (alberghi e pensioni con fini di lucro), per i quali i possessori sono tenuti al pagamento dell’IMU. Nel corso dei controlli sono stati rinvenuti anche immobili posseduti da imprese e per i quali non si era provveduto ad un regolare accatastamento. L’intervento della Guardia di Finanza ha dato impulso alle attività di controllo dei Comuni che verranno sostenute anche nelle fasi di accertamento e riscossione attraverso strette forme di collaborazione e la verifica dell’effettività dei pagamenti da parte dei contribuenti. Oltre all’imposta evasa, le persone e le società che non hanno adempiuto ai pagamenti, saranno soggette anche ad una sanzione amministrativa del 30% dell’importo dovuto. Con il recupero di tali risorse sarà possibile accrescere forme di giustizia sociale, promuovere una riduzione della pressione fiscale locale e garantire un miglioramento dei servizi pubblici.

Partorisce in casa con l’aiuto della sorella

ROSSANO (CS) – Ha partorito in casa una bambina ma non potrà prendersi cura della piccola. E’ quanto accaduto ad una giovane donna, con disabilità psico-fisica, protagonista di una storia di disagio sociale che ha avuto un esito positivo solo grazie all’intervento della sorella della donna. E’ stata la zia della neonata, infatti, appena dopo il parto della sorella in difficoltà per le sue condizioni di salute, a portare la bambina nell’ospedale di Rossano per affidarla alle cure dei sanitari. I medici hanno visitato la piccola e accertato che era nata da poco. Nell’immediato i medici, non trovando più la donna, hanno temuto di essere di fronte ad un abbandono ma, in realtà, la zia della neonata, dopo averla lasciata nel nosocomio, era tornata a casa per accudire la sorella. Ed è stato proprio il tempestivo intervento della donna a consentire il ricovero della puerpera nell’ospedale di Corigliano Calabro, dove, essendoci i reparti di Ostetricia e di Neonatologia, sono state portate sia la madre che la figlia, che adesso stanno entrambe bene. Non si sa, al momento, se i familiari fossero al corrente della gravidanza della donna disabile. I carabinieri, dopo avere ricostruito le fasi successive al parto, hanno informato i servizi sociali che adesso dovranno occuparsi del caso. Rimane il gesto di amore e anche la prontezza della zia della neonata, che dinanzi a quanto accaduto si e’ presa cura della sorella e della nipotina, evitando problemi più gravi per entrambe.

Rende, denunciati due ragazzi per guida in stato di ebbrezza

Carabinieri-blocco-notte-2RENDE (CS) – Nella notte di ieri, i  militari della Compagnia Carabinieri di Rende, deferivano in stato di libertà, un 33 enne di Castrovillari e un 26enne di Corigliano Calabro  per il reato di guida in stato di ebbrezza . I militari, nel corso di servizi di controllo della circolazione stradale, sottoponevano i due automobilisti ad accertamento etilometrico, riscontrando un tasso alcolemico nel sangue superiore ai limiti consentiti dalla legge. Le patenti di guida venivano immediatamente ritirate e le autovetture affidate a persone idonee.

Rende, denunciato un ragazzo per detenzione di armi e di droga

CarabinieriRENDE (CS) – Nella serata del 18 ottobre, i militari  della Compagnia Carabinieri di Rende, deferivano in stato di libertà un 21enne cosentino, per il reato di detenzione di armi o oggetti atti ad offendere. I militari operanti, durante un controllo alla circolazione stradale, a seguito di perquisizione personale e veicolare, rinvenivano un tirapugni in ferro. Inoltre, veniva rinvenuto, nelle tasche del giovane, 1 grammo di cocaina e 2 grammi di marijuana, pertanto lo stesso veniva segnalato alla Prefettura di Cosenza quale assuntore di sostanze stupefacenti. La patente di guida veniva immediatamente ritirata.

Strutture ricettive senza autorizzazione, controlli delle Fiamme Gialle

VIBO VALENTIA – La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Vibo Valentia ha effettuato una serie di controlli nei confronti di strutture turistiche ricettive, individuando, tra l’altro, anche strutture “alternative” ad hotel ed alberghi, che non rispettavano la normativa prevista per la gestione e l’offerta dei servizi forniti. In particolare, l’attenzione è stata concentrata sulla fascia costiera, dove ogni anno viene registrato un elevato numero di presenze turistiche, soprattutto nei mesi estivi. A seguito di attività info investigativa è emerso che una parte di turisti affluiva sul territorio vibonese utilizzando, per i propri pernottamenti, strutture ricettive, cosiddette bed and breakfast o case vacanze, operanti senza le autorizzazioni previste dalla Legge Regionale Calabria n. 2 del 26 febbraio 2003. I controlli sono stati mirati a verificare l’osservanza di obblighi imposti in materia di pubblica sicurezza, di entrate degli Enti Locali e di fiscalità generale. Sotto il primo profilo in diversi casi, sono emerse violazioni compiute dai gestori delle strutture ricettive, che, non provvedendo ad effettuare le previste comunicazioni di Pubblica Sicurezza imposte dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, si sono resi responsabili anche di condotte penalmente rilevanti, oggetto di informativa all’Autorità Giudiziaria. Sotto il profilo della fiscalità locale sono state scoperte anche due strutture, che, sebbene, ampiamente pubblicizzate su siti internet specializzati, operavano senza alcuna autorizzazione dei Comuni e riscontrati numerosi casi di omesso versamento della tassa di soggiorno introdotta dai Regolamenti degli Enti nel cui territorio insistono le strutture ricettive controllate per oltre 3.500 euro, con la contestazione, altresì, delle relative sanzioni amministrative. I controlli effettuati nei confronti di alcune strutture turistiche sono stati estesi anche alla verifica dell’assolvimento degli obblighi in materia di Imposte dirette ed Iva, con il recupero a tassazione di una base imponibile di oltre 550.000 Euro, di IVA evasa per circa 160.000 Euro e la scoperta di una frode fiscale realizzata attraverso l’utilizzazione di false fatture finalizzate a documentare costi fittizi per abbattere il reddito da sottoporre a tassazione

‘ndrangheta, arresti tra Calabria, Roma e Firenze

REGGIO CALABRIA – Dalle prime ore di oggi è in corso nella provincia di Reggio Calabria, in particolare nell’area dell’alto Jonio reggino, e nelle province di Catanzaro, Roma e Firenze una vasta operazione dei Carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Locri per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 persone ritenute responsabili di vari reati. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda e riguarda elementi della cosca di ‘ndrangheta Ruga di Monasterace. I reati contestati alle persone destinatarie dell’ordinanza  di custodia cautelare vanno dall’associazione per delinquere di tipo mafioso e dall’omicidio al favoreggiamento personale, danneggiamento, rapina, estorsione, detenzione e porto illegali di armi e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini hanno preso spunto anche dall’attentato incendiario che fu compiuto nel giugno del 2011 ai danni della farmacia dell’allora sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, successivamente nominata ministro degli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, le indagini che hanno portato stamattina all’arresto da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria di 14 presunti esponenti della cosca Ruga della ‘ndrangheta. Al centro dell’attivita’ investigativa anche un’altra intimidazione messa in atto ai danni di Maria Carmela Lanzetta: i colpi di pistola che furono sparati il 29 marzo del 2012 contro la sua automobile. Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Locri hanno consentito di ricostruire l’organigramma della cosca “Ruga-Gallace-Leuzzi”.

L’operazione che ha portato agli arresti è stata condotta con l’ausilio di tutte le articolazioni territoriali dipendenti, dell’ottavo Nucleo elicotteri carabinieri, dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria” e del Nucleo cinofili di Vibo Valentia. Le indagini dei carabinieri si sono protratte dal gennaio del 2011 al marzo di quest’anno ed hanno consentito di individuare il mandante dell’assassinio di Andrea Ruga, rivelando anche, riferiscono i carabinieri, «la violenza criminale della cosca ed il livello di assoggettamento e sottomissione in cui era costretta a vivere la gente del posto».

Omicidio Bruni, i carabinieri arrestano Patitucci e Porcaro

COSENZA –  I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno arrestato Roberto Porcaro, di 32 anni, con l’accusa di essere stato uno degli organizzatori e mandanti dell’omicidio di Luca Bruni, di 36 anni, assassinato il 3 gennaio 2012 ed i i cui resti furono trovati sepolti in un terreno il 18 dicembre del 2014. Luca Bruni era il figlio del boss della ‘ndrangheta Francesco, soprannominato “Bella bella”, ucciso nel luglio del 1999. I resti del corpo di Luca Bruni furono trovati grazie alle rivelazioni di due collaboratori di giustizia, Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna. L’arresto di Roberto Porcaro è stato fatto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda. Un altro provvedimento restrittivo in relazione all’ assassinio di Luca Bruni è stato emesso ed eseguito dai carabinieri a carico di Francesco Patitucci, di 55 anni, già detenuto per altra causa.

Genova, si aggirava armato di coltello e pistola. Arrestato 50enne originario di Reggio Calabria

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GENOVA –  Girava per i vicoli di Genova con una pistola con il colpo in canna e un coltello a scatto. Per questo ieri sera Salvatore Tafaria, 51 anni, originario della provincia di Reggio Calabria, è stato arrestato dai poliziotti. L’uomo, che  nel 1985 aveva sparato e ucciso un vigile urbano a Canolo dopo la condanna a 24 anni di reclusione, era uscito nel 2006 grazie all’indulto. Ieri sera, in vico Pepe, alla vista dei poliziotti ha provato allontanarsi insieme ad un’altra persona ma è  stato bloccato mentre tentava di disfarsi della pistola. Nessuna traccia dell’amico, spartito nei vicoli. Le perquisizioni svolte nell’auto, sulla moto e nell’abitazione dell’arrestato, nel quartiere Rivarolo, hanno permesso di sequestrare 2 manganelli telescopici, 20 munizioni. Le indagini dei poliziotti proseguono per cercare di scoprire per quale motivo l’uomo girasse armato.