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[#Nerd30Consiglia] 5 cm per Second

Sarà anche Agosto, ma Nerd30 non va in vacanza, soprattutto per quanto riguarda i consigli del mese che, in questo caso, vi faranno chiudere in camera a piangere amaramente. In questo ottavo mese dell’anno il titolo raccomandato è del 2007, di produzione Comix Wave Inc. e arrivato in Italia appena un anno dopo il rilascio: 5 cm Per Second è una storia d’amore dai toni intensi ma che punta più alla drammaticità che ai sentimentalismi. Non temete voi che avete il cuore di pietra, non dovrete assistere a sdolcinature.

Il film è diretto da Makoto Shinkai, regista tra i più famosi nel sol levante, noto soprattutto per il suo stile estremamente realistico, sia sul piano della psicologia dei personaggi, sia su quello tecnico. I suoi lavori più noti sono senza dubbio Viaggio verso Agartha, Il giardino delle parole5 cm per second. Il film si basa principalmente su un tema già utilizzato da Shikai in uno dei sui primi cortometraggi OAV, La voce delle stelle (Hoshi No Koe), ovvero l’amore a distanza, che questa volta viene affrontato in una salsa più realistica.

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La trama si sviluppa in tre episodi, incentrati su tre momenti della vita dei due protagonisti, Takaki Tōno e Akari Shinohara, amici per la pelle. Quando Takaki è costretto a trasferirsi alla fine delle scuole elementari, i due bambini tenteranno di colmare la distanza in un modo o nell’altro, per poi perdere i contatti.
Evidentemente legati sentimentalmente l’uno all’altra, i due ragazzi si vedranno allontanati dagli eventi della vita che li costringeranno a perdere quella che poteva concretizzarsi in una storia felice. In particolare, le vicende si sviluppano per la maggior parte intorno a Takaki, ragazzo complesso che non ha mai dimenticato l’amicizia con Akari, non riuscendo a proseguire la sua vita in maniera serena. Profondamente innamorato di lei, vedremo già in piena adolescenza che il protagonista subirà un moto di chiusura che parte dall’interno e lo porterà a rifiutare i rapporti sentimentali che non includono la sua amica. Nonostante apprezzi la compagnia di Kanae, compagna di scuola cotta di lui, Takaki non riuscirà mai a scavalcare il muro invalicabile di nome Akari, pensiero costante della sua vita ma troppo lontano, in tutti i sensi. Da qui si capisce bene come il ragazzo perderà tutta la sua spensieratezza adolescenziale e come il baricentro della sua esistenza rimanga in equilibrio sul filo del rasoio, un po’ tendente alla sua amata e un po’ tendente alla sua vita.

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Come si evince già da queste premesse, “5 cm Per Second” risulta essere un anime intricato che non si ferma al semplice aspetto sentimentale. Non è infatti una semplice storia d’amore quella descritta, ma una condizione di esistenza del povero Takaki, che ha assimilato all’interno del suo animo l’essenza della protagonista, tanto da sentirla come facente parte della sua realtà interna e della sua introversione.
Questa situazione, appunto, si concretizza nell’ultimo atto dell’opera, forse il più alto e particolarmente toccante: i due protagonisti saranno ormai adulti, ognuno con le proprie vite e starà a loro capire come gestire questa situazione, sarà soprattutto Takaki a dover decidere come continuare la propria vita: se intrappolato nel passato, vivendo con il mero ricordo di Akari, o riprendendo in mano il suo esistere e assimilare al suo presente le vicende trascorse.
Titolo, quindi, dalla forte impronta drammatica che mostra come sia possibile che una semplice persona, anche di passaggio, possa stravolgere un’intera vita, semplicemente per il fatto di esserci stata. Non è sempre facile lasciare andare qualcuno e “5 cm Per Second” lo mette ben in mostra, non tralasciando nemmeno un minimo particolare che, nella sua piccolezza e nella sua semplicità, può significare tanto.

Shinkai, con grande sapienza, riesce a coinvolgere lo spettatore in un vortice di sensazioni in cui chiunque possa rispecchiarsi. Si può inoltre notare come il regista sia affezionato al concetto di tempo, considerandolo come l’unica forza capace di alterare o annullare i sentimenti più profondi, un enorme oceano da navigare controcorrente, ma che giorno dopo giorno ci permette di migliorare nella navigazione. Interessantissima la metafora del razzo spaziale che parte per una missione della durata di numerosi anni, durante i quali anche Takaki percorrerà il suo viaggio interiore. Proprio la gestione temporale è uno dei grandi pregi della narrazione di Shinkai, proprio perché lo spettatore riesce a sentire il peso del tempo che passa tra i vari atti. Per questo motivo 5 cm per second potrebbe essere definito come un’esperienza quadrimensionale. Naturalmente non stiamo parlando di un’opera perfetta. Se si dovesse trovare un difetto al film sarebbe il finale, che probabilmente non soddisferà tutti, ma rientra nello stile di Shinkai, quello di voler costruire dei finali che lasciano spazio allo spettatore.

Sul piano puramente tecnico si parla di eccellenza su quasi tutti i fronti. La regia di Shinkai è fatta di grande maestria nella composizione delle inquadrature, sia grandangolari, in cui possiamo ammirare dei fondali veramente impressionanti, quasi tangibili nella loro cura maniacale, sia ravvicinate, in cui notiamo uno stacco dei piani veramente sublime, con l’esaltazione del soggetto in primo piano e uno sfocato di una morbidezza incredibile sia davanti che dietro al soggetto. Proprio quest’ultimo tipo di inquadrature riescono a creare una forte empatia con i protagonisti, che sono spesso ripresi in momenti di riflessione, con la loro voce a narrare le loro sensazioni, creando una totale immersione nella vicenda. Nel caso di riprese panoramiche si nota come Shinkai utilizzi spesso dei lens flare, ovvero delle luci abbaglianti presenti nell’inquadratura, curate quasi come fossero reali.

lens

Proprio la fotografia è tra le cose che più colpiscono della pellicola, con dei colori vivacissimi e un sapiente utilizzo delle ombre e dei riflessi di luce. Animazioni fluidissime, grazie al grande numero di fotogrammi utilizzati. Probabilmente questa cura incredibile sul piano tecnico riduce notevolmente il minutaggio del film, che si assesta su poco più di 60 minuti. Le musiche sono estremamente malinconiche e contribuiscono ad esaltare ogni scena in cui vengono utilizzate. Grande il lavoro dei doppiatori italiani, che riescono a dare le giuste “intenzioni” ai personaggi, in particolare Federico Zanandrea su Takaki, che con la sua recitazione riesce a dare al personaggio un’aura estremamente riflessiva, proprio come si addice al personaggio.

Concludendo, 5 cm per second è un film veramente ben riuscito, con una grande forza emotiva e con una confezione grafica tra le migliori mai viste in una produzione nipponica.

Vi state ancora chiedendo il significato del titolo? Sì, anche questo ha un significato importante e sta a voi scoprirlo.
Buona visione!

Paolo Gabriele De Luca
Antonio Vaccaro

[#Games] Gog.com aggiunge 3 classici Disney al suo catalogo

GOG.com aggiunge al suo catalogo i tre classici della Disney: Aladdin, The Lion King e The Jungle Book usciti, inizialmente, su console a 16-bit.

Questi non sono dei remake o delle remastered ma semplicemente delle edizioni “rimaneggiate” di quelle uscite negli anni ’90.

Aladdin, in particolare, è basato sulla versione della Virgin Games.

Va ricordato che il titolo è stato sviluppato in tre versioni, con molte differenze a livello di gameplay, e da tre case diverse ovvero: la versione Sega Megadrive/Genesis sviluppata da Virgin Games, la versione Snes sviluppata da Capcom e la versione Master Sistem/Game Gear sviluppata da SIMS.

I giochi sono disponibili singolarmente al prezzo di 9,99€ o tutti e tre a 20€.

Pasquale De Rose

[#Manga] Holly e Benji, in arrivo nuovi capitoli nel 2018 e una serie tv

I mondiali di Russia 2018 non sono così lontani, giusto quanto un campo di pallone molto famoso, nel particolare intendo un campo giapponese dove due ragazzini giocavano a pallone nei periodi della nostra giovinezza. Sto parlando di Oliver Hutton (Ozora Tsubasa) e Benjamin Price (Wakabayashi Genzo) o più semplicemente Holly e Benji.

Yoichi Takahashi, mangaka autore della serie e grande appassionato di calcio, ha confermato di essere al lavoro sui nuovi capitoli e che saranno pronti per il 2018.
Si parla anche di una serie tv che potrebbe riportare i nostri eroi sugli schermi di tutto il mondo, dopo esattamente trent’anni dalla produzione dell’ultimo episodio nel lontano 1986.

Attendiamo fiduciosi nuove info dal Giappone, nel mentre gli amanti del pallone potranno dare finalmente una data alla loro attesa nel sperare di leggere nuove storie sugli amatissimi Holly e Benji.

Miriam Caruso

https://youtu.be/zCtZSpNKY-Y

Stranger Things, gli anni ’80 su Netflix: in un video spiegati tutti i riferimenti

Stranger Things, il fenomeno di Netflix che ha scosso gli animi di chi ha vissuto la storia cinematografica degli anni ’70/’80. Sin dal primo episodio sono apprezzabili i tanti riferimenti a film storici come E.T., Alien, i Goonies, super8 e tanti altri, generando un prodotto nostalgico e originale al tempo stesso.

I Duffer Brothers, in accordo col produttore Shawn Levy, stanno già pensando di portare avanti la serie e non si parla solo di un’altra stagione. In otto puntate ci siamo trovati catapultati nel 1983, in un piccolo paesino dell’Indiana, dove i fatti di cronaca rasentano lo zero. Di punto in bianco questa normalità viene infranta e sconvolta da misteriose sparizioni.
I protagonisti della storia sono un gruppo di ragazzini, appassionati di scienza e assidui giocatori di D&D, che non si lasceranno scoraggiare da eventi più grandi di loro.
Una splendida Winona Ryder, che ritorna sullo schermo dopo tanto tempo in un ruolo importante, quello di Joyce, vi porterà con se nell’angoscia e nella sofferenza che può provare una madre quando vi sono interferenze nel rapporto col proprio figlio.

winona ryder

Stephen King, Steven Spielberg, John Carpenter e David Cronenberg, la loro genialità sembra confluire in una serie assolutamente da non perdere.

La fotografia, i font utilizzati nelle scritte in sovraimpressione, il sonoro, gli elementi sul set, tutto ci allinea con quel feels che ci scalda il cuore, riportandoci ad anni in cui tutto sembrava più semplice e ogni piccola innovazione appariva grandiosa e mai scontata. Non vi dico di più, è da godere privi di pregiudizi.

Per chi invece ha già visionato la serie vi consiglio quanto segue. Ulysse Thevon, regista e utente vimeo, ha voluto dedicare un video che possa raccontare i tanti riferimenti cinematografici individuati nella serie. ALLERTA SPOILER!  Ovviamente in molti direte che ce ne sono tantissimi altri, ed è proprio questo il gusto di questa serie.

Noi abbiamo trovato un riferimento anche ad un Anime abbastanza Famoso. Ci sapreste dire qual è? 🙂

Miriam Caruso

[#Anime] Le morti più tragiche negli anime, Seconda Parte

Visto che piangere tutti insieme appassionatamente ci è piaciuto tanto la scorsa #NerdHorroNight, per l’ultimo appuntamento dell’estate Nerd30 propone un nuovo excursus sulle morti più tristi negli anime. Preparate i fazzoletti per la botta di feels in arrivo. Allerta spoiler!

Beh, c’è da dire che in Dragon Ball Z lo spettatore si abitua a veder morire solo Crilin e Riff, soprattutto il primo, ma particolarmente toccanti sono due sacrifici:

       Il primo, nella saga dell’arrivo dei Sayan sulla Terra, è quello di Junior che si immola per salvare Gohan,       ricordandogli che è diventato come un figlio per lui.

junior

       Il secondo, durante la saga di Majin Bu, è il sacrificio di Vegeta che si lascia esplodere dopo un monologo incredibilmente toccante in cui mette da parte la sua maschera da principe dei Sayan, ammettendo di amare sua moglie e suo figlio, al fine di distruggere il terribile Majin Bu.

vegeta

Vogliamo parlare di Sfondamento dei Cieli Gurren Laggan? La morte di Kamina, causata da un attacco a sorpresa, è particolarmente struggente, visto che anche la storia d’amore con Yoko aveva finalmente avuto una svolta.

kamina

Purtroppo il solo ricordo ingrigisce il cuore, ma bisogna farlo: la morte di André Grandier, in Una Spada per Lady Oscar, è un colpo basso; personaggio tormentato da un amore particolarmente profondo per Oscar che sembra impossibile, proprio quando la storia sentimentale si concretizza, André passa a miglior vita. Ma ovviamente non finisce qui, perché appena dopo muore anche Oscar, passata dalla parte dei rivoluzionari. Non si possono trattare così i feels degli spettatori.

bacio oscar andrè

Non è una vera e propria morte quella di Menma in Ano Hana – Ancora non conosciamo il nome del fiore che abbiamo visto quel giorno, perché effettivamente la protagonista è già deceduta e durante la storia il suo fantasma scorrazza qua e là. L’atto finale dell’anime, però, è ugualmente toccante, infatti lo spirito della giovane Menma riuscirà a passare oltre, lasciando il mondo dei vivi. Tutto questo in una valle di lacrime dei protagonisti e degli spettatori.

menma

Non particolarmente importanti ai fini della storia sono Zabusa e Haku in Naruto; i due muoiono in un quadretto terribilmente straziante in cui il primo, accasciato vicino al corpo esanime del secondo, si scopre essere un personaggio di grande profondità che tiene molto all’amicizia con Haku. Ultime parole toccanti, tutte per il suo amico.

morti naruto

Un po’ inaspettata è la morte di Kana in Kiseiju – L’ospite indesiderato, ragazza con la particolare capacità di percepire gli alieni. Credendo di essere vicina a Shinichi, il personaggio principale, la giovane si avvicina a un nemico affamato che la uccide. Kana muore fra le braccia del protagonista immaginando una storia d’amore con lui.

kana

Un po’ troppo improvvisa è la fine che fa Shūsei Kagari in Psycho-Pass, esecutore dall’animo allegro e vivace che, scoperto il piano dell’antagonista, muore con un amaro sorriso sulle labbra.

Shūsei Kagari

Pochi minuti e L’attacco dei Giganti ci fa subito capire che tipo di prodotto spietato sia: non ci mette molto la mamma di Eren (il protagonista della serie) a fare una brutta fine, mangiata freddamente da un gigante proprio davanti agli occhi del figlioletto. Un colpo così forte già all’inizio non può che presagire tanta, ma tanta sofferenza.

attacco dei giganti

Dopo avere pianto abbastanza, per l’estate è tutto. Vi aspettiamo a Settembre per i nuovi appuntamenti delle notti horror e chissà che magari non scenderà di nuovo qualche lacrimone.

Paolo Gabriele De Luca

[#LeagueofLegends] Urla dal vuoto, Cho’Gath

In occasione dell’ultima horror night dell’estate vi presentiamo una delle creature più spaventose di tutta League of Legends: Cho’Gath “il terrore del vuoto”, nato nel Void è una bestia terribilmente potente e pericolosa, soprattutto perché intelligente.

Cho’Gath venne rilasciato nella lontana Season 1, assieme al triste Amumu, e da allora l’abbiamo visto ricoprire quasi ogni ruolo grazie al suo kit di abilità capaci di portare sia danni che utility al team.

Le sue abilità sono:

Carnivoro (P)= uccidere un’unità fa ripristinare salute e mana;

Spaccatura (Q)= Cho colpisce un’area lanciando in aria le unità nemiche presenti, infliggendogli danni e rallentandoli;

Urlo bestiale (W)= Cho emette un urlo che colpisce i nemici dinnanzi a lui infliggendo danni e silenziando i nemici per qualche secondo;

Spine vorpal (E)= quando Cho usa i suoi attacchi base e questa abilità è attiva partono dal campione delle spine che infliggono danni ai nemici che gli stanno davanti;

Banchetto (R)= Cho divora un’unità nemica infliggendo danni puri, se il bersaglio viene ucciso dall’abilità Cho ottiene una stack che gli garantisce un aumento della salute massima e delle sue effettive dimensioni;

Come scritto sopra, questo kit permette a Cho’Gath di monopolizzare qualsiasi lane: grazie alla sua passiva è quasi impossibile tenerlo per molto tempo con pochi hp, i suoi danni base e gli scaling fin troppo buoni non permettono sgarri ai nemici, e i suoi danni puri provenienti dalla sua abilità finale costringono a tenersi alla larga anche se si è abbastanza “grossi”…senza considerare che si può fornire aiuto in giungla per il controllo di draghi e baroni.

Per quanto riguarda le maestrie consigliamo il ramo della risolutezza con maestria chiave “presa dell’immortale” in modo da rafforzare il sostentamento.

risolutezza

Per le rune invece:

1
9 marchi della penetrazione magica

2
9 sigilli dell’armatura

3
9 glifi della resistenza magica

4
3 quintessenze del potere magico

 

In questo modo rendiamo il nostro essere del vuoto resistente agli attacchi nemici e allo stesso tempo pericoloso grazie ai suoi danni in early game, poiché nel late privilegeremo oggetti che forniscono salute e difese, nulla vi vieta di sbizzarrirvi con le build, potete provare ad esempio a testarlo “One hit” o il classico “full ap”, ma la build più performante rimane comunque quella off tank ap.

Lasciamo ai nostalgici il video del gameplay di “Cho’Gath Eats the World”, il flash game rilasciato dalla Riot in occasione del pesce d’aprile del 2013…e ricordate, avere paura del buio è saggio!

Giulio Ciambrone

[#Games] Top 5 Survival Horror che non Vedranno mai la Luce

“Dai prima o poi esce…” “Si, ma magari è solo una questione di tempo…” “Mo veramente lo hanno cancellato?! …” “No, impossibile…”

E poi scopri che il gioco che stavi tanto aspettando ti è stato cancellato sotto gli occhi, dalla sera alla mattina, senza se e senza ma.

Senti come se una parte di te fosse andata…

Ti senti vuoto… Ti senti triste…

Giusto per girare il dito nella piaga, parte qui la la top 5 su quei giochi survival horror che dovevano uscire…

Dovevano…

 5 – Silent Hills

silent hills

Avevamo ben sperato su questo nuovo capitolo ma il “divorzio” fra Hideo Kojima e Konami ha portato alla cancellazione del titolo.

C’è da dire che Konami ha rivelato che continuerà la saga, per cui aspettiamoci un nuovo fantastico e futuristico titolo della serie… in versione pachinko…

4 -Legacy of Kain: Dead Sun

legacy of kain

Doveva essere il grande ritorno della saga di Legacy Of Kain.

Un nuovo personaggio e una nuova epoca, ma lo stesso feeling dei capitoli originali.

Purtroppo Square Enix ha deciso che il gioco non raggiungeva gli standard qualitativi chiudendone lo sviluppo.

Volendo c’è sempre Nosgoth il titolo free to play ambientato nel mondo della saga che dovrebbe….

Ah, no, hanno cancellato pure questo…

3 -The Thing II

thing II

La Computer Artworks, sviluppatrice di The Thing, videogioco ispirato all’omonimo film di Carpenter del 1982, stava sviluppando il secondo capitolo di questa interessante saga.

Peccato che a causa di problemi finanziari la casa dovette chiudere i battenti all’inizio dello sviluppo del titolo.

Ma, dai possiamo sempre consolarci con quel “fantastico” film prequel/reboot uscito nel 2012.

2 -Winter

winter

Uno dei primi titoli sviluppati, e mai rilasciati, di Nintendo Wii.

Il titolo era un progetto dell’ormai defunta N-Space e, a parte un video di gameplay, di questo titolo rimane veramente poco.

Lo sviluppo è stato interrotto a causa della politica troppo restrittiva sui publisher third-party. 

 1 – D2

d2

Siamo arrivati in cima alla classifica con una combo fenomenale: un gioco mai stato rilasciato per una console che non è mai arrivata sul mercato.

Il gioco doveva essere un seguito diretto di D, uno dei titoli più conosciuti di Kenji Eno, ed era in sviluppo sul Panasonic M2.

Purtroppo, con la dipartita della console, anche il gioco venne cancellato.

D2, alla fine, fu rilasciato per Dreamcast ma con un setting e una trama totalmente differente.

Un ringraziamento speciale va ai ragazzi di Unseen64 che sono stati di fondamentale aiuto per la scrittura di questo articolo.

Pasquale De Rose 

[#Games] Il Mistero della Sindrome di Lavandonia

Bello il mondo dei Pokémon, vero? Ricco di colori, amicizia, fiducia e tanti, tanti mostriciattoli tutti pronti a diventare i migliori amici degli allenatori, un mondo utopistico insomma. Ma su questa realtà cosi tranquilla aleggia un alone di mistero e di incertezza che attanaglia la serie di videogiochi, a partire addirittura da Pokémon Verde, primissimo titolo uscito solo sul mercato giapponese.
Diventata molto famosa, ma ancora poco conosciuta da tantissimi giocatori, Nerd30, in questa ultima horror night dell’estate vi spaventerà non poco parlandovi della sindrome di Lavandonia, dannoso fenomeno audio-visivo della primissima edizione della fortunata serie giapponese.
Si premette  che tutte le informazioni riportare non sono certe a causa di alcune leggi della prefettura di Kyoto sulla divulgazione, ma sono venuti fuori tantissimi contenuti, portati alla luce da alcuni componenti del team di sviluppo di Pokémon Verde.

I primi casi del fenomeno sono iniziati dopo pochi mesi dall’uscita del gioco: il nuovo titolo ha attirato tantissimi bambini e ragazzini che non vedevano l’ora di catturare tutti i Pokémon; chi possedeva un Game Boy, aveva quasi sicuramente una cartuccia del gioco. A un certo punto dell’avventura ci si trova a esplorare una città un po’ fuorimano, piccolissima, senza nulla di particolare, nemmeno una palestra; l’unica cosa che la contraddistingue è la Torre Pokémon, il cimitero dove riposano i piccoli amici passati a miglior vita. Lavandonia, appunto, è un luogo tetro e spettrale il cui tema caratteristico è una musichetta a 8 bit particolarmente macabra e inquietante. Grazie alla dipendente della Game Freak Satou Harue, autrice di un referto in cui sono riportati nomi, date e sintomi, è stato possibile scoprire che una serie di misteriosi morti infantili, avvenute durante il ’96, hanno tutte un denominatore comune: i Pokémon. Sembra infatti che il tema di Lavandonia della prima versione rilasciata della gioco sia il frutto di un esperimento su beats binaurali che hanno un particolare ascendente sui giocatori fra i 7 e i 12 anni che giocano con cuffie o auricolari. I sintomi predominanti del caso sono: forti emicranie, sbalzi di umore, irascibilità, dipendenza dal gioco, violenza, isolamento, inattività e, nella maggior parte dei casi, tendenze suicide.
Queste particolari frequenze, però, non recano danni a ragazzi e adulti; è risaputo infatti che, crescendo, non si è più in grado di percepire determinate onde sonore, mentre i bambini, ancora sensibili a determinate frequenze, vengono colpiti direttamente.
Ma non finisce qui: se da una parte ha colpito in maniera tragica la componente audio, anche il comparto grafico ha giocato un suo ruolo fondamentale. Sono tre i fenomeni visivi incriminati:

Sembra che al terzo piano della Torre Pokémon fosse possibile imbattersi nella “White Hand”, apparizione che si presenta come una mano mozzata, dalle dita disossate e con tendini e vene penzolanti ben in evidenza. Essa avrà due attacchi durante il combattimento, “Pugno” e “Brutalità”: l’animazione del primo vede la mano chiudersi e oscillare avanti e indietro, mentre il secondo rimane un mistero, visto che dei sei frames previsti ne appaiono solo tre.

white hand
Visitando il cimitero dei Pokémon a Lavandonia è normale, anche nelle attuali cartucce, imbattersi nei fantasmi. Tornando alla prima versione del gioco rilasciata, particolarmente inquietante è l’animazione del Pokémon 731, che potrebbe capitare incontrando proprio uno di questi esseri; la figura del classico fantasma verrà sostituita da varie immagini in sequenza ritraenti la bandiera dell’impero giapponese, un edificio e quella che sembra la rappresentazione di un uomo in piedi al di sopra di un tavolo su cui giace qualcosa, forse un cadavere. La storia diventa ancora più raccapricciante quando, facendo un passo indietro, si scopre che l’Unità 731 era un’unità segreta dell’esercito guidata dall’impero durante la seconda guerra mondiale, adibita alla ricerca biologica e chimica che sperimentava anche sugli esseri umani e famosa, quindi, per i suoi crimini di guerra.

pk 731
L’ultimo disturbante fenomeno visivo è quello che il giocatore avrebbe dovuto trovare all’ultimo piano della Torre Pokémon, il cosiddetto Buried Alive, rimpiazzato poi dal fantasma di Marowak. Rappresentato come un cadavere umano in decomposizione che viene fuori dal terreno, la figura avrebbe dovuto essere il boss della torre. E’ stato programmato per avere due White Hands, un Gengar e un Muk e, soprattutto, per non perdere: in caso di vittoria del giocatore, il gioco si sarebbe dovuto bloccare, in caso di vittoria del mostro, la memoria interna del gioco avrebbe dovuto scaricare l’immagine del protagonista divorato dal Buried Alive, sovrascrivendola a quella iniziale del giocatore.

buried alive

Visti questi eventi, sembra che le prime cartucce di Pokémon Verde siano state ritirate dal mercato e sostituite con le copie convenzionali del gioco. Per questo, ancora oggi, la verità sulla città di Lavandonia e sulle sue terribili conseguenze resta un mistero. Possibile che i programmatori-capo della Game Freak avessero in mente di effettuare macabri esperimenti sui bambini? Probabilmente non lo sapremo mai.

Paolo Gabriele De Luca

[#Manga] Sherlock, finalmente anche in Italia per Planet Manga

“Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.” Con questa frase Planet Manga (Panini Comics), pubblicata sulla propria pagina facebook, sembra voglia annunciare l’imminente pubblicazione delle avventure di Sherlock Holmes, il cui manga è stato pubblicato 4 anni fa in Giappone all’interno della rivista Young Ace (casa editrice Kadokawa) seguito da Stati Uniti d’America e Gran Bretagna per Titan Comics.

planet manga

L’opera segue fedelmente la serie tv della BBC, quindi tra le pagine potremo trovare Benedict Cumberbatch nei panni di SherlockMartin Freeman in quelli di Watson.

Il manga è frutto delle mani del mangaka Jay, le copertine saranno a cura di Alice X Zhang.

Attendiamo altre news sull’uscita ufficiale in Italia!

Miriam Caruso

Gilbert Shelton inaugurerà la X Edizione de “Le Strade del Paesaggio”

Arriverà a Cosenza il prossimo 23 settembre, a tagliare il nastro inaugurale de la X edizione del Festival del Fumetto Le strade del paesaggio, Gilbert Shelton, “padre” dei Freak Brothers, capolavoro del fumetto umoristico underground americano degli anni ’60, a cui sarà dedicata un’ampia mostra, a cura di Napoli COMICON, in programma fino al 9 ottobre.

Oltre 50 opere originali, comporranno un affresco unico di racconto, di quella che è considerata una vera e propria pietra miliare del fumetto alternativo di tutti i tempi.

I “Fabolous Furry Freak Brothers”, creati nel 1967, rappresentano ad oggi, i personaggi più famosi della scena underground californiana, vere e proprie icone della controcultura e dell’antiproibizionismo. Le loro avventure infatti, sono state le prime ad aver creato un vero e proprio culto di appassionati che ha consentito loro di uscire dal circuito degli albi a fumetti per approdare sulle riviste per “adulti” come il Playboy di Hugh Hefner o High Times Magazine, accanto a firme come quelle di Hunter Thompson, Charles Bukowski, William Burroughs e Truman Capote.

Recentemente sono stati ripubblicati in Italia da Comicon Edizioni, attraverso un volume a tiratura limitata: Idioti all’Estero che racconta una lunghissima avventura, per i tre fratelli, in giro per il mondo alla ricerca di “roba a buon mercato”.freak brothers

Gilbert Shelton, è tra i pionieri del fumetto underground insieme a Robert Crumb (creatore del personaggio di “Fritz il gatto”). A partire dalla fine degli anni ’60 fu proprio Gilbert ad inaugurare una nuova corrente stilistica in cui al posto dei supereroi, in auge proprio in quegli anni, compaiono dei nuovi tipi di personaggi, totalmente opposti ad essi: i supereroi idioti.

Nascono proprio così le avventure dei Freak Brothers, personaggi alquanto tonti e bizzarri che attraversano l’America degli anni’60, alla ricerca di erba a buon mercato e fra storie rocambolesche e incontri surreali, si misureranno con un mondo che si interroga su temi importanti quali la libertà di espressione individuale e collettiva, il proibizionismo. Un’occasione unica dunque, per ripercorrere all’interno del Museo di Fumetto di Cosenza, la golden age del fumetto indipendente americano, attraverso le storie dei tre lisergici fratelli con cui Shelton, seppe rappresentare in un Paese ancora conservatore, un dissacrante realismo fatto di espliciti riferimenti a sesso, droga e politica.

La mostra sarà allestita, al Museo del Fumetto, durante la X edizione del Festival Le Strade del Paesaggio, in programma a Cosenza, dal 23 settembre al 9 ottobre.

Il Festival Le Strade del Paesaggio è un evento promosso da Cluster Società Cooperativa.

Per il programma completo

www.lestradedelpaesaggio.com