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[#JapanTime] Il Fūrin, la melodia dell’estate nipponica

L’estate è già arrivata da qualche giorno e, nonostante il tempo ancora un po’ autunnale in varie parti d’Italia, ci si sente comunque euforici e felici, perché l’estate è sempre l’estate. 

Viaggi, spiagge, lunghe camminate, notti infinite, tutto ciò fa parte di questa stagione, che in Occidente si presenta più dinamica e giovanile. In Oriente, invece, si osservano particolari usanze e precise manifestazioni, sempre nel rispetto della propria cultura.
E’ il caso del Giappone, la cui estate è caratterizzata specialmente dall’Obon festival, ma non è l’unica tradizione tipica del Paese.

Simbolo della stagione solare nipponica è il Fūrin.

Sarà capitato a tutti di vederne uno in un qualsiasi anime o manga, o quantomeno di sentirlo: tale oggetto è un campanello usato in questo periodo, che produce un suono simile a un semplice scacciapensieri. Il termine è composto da due parole, “huu” che significa vento, e “rin”, che significa campana, quindi campana di vento.
Il Fūrin è di origine cinese, ma è stato importato in Giappone da così tanti secoli che ormai viene considerato da sempre parte della cultura nipponica. Si reputa un oggetto dal grande potere benefico, infatti il suo suono gradevole si dice che allieti le giornate estive, difficili da sopportare a causa del caldo e dell’afa.

furinIl campanello è composto da un involucro rotondo, simile a una classica vaschetta in vetro per pesci per intenderci, da cui pendono uno o più tubicini che, al soffiare del vento, urtandosi fra loro o urtando all’involucro generano un suono molto melodioso e rilassante. Caratteristica tipica è una striscia di carta pendente attaccata ai bastoncini, su cui sono rappresentati paesaggi, frasi, illustrazioni o oggetti. I materiali per realizzare un Fūrin possono essere vari: la campanella è solitamente fatta di ghisa, ma vengono spesso utilizzati legno, vetro, bambù o argenteria varia; i tubicini vengono composti con acciaio, alluminio, o qualsiasi altro tipo di metallo; la strisciolina è realizzata in genere con carta di riso, ma spesso anche con altri materiali o tessuti. Ovviamente, in base alla composizione, cambierà anche il suono.
I Fūrin si appendono solitamente all’esterno dell’abitazione, su grondaie, finestre, infissi, ma può anche essere collocato all’interno della casa. Il loro suono è molto amato dai giapponesi, da cui traggono distensione e relax durante l’afa estiva. Ma rilassare non è l’unico ruolo dell’oggetto, infatti, secondo alcuni, questi particolari campanelli servono a tenere lontani gli spiriti maligni dalle abitazioni.

furinVisto l’estremo utilizzo dei Fūrin, in Giappone sono state emesse ordinanze che ne regolano l’uso, soprattutto durante la notte e con il maltempo.
Andando in Giappone in questo periodo, insomma, non solo si potranno ammirare i bellissimi panorami tipici del Paese, una delle caratteristiche più note del luogo, ma si potranno anche ascoltare gli echi di meravigliosi tintinnii prodotti dai Fūrin. Una fantastica combinazione vista-udito che non si può perdere per nulla al mondo, da provare almeno una volta nella vita.


Se avevate dubbi sulla meta per le vacanze estive, ora non ne avrete più.

                                                                                                                             Paolo Gabriele De Luca

Torna il festival del fumetto Le Strade del Paesaggio, Annunciati i Primi Ospiti Internazionali

Tra i primi ospiti annunciati a Le strade del Paesaggio Miguel Angel Martin, David Lloyd, autore di V for Vendetta e il disegnatore di Pocahontas.

Dal 21 settembre, torna uno dei più attesi e innovativi festival del fumetto in Italia: Le Strade del Paesaggio che taglia il traguardo del dodicesimo anno.

Punto di riferimento fra i festival del meridione, l’appuntamento che si terrà a partire dalla terza settimana di settembre animerà il borgo storico della città di Cosenza, nel cuore della regione Calabria, con artisti in residenza, mostre, cosplayers, parate e rievocazioni storiche, spettacoli, giochi tradizionali, di ruolo, di società e videogames.

Tanti i luoghi coinvolti, come ogni anno, per il primo week end della rassegna che prevede tre giorni di programmazione intensa. Un programma corposo, che di settimana in settimana, non mancherà di sorprendere per ricchezza e qualità della proposta in cartellone.

Annunciate le più importanti mostre in programma e i primi ospiti confermati in questa XII edizione.

Sono tre i disegnatori di fama internazionale che animeranno lo spazio del Museo del Fumetto e porteranno nella città di Cosenza tre altrettante mostre. Nell’ex Convento di Santa Chiara, oggi Museo del Fumetto, verrà ospitata una grande mostra antologica dedicata a John Pomeroy, l’animatore americano che ha contribuito con la sua matita ad alcune delle produzioni più importanti della Walt Disney Company.

John Pomeroy

Un esordio che risale al 1973 con lavori come Winnie The Pooh e Tigger, Brisby e il segreto di Nimh, CharlieAnche i cani vanno a Paradiso e Fievel sbarca in America.

L’antologica a lui dedicata, si pone come summa delle sue capacità artistiche raccogliendo in un unico blocco tutta la declinazione dell’arte che lo rappresenta e che ha caratterizzato tutta la sua produzione. Un percorso artistico, il suo, segnato da un’importante ascesa che lo porta a essere animatore supervisor di grandi produzioni come Pocahontas.

E ancora una mostra sul fumettista inglese David Lloyd, noto al largo pubblico per aver illustrato V for Vendetta, tema portante della retrospettiva a lui dedicata.

David Lloyd

Nome dalla caratura internazionale, esordisce nel fumetto nella seconda metà degli anni Settanta, lavorando per alcune testate della Marvel Comics, ma è nel 1982 che arriva l’occasione che lo farà conoscere nel panorama internazionale e questa chance si chiama V for Vendetta. Una storia che nasce dall’intuizione di Dez Skinn, ex redattore della Marvel che gli chiede di creare un nuovo personaggio che diventerà mitologico: il terrorista anarchico che indossa la maschera di Guy Fawkes, frutto di una sinergia con Alan Moore.

La graphic novel dalla trama nota, ha la caratteristica di essere intrisa di riferimenti politici e filosofici, citazioni musicali e letterarie, immagini oniriche e visionarie, tutti elementi che hanno contribuito a rendere ancora più affascinate la produzione artistica di Lloyd.

Infine Beyond the Dark, retrospettiva dedicata a Miguel Angel Martin.

Miguel Angel Martin

Nelle illustrazioni in mostra troviamo il segno caratteristico delle sue produzioni.

Dissacrante e provocatorio Miguel Angel Martin, autore spagnolo, si è imposto all’attenzione del pubblico con opere come Psychopatia SexualisIl suo tratto, quasi infantile e delicato, si pone in realtà come antitesi rispetto alla trama stessa dei fumetti che ha realizzato durante la sua carriera. Il tema infantile è una costante che ritorna anche nel suo lavoro più famoso Brian the brain, la storia di un bambino che vive nel futuro privo di scatola cranica. Un lavoro dalla cadenza ritmata che fa da contrappasso al contrasto netto fra una visione decadente della vita e la volontà forte di voler restituire l’idea di un mondo migliore e più giusto.

Ad inaugurare l’edizione 2018 infine Casa Surace, la famosa factory nata sul web che inaugura la dodicesima edizione del Festival del Fumetto venerdì 21 settembre. Factory e casa di produzione nata del 2015 da un gruppo di amici e coinquilini. Radici e valori del Sud, stereotipi da smontare, comportamenti, usi e costumi, vengono mixati e rielaborati in sketch e video ironici che hanno dato vita ad una vera e propria social community. Il loro lavoro trae ispirazione dal mondo del cinema e del teatro e dai nuovi linguaggi della rete, mantenendo la giusta dose di spontaneità e divertimento.

Il borgo storico della città di Cosenza, si prepara così ad accogliere un evento multidisciplinare, che nel corso degli anni ha ospitato artisti del calibro di Milo Manara, Gilbert Shelton, Tanino Liberatore, Charlie Hebdo, Riccardo Mannelli, Angelo Stano, Bruno Brindisi, Davide Toffolo, Enrique Breccia e nell’ultima edizione ha registrato oltre 25.000 presenze. Tra gli obiettivi de Le Strade del Paesaggio, anche in questa XII edizione la creazione di un forte legame tra il mondo dell’arte sequenziale e il racconto del territorio di riferimento.

Il Festival Le Strade del Paesaggio è a cura di Cluster Società Cooperativa e Provincia di Cosenza, con il patrocinio del Comune di Cosenza.

Per approfondimenti

www.lestradedelpaesaggio.com

[#NerdInterview] Intervista con Carlo Cuomo (Iudav)

Durante l’evento Lucania is Comics, unica fiera dedicata al fumetto in Basilicata e ormai giunta al terzo anno di attività, abbiamo intervistato Carlo Cuomo, autore del piano di studi Iudav, il primo corso di studi dedicato ai videogiochi e all’animazione.

Ci ha parlato dell’offerta formativa Iudav e dei suoi progetti in campo videoludico. Buona Visione!

 

Intervista a cura di Miriam \^^my^^/ Caruso
Riprese e Montaggio a cura di Daniel MrInk Ferullo

[#CiNerd] Solo: a Star Wars Story, la Recensione

“Ho un brutto presentimento a riguardo”

Quasi ogni fan di Star Wars l’avrà pensato accomodandosi sulla poltroncina del cinema per vedere Solo: A Star Wars Story. Un presentimento che sembra aver scoraggiato molti, considerato il flop d’incassi.

Io, però, sono una fangirl e non mi sarei persa la nuova pellicola della saga per nulla al mondo. Anzi, ho trovato insopportabile la mancanza di fede di chi al film non ha dato neanche una possibilità. Solo: A Star Wars Story è il secondo spin-off della saga creata da George Lucas. Dopo un gioiellino di narrativa e regia come Rogue One, il compito di mantenere alto il livello qualitativo era arduo. Ed è stato reso più complesso dalle sfortunate vicende di produzione: parlo del cambio di regista in corsa e delle difficoltà recitative del protagonista che, diciamolo, aveva sulle spalle l’onore e l’onere di ridare vita a un personaggio reso iconico da un Harrison Ford, che ci piace così tanto perché non ci sono canaglie come lui nella nostra vita. Ma andiamo con ordine ad analizzare la pellicola.

LA TRAMA

Solo narra le spericolate avventure del contrabbandiere più famoso della galassia, tra i 18 e 24 anni, molto tempo prima dell’incontro con un giovane Luke Skywalker e Obi-Wan Kenobi nella rumorosa e affollata Cantina di Mos Eisley: 11 gli anni di distanza. L’intento della pellicola, come il trailer aveva annunciato, è quello di mostrarci gli scorci tanto amati della galassia lontana lontana da un altro punto di vista, quello outsider e malfamato di pericolosi predoni, contrabbandieri e cacciatori di taglie. Alcuni si sono chiesti: c’era davvero bisogno di aprire uno squarcio sulla back story di un personaggio ormai così radicato nell’immaginario collettivo dei fan, di vecchia data e non? Forse no, se questi scorci non sono in grado di mostrare qualcosa di credibile e ben costruito ma, d’altra parte, chi non si è mai chiesto quali fossero le origini di Han, quali e quante imprese avesse compiuto per diventare un fuorilegge, come avesse conosciuto il suo peloso co-pilota?

LA REGIA E IL  COMPARTO TECNICO

Il merito di Solo è il seguente: raccontarci ciò che avremmo voluto sapere. E ci riesce bene.

Per questa ragione, un plauso va anche al regista, quel Ron Howard che ha avuto l’ingrato compito di assumere la direzione della pellicola a riprese ormai iniziate, dopo il licenziamento dei due registi precedentemente scritturati. Nonostante le settimane di riprese aggiuntive e i conseguenti ritardi nella produzione, le sequenze del film sono ottime, dirette e montate alla perfezione, senza disturbanti scarti tra le diverse scene. Ron Howard compie il suo lavoro in maniera precisa e rispettosa. Agli spettatori più attenti non è sfuggita quella rete di citazioni e omaggi alla trilogia originale: in particolare, Solo svela un dettaglio de L’impero colpisce ancora, quando C-3PO esprime meraviglia per la singolare maniera di comunicare del Millennium Falcon. La regia di Howard non ricerca spettacolarità gratuita: è narrativamente pulita e lineare e alcune scene ne beneficiano, risultando di grande impatto visivo, come per l’iniziale inseguimento per le strade di Corellia e la mitica sequenza della rotta di Kessel. La sceneggiatura, di Lawrence Kasdan e figlio, è ben scritta, seppur prevedibile: la pellicola narra la storia della formazione di un giovane Han Solo che si avventura nei bassifondi della galassia per realizzare un sogno, quello di diventare un grande pilota. E come in ogni buona storia di formazione, e come il mito già ci ha insegnato, Han riuscirà in quest’obiettivo: chi, se non lui, ha pilotato la nave che ha fatto la rotta di Kessel in meno di 12 parsec lasciando indietro le navi stellari dell’impero?

Una pecca nella sceneggiatura è, però, la mancanza di un vero e proprio colpo di scena, di quel momento epico che possa dare un posto alla pellicola nella storia della saga, esattamente ciò che aveva fatto Rogue One. La storia, certo, era già scritta, ma i Kasdan non hanno osato, col rischio di stravolgere un percorso ormai fissato, preferendo concentrare l’attenzione sulla messa in scena di quei personaggi che assumono un ruolo determinante nel fare di Solo, quell’adorabile canaglia che tanto amiamo. Deludenti, invece, le musiche di John Powell: ancora una volta, viene ripresa la colonna sonora originale omaggiandola ma, trattandosi di un film stand-alone, ci si sarebbe aspettato qualcosa di più originale.

IL CAST

Quello che tutti temevano fosse una delle pecche della pellicola si è rivelato, invece, una sorpresa piacevole. Notevole la chimica tra gli attori nelle molte scene corali di Solo. Malgrado i problemi avuti con la recitazione e il rischio che la sua prima importante prova attoriale fallisse, considerato il peso iconico del suo predecessore, Alden Ehrenreich si è trovato a suo agio con il ruolo. Anzi, pur dando un’impronta personale al giovane Han, ha reso omaggio ad Harrison Ford, riprendendone le irriverenti caratteristiche espressive, nonché le pose nelle scene di combattimento con le armi. Buona la performance di Emilia Clarke, nei panni della coraggiosa Qi’ra, anche se in alcuni tratti sembrava di osservare una spietata Madre dei Draghi. Menzione speciale per Woody Harrelson per la sua interpretazione del mentore e fuorilegge Tobias Beckett, e a Paul Bettany, perfetto nel ruolo, seppur minuscolo, del perfido Dryden Vos. Plauso a Donald Glover per il suo audace, inaffidabile e scanzonato Lando Calrissian, uno dei personaggi senz’altro meglio riusciti e per il quale unico difetto è quello di un esiguo minutaggio on screen.

Di contro, non sono mancati un paio di personaggi simpatici come Jar Jar, ma meglio non spoilerare.

IN CONCLUSIONE

Solo: A Star Wars Story non è un capolavoro, non è L’impero colpisce ancora, ma… non vuole neanche esserlo.

Voi davvero vorreste vedere la copia di un film già visto? Lo scopo non è stupirci, ma raccontare cose che prima avremmo solo potuto immaginare o intuire, farci capire perché Han Solo è diventato Han Solo. La pellicola si svolge in crescendo: la prima parte scorre piana, quasi non sembra di guardare un film di Star Wars, ma un comune film di fantascienza, non ci sono Jedi o spade laser, la Forza non scorre potente. Poi, il ritmo accelera vertiginoso e a bordo di un Millennium Falcon tirato a lucido come non mai, siamo catapultati su Kessel, tra uno Star Destroyer imperiale e l’Alleanza Ribelle allo stato embrionale, tra una partita a Sabacc e l’altra, su quella stessa nave insieme ad Han e al suo fedele amico Chewbecca, nel mezzo di un’amicizia che nasce dall’aver salva la vita insieme.

E, sul finale, l’inaspettato: Solo non si conclude sul serio, lascia uno spiraglio aperto per qualcosa che potrà ancora accadere. Forse che il successo del MCU abbia influenzato un franchise come quello di Star Wars?
Com’era il detto? Tutto fa brod…no, tutto fa Disney. In ogni caso, questo finale – non finale che pone le basi per un sequel, rende omaggio alle serie animate dell’universo espanso, in particolare The Clone Wars.

Allora, niente smancerie e guardate il film. Vale la pena allacciare le cinture per un salto nell’iperspazio piacevole e scanzonato e, dopo un po’, verrà facile dire: «Chewbe, siamo a casa».

Voto: 7+

Francesca Belsito

Speciale E3, Tutti i titoli annunciati durante la conferenza Sony

Tra armoniosi arpeggi di banjo e titoli esclusivi si è aperta la conferenza Sony a questo E3.

Come era lecito pensare, la conferenza Sony si è incentrata sulle esclusive della piattaforma, lasciando alle terze parti il compito di divulgare i titoli non proprietari che approderanno su Playstation.

https://youtu.be/tw6r9N4hDmE

Capisaldi indiscussi sono stati The Last of Us 2, Ghost of Tsushima, Marvel’s Spider-Man e il criptico Death Stranding.  I primi due si sono rivelati in un lungo gameplay, mostrando meccaniche e ambientazioni in cui ritroveremo i titoli una volta terminati. L’imminente titolo dell’arrampicamuri, invece, dedica il suo spazio on stage alla presentazione dei Sinistri Sei, villains indiscussi del titolo, e alle meccaniche di combattimento. L’ultimo caposaldo si mostra nella classica veste a cui Hideo Kojima ci ha abituato: pochissime spiegazioni e tante sequenze interpretabili su più livelli. Ancora una volta ritroviamo il protagonista dalle sembianze di Norman Reedus, interagire con questo singolare mondo di gioco. Mondo che per la prima volta ci lascia intravedere i possibili antagonisti del titolo, visibili solo grazie all’intervento dell’infante “incapsulato”, creatura che gli operatori visti nei precedenti trailer e trattano con immenso riguardo. L’ultima fatica di Hideo non solo si mostra in qualche scorcio di gameplay, ma presenta anche un personaggio femminile, fino ad ora rimasto nell’ombra.

Altro momento di forza della conferenza è stata la presenza di uno spazio dedicato a Kingdome Hearts 3, il titolo di Square Enix che approderà sulle console il prossimo gennaio. Quanto mostrato su Sora e compagni differisce dai precedenti trailer presentati durante l’evento, dando grande spazio al mondo di Pirati dei caraibi, che vede Jack Sparrow indiscusso sovrano.

A chiudere lo showcase di Sony troviamo Control, un nuovo titolo sviluppato da Remedy (casa famosa per i primi capitoli di Max Payne e per l’immortale Alan Wake), Nioh 2, seguito dell’omonimo titolo di Team Ninja e Deracine, una nuova avventura per Playstation Vr firmata From Software.

In conclusione, malgrado una conferenza non proprio all’altezza delle concorrenti sul piano dell’intrattenimento, Sony dimostra di avere ancora diverse frecce al suo arco.

Non resta che attendere Il Tokyo Game Show e Il Playstation Experience per avere ulteriori dettagli su quanto visto fino ad ora!

 

Daniele “Icelo” Pezzolla

 

[#SpecialeE3] Square Enix, tutti gli annunci della software house

Dopo l’assenza dell’anno scorso all’evento di Los Angeles, Square Enix torna presentandoci il suo parco titoli previsto per la fine del 2018 e inizio 2019.

Non possiamo certo dire che sia stata soddisfacente, vista la grande assenza di Final Fantasy VII Remake, ma i trailer presentati hanno dato spunti interessanti sui vari progetti intrapresi dalla Software House.

Siamo riusciti a saperne di più su Shadow of Tomb Rider, titolo attesissimo della Eidos Montreal con uscita prevista per il 14 Settembre, di cui abbiamo visto un piccolo gameplay che ci mostra l’intramontabile Lara Croft in fasi stealth. Importante sarà la giungla che fa da scenario al gioco, dandoci riparo dai vari nemici che incontreremo lungo la nostra strada.

Presentata una nuova patch di Final Fantasy XIV, chiamata “Stormblood – Under the Moonlight”,  che ci ha mostrato un curioso crossover con Monster Hunter, già disponibile da quest’estate.

Capitan Spirit, nuovo titolo della DONTNOD, ha catturato già l’attenzione durante la conferenza di Microsoft, mostrandoci come il protagonista, con l’uso della sua immaginazione, riesca a diventare un supereroe. E’ confermato che non si tratterà di Life is Strange 2, ma farà parte dello stesso universo. Sarà disponibile gratuitamente dal 26 Giugno.

Nuovi dettagli su Just Cause 4, che ci mostrano tempeste di sabbia e uragani sul nostro cammino per sconfiggere l’organizzazione militare Black Hand. Il tempo atmosferico sarà importante a livello di gameplay e interagirà con noi rivelandosi spesso distruttivo e poco amichevole. L’uscita e prevista per il 4 Dicembre.

L’annuncio più atteso era ovviamente quello di Kingdom Hearts 3, di cui finalmente abbiamo visto il trailer completo e scene del gameplay, presentandoci personaggi come Elsa e Anna di Frozen, Ralph Spaccatutto e Rapunzel, ma anche personaggi che avevamo già incontrato nelle avventure precedenti, come Hayner, Pence e Olette a crepuscopoli, Xigbar, Zexion, Larxene e Aqua, di cui scopriamo ormai la natura malvagia.

Altri annunci sono stati:

  • Dragon Quest XI: Echoes of an Elusive, previsto per il 4 settembre
  • Nier:Automata su Xbox il 26 Giugno
  • Babylon Fall della Platinum Games, previsto per il 2019
  • A Quiet Man, che ha catturato l’interesse generale grazie a un innovativo trailer ibrido con attori reali e fasi di gameplay
  • Octopath Traveler, previsto per Switch il 13 Giugno

Vittoria Aiello

[#SpecialeE3] Tutti i titoli annunciati durante la conferenza Microsoft

Finalmente il tanto atteso E3 è iniziato: ieri sera alle 22 (ora italiana) si è tenuta la conferenza Microsoft.
Tanti i titoli annunciati, sia multipiattaforma che esclusiva.

La conferenza si apre col botto mostrando il trailer del nuovo titolo della saga sparatutto esclusiva Microsoft, Halo Infinite. A seguire le altre esclusive annunciate sono state: Ori and the Will of the Wisps, che uscirà nel 2019, Crackdown 3 con uscita prevista per il 10 febbraio 2019; Forza Horizon 4, che sfoggia grandi video di trailer e gameplay con uscita prevista 2 ottobre 2018; Gears 5 nuovo capitolo della saga Gears of War con uscita prevista per il 2019. Per chiudere la conferenza è stato mostrato un lungo trailer di uno dei giochi più attesi; Cyberpunk 2077, di cui, purtroppo, non si ancora nulla.

Mentre per i giochi multipiattaforma abbiamo: Kingdom Hearts 3, finalmente Square Enix mostra un trailer completo con altri mondi e colpi di scena nella trama, con data di uscita prevista per il 29 gennaio 2019; Sekiro: Shadow of die twice, titolo completamente nuovo di From Software e Activision che viene mostrato a sorpresa e uscirà nel 2019; Fallout 76 che era stato già mostrato settimana scorsa e che ora si presenta con un nuovo trailer; The Awesome advenuters of Captain Spirit annunciato da Square Enix e Dontnod per giugno 2019; The Divion 2 accolto con un grande applauso è stato mostrato sia il trailer d’annuncio che il gameplay e l’uscita è prevista per il 15 marzo 2019; Shadow of the Tomb Raider capitolo finale della trilogia, Square Enix e Montreal hanno mostrato un corposo trailer e fissato l’uscita per il 24 settembre 2018; Devil May Cry 5 dopo voci, indiscrezioni e smentite è stato mostrato il trailer (con grande approvazione del pubblico) del nuovo capitolo della saga di Capcom; Jump Force per festeggiare i 50 anni dell’omonima rivista nipponica Bandai Namco annuncia il nuovo gioco con protagonisti i personaggi principali della rivista, l’uscita è prevista per il 2019.

Ora non ci resta che aspettare cosa mostrerà la casa rivale Sony per fronteggiare le esclusive Microsoft, per ora ci è stato mostrato un buon parco titoli per la gioia dei videogiocatori e un po’ meno per i loro portafogli.

Carmine Aceto

[#NerdInterview] Intervista con Giorgia Cosplay

Nell’accogliente scenario del Lucania is Comics, abbiamo avuto il piacere di intervistare la madrina dell’evento, Giorgia Vecchini in arte Giorgia Cosplay.

Ci ha raccontato dei suoi primi passi nel mondo del cosplay e tante novità sul suo lavoro. Buona Visione 😉

 

 

Intervista a cura di Miriam \^^my^^/ Caruso
Riprese e Montaggio a cura di Daniel MrInk Ferullo

[#NerdInterview] Intervista con gli Slim Dogs

Slim Dogs, società di produzione video e comunicazione digitale, giovani che lavorano con il proprio talento creativo. Tramite il canale Youtube “Cane Secco” raccontano il loro mondo e le attività che li coinvolgono.

Li abbiamo intervistati per voi, buona visione 😉

Chi sono gli Slim Dogs?

Noi siamo una società di produzione video e comunicazione digitale. Dal canale youtube “CaneSecco” raccontiamo ciò che accade tutti i giorni nella produzione dei nostri video.

Come nasce la vostra passione per il video making?

Io (Matteo Bruno) ho la videocamera in mano da quando ho memoria. Ho tantissime foto di me quando ero piccino con la telecamera in mano, poi a un certo punto è diventato il mio lavoro.
La passione del comunicare tramite il video, strumento secondo noi per eccellenza nel poterlo fare.

Com’è il vostro rapporto con la fanbase di youtube.

E’ molto curioso, da due anni a questa parte facciamo molti video per documentare ciò che facciamo e le persone si sentono talmente tanto coinvolte da mandarci anche le cose da mangiare a casa. Gli utenti conoscono ormai le nostre abitudini e ci mandano regali via posta. Lo scorso natale, incentivando questo fenomeno, abbiamo utilizzato i regali delle persone per un’iniziativa che i fan hanno accettato di buon grado: donarli ai nonni che vivono negli ospizi. Sono arrivati circa 200 regali che abbiamo distribuito per le strutture.

Com’è condensare un’idea in un video che dura al massimo 3 minuti?

E’ una sfida, in pochissimo tempo devi comunicare ad esempio un brand intero. A livello di comunicazione ci piace tantissimo. Il prodotto che più ci piace è il videoclip musicale, perché bisogna sfruttare la tempistica, il ritmo e il testo della canzone. Se riesci nell’obiettivo, comunicare bene in quei 3 minuti, significa che hai compreso a pieno il valore di quel progetto, i suoi punti focali, e sei riuscito a trasmetterlo.

Siete tutti molti giovani, la maggior parte di voi Under 30. Com’è interfacciarsi con un grande brand?

La cosa che accade spesso è che ci prendono inizialmente sottogamba. Oggi, però, iniziano a fidarsi. Se tu fai una serie di cose che funzionano a livello comunicativo, quando il brand vuole prendere il sopravvento sul tuo lavoro puoi controbattere. Se tu sei giovane e fai capire che hai padronanza di ciò che fai, immediatamente quell’essere giovane di trasforma in un valore aggiunto. Stiamo pur sempre lavorando in una piattaforma che si è sviluppata negli ultimi 6/7 anni.

Per quanto riguarda il vostro viaggio in Africa per fare uno spot per Action Aid sulle adozioni a distanza?

La cosa più difficile dell’Africa è stata quella di far uscire un prodotto in poco tempo e nella maniera in cui l’abbiamo immaginata. Ci sentiamo di dire, dato che l’editing è ormai terminato e il video in prossima uscita, di essere molto soddisfatti del risultato. La nostra idea, giunti in Africa, era quella di rivoluzionare il solito schema degli spot sull’argomento che si vedono in televisione, perché quelli funzionano appunto in televisione. Per il web serviva qualcosa di diverso, senza l’inquadratura del bimbo sofferente in primo piano.

Altri progetti che avete in corso attualmente?

Stiamo lavorando a diversi videoclip musicali. Ne abbiamo collezionati due dello stesso artista in due settimane, senza avere il tempo di montare il primo che già lavoravamo sul secondo. Action Aid in uscita e molte collaborazioni con brand che ci vedono come produzione esecutiva, dietro le telecamere.

Qual è il video che avete creato che vi è piaciuto di più?

CI siamo fatti questa domanda recentemente e la risposta all’unisono è Piccola Anima di Ermal Meta ed Elisa

 

Intervista a cura di Miriam Caruso
Riprese e Montaggio a cura di Daniel MrInk Ferullo