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Servizio sulla cipolla rossa di Tropea in onda su “A conti fatti”

cipolla-tropeaROMA – A conti fatti, la trasmissione di Rai Uno, condotta da Elisa Isoardi  con la partecipazione di esperti e professionisti di ogni settore per aiutare i consumatori ad essere maggiormente consapevoli e soddisfatti. Giovedì 19 maggio, alle 11,20  andrà in onda il servizio dedicato alla IGP Cipolla Rossa di Tropea Calabria che consentirà ai consumatori, attenti e sensibili verso i prodotti di qualità, ad essere sempre più informati

Domani a Cosenza la tradizione culinaria incontra la sostenibilità: il RISO diventa una cosa seria

COSENZA – Domani, sabato 14 maggio, in Piazza dei Bruzi a Cosenza, dalle 16,00 alle 21,00, si terrà uno showcooking di street food dell’Agrichef di Campagna Amica-Terranostra Pietro Tarasi, imprenditore agricolo di San Giovanni in Fiore che gestisce una vasta azienda ad indirizzo ortivo e pataticolo. La manifestazione si svolge in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Professionale Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera “P. Mancini”. Si tratterà di una degustazione, organizzata da FOCSIV MOCI Cosenza, durante la quale gli studenti, guidati da Carmelo Fabbricatore, presidente dell’Associazione Cuochi di Cosenza, presenteranno specialità regionali a base di riso, il tutto a sostegno della XIV Campagna “Abbiamo RISO per una cosa seria” promossa da FOCSIV in partenariato con Coldiretti e Fondazione Compagnia Amica, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e la diffusione nei Centri Missionari Diocesani della CEI Missio. Oltre a Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria, saranno presenti anche Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria, Pietro Sirianni, responsabile Calabria Campagna Amica, e Gianfranco Sangermano, responsabile MOCI – FOCSIV sede di Cosenza. Testimonial d’eccezione dell’iniziativa sarà Fabio Curto, vincitore della terza edizione di “The Voice of Italy 2015”, artista di strada e polistrumentista, originario di Acri, piccola cittadina del cosentino.

Si prospetta un pomeriggio all’insegna del divertimento musicale e del buon cibo, ma ciò non pone in secondo piano il nobile fine dell’iniziativa. Difatti, la Maratona degli Agrichef promuove l’agricoltura familiare in Italia e nel mondo, per reagire alle esigenze di sostenibilità ambientale e sociale e soprattutto ai fenomeni di sfruttamento del lavoro nei campi, un problema che interessa l’intero pianeta. Per questa ragione, durante lo showcooking la Coldiretti e i volontari del MOCI di Cosenza informeranno i presenti sulle finalità e le modalità di adesione all’iniziativa. Con i fondi raccolti, infatti, i contadini potranno coltivare prodotti da mangiare (riso, fagioli, manioca e banane), dando sostentamento alle loro famiglie. «Coldiretti – ha dichiarato il Presidente della sezione calabrese Molinaro – condanna duramente lo sfruttamento del lavoro e lancia il primo sms solidale contro scafisti e caporali. Occorre accentuare i controlli e combattere il becero sfruttamento e questo vale anche all’interno di tutta la filiera agroalimentare, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute, il lavoro con una equa ripartizione del valore». Del resto, la stessa squadra degli Agrichef di Campagna Amica-Terranostra unisce agricoltori-cuochi del nord e del sud della penisola che, con la profonda  conoscenza della terra e dei suoi prodotti e l’abilità in cucina nella realizzazione di ricette della tradizione contadina, porta avanti un modello che coniuga cibo e dignità umana.

 

 

Olio calabrese da varietà carolea è extravergine. Soddisfazione della Coldiretti e del presidente Molinaro

Arrivata la delibera del Coi (Comitato Olivicolo Internazionale): l’olio prodotto con le cultivar Carolea e Curatina rientra nell’alveo degli extravergine. Difatti, il pericolo era che, a causa dei limiti di acidi grassi pietro-molinaro (1)minori in essi contenuti, gli olî in questione restassero esclusi dal novero dei più pregiati. Un pericolo tangibile, dunque, ma, come ha dichiarato il presidente della Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, “quando c’è l’impegno e  la tenacia giusta i risultati si ottengono”. La Calabria ha nel proprio patrimonio olivicolo ben 21 cultivar olivicole, tra le quali la più diffusa è proprio la varietà Carolea, pertanto se il Coi avesse riconfermato le precedenti previsioni di percentuale di taluni acidi grassi minori, l’olio prodotto dalle varietà carolea e coratina non sarebbe più stato considerato extravergine, determinando in conseguenza “una perdita secca in termini di reddito agli agricoltori e agli imbottigliatori proprio in un momento nel quale si sta spingendo per la valorizzazione dell’olio calabrese con l’IGP Calabria”. Si tratta di un risultato importante per la Calabria, che va a tutelare la filiera olivicolo-olearia, un risultato che sarà confermato il prossimo mercoledì dal Ministro per le Politiche Agricole, Martina, che sarà presente nella nostra regione. “Dal Ministro – ha concluso Molinaro – ci aspettiamo anche risultati sul fronte dell’indicazione di origine del prodotto agricolo in etichetta, tema centrale della nostra ultima mobilitazione regionale che ad oggi ha raccolto oltre 12mila firme di adesione”.

A Curinga gli chef stellati calabresi per un “Pranzo sotto le stelle”

AGOSTINO BILOTTACURINGA (CZ) – Per la prima volta, in occasione di “Pranzo sotto le stelle”, una reunion promossa per l’anteprima di Radici del Sud, la più importante rassegna dedicata ai vini da vitigno autoctono meridionale, prevista a Curinga per il prossimo 30 aprile, i quattro chef stellati calabresi si ritroveranno insieme ai fornelli. Luca Abbruzzino del ristorante catanzarese Antonio Abbruzzino Alta Cucina Locale, Agostino Bilotta de L’Approdo della famiglia Lopreiato Greco diCATERINA CERAUDO Vibo Marina, caterina Ceraudo del ristorante Dattilo dell’azienda Ceraudo di Strongoli e Riccardo Sculli del Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Jonica si avvicenderanno nella cucina della residenza Tenuta delle Grazie di Curinga con un menu di 8 portate (del costo di 75 euro a persona) con il quale racconteranno il meglio delle rispettive aree di provenienza.  Prima del pranzo, dalle 10.30 fino alle 13.00 è prevista l’esposizione dei vini con possibilità di assaggio (al costo di 10 euro) insieme a finger food degli stessi chef e appetizer locali. La kermesse, che approda in Calabria dopo le tappe di Bari, Roma, RICCARDO SCULLIFirenze e Napoli, è prodotta da Radici del Sud e Vinocalabrese.it in partenariato con i ristoranti in cui lavorano gli chef stellati, Tenuta delle Grazie, l’Olearia Sangiorgio, l’azienda casearia Santanna della biologa Maria Procopio e il salumificio artigianale Ioppolo. LUCA ABBRUZZINOMedia partner è LucianoPignataro.it e il patrocinio è di Cooking Soon, Assapori e del Centro per la Valorizzazione dell’Agroalimentare Meridionale. Durante l’evento si degusteranno i vini di cantine calabresi come ‘A Vita, Casa Comerci, Cataldo Calabretta Viticoltore, Scala, Ferrocinto, Ceraudo, Barone Macrì, De Mare, Greco, Du Cropio, La Peschiera.

 

 

 

 

Vino, la proposta di Molinaro (Coldiretti): territorio di Cirò pronto per la DOCG

CATANZARO – Facendo leva sul bel momento promozionale del vino calabrese, che senza dubbio ha accresciuto rinomanza e valorizzazione commerciale a livello nazionale ed internazionale, la Coldiretti Calabria rilancia e propone un percorso per dotare il vino di Cirò con la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG).

“Il territorio del Cirotano – propone il presidente della Federazione calabrese, Pietro Molinaro –  è ormai maturo per avere una DOCG del vino.  Sarebbe una gemma importante che arricchirebbe il nostro patrimonio enologico e il prestigio del nostro vino e che ci permetterebbe di alzare l’asticella della qualità. Oggi in Italia  -aggiunge Molinaro – ci sono 74 vini DOCG  e sono cinque regioni che non hanno questo marchio prestigioso di identificazione. La DOCG può essere attribuita  ai vini già DOC da almeno dieci anni  e la prerogativa del  riconoscimento spetta all’Unione Europea. Siamo convinti – prosegue – che questo sia un percorso da iniziare perché abbiamo vini di pregio con notevoli caratteristiche  qualitative che combaciano perfettamente con fattori umani e storici  ampiamente dimostrabili per il territorio di Cirò.

A Roseto Capo Spulico l’associazione “Città delle Ciliegie”

ROSETO CAPO SPULICO (CS)- Nei giorni scorsi l’associazione nazionale “Città delle Ciliegie” ha visitato  Roseto Capo Spulico, in quanto da quelle zone, da qualche anno, sembra ci sia un intenzione di investire sulla cerasicoltura. Il direttore dell’associazione, Carlo Conticchio, ha incontrato il sindaco Rosanna Mazzia, l’assessore Giuseppe Nigro, Margherita Rizzuti , équipe del primo cittadino e un gruppo di produttori di ciliegie.

Dopo l’accurata ispezione, il direttore Conticchio è rimasto sbigottito, nel visitare  i ceraseti, dal buon livello tecnico raggiunto dai produttori rosetani, sottolineando però come ci sia ancora molto da lavorare per mettere a regime una produzione importante da poter presentare al mercato. L’obiettivo ora, sarà quello di trovare, in queste settimane, la giusta collaborazione tra Comune e associazione al fine di mettere a punto la giusta strategia per la valorizzazione delle Ciliegie di Roseto Capo Spulico con la Denominazione Comunale. La particolarità sta nel fatto che un modesto investimento in ricerca ha generato rilancio della ciliegia sul mercato e nuove leadership produttive e reddituali.

Il principale motivo di questa ripresa è legato alla crescente domanda di ciliegie da parte dei mercati e dei consumatori. In modo particolare è cresciuta la richiesta verso prodotti d’elevati standard qualitativi di cui l’Italia è forte produttore. Da sottolineare come un contributo alla crescita sia dato dalle allettanti quotazioni di mercato  che permettono ai produttori di poter sperare in un aumento del reddito. Il vero cambiamento è però dovuto ai radicali mutamenti attuati nei vari settori cardine della cerasicoltura: nuovi sistemi d’allevamento, nuova gestione degli impianti, nuove tecniche colturali, nuove varietà, un controllo del processo produttivo sempre più orientato verso produzioni specializzate, introduzione del concetto dell’eco-sostenibilità.

Anna Maria Schifino

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Coldiretti: no a mettere il tappo alla distintività del vino calabrese

Vino-di-Calabria-flickr-1024x682COSENZA – Sono gia in tanti tra cantine, viticoltori e operatori del settore, soprattutto del cirotano, ma anche da altre zone della Calabria,  che giudicano pericoloso il tentativo di minare la distintività del vino calabrese e anche la Coldiretti Calabria attraverso il suo presidente Pietro Molinaro prende una chiara posizione sull’argomento. “Il Vinitaly 2016  – esordisce – ci consegna un dato eloquente: il vigneto calabrese è in salute, viene apprezzato dal consumatore e dai mercati  e se valorizzato – come quest’anno ha ben fatto la Regione Calabria – con un brand di promozione unico mettendo insieme tante cantine, ma rispettando la distintività,  i margini di miglioramento sono notevoli”. Ed ancora argomentando commenta che: “a contribuire maggiormente alla svolta storica del 2015, che ci ha visto superare il vino francese e risalire   le vendite delle bottiglie di vino sono stati i vini autoctoni e che il cambiamento nelle abitudini di consumo del vino – sottolinea – premiano anche negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio.  Nel tempo della globalizzazione – precisa ancora – beviamo locale. Da Coldiretti quindi un secco no  – afferma – a mettere il tappo alla distintività del modello agroalimentare  del vino calabrese fatto di tradizione, passione ed eccellenza.  Giudichiamo pericolosi i tentativi di minare la distintività delle produzioni come dimostra la recente discussione comunitaria sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione che consentirebbe anche ai vini stranieri di riportare in etichetta nomi quali Gaglioppo, Nerello, Magliocco solo per fare alcuni esempi. Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione. Questo – continua – unito alla  decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso che ha stimolato la competitività e in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale ”. Certo, prosegue, ad esempio i consorzi di tutela delle denominazioni di origine devono impegnarsi nel migliorare costantemente i disciplinari di produzione, senza cedere alla tentazione di abbassare gli standard minimi di qualità per ottenere benefici di breve periodo e bisogna continuare . parallelamente, a favorire l’adozione di pratiche colturali e tecniche produttive d’eccellenza o innovative.  Un dato che assolutamente non va trascurato e sul quale tante cantine calabresi hanno investito e continuano a farlo è quello relativo all’ampiezza del nostro patrimonio ampelografico che costituisce un punto di forza di fronte a un consumatore  sofisticato e sempre più  curioso e che non ama l’omologazione.

Regione Calabria al Vinitaly, la soddisfazione di Coldiretti

VERONA – Il padiglione della Regione Calabria alla rassegna enologica internazionale “Vinitaly”, in corso a Verona, suscita soddisfazione e apprezzamento da parte della Coldiretti calabria e del suo presidente Pietro Molinaro.

La migliore risposta all’infelice e sciatta pubblicità della Calabria apparsa sulla rivista della compagnia aerea Ryanair è venuta dalla partecipazione invece attiva e coordinata della Regione Calabria alla 50esima edizione del Vinitaly in corso a Verona: è ancora l’agroalimentare che riscatta l’immagine della Calabria” – ha dichiarato Molinaro.

Il vino è assurto a prodotto-simbolo del passaggio, ancora in corso, da un’economia basata sulla quantità ad un’economia che punta invece su qualità e valore – continua Molinaro – Trasferire questa impostazione unita alla tenacia dei viticoltori anche agli altri comparti è la sfida che stiamo portando avanti. Continuare a sostenere le imprese sui mercati internazionali per la valorizzazione del vino “made in Calabria” è un aspetto fondamentale e quindi Vinitaly è un investimento importante“.

Intanto – conclude Molinaro – come primo risultato portiamo a casa il premio 5 Star Wines al vino “Nerello” della cantina Senatore Vini, ma siamo certi che non mancheranno altre sorprese e riconoscimenti“.

Calabria protagonista nella seconda giornata del Vinitaly

Vinitaly 1VERONA – Si conclude la seconda giornata per la Regione Calabria al Vinitaly registrando un grande successo di critica e pubblico. E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale. La giornata – prosegue la nota – si è aperta alla presenza di Mario Oliverio, presidente della Regione, Luca Sani, presidente della commissione Agricoltura alla Camera, Nicodemo Oliverio, della commissione Agricoltura alla Camera, Mauro D’Acri, consigliere regionale, ed Emilio Renato Defilippi, vice presidente nazionale Assoenologi, che sono intervenuti parlando del tema “Le novità nella disciplina organica della coltivazione della vite e delle produzioni e del commercio”. Sono il Calabria IGP Nerello 2010 della società agricola Senatore Vini e il Nerone di Calabria 2011 della casa vinicola Criserà di Catona ad aver vinto il 5 Star Wines Award, il Vinitaly International Wine Award. Il primo è prodotto da una famiglia di vitivinicultori da quattro generazioni, gli eredi di Senatore coi vigneti di loro proprietà, testimonianza di qualità tradizione, competenza e passione. Il Nerone di Calabria 2011, prodotto con uva Sangiovese e Nerello Calabrese tra i 600 e gli 800 metri d’altezza e vendemmiato tardivamente, conserva intatta la sua concentrazione aromatica. Oliverio ha partecipato al ‘World Wine Web’ a cui ha preso parte il presidente del Consiglio Matteo Renzi, con il quale ha avuto un cordiale incontro. Durante l’evento il Premier Renzi ha dichiarato: «Abbiamo i migliori vini del mondo, anche meglio di quelli francesi. L’Italia ha come obiettivi di arrivare al 7,5 miliardi di euro di export per il settore vitivinicolo entro il 2020 e a 50 miliardi per l’agroalimentare. L’Italia negli ultimi 20 anni ha perso troppe opportunità». Ha poi proseguito Renzi: «In questo settore: 2 anni fa eravamo a 4,9 miliardi per l’export del vino, oggi possiamo dire che siamo a 5,4 miliardi, abbiamoVinitaly 2 detto che arriveremo a 7,5 miliardi e ci arriveremo. Avevamo detto che l’agroalimentare sarebbe passato da 30 a 50 miliardi entro il 2020 e oggi siamo a 36,9 miliardi». Oliverio, a proposito dell’intervento di Renzi, ha detto che «la globalizzazione chiede bellezza e chiede qualità. In riferimento allo storytelling che il Premier ha rilanciato, la Calabria ha tanto da raccontare forte dei suoi 3000 anni di storia nel settore vitivinicolo e in termini di bellezza. Il nostro settore enologico – prosegue il Presidente della Regione – è forte sia in termini di innovazione che in termini di tradizione. La sinergia che la Regione Calabria intende costruire all’interno di questo comparto di grande eccellenza diventa strumento di traino del Sistema Paese e della nostra Regione. La giornata – prosegue la nota – si è conclusa con la presentazione del brand ‘Rosso Calabria’, presentato nello spazio della Regione, un omaggio alle preziose varietà a bacca scura della Regione e sinonimo di alta qualità, storia e innovazione enologica. La viticoltura in Calabria ha origini antichissime. Già nell’VIII secolo a.C. i Greci chiamavano questa terra Enotria, lodandone la qualità delle uve. E’ per trasmettere questa storia e per valorizzare il patrimonio di cui la Regione dispone che nasce il brand ‘Rosso Calabria’. ‘Rosso Calabria’ diviene così contenitore per comunicare vini che caratterizzano la produzione calabrese dal Gaglioppo al Magliocco, passando per il Nerello, il Greco nero, il Vinitaly 3Castiglione. Queste uve costituiscono un patrimonio inestimabile per l’enologia calabrese che attraverso il brand, vengono rivalutate e trasmesse al grande pubblico. Rosso come la passione che gli agricoltori ogni giorno mettono nel proprio lavoro e come la passione che guiderà l’ente regionale in un ambizioso progetto che riunisce i produttori della Regione puntando ad alti standard qualitativi. Obiettivo è quello di potenziare il mercato con un ampliamento a livello nazionale ed internazionale, con una programmazione mirata e selettiva dei target di riferimento, grazie alla scelta strategica di privilegiare i Paesi ‘maturi’, che conoscono già il vino italiano, contesto nel quale la Calabria può rappresentare un’interessante novità. Ed è proprio per questo che in occasione di Vinitaly è stato organizzato un momento dedicato al mercato individuato come strategico per il settore: la Germania. Ad oggi la produzione vinicola calabrese esporta circa il 13% della produzione locale in Germania (Fonte Produttori Locali). I produttori del settore agroalimentare, ambasciatori della qualità Made in Italy ed anche del made in Calabria, negli ultimi anni sono stati in grado di proporsi con successo anche sui mercati internazionali, come testimonia la crescente attenzione verso queste produzioni attive sulla scena internazionale e con importanti livelli di fatturato raggiunti nell’export. Hanno donato notevole impulso alla produzione regionale, alla ricerca di nuove e importanti occasioni di visibilità, confermando per la Calabria un posto di rilievo nella storia e nella cultura dell’alimentazione mediterranea, grazie anche al contributo della tradizione enogastronomica appartenente a questa variegata regione peninsulare fatta di prodotti d’eccellenza a marchio certificato.

Grande successo per i vini calabresi all’edizione 2016 del Vinitaly

VERONA – Si è aperta l’edizione 2016 del Vinitaly, la celebre rassegna vitivinicola italiana, famosa in tutto il mondo. Una rassegna a cui, anche quest’anno, la Calabria ha offerto il meglio della propria produzione vitivinicola con “Terre di Cosenza”, riscuotendo il consenso dei più importanti opinion leader presenti. Nel corso del dibattito “Terre di Cosenza dop, il mondo del Magliocco. Presentazione del territorio e dei suoi prodotti”, organizzato dalla Camera di Commercio di Cosenza e dal Consorzio Terre di Cosenza Dop, sono Vinitaly Calabriastati presentati a operatori e stampa di settore i vini della Dop bruzia. In particolare, quest’ultima include un’ampia gamma di uve, molto diverse tra loro e al contempo ricche: Guarnaccino, Mantonico Nero dell’Esaro, Greco nero del Savuto, Arvino, Malvasia, Moscatello di Saracena, Greco, Guarnaccia Bianca, Pecorello, Mantonico Bianco, Verdana e molte altre varietà ancora in fase di vinificazione sperimentale. Una varietà di prodotti, dunque, che racconta una parte di storia del territorio, con la millenaria storia della coltivazione della vite su territori naturalmente differenti inseriti in microclimi vari. Ad accompagnare il viaggio alla scoperta dei sapori vinicoli, prodotti della gastronomia locale, dai salumi prodotti con il suino nero di Calabria, animale che ben si adatta a ogni tipo di alimentazione e proviene da allevamenti non intensivi, al pane di Cuti di Rogliano, a lievitazione naturale con lievito madre e cottura in forno a legna, nato da una sapiente miscela di farine nel solco della tradizione.

I segreti della tradizione vitivinicola cosentina sono stati rivelati ai presenti dalle fonti storiche e aneddotiche dello storico Antonello Savaglio, autore del volume di prossima uscita “Un vino da Signore – La viticultura nelle “terre” di Cosenza tra Cinquecento e Settecento”. Papi e imperatori, come si evince dal racconto storico di Savagli, hanno apprezzato il vino delle terre cosentine, da papa Paolo III Farnese, che decantava le qualità del vino locale al cardinale Ascanio Sforza, all’imperatore Carlo V, amante dei vini delle campagne di Bisignano, serviti nelle cene organizzate in suo onore dal principe Pietro Antonio Sanseverino.  “I vini cosentini – ha spiegato, infatti, Savaglio agli ospiti – racchiudono una storia antica che vede il suo massimo splendore nel Cinquecento. Tante le curiosità rintracciate attraverso lo studio delle fonti, per esempio dagli scritti emerge che il Magliocco fu il vino utilizzato dai Lanzichenecchi per il sacco di Roma, perché considerato un vino capace di dar forza, e il papa Paolo III Farnese lo utilizzava per curare le sue malattie. Dominique Van Denon, un viaggiatore del Settecento descrive il vino calabrese come il migliore d’Italia”.

Vinitaly CalabriaDel resto, le cantine calabresi, aperte a una lavorazione che concentri tradizione e innovazione, sono pronte a presentare a un mercato sempre più esteso. Il Consorzio di tutela dei vini Terre di Cosenza Dop comprende, d’altra parte, una quarantina di aziende e detiene il merito di aver organizzato l’intero territorio della provincia sotto una denominazione unica, attraverso semplici regole di produzione per ottenere il meglio dai vigneti del territorio.

Lo stesso ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, presente all’inaugurazione del Vinitaly, ha dichiarato: “La Calabria è regione di grandi eccellenze paesaggistiche ed enogastronomiche. Queste giornate saranno occasioni enormi per testare alcuni passi avanti importanti e credo sia giusto riconoscere la grande stagione di lavoro realizzato con  la Regione Calabria proprio sul versante agroalimentare in relazione anche ai vostri rappresentanti istituzionali in Parlamento. Io devo constatare che abbiamo misurato dei passi avanti importantissimi e dobbiamo andare avanti perché soprattutto nel mezzogiorno abbiamo un patrimonio ancora inesplorato di potenzialità tra settore primario e terziario avanzato soprattutto per la connessione tra esperienze agricole, enogastronomiche e turismo di qualità. Questa occasione per la Calabria è unica e sono qui per dirvi che siamo con voi e lavoreremo con voi. Andiamo avanti”.

A fargli eco il Governatore della Calabria Mario Oliverio che ha affermato, a sua volta, che “il futuro inizia qui. I nostri vini di qualità sono il simbolo di una nuova Calabria, di una Calabria positiva che unita conquista i mercati internazionali. Grazie all’impegno dei produttori percorriamo la strada di un grande cambiamento. Il vino come energia per accendere i nostri motori, per ripartire e dare la giusta velocità a questa nuova evoluzione”.

Tanti anche gli estimatori celebri del vino e della viticoltura calabrese. Tra questi, lo scrittore Carmine Abbate, vincitore del Premio Campiello 2014, e Marcello Masi, direttore del Tg2, il quale ha dichiarato: “Ho visto in Calabria territori meravigliosi che l’uomo ha tentato di rovinare per decenni, ma oggi ho visto anche la una voglia di riscatto nei volti dei produttori che abbiamo incontrato, abbiamo visto le vigne, le colline, i terreni che sono tornatialla Calabria grazie al lavoro dei calabresi. Questo è il plauso che io posso fare alla Calabria, avete un patrimonio immenso e per anni lo abbiamo sottovalutato tutti. Oggi si è presa maggiore consapevolezza e grandi vitigni si stanno trasformando in grandi vini che già oggi stanno insidiando i grandi vitigni internazionali che abbiamo in  Italia. Complimenti”.