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Le creazioni di Vincenza Salvino sfilano al SIT DOWN

COSENZA – Arte, musica e moda in un’unica e incredibile serata. Venerdì 28 febbraio 2014, gli abiti della fashion designer Vincenza Salvino hanno sfilato nella location del “SIT DOWN”, conquistando il plauso di tutti i presenti. Tre collezioni interamente confezionate dalla Salvino che, oltre le particolari creazioni, ha realizzato alcuni quadri, esposti in occasione di questo stesso evento. La prima collezione è “Incanto d’oriente”, ispirata ai colori ed ai tessuti pregiati dell’India. Stoffe modellate sul manichino con ricami originali, cuciture ridotte al minimo,tessuti doppiati, monili appariscenti, per una collezione elegante e seducente. Fra una sfilata e l’altra, ho avuto il piacere di intrattenere il pubblico attraverso l’esecuzione di brani musicali coinvolgenti, ricreando così una magica atmosfera. Dopodiché, si riaccendono le luci sulla passerella e si dà il via alla seconda collezione, denominata: “Il collage nel mondo della moda”. Nel proprio armadio, chi non ha vestiti, scarpe, accessori che non indossa più, ma non ha il coraggio di rinunciarci perché legati a storie, ad affetti o ad eventi vissuti? La stilista Vincenza Salvino ha trovato una soluzione efficace per dar nuova vita a ciò che altrimenti resterebbe chiuso nell’armadio. Accostando abiti e accessori di ogni genere (tomaie di scarpe, borse, materiali inusuali), reinventa i tessuti, dopo una rivalutazione dei materiali. La terza collezione è composta dalle “Cappe glamour”. Questo accessorio può essere utilizzato come: capo spalla su una giacca, un cappotto, un tailleur, come vestito in versione più lunga. Resoconto della serata? Un evento all’insegna dell’arte a 360°.

 

Denise Ubbriaco

Moda, Drink e Music: Cosenza celebra “l’arte totale”

In barba a quanti ritengono che Cosenza non sia città d’arte e di moda, un nuovo evento si appresta al suo esordio. Figlio del progetto “Arte totale”, nato lo scorso novembre per opera dell’architetto Fernanda Stanelli,  il 28 febbraio a partire dalle 22.00 nello spazio del Sit Down in via Alberto Serra, 34 si terrà l’evento Moda, Drink & Music. Ospite d’eccezione la nostra stilista Vincenza Salvino e le sue originali creazioni il cui valore consiste nell’innovazione e nella condivisione di valori di cui lei stessa si fa portavoce. Durante la serata sfileranno alcune tra i suoi capi più belli e intorno alle 23.30 uno di questi verrà estratto a sorte per omaggiare qualche fortunato tra il pubblico.

L’evento chiude il programma di Arte Totale “Contaminazione Natura” che ha avuto ospiti di prestigio internazionale come Edison Vieytes e si propone ancora una volta come un’occasione di incontro e fusione tra punti di vista differenti. L’unione di arte, musica e moda, al centro del  progetto nato da qualche mese, ha come scopo quello di propagandare un’idea di arte che non sia fine a sé stessa e che sia ispirata dal continuo interscambio culturale tra le varie discipline in un più allargato progetto comune: quello che vede realizzato nel modo più completo il rapporto arte/vita.  Inevitabile, in un progetto che guarda al futuro e si lascia ispirare artisticamente da esso, la presenza di una stilista, che ha fatto dell’innovazione e del riutilizzo il suo must, come Vincenza Salvino, la quale dichiara “ sento e vedo cose che sostenevo già vent’anni fa. Difficilmente butto qualcosa, per me tutto ha un’anima e una voce.”

Siamo ansiosi di ammirare quali creazioni saranno emerse da questa nuova sfida. Nell’attesa, vi invitiamo a partecipare numerosi.

 

Lia Giannini

Il Calzolaio Prodigioso: la magica “fiaba” di Salvatore Ferragamo

Sin da bambini una delle prime cose che impariamo ad ascoltare sono le fiabe. Ci vengono raccontate per lenire la sofferenza, per farci credere che il mondo sia migliore, per illuderci che esista un lieto fine, ricordandoci sempre, però, che si tratta di una finzione destinata a scemare. Almeno nella maggior parte dei casi. A volte però quando il protagonista è “un bambino di nome Salvatore Ferragamo” magari il miracolo accade. E anche una cosa così materiale, come la produzione di una scarpa, può assumere i contorni magici e creativi di una dolcissima fiaba alla Cenerentola.

Per questa ragione tutti coloro che amano almeno un po’ la moda e la magia che spesso si nasconde dietro le storie di chi la lavora, non possono esimersi dall’andare a visitare l’ultima appassionante mostra de “ Il calzolaio prodigioso” presso Palazzo Spini Feroni, in allestimento fino al 31 marzo 2014 nel Museo Ferragamo a Firenze.

Palcoscenico di numerose esposizioni che ogni anno si succedono con un tema diverso destinato a celebrare la creatività e la fantasia che si cela dietro ogni creazione dello stilista, l’esposizione racconta la storia di un bambino prodigio, undicesimo di quattordici figli, nato da una famiglia modesta, che sapeva “vedere al di là”. La sua immaginazione, il suo genio, la sua originalità si mischiano alla bellezza delle collezioni più variegate che nel tempo hanno calzato i piedi di milioni di donne tra le più importanti nel mondo. Scarpe precedute da prototipi di legno lasciati riposare per tre giorni, realizzate secondo la sperimentazione di forme e materiali che passo dopo passo hanno alimentato la collezione Ferragamo fino a costituire, oggi, un vero e proprio tesoro. Scarpe di coccodrillo, in dentice, interamente cucite con la lenza, intarsiate d’oro, arricchite da piume, dipinte, con il tacco a virgola piuttosto che con quello tradizionale. Scarpe dalla capacità taumaturgica e salvifica destinata a realizzare i sogni di Marilyn Monroe, Sofia Loren, Anna Magnani tanto quanto quelli di principesse provenienti da ogni parte del mondo. Scarpe destinate a far sentire ogni donna un po’ regina in grado di spiegare le ali e prendere il volo.

Salvatore Ferragamo è ancora un adolescente quando decide di spostarsi verso gli Stati Uniti per perfezionare le sue doti di calzolaio, si confronta con un paese immenso riuscendo a superare i difficili momenti che la vita gli riserva. Tra lutti importanti e istanti di grande povertà dovuta alla guerra, la sua vita è un susseguirsi di emozioni di cui Mauro Borrelli, registra del cortometraggio realizzato in collaborazione con Tim Burton (le atmosfere e le musiche richiamano il noto “Edward mani di forbice”) programmato all’interno della mostra, si fa artefice e portavoce. Circoscritta all’interno di un allure che ricorda gli anni 20 del cinema tedesco, la pellicola si innesta sull’ infanzia, così travagliata e povera, contrassegnata dalla generosità e dall’amore, del piccolo Salvatore. Destinato a realizzare i sogni di tutte le donne, egli inizia la sua attività, durante una notte fredda e piena di stenti, creando un paio di scarpette bianche per la comunione della sorella. La sua  prima opera, figlia dell’affetto e della magia, è un omaggio al talento che va oltre la tecnica, che si nutre di speranze, di coraggio e di passione. La stanza dentro la quale il regista instaura la scena, tra verità e fantascienza, assume i contorni di una prigione per i nostri istinti e la nostra immaginazione. Solo la creatività e la fantasia di un bambino possono riuscire a superare i muri di quella gabbia metafisica. Le sue scarpe, portate a compimento di nascosto, rappresentano il momento critico e nel contempo surreale, nella  fiaba, che permette a Salvatore di liberare il suo genio destinato a fare grandi opere.

Ma la sua vita e i suoi manufatti non emozionano solo attraverso il cinema. In un’esposizione che si rivela un estasiante viaggio tra arte, cinema, letteratura e moda, prendono forma diverse opere collaterali che alla vita di Salvatore Ferragamo e al suo successo si sono ispirati. Come i fumetti di Frank Espinosa, anche lui per generazione legato al mondo dei calzolai, che assembla i pezzi della storia sotto forma di fumetti “cucendoli” alla maniera di una calzatura. L’atmosfera, apparentemente confusionaria e disordinata, si rifà ad un vero calzaturificio e alla passione di  Ferragamo per la costruzione manuale delle cose. Per lui non esistono le macchine e tutti gli elementi che vengono  fuori dagli scarti sono fonte di ispirazione e base per delle nuove creazioni. Espinosa lo ha definito “un’artista senza paura”, per noi è un  genio romantico destinato a ricordarci che solo chi crede nei sogni è destinato ad avere successo e che qualsiasi sia la difficoltà che la vita ci costringe a combattere ci si può sempre rialzare e ricominciare. Uno di quelli che quando tutti dicono ‘no’, va avanti lo stesso e anche quando ha raggiunto la meta deve continuare ad andare avanti. Di quelli che sentono di non aver fatto mai abbastanza e per questo arrivano fin dove nessuno ha mai osato spingersi. In mostra le 26 tavole con copertina del fumetto creato da Espinosa con tecnica mista (acriclico, gouache su matita e inchiostro a china, con dettagli e inserti in carta di riso); i disegni, gli schizzi, lo story board che testimoniano il processo creativo dell’artista per arrivare all’ opera finale.

Infine le fiabe. Quelle comuni, note al grande pubblico, riviste e cambiate  all’ interno della mostra in cui trovano spazio i modelli ispirati alla tradizione comune di Pollicino, per cui Ferragamo realizza l’allacciata con zeppa, i cui frammenti di camoscio su tela alludono alle briciole di pane che indicavano la strada, o piuttosto alla versione egiziana di Cenerentola in onore della quale viene coniato il sandalo dal tacco in ottone. Se la moda è creatività e fantasia, il mondo delle fiabe le è congeniale. Nelle favole abiti e scarpe sono spesso strumenti necessari a una trasformazione, simboli di sortilegi, causa del lieto fine di una storia. Nella vita sono mezzo che aiuta ad affrontare la realtà con quel pizzico di eleganza e di leggerezza che appartiene ai bambini e ai geni che di nome fanno ” Salvatore Ferragamo”.

Lia Giannini

Alta Roma Alta Moda: quel mondo che non c’è

Quante volte, osservando le sfilate dalla tv, avete immaginato un mondo da fiaba e avete considerato dei privilegiati gli invitati a quel mondo? Quante volte, pensando a quegli abiti da sogno, avete provato il desiderio di indossarne o acquistarne uno?

Alta Roma Alta Moda, la manifestazione dedicata al mondo del fashion e del lusso che si è tenuta dal 24 al 27 gennaio a S. Spirito in Sassia, è appena terminata. E di quelle luci, di quell’ atmosfera da fiaba, di quei sogni conserva molto poco. Del resto Roma non è Milano, non è Parigi e nemmeno New York. A Roma non si corre, si spinge. E quando questo avviene anche all’ingresso di un evento che dovrebbe dare lustro e prestigio ad una città così storica e piena di bellezza, la cosa acquisisce un tono più grave. Si rischia di ricordare di una manifestazione che ha i suoi pregi solo la confusione e la lentezza che accompagna tutto l’evento.

Non di rado  accade che l’ingresso alle sfilate somigli nella maggior parte dei casi ad uno stadio dove quando ti va bene, se fai parte dei giornalisti o dei blogger, siedi in terza fila, se va male rischi il posto standing tra la folla ammassata. La gente arriva, sfila uno dei suoi outfit più inadeguati convinta che a Roma a Gennaio ci sia sempre il sole, nemmeno fosse il Brasile, e si siede osservando per tutto il tempo il vicino di posto e dimenticando che la vera arte è in passerella. Del resto non ci sono vip né personaggi importanti. Quelli si riservano per i volti noti, per quei pochi stilisti che ancora possono definirsi couturier di Alta Moda come Renato Balestra, Nino Lettieri, Gattinoni.

Così in un mare di polemiche, di accuse, di abbandoni istantanei e di addii preannunciati, si chiude un altro evento facendo riflettere. Su quanto la nostra realtà, anche quella più aperta ai giovani e che di essi si nutre, sia così chiusa nei confronti del nuovo che avanza. Perché se quella lentezza che tanto caratterizza Roma diventa motivo di nervosismo nella gran parte dei casi, può essere motivo di orgoglio per chi riesce a cogliere le sfumature brillanti di un mondo nuovo che sul vecchio e dal vecchio prende le sue basi, pur discostandosi dall’Alta Moda in senso stretto.

Un mondo come quello di Esme Vie, fatto di rigore geometrico, di eleganza e di passione tutta femminile. Una collezione dedicata all’amore in cui prende spazio il rosso, il rosa confetto e il beige, le forme strutturali e geometriche, il monocromatismo e le pietre preziose. O come quello di San Andrès Milano,  che celebra la bellezza e l’austerità commista all’eleganza senza tempo degli anni 50 evidente nei tagli e nelle forme  colte per l’occasione nelle tonalità eteree del celeste e del panna. Lui e i suoi modelli richiamano l’immagine di una donna forte e potente che tuttavia si avvia verso un ritorno alla femminilità.

Alta Roma è la palestra dei giovani stilisti che vogliono provarci, che gridano “ce la posso fare”.  In essa tutto richiama al passato ma celebra il futuro: la struttura, l’alternanza di nomi importanti a volti nuovi, lo stile dei couturier, l’ispirazione delle collezioni, il modo di gestire l’organizzazione. Certo Roma non è Milano. Non è freddezza, non è precisione, non è dinamicità e questo si percepisce immediatamente.

Chi va ad Alta Roma ha tutto il tempo per emozionarsi ancora osservando il volto sorridente e mai adirato di Renato Balestra  che realizza per la nuova collezione primavera-estate 2014, un tripudio di capi ispirati  all’ uccello del paradiso, abitante leggiadro della Nuova Guinea. Dominano in un esplosione di colori il verde giada, il mandarino, il turchese e immancabile il blu Balestra. Motivi floreali si alternano a tessuti stampati di piume variopinte, intarsi di swarovsky rivestono stoffe sinuose nelle tonalità del blu notte che richiamano la paradisea, frammenti di oro zecchino si frappongono sullo stesso abito combinato in varie tonalità. Chiude la sposa, raffinata e piena di ricami, nel suo abito dalle varie tonalità di bianco che ricordano una candida ninfea. Per lui e per le sue creazioni l’immancabile Valeria Marini, il giornalista-giudice di Fashion Style Cesare Cunaccia e il noto attore, affascinante ed elegante nella sua giacca ispirata al colore tanto amato dallo stilista, Giorgio Borghetti.

Alta Roma è il posto delle sfide in cui è possibile osservare un piccolo miracolo quando anche il più maturo degli stilisti si lascia vincere dalla commozione degli applausi che lo accompagnano segno di un grande successo e di un notevole gradimento per la collezione. E’ il caso di  Nino lettieri che sceglie nuovamente la cornice tradizionale di S. Spirito per celebrare il suo ritorno al plissè in un susseguirsi di  linee morbide ed essenziali, ispirate agli anni ‘50/ 60 grazie alle forme a trapezio, gli abiti a ruota lunghi fino al polpaccio, i mini abiti trasparenti ricamati da paillettes dai disegni orientali. La sua sposa, leggiadra ed eterea nella figura dell’ex Miss Italia Giusy Buscemi, è un trionfo di tulle, georgette plissè e ricami.

Ad Alta Roma la gente non arriva, anzi da lì spesso se ne va. E questa edizione è stata quella dei grandi addii.  A cominciare da quello di Terranova, da anni alla guida della maison Sarli che, uscito di scena a ventiquattro ore dalla sfilata, ha lasciato ad accogliere il suo applauso le sarte, artefici ancora una volta di un miracolo di collezione che alle forme scultoree e geometriche ha privilegiato tessuti leggeri, trasparenze e linee morbide. Accanto all’organza, al drapée al gazar, convivono gli jacquards. Intarsi e  applicazioni in rilievo di ricami o di cristalli poggiano su trapezi esasperandone la forma e producendo un effetto di ricca  e assolutamente nuova semplicità.  A lui e alla sua nuova “era” si accosta anche l’addio di Gattinoni che celebra la sua ultima collezione nel cantiere de La Nuvola – il nuovo Centro Congressi di Massimiliano e Doriana Fuksas- lasciando che il passato si chiuda con una frase che somiglia ad un monito tutt’altro che di speranza: “andremo in giro e la porteremo da altre parti, perché credo che Roma dovrà stabilizzarsi prima di avere le prove di tanta energia e di tanta fatica e di tanta gente“.

Lia Giannini

 

 

Enzo Miccio per Tu sposa 2014: l’importanza della “sobrietà”

Oltre 100  aziende specializzate nel settore, 4.000 mq di spazio espositivo, 4 intere giornate dedicate al mondo del wedding, ingresso gratuito e la presenza, simpatica e accattivante di Enzo Miccio, il re dei wedding planner.

Tu Sposa 2014, l’evento fiera per gli sposi che ha avuto luogo presso la COMAC di Montalto Uffugo (Cs) dal 16 al 19 gennaio, pur essendo alla sua prima edizione sembra aver ottenuto un grande successo di pubblico e di entusiasmo. Merito, senza dubbio, dell’organizzazione che si è rivelata estremamente attenta nella selezione dei partners ma anche dell’originalità con cui questi ultimi hanno saputo farsi notare offrendo per  l’occasione a quanti hanno preso parte all’evento, prove di make up e hair styling gratuito, composizioni floreali da fiaba,  esposizioni di auto d’epoca e soluzioni vantaggiose per i  futuri sposi. Il tutto scandito dal sorriso e dalla disponibilità degli allestitori a cui l’ospite d’onore Enzo Miccio, accorso in fiera nel pomeriggio di domenica, ha provveduto a dare consigli.

Uomo pieno di charme, dotato di una simpatia naturale per nulla oscurata dalla fama che, grazie ai suoi programmi, ha raggiunto negli ultimi anni, il genio del wedding ha concesso, in esclusiva, alla redazione di 8@30, una breve intervista nella quale ha fornito suggerimenti preziosi dopo aver dato spazio, con un’ inconsueta disponibilità, a foto e autografi.

Personaggio televisivo, autore di molti libri di grande successo, wedding planner, wedding designer, chi è Enzo Miccio, oggi?

Tutto quello che vedete. Un uomo che non sta mai fermo e non si riposa mai, che mette l’entusiasmo in tutto quello che fa e si diverte tantissimo, nonostante conduca una vita difficile, movimentata e caotica.

Nel suo lavoro, qual è la parte che le regala maggiori soddisfazioni e, invece, qual è la parte più complessa?

Quello che mi regala maggiori soddisfazioni sono gli abbracci delle mie spose, quando il giorno del matrimonio vengono da me felici e contente per il sogno realizzato. Questa è una cosa che mi ripaga assolutamente di tutto. La cosa più difficile è tutto quello che c’è alle spalle. Prima di arrivare a quel momento c’è da sudare. Ci sono 6, 8, 12 mesi di preparativi.

Qual è il segreto per diventare un bravo wedding planner?

La passione, innanzitutto. Poi, c’è un’attitudine e quella non si insegna. O ce l’hai o non ce l’hai”.

Quale consiglio darebbe a chi volesse intraprendere il suo stesso percorso?

Studiare molto e fare molta gavetta. Cercare di interessarsi a tutto, perché il mestiere del wedding planner é un mestiere molto complesso. Bisogna sapere di tante cose, non solo di abiti da sposa o di cibo. Bisogna avere una buona preparazione di arte, cultura, musica, cibo, vino. E’ piuttosto faticoso perché occorre una preparazione completa”.

Quali sono gli aspetti positivi dell’ evento TU SPOSA 2014 che l’hanno maggiormente colpita?

L’entusiasmo nell’accoglienza mi ha travolto. Sono veramente contento. Quando arrivo al Sud, in modo particolare, essendo meridionale nel sangue, sono sempre felice di questo grande affetto.”

Tante coppie si aggirano per gli stand alla ricerca di idee, di dettagli e particolari per la realizzazione del matrimonio perfetto. Quale consiglio di stile vorrebbe dare oggi alle coppie che sono in procinto di compiere un passo tanto importante?

Cercate di prendere quanti più spunti possibile, ma personalizzateli. Il consiglio che do spesso è di partire da una fiera, perché offre un ventaglio enorme di idee che possono servire, ma di non prendere pedissequamente i dettami delle mode, le tendenze. Cercate di personalizzarle in base ai vostri sogni ed al matrimonio che volete realizzare.”

Per quanto riguarda il trucco e parrucco della sposa, per essere impeccabile il giorno delle nozze, cosa consiglia?

Sobrietà, assolutamente. Sono due cose molto delicate. Truccatori e parrucchieri sono le persone che hanno in mano l’outfit completo della sposa. Possono stravolgerti e cambiarti completamente i connotati, quindi non permettete che questo accada. La parola d’ordine è: restare se’ stesse ed essere più naturali possibile”.

E infine, il segreto per una cerimonia perfetta?

” “Chiamare Enzo Miccio, che domande!” (ridendo con eleganza).

 

Denise Ubbriaco

 

 

 

 

 

 

 

Pitti n.85: la moda riparte da Firenze

E’ il trionfo dello stile “Urban” e del “dandy” inglese che si esprime in mocassino scozzese, abito doppiopetto, e fiori sulla giacca. E’ la scoperta della moda ecologica, dei tessuti “utili”, dello stile shabby come lo ha definito la guest editor per Pitti W13 Lucia del Pasqua. Lo dicono le cronache del Pitti Uomo F/W 2014/15 e del Pitti Immagine W, ma lo hanno detto anche le strade fiorentine che conducevano a Fortezza da Basso nelle scorse giornate dal 7 al 10 gennaio in cui la città per eccellenza del mecenatismo e della raffinatezza, Firenze, ha aperto le porte all’ 85esima edizione di una delle fiere più importanti e rinomate nel panorama della moda internazionale, per ospitare “guru” del fashion nella grande maggioranza dei casi, abbelliti come alberi di Natale a festa senza un minimo di buon gusto. Non si comprende ancora bene quale sia l’impulso che durante gli eventi più importanti del panorama nazionale, animi a vestire in modo talmente stravagante da risultare fuori luogo, sta di fatto che il più delle volte, in accordo con quanti sostengono che lo stile sia cultura, spirito, umore, voglia di esprimersi, frutto di stimoli esterni, è quanto di più utile abbiamo, anche a livello sociale, per riconoscere la temibile tendenza sessuale che vede sempre più uomini somigliare alle donne e donne assumere redini e fattezze maschili.

Se per questi ultimi campeggiano colori fluo e tonalità sgargianti che ci inducono a rinunciare definitivamente al buon vecchio detto “l’uomo deve puzzare”, riscaldati nella maggioranza dei casi da pellicce e montoni (una volta indumento tipicamente femminile), giacchette fiorate e calzoni con e senza jeans a supporto, per quelle eroine moderne del nuovo millennio chiamate donne, look maschili, cappelli “stetson”, bretelle, pantaloni capri, mocassini all’inglese e completi a scacchi o, in alternativa gonne lunghe e felpe extralarge ad emulare lo stile Rom a ricordare che per essere alla moda, quest’anno, basta sommare più pezzi contenuti nel proprio armadio senza alcun criterio logico per stile e per colore.

Se da una parte questo colpisce e ingabbia chi nel settore ci bazzica raramente, dall’altra è il vero elemento aggiuntivo che rende il salone del Pitti un evento degno di fama mondiale: l’energia e l’interscambio culturale che avviene tra persone provenienti da tutto il mondo come visitatori e come espositori, che emerge dal modo di vestire ma anche dal materiale esposto che mai come quest’anno ha visto uniti l’eccellenza e la classe di brand importanti e di prestigio alla modernità e all’ingegno tecnologico dei giovani designers. Oltre mille stand organizzati, 30.000 presenze, un dato italiano in crescita che pare aver raggiunto il 4% in più rispetto allo scorso anno, eventi di cultura, intrattenimento e spettacolo che hanno caratterizzato la manifestazione. Energia, attenzione verso il prodotto, cura del dettaglio, ricerca dell’originalità: questo il Pitti 2014/15.

Leghilà, United Colors of California, Colmar, Gant, Desigual, Happiness, Aereonautica Militare, Dr Martens, Converse All Star,Exkite,G.Inglese, Gaudì, Anthony Morato, Gas, Giuseppe Zanotti design, C. Paciotti e tantissimi altri ancora i brand  che nel corso della manifestazione si sono distinti talvolta per l’esuberanza nella realizzazione degli spazi espositivi, talvolta per l’estrema qualità del prodotto. Vera chicca dell’evento la presenza, indistintamente, di veterani come Paul&Shark che vanta una presenza storica alla manifestazione e che continua a mietere successi grazie alla sua capacità di contraddistinguersi per l’assoluta italianità dei materiali di utilizzo e della produzione unita all’ innovazione che si esprime nell’avvento di nuove linee, estremamente diversificate tra loro che si uniscono alla tradizionale mise yachting da cui ha vita il marchio, ma anche di brand emergenti che dell’innovazione tecnologica e della modernità hanno fatto il loro punto di forza proprio come dimostra Stella Jean, vincitrice storica del celebre concorso Who’s On next, ormai nota per la straordinaria capacità di realizzare una moda il cui fulcro sia rappresentato dal superamento dei contrasti e delle opposizioni per ristabilire un equilibrio tra simboli, storie e mondi differenti. E se è vero, come la stilista afferma, che stile significa comunicazione, di certo il Pitti non manca in nulla, attento com’è risultato alla valorizzazione dei nuovi talenti e delle nuove tendenze.

Certo, sul fronte femminile per chiunque sperasse nel superamento per il nuovo fall/winter della tendenza borchie e rock style, in accordo con un ritorno alle gentili forme, alla sobrietà e all’utilizzo di fogge vintage, le aspettative rimarranno deluse dal momento che le nuove tendenze prospettano ancora una volta l’immagine di una donna mascolina che non rinuncia alla ricerca di una nuova femminilità figlia della sua indipendenza e della sua forza. E’ un dato che emerge prepotente nell’evento Pitti Immagine W, che anche durante questa edizione ha mostrato delle proposte uniche e al passo con i dettami odierni. Gioielli di piume e pietre preziose che inseguono la tendenza al bijoux che impreziosisce anche l’abito più semplice per Ortys, borse in tessuti da sub come quelli di Leghilà un brand nuovo, pratico e colorato che si ripropone la valorizzazione di una donna fuori target che abbia voglia di una borsa di tendenza destinata però a durare nel tempo, accessori femminili ed eleganti che si commissionano allo street  e all’androgino quelli di Yldiz, pellicce colorate, dai toni eccentrici e le forme giocose e allo stesso tempo aggressive per Muuse.

Voglia di confrontarsi, di crescere e di misurare il proprio talento con quello di tanti altri stilisti che della moda ne hanno fatto il loro mito e la loro vita. Voglia di progettare e di costruire nuovi progetti per tutti coloro che, nonostante la crisi e le difficoltà, non rinunciano a sognare. Chiunque sia stato al Pitti è questo che ha potuto respirare. Divertimento, follia, bellezza, ma soprattutto vita.

 

Lia Giannini

 

Capodanno alternativo: le proposte di 8@30 style

E’ la notte più lunga dell’anno, quella in cui sogni e desideri prendono forma per tradursi nella speranza di un anno migliore del precedente e vecchi pensieri malinconici lasciano il posto a bagordi, euforia e divertimento. Che la si festeggi in compagnia degli amici più cari, che si scelga una meta da film o un semplice chalet di montagna, il capodanno resta per definizione una delle notti più glamour della storia. Rosso, dorato e nero sono, generalmente, le tonalità tradizionali che aiutano a brillare, eppure nulla vieta di accogliere il nuovo anno, per una volta, con dei colori più accesi, magari al passo con i dettami delle ultime tendenze.

Per tutte coloro che non sono disposte a spendere una fortuna o ad acquistare un abito che sanno di non poter riutilizzare, viene in aiuto la nostra Vincenza Salvino che, per l’occasione speciale, ha realizzato quattro proposte molto diverse tra loro e perfettamente modificabili. Il primo modello, total black, adeguato per una festicciola non troppo impegnativa e utilizzabile anche da una donna non più giovanissima che desideri sfoggiare un look sensuale ma non troppo, richiede pochi elementi: un abitino molto semplice che funga da base, un mini dress interamente rivestito di paillettes, una maglia micro rete simile ad un collant, una vecchia cinta di tessuto ed un accessorio per il capo che si intoni con i colori dell’ abito dando al tutto un tocco si originalità e di leggerenza. Pur in accordo con la regola secondo la quale a Capodanno tutto è concesso, il consiglio è sempre quello di non esagerare con gli accessori accostando magari qualcosa di semplice, sul nero e sull’ argento senza rischiare di osare troppo.

Per chi, invece, pur mantenendo i toni tradizionali, desideri stupire, viene in aiuto un outfit realizzato sulla base del primo ma decisamente più particolare e sbarazzino. Accostando in modo double due abitini in raso, uno sul nero e l’altro sul blu cobalto, siamo partiti da un vecchio top  sagomato in ciniglia che abbiamo posto sui due vestitini cingendo il tutto ad altezza fianchi con una cinturona( ovviamente cucita sull’ abito e poi appuntata a fiore) in pizzo. Si può completare il look in diversi modi: una collana-colletto luminosa, una cappa pelliccia posta al contrario o, ancora una volta, un frontino- cravatta.

E per tutte le amanti del colore? In accordo con le proposte precedenti, abbiamo pensato di offrirvi un’alternativa esclusiva in quanto realizzata ad hoc dalla nostra stilista.  La prima proposta vede protagonista la cappa- vestito. Alla classica cappa ordinaria, in tessuto da tappezzeria, indossabile come soprabito, si affianca, per l’occasione,  il modello abito da cerimonia. In fantasia floreale, con rifiniture sul verde,l’abitino, da portare ad altezza ginocchio completato da cintura in tono, è consigliabile ad ogni donna che voglia farsi notare per la sua classe ed eleganza. La seconda proposta, per le più estrose ed egocentriche, è un particolarissimo abito da sera con strascico. Realizzato in finta seta verde con rifiniture sull’ arancio, adornato da braccia di organza, il modello sartoriale, interamente rifinito a mano, prevede chiusura sul davanti e apertura a tasca. L’effetto “wow” in questo caso è assolutamente garantito.

Ultimo, ma non ultimo il total black charleston. Si tratta di una gonna lunga riadattata a mini abito con balze, rifinita da un doppio fiocco, l’uno ad incrocio sulle spalle, l’altro a cintura sul seno. Trattandosi di un “vedo-non vedo” è consigliabile rallegrare il tutto con l’utilizzo di una decolletè rossa, possibilmente molto alta, senza dimenticare la regola d’onore: indipendentemente dall’ outfit che preferiate obbligatorio è  l’intimo rosso fuoco, per iniziare un anno all’ insegna della passione e della fortuna.

Non ci resta che augurarvi good Luck and happy new Year, amici di 8@30 style!

 

Lia Giannini

 

 

 

Un regalo “perfetto” per un Natale con..stile!

Ansia, stress, gioia commista a nervosismo, panico e insofferenza. Non sono i sintomi di una brutta malattia ma di una giornata pre- natalizia all’insegna dei regali di Natale. Del resto basta affacciarsi nei negozi  ed osservare i visi della gente assomigliare sempre più a dei grandi punti interrogativi. Gli piacerà? Sto scegliendo bene? Forse costa troppo? Il Natale, che dovrebbe essere il momento di massima serenità in cui istinti bonari  sembrano risvegliarsi dal letargo, si rivela spesso, al contrario, motivo di malessere. I regali, simbolicamente espressione di affetto e sentimenti positivi, soffrono il più delle  volte i limiti imposti da budget e doveri che mal si sposano con il clima di feste. Per non parlare del fatto che, presi dal contenuto, si finisce col tralasciare il più delle volte la parte più importante, quella che rivela quanto tempo abbia speso nello scegliere il regalo e, soprattutto, quanto ci teniamo alla persona a cui lo stiamo facendo: il pacchetto. Ammaliati da un’atmosfera che rischia di essere rovinata da inutili prese di panico, noi di 8@30 style ,abbiamo pensato, a fronte di queste ragioni, di darvi qualche piccolo suggerimento per realizzare un dono perfetto che di sicuro non lascerà indifferente il vostro ( o sarebbe meglio dire la vostra) destinataria.

Grazie alla complicità e alla creatività sempre all’avanguardia della nostra stilista Vincenza Salvino che anche per questo Natale non ha evitato di sorprenderci, in linea con le ultime tendenze moda che hanno visto il ritorno dell’ “ handmade” per  fare i regali di Natale, vi proponiamo un’idea un po’ stravagante ma di sicuro molto glamour: il frontino- cravatta.

Muniti di cerchietto, cravatta, bottoni di varie forme e materiali, colla a caldo, forbici, un sacchetto tra quelli riciclati da vecchi regali e un pezzo di stoffa, iniziamo la nostra opera. Preso il frontino, tagliamo una cravatta tra quelle dei nostri papà o nonni più fantasiose e colorate. Infiliamo il frontino nella parte superiore della cravatta fino a rivestirlo per intero ( non dimenticate di utilizzare un frontino la cui larghezza sia adeguata allo spessore della cravatta scelta), tagliamo l’eventuale pezzo di stoffa in eccesso e cuciamo con ago e filo. Nel frattempo, dopo aver rifinito il cerchietto, con la restante parte della cravatta, avvolta su sé stessa e impunturata da ago e filo, ottenuta la forma di un cilindro vuoto, la  inseriamo nel frontino, incollandola, e blocchiamo il tutto con una pietra o un bottone  particolare in linea con la fantasia scelta, ottenendo così un effetto cappellino “Royal Ascot”. Utilizzato come accessorio ad un tubino semplice e lineare o abbinato ad un vestitino da cerimonia, sarà il tocco di classe grazie al quale non passerete inosservati.

Realizzato il dono, procediamo con la nostra confezione. Qui spazio assoluto alla fantasia e pochi strumenti necessari: sacchetti, riciclati, stoffe, fiocchi o spille e, immancabile, la colla a caldo. Unico must da rispettare: coerenza ed originalità. Potete decidere di dare al tessuto la forma che più vi piace. Si possono riprodurre fiori, quadrati, cuori, alberi di Natale, quello che ritenete maggiormente adatto o che pensate possa piacere alla persona a cui andate a fare dono. Il segreto è sempre quello di giocare con la creatività.

Per quanto ci riguarda abbiamo pensato di darvi l’idea di base, ma nulla vieta che possiate arricchirla con le vostre idee più particolari. Partendo da un pezzo di stoffa porpora, ritagliamo un quadrato con forbice zig zag ( si può decidere di utilizzare anche la forbice normale ottenendo un effetto sfrangiato), incolliamo su tutti i lati tranne quello rivolto verso l’apertura del sacchetto e appoggiamo, infine, un fiocco piuttosto che un bottone o una decorazione. In alternativa al pezzo di stoffa lineare, si può sagomare  un fiore arricchito all’interno da porporina, pietre, brillantini o quello che più si gradisce. Con pochissimi tocchi, adatti anche a chi manualmente risulta inesperto,sarete in grado di ottenere un regalo unico, personale e inimitabile. Il resto, come sempre a Natale, lo farà il cuore e la magia di Santa Claus.

Buon Natale da 8@30 style!

 

Lia Giannini

Regali di Natale: la rivincita dell’ “handmade”

Se c’è una cosa particolarmente speciale del Natale è l’atmosfera che si crea durante i giorni che lo precedono. Uno dei meriti di tale diffusione è da attribuire ai numerosi mercatini che in ogni parte del mondo sembrano accogliere grandi e piccini suggerendo loro un’idea di festa e di gioia. Non importa quanto sia rilevante la crisi o quanto poco budget ci sia per fare un regalo. Accompagnati dalla persona del cuore, quello della “passeggiata” natalizia può essere uno dei momenti più dolci e più creativi dell’anno. Per alcuni può diventare un’ottima alternativa alla spesa natalizia, per altri si tratta semplicemente di un momento ricreativo nel quale scoprire nuove idee o nuovi talenti.

E’ quasi un rituale che si ripropone in ogni città del mondo e Cosenza, la città di 8@30 style, non è da meno. Ieri, nei pressi dell’Università della Calabria, luogo da cui emergono molte menti e pochi designer, si è tenuto il Christmas Art Market. Artisti locali di ogni genere e sorta si sono incontrati esponendo le loro creazioni, dai gioielli più particolari agli abiti più estrosi, allo scopo di farsi conoscere e di suggerire a tutti gli amanti dell’ “handmade” idee uniche ed originali in vista del prossimo Natale.

Pur rivelandosi un po’ deludente sotto alcuni aspetti, data la confusione e il disordine nell’organizzazione nonché la poca disciplina nella costruzione dei momenti di intrattenimento quali quello del canto e del defilè che ha visto protagonisti gli abiti delle tre stiliste presenti (tutti molto diversi ma degni di nota), l’evento ha avuto il merito di riportare in auge un tipo di commercio sempre più lontano: quello artigianale, puntando l’accento sulle capacità di realizzazione di manufatti e gioielli talvolta ben più affascinanti di quelli rintracciabili nei comuni negozi. Tra i corner e gli stand, molto variegati tra loro, diverse proposte apprezzabili:  gioielli in fimo, creazioni all’uncinetto, frontini realizzati con pietre e cravatte, colletti gioiello, persino una collezione moda reduce dall’ultimo concorso “Moda Movie”. Chiunque abbia avuto il desiderio di un acquisto fuori dal comune, unico e assolutamente economico, e sia stato in grado di comprendere il valore di un arte che  in molti considerano ormai persa e relegata al ruolo secondario di mero hobby, non ha perso occasione per comprare.

Tuttavia, permane la sensazione che non troppe persone riescano ancora a fidarsi o a percepire quanto un oggetto, spesso frutto di notti insonni e numerose fatiche, solo perché esente dai costi di vendita, non risulti così economico all’ atto pratico. Stando infatti alle testimonianze degli “addetti ai lavori”, nonostante i prezzi bassi e la singolarità di alcune proposte, complici forse le difficoltà economiche o la scarsa fiducia nel valore di un oggetto fatto “a mano”,sembra  essere prevalso maggiormente l’interesse “culturale” che il desiderio di effettuare una vera e propria “spesa” natalizia.

Sarà davvero solo colpa della crisi o delle nostre menti lobotomizzate dall’idea che un acquisto degno sia solo quello che comprende rincari del triplo sul prezzo e tassazioni allo Stato? Ai prossimi “Natali” la sentenza.

 

Lia Giannini

 

 

L’albero “glamour” di 8@30 style

 

Non esiste periodo più bello di quello che precede la venuta del Natale.Le vetrine si addobbano a festa, le città, anche le più fredde, si illuminano di luci colorare, le persone diventano, per la prima volta durante l’anno, preoccupate anche per gli altri piuttosto che solo di sé stesse. E’ il momento dell’anno più magico, quello in cui tutti i sogni sembrano riuscire a realizzarsi. Ogni casa diventa un piccolo nido in cui raccogliersi con gli amici, da arredare e rivestire con cura. A partire per prima cosa dall’albero. Nella sua accezione più strettamente tradizionale ma rigorosamente ecologico, alto e ricco di rami, può essere adornato come più si crede.E’ forse una delle poche cose per cui non esiste il “fuori moda”, l’importante è che sia sempre in linea con lo spirito di chi lo realizza e  di chi vi abita.

Quest’anno, poi, al mood classico del rosso, del bianco e del dorato, le tendenze in fatto di addobbi propongono un’alternativa assai simpatica: l’albero ispirato ad Hansel e Gretel.

Completamente adornato di caramelle, finti pezzi di torta, casette di marzapane e dolcetti è adatto a tutti i genitori che vogliono far brillare gli occhi dei propri figli. Si tratta di un modo divertente di giocare con la fantasia mixando antichità e gioco. Diversamente, per tutti quelli che desiderano riversarsi sulle modalità di addobbo consuetudinarie sono particolarmente consigliati  i colori neutri del bianco, del bronzo e del dorato, magari da mischiare insieme o tutt’al più, per i più trasgressivi, le nuove tonalità del verde acqua, del rosa antico e del turchese. Inoltre, come per gli abiti, le ultime tendenze natalizie suggeriscono il ritorno al “vintage”. Alle classiche palline da supermercato noi consigliamo vecchi addobbi della nonna: pupazzetti, animaletti, vecchi cavallucci di legno, scarpette con il tacco, mascherine, scarponcini di neve e cuoricini in peluche. Tutto ciò che risveglia la creatività e rimanda al passato rendendo il tutto ancora più glamour è ben accetto. Del resto, tra le leggende sull’uso degli alberi di Natale, se ne trova una che racconta l’usanza presso varie culture, di decorare i vari Alberi del Paradiso con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, animaletti votivi, nonché la credenza che le luci che li illuminavano corrispondessero ad altrettante anime.

E per chi volesse osare di più? Noi, grazie al contributo sempre originale della nostra stilista, vi proponiamo una soluzione non necessariamente in tema natalizio ma sicuramente ben adattabile all’occasione. Basta essere in possesso di un cartoncino, della paglia, una bomboletta spray dorata, delle luci e qualche “accessorio”. Potete scegliere di utilizzare delle finte perle colorate, delle bucce di mandarino, delle ghirlande, delle stelle di Natale, della frutta secca e qualunque cosa incontri la vostra fantasia. Se, come nel nostro caso, doveste scegliere delle collane, rivestite il cono proprio come se fosse il vostro collo, scegliendo delle gradazioni più particolari e glamour come quelle dell’azzurro, del rosa shocking e del verde acquamarina. Poi, arrivate alla punta, fermate le perle cercando di riprodurre un fiocco che scende e otterrete un effetto “chic”.

Se alle collane preferite del materiale più ” a tema” ,un’altra possibile proposta è quella di inserire sull’apposito cono dei gusci di noce, bucati con un piccolo trapano per poter inserire gli spilli da appendere così da apporre, sulla punta del nostro albero “fashion”, alcuni  fiori, rappresentati in questo caso per noi da portatovaglioli ma sostituibili con qualsiasi altro oggetto glamour.

Se nessuna delle proposte suggerite dovesse incontrare i vostri gusti o quelli del vostro arredamento, provvedete a lavorare con la fantasia lasciandovi guidare solo dalla magia affinché qualunque idea abbiate contribuisca ad illuminare e ad esaltare il vostro Natale ma soprattutto il vostro umore quando entrate in casa.

Lia Giannini