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Tavoli da pranzo, breve guida alla scelta

Indispensabile in ogni casa, il tavolo da pranzo è l’elemento centrale dei nostri momenti di convivialità in famiglia e con gli amici. È un complemento d’arredo eclettico per le dimensioni, i materiali, la forma e la funzionalità.

Scegliere la forma del tavolo, rispettando le proporzioni

La scelta dei tavoli da pranzo dipende dal gusto personale e dallo stile della casa, ma non può prescindere da alcune valutazioni circa lo spazio disponibile e la sua collocazione nella stanza. Il tavolo può avere forma rotonda e in alcuni casi ovale, oppure squadrata. La forma influenza sia l’aspetto estetico che quello funzionale. Cerchiamo di capire quali sono gli aspetti distintivi delle due tipologie.

Il tavolo di forma rotonda o ovale conferisce un aspetto armonico alla stanza, dal punto di vista funzionale è particolarmente indicato per gli ambienti di dimensioni ridotte. Nella scelta bisogna considerare il punto della stanza in cui verrà posizionato e valutare l’ingombro con le sedie quando siamo seduti. È importante avere uno spazio sufficiente per muoversi agevolmente. In una stanza dalle dimensioni limitate potrebbe esser necessario posizionare il tavolo in prossimità dei punti di passaggio, in queste situazioni la forma rotonda agevola il passaggio e limita l’ingombro.

Le forme squadrate si addicono ad ogni tipo di ambiente, conferiscono carattere ed importanza alla stanza. Collocati in un ambiente spazioso, i tavoli squadrati risaltano nello spazio e catturano l’attenzione di chi guarda. In una stanza quadrata non troppo ampia è meglio optare per un tavolo quadrato. Oltre alla forma e alla dimensione, nella scelta del tavolo da pranzo, un aspetto da non sottovalutare è il rispetto delle proporzioni tra la dimensione del tavolo e quella della stanza in cui verrà collocato. Un tavolo eccessivamente grande si rivelerà uno scomodo ingombro, se troppo piccolo assumerà un’aria insignificante.

La scelta del materiale

La scelta del materiale richiede di valutare diversi aspetti, il gusto e lo stile, la facilità di manutenzione e la resistenza e, non da ultimo, il prezzo.

I tavoli in legno si adattano a qualsiasi tipo di arredamento, a seconda della finitura e al tipo di essenza con cui sono realizzati. Il rovere si adatta bene ad uno stile moderno, soprattutto se affiancato ad altri materiali quali l’acciaio o altri elementi materici, le essenze pregiate con finitura lucida sono elementi tipici dello stile classico. Il legno è un materiale duraturo e di facile manutenzione, richiede qualche accorgimento nell’utilizzo in quanto teme graffi e potrebbe macchiarsi, appoggiando pentole calde o bicchieri che potrebbero lasciare aloni.

Il tavolo in vetro o in cristallo si valorizza in ambienti dallo stile moderno e lineare. La trasparenza del vetro è ideale in ambienti piccoli perché ha il vantaggio di alleggerire ed ampliare gli spazi, lascia filtrare la luce. I tavoli in vetro possono essere agevolmente utilizzati anche in accostamento ad elementi d’arredo dallo stile classico. Per quanto riguarda la manutenzione, il tavolo in vetro è di semplice pulizia con acqua ed ammoniaca o con prodotti per il vetro, è soggetto a graffi e rotture.

I tavoli in materiali più innovativi quali plexiglas o resine, acciaio o pietra sono adatti ad uno stile moderno e seguono le ultime tendenze di design.

Tavoli allungabili

I tavoli allungabili o trasformabili coniugano l’aspetto estetico con quello funzionale in particolare in abitazioni moderne che hanno metrature contenuti. Questa tipologia di tavoli consente di arredare con gusto e, al tempo stesso, avere a disposizione uno spazio aggiuntivo da usare in base alla necessità del momento, come per accogliere degli ospiti. I tavoli allungabili o trasformabili sono una soluzione ottimale per rispondere ad esigenze diverse con un unico oggetto, che all’occorrenza diventa tavolo da pranzo, scrivania per lo studio o piano d’appoggio.

 

 

 

“In ogni parte di Me”: consensi per il primo singolo del coriglianese Francesco Gilberti

CORIGLIANO ROSSANO (CS) – Ci sono passioni con cui nasci e che coltivi nel tempo. E’ il caso del cantante coriglianese Francesco Gilberti che intona canzoni ormai dalla tenera età di quattro anni. Crescendo non sono mancate le partecipazioni a diversi concorsi canori dove sono arrivati finali e allori. Ben due tributi sono giunti anche nei talent show di Costa Crociera. E quando una passione è vera si sfodera ovunque così come in occasioni di feste pubbliche o private e in diversi contesti e location. Esibizioni apprezzate in ogni dove che accrescono la stima e la fama nei confronti del buon Francesco. Il tempo forgia e arricchisce l’esperienza di Gilberti tanto che nelle ultime settimane ha presentato il suo primo singolo assoluto.

“In ogni parte di Me”  è il titolo del brano pop, composto ed arrangiato dal musicista acrese Angelo Capalbo mentre il testo è stato realizzato dal cantautore e insegnante Ruggiero Ricci, già scopritore di giovani talenti. Non sono mancati ovviamente suggerimenti e consigli di Gilberti per un componimento arricchito, smussato e perfezionato dalla triade di musicisti prima di inciderlo. Singolo a cui faranno seguito altri inediti, nei prossimi mesi, con la presentazione dell’intero album fissata a dicembre. «Per me- afferma Francesco Gilberti- è un sogno coltivato sin da piccolo che si realizza. Poter incidere un mio singolo è frutto di tanta passione ma anche di tanti anni di sacrifici. Amore per la musica e sacrifici ripagati con l’affetto e la stima della gente. Nelle riprese del video ho voluto fortemente inserire i posti del mio paese e delle mie origini: dal mare al castello passando ad altri scorci unici e caratteristici del territorio. Vorrei ringraziare i miei compagni d’avventura il musicista Capalbo e il cantautore Ricci per il supporto e l’impegno con cui mi hanno accompagnato. Brano che dal suo lancio sembra aver fatto breccia e che spero possano condividerlo in tanti sul web. Singolo e video che- conclude Francesco Gilberti- dedico non solo alla mia città di Corigliano- Rossano ma anche alla mia famiglia e a chi ha sempre creduto in me».

Intanto, il video ufficiale “In ogni parte di Me” spopola su tutti i digital store, su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=wsMKnsbdyR8), dove il contatore computa già oltre seimila visualizzazioni, e senza includere gli altri social. Brano a breve in radio ma già trasmesso anche da diverse web radio sparse per il mondo e che sarà una grande attrattiva anche per tutti gli calabresi e italiani sparsi in ogni angolo del pianeta. 

                                                                                      C. Fiorent.    

Le mani tra i principali vettori di virus, ecco perché è importante igienizzarle soprattutto in pubblico

Da oltre un anno, cioè da quando è esplosa la pandemia da Covid-19, siamo bombardati da messaggi che ci ricordano l’importanza di lavarci accuratamente le mani, soprattutto in pubblico.

Le mani sono infatti tra i principali veicoli di virus e batteri, che possono causare raffreddori, influenze, congiuntiviti, infezioni ed altre patologie più serie, come appunto il Coronavirus. Nonostante le tante campagne pubblicitarie, non tutti però effettuano correttamente il lavaggio.

Si tratta invece di un’azione estremamente importante, soprattutto in luoghi pubblici, come mezzi di trasporto, uffici e supermercati, dove ci sono diverse superfici condivise, tra cui pc, porte, maniglie, interruttori ecc.

L’OMS ha quindi stilato una sorta di vademecum, che spiega nei dettagli come igienizzarsi correttamente. Pur essendo un’azione quotidiana, quasi naturale, sono diverse le persone che commettono errori che possono risultare fatali. Se infatti le mani non vengono lavate nel modo giusto, basta una piccola disattenzione per mettere in pericolo se stessi e gli altri. I germi si propagano e si spostano facilmente tramite acqua, oggetti ed esseri viventi. In caso di contatto col virus Covid-19, è sufficiente strofinarsi istintivamente il naso o grattarsi distrattamente la bocca per essere contagiati. Proprio per questo motivo le istituzioni e le autorità battono sull’importanza di dotarsi di mascherine, o di altri dispositivi di protezione individuale, per proteggere adeguatamente le vie respiratorie.

Per prima cosa è necessario inumidirsi le mani con l’acqua corrente, per poi versare del sapone liquido, sia sul palmo che sul dorso. Dopo aver frizionato le mani, palmo contro palmo, bisogna far scivolare il sapone negli spazi tra un dito e l’altro, ed anche sotto le unghie. Dopo aver insaponato per intero le mani, bisogna risciacquare abbondantemente con acqua corrente, e poi asciugarsi con una salvietta monouso. L’operazione dovrebbe durare almeno 40-60 secondi.

Tuttavia non sempre c’è la possibilità di igienizzarsi in un bagno con sapone liquido, soprattutto per strada. Risulta quindi fondamentale avere a portata di mano gli igienizzanti mani, come quelli commercializzati da RAJA, che possono essere usati in qualsiasi circostanza.

Sulla vetrina online del sito sono presenti diversi articoli, come igienizzanti e saponi, finalizzati a proteggere accuratamente da virus e batteri che si trasmettono facilmente tramite il contatto con oggetti, superfici o altre persone.

Gli igienizzanti spray ed i saponi liquidi sono contenuti in pratici e piccoli flaconcini, da portare comodamente in una borsa, uno zaino, un marsupio o semplicemente in tasca. In questo modo è possibile igienizzarsi continuamente, in ufficio, nelle università, nelle scuole, nei mezzi pubblici ed in generale in tutte quelle situazioni in cui si viene a contatto con altre persone o superfici condivise.

 

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Afonia: dai musicisti Emanuele Via e Danilo Guido un inno contro il silenzio caduto sull’arte

ACRI (CS) – Cosa accadrebbe se un giorno ti svegliassi senza poter più emettere neppure un suono, impotente davanti all’inesorabile silenzio?

È l’afonia. Un oblio improvviso. E tu non puoi farci niente. Questa stessa afonia ferma ora la nota del musicista, la penna del poeta, la voce dell’attore, la mano dell’artigiano, il passo della ballerina. Si immobilizza così il mondo dell’arte, sfuma il sogno dell’artista.

«Non si può più urlare, mai. Non si può fuggire, forse. Non ci si può più esprimere. O invece sì?», recita il testo-presentazione di Emilia Bifano.

Afonia è il brano dalle note calde e struggenti composto dai musicisti Emanuele Via e Danilo Guido. 

Un modo concreto per rompere il muro di silenzio che spesso colpisce il mondo dell’arte. Una sensazione di stallo che oggi è amplificata dal difficile periodo storico che stiamo vivendo.

La cornice è quella di Acri, cittadina  della provincia di Cosenza, raccontata dalle immagini realizzate dal torinese Giorgio Blanco con l’acrese Denis Mancuso. In questo luogo Emanuele, Danilo e gli artisti che animano il video di “Afonia” sono cresciuti, vivono o hanno vissuto.

Ad Acri, come in molti paesi e borghi d’Italia, il silenzio spesso si mescola all’implacabile spettro della dimenticanza e con esso cresce il rischio di perdere per sempre tutta la bellezza di un luogo e della sua cultura. La musica racconta storie e crea costantemente mondi, a volte più vividi e confortanti di quello reale. Come si legge ancora nel testo di Emilia Bifano. 

I protagonisti

Per Afonia, al piano siede Emanuele Via, pianista degli Eugenio in Via di Gioia e co-fondatore, con quattro musicisti classici, del collettivo strumentale Emanuele Via e Charlie T, che ha pubblicato un sorprendente disco d’esordio dedicato agli alberi. A suonare il sax è Danilo Guido, uno dei più interessanti sassofonisti europei. Maestro di Emanuele in adolescenza, dopo il Diploma al Conservatorio si avvicina al jazz e collabora con numerosi artisti (tra gli altri Antonella Ruggero e Geoff Westley). Con diverse pubblicazioni da solista all’attivo, Danilo vive tuttora ad Acri, luogo a cui anche Emanuele, torinese d’adozione, resta profondamente legato.

Il video, di Giorgio Blanco e Denis Mancuso (con Ghost production e mixing di Fabio Arciglione) è stato realizzato con il patrocinio del Comune di Acri. 

Fresco di stampa “Cosangeles”, il primo libro di racconti di Paride Leporace

CISENZA – Undici racconti nella cornice di Cosenza narrata tra epica di strada e una buona dose di noir, sullo sfondo degli anni Settanta e Ottanta con le derive esistenziali, i luoghi e i riti dell’estate sulla Costa tirrenica, i locali da ballo e da sballo, i viaggi, le Spoon river generazionali, i fuorisede romani, i malavitosi come Franco Pino nella parte di se stesso, le feste, i punk , gli hippy, gli ultrà, la voce della radio, i poeti maledetti, i quartieri del centro e della periferia, i cantautori malandrini come Fred Scotti e la ’ndrangheta reggina vista da vicino con una colonna sonora che spazia da “Buonanotte Cosenza” ai Joy Division. Questo il mix vincente di “Cosangeles” di Paride Leporace, edito da Pellegrini, nelle libreria dal 24 marzo.

Utilizzando un linguaggio audace e coinvolgente e la fluidità di un discorso indiretto libero che pare raccolto mimeticamente in mezzo alla strada, l’autore ci immerge da subito in una Cosenza / Cosangeles, che è una città in bilico tra mitologia e realtà, tra doppiezze e dualismi , e “cose” che non ci sono più ma che restano incollate alla memoria e paiono portare in una terra mitica, una sorta di “Itaca dell’anima”.

Due i protagonisti dei racconti. Ciccio Paradiso, alter ego dello scrittore, e Jo Pinter. Jo Pinter, chi era costui? Attore di cinema e teatro off, pubblicitario, commerciante, creatori di locali di tendenza che erano entrati nella leggenda, vitellone rollingstoniano, guidatore di auto sportive per diletto e autore di beffe, biscazziere, cartaro di tarocchi e di cartine ma soprattutto era stato colui che si era inventato il neologismo “Cosangeles”. E intorno a Jo Pinter, che è lo sguardo focale della narrazione, si apre un sipario teatrale di tipi umani che stanno sempre dentro /fuori la realtà e alimentano nel lettore la sensazione di trovarsi sempre ad un passo al di qua della veridicità.
Perché, se è vero che la Cosangeles che scorre sotto gli occhi come una pellicola filmica mostra tratti antropologici e sociali riconoscibili, è vero uguale che nell’incastro della narrazione si ha come l’immagine di un dagherrotipo. Che si fissa a ricordare quello che eravamo e quello che siamo diventati sia in provincia.

L’AUTORE

Paripre Leporace, cosentino, nato a Cerisano il 1962, è giornalista da molti decenni e ha diretto diversi quotidiani. Esperto di cinema, ha guidato la Lucana Film Commission. Ha scritto il saggio “Toghe rosso sangue”. Vive tra Calabria, Basilicata e Campania. “Cosangeles” è il suo primo libro di racconti.

Accessori per computer: tutto quello che c’è da sapere sui cavi displayport

I cavi per computer sono uno strumento fondamentale perché hanno il compito di permettere ai device di funzionare nel modo corretto, al massimo delle loro potenzialità e di interagire quindi con il pc. Anche i computer più performanti hanno la necessità di essere sempre più spesso abbinati a cavi displayport di elevata qualità per evitare perdite di segnale o un abbassamento della qualità.

Questi cavi vengono utilizzati ad esempio per la connettività audio video e quindi per trasportare tutto l’insieme dei segnali acustici e fonici, così come per quelli che riportano le immagini. Si tratta di cavi poi utilizzati anche per la connessione tra computer e monitor. In modo da poter sopperire ad ogni necessità di collegamento i cavi possono avere connettori di tipo “maschio” o “femmina” diversi tra loro.

Il mercato presenta strumenti di questo tipo con qualità tra loro molto differenti ma ovviamente per ottenere il maggior livello di sicurezza, la massima affidabilità e la miglior qualità possibile di trasmissione del segnale è molto importante scegliere prodotti realizzati da marchi molto affidabili venduti da gruppi certificati, nel rispetto di tutte le normative e degli standard qualitativi.

Scelta dei prodotti migliori e lunghezza dei cavi

I cavi displayport hanno la particolarità di essere accomunati da uno stesso cablaggio, ovvero appaiono uguali tra loro alla vista ma possono avere campi di applicazione differenti. I principali sono:

  • Capacità di supportare tutte le configurazioni.
  • Trasmissione del segnale audio.
  • Possibilità di trasportare una connessione a cascata.
  • Funzionamento con tecnologia HDR.
  • Capacità di supporto della tecnologia DSC.

La scelta di un cavo displayport deve iniziare sempre con la valutazione delle estremità del cavo, in base a quali sono quelle necessarie per i propri dispositivi. Successivamente è importante anche valutare la lunghezza del cavo, che dovrà adattarsi alle circostanze dell’utilizzatore e alla distanza tra i diversi dispositivi. Dopo di che è importante valutare se l’utilizzatore ha la necessità di un cavo con attacco di dimensioni standard o mini.

La displayport è una tecnologia che è stata recentemente sviluppata, con lo scopo di implementare la resa dei cavi utilizzati per i pc. I collegamenti sono perfettamente in grado, in questo modo, di offrire un’esperienza 4K per i cavi con lunghezza che arriva fino a 2 metri. Per chi necessità di lunghezze di cavo maggiori è possibile anche arrivare fino a 5 metri, con una qualità grafica comunque elevata di 2560 x 1600 pixel e fino a 15 metri con una risoluzione di 1080p.

Caratteristiche tecniche dei cavi displayport

I cavi hanno solitamente un connettore maschio, mentre i dispositivi sono comunemente realizzati in modo da ospitare un connettore femmina. La classificazione dei cavi displayport avviene in base alla larghezza della loro banda, riportata all’interno della certificazione. I cavi RSR hanno una larghezza di banda di 6,48 Gbit/s, quelli HBR una larghezza di 10,80Gbit/s, i cavi HBRS hanno invece una larghezza di 21,60 Gbit/s e i cavi HBR3 hanno una larghezza di banda di 32,40 Gbit/s.

I connettori possono essere standard, ovvero di dimensioni molto simili alla vista a quelle delle comuni prese USB, oppure Mini e quindi di taglia inferiore. Il mini è solitamente usato nei prodotti a marchio Apple e su tutti quelli che utilizzano la tecnologia Thunderbolt. La tecnologia displayport è stata creata perché permette agli schermi di avere prestazioni ottimali, è molto versatile nell’utilizzo, risulta comunque resistente come tipologia di cavo e permette di collegare molti display tra loro.

In pratica questo sistema ha una maggiore capacità di integrazione, ovvero può connettere più tablet, notebook e computer con un unico cavo. Probabilmente questa tecnologia sarà presto utilizzata anche sui televisori smart. A differenza dei cavi HDMI, i displayport permettono di ottenere una risoluzione molto più elevata e possono anche essere molto lunghi, senza subire dispersioni di segnale.

 

Per il cinquantenario dell’Unical “L’avventura di Andreatta in Calabria” nel libro di Franco Bartucci

RENDE (Cs) – Il libro di Franco Bartucci “L’Avventura di Andreatta in Calabria – Un Campus per competere nel mondo”, con prefazione di Enrico Letta, pubblicato dalla Pellegrini Editore, sarà presentato mercoledì 17 marzo 2021 nell’ambito del ciclo di lezioni dell’insegnamento di “Pedagogia della comunicazione tenuto dal prof. Mario Caligiuri, del Corso di laurea magistrale “Scienze Pedagogiche” dell’Università della Calabria.

Il tema annuale è “La pedagogia nella disinformazione. Saperi e testimonianze multidisciplinari per ricostruire l’educazione attraverso un pensiero meridiano”.

Le lezioni si terranno in modalità on line nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì.  Il corso è organizzato su seminari e presentazioni di libri che integreranno le lezioni del docente.

La prima lezione si è svolta lo scorso 9 marzo, seguita da una seconda svoltasi ieri, lunedì 15, con Sara Mele, in cui si è fatta una riflessione sul tema: “Organizzazioni educative a confronto”.

La terza lezione si svolgerà appunto domani, mercoledì 17 marzo, dalle ore 14,00 alle 17,00, con la presentazione del libro di Franco Bartucci, dedicato alla figura del primo Rettore dell’Università della Calabria dal mese di aprile del 1971 al mese di giugno 1975.

L’incontro sarà aperto dall’introduzione del prof. Mario Caligiuri, seguita da un intervento di presentazione del libro da parte del prof. Vito Teti, un docente e una figura storica appartenente alla Facoltà di Lettere e Filosofia e conseguente dipartimento dell’Università della Calabria.

Per Franco Bartucci sarà un’opportunità per ricordare la figura di Andreatta e tutti gli eventi che hanno caratterizzato la nascita, la crescita  e lo sviluppo dell’Università della Calabria aprendo per certi aspetti le manifestazioni che saranno organizzate da qui in avanti per celebrare di questo Ateneo il  cinquantenario anniversario della nascita che cade proprio in quest’anno con la scelta dell’insediamento dell’Università calabrese nell’area del cosentino, su decisione assunta dal Governo Colombo nel mese di febbraio 1971 e successivamente la nomina del Comitato Tecnico Amministrativo, dei Comitati Ordinatori delle quattro Facoltà, fatte nel mese di aprile del 1971 dal Ministro della Pubblica Istruzione, on. Riccardo Misasi, che hanno portato nel successivo mese di maggio alla elezione del prof. Beniamino Andreatta a Rettore dell’Università della Calabria.

Esce “Studi di Intelligence 2. Unire i punti”, nuova ricerca degli studenti del Master dell’Università della Calabria

RENDE (CS) – Dopo “Studi di intelligence. Prospettive di futuro“, realizzato con le tesi degli studenti del 6° ciclo del master in Intelligence a. a. 2016 – 2017 (esperienza poi bissata dal testo – analisi sugli effetti della pandemia) , arriva “Studi di intelligence 2. Unire i punti”. È questo il titolo del volume, curato da Mario Caligiuri ed edito da Rubbettino, secondo testo nato dall’esperienza scientifica e culturale del Master dell’Università della Calabria. Il testo contiene le sintesi aggiornate delle tesi del Master in Intelligence dell’edizione 2017-2018 e arricchisce la collana editoriale del Laboratorio di Intelligence, raccogliendo i contributi discussi che, in una visione d’insieme rivolta al futuro, fanno il punto sugli studi di Intelligence in Italia.

La pubblicazione contiene dodici saggi che affrontano tematiche di strettissima attualità:

Dagli interessi italiani alla luce della nuova via della seta (a cura di Davide Acquaviva) al ruolo italiano nello sviluppo futuro dell’Africa (Marco Blanchini) ; dall’importanza delle perizie foniche nelle intercettazioni all’utilizzo degli algoritmi per individuare le frodi fiscali (Maria Rosaria Caira). È stato, inoltre, approfondito il ruolo fondamentale dei Servizi di informazione dei micro-stati (Enzo Simone Di Sanzo); è stata analizzata la crescente necessità dell’intelligence economica di integrare pubblico e privato (Cristiano Cardinali) e l’utilità delle fonti open source per prevedere fenomeni storici (Vincenzo Cardinali). E poi ancora ci si è soffermati sulla decisiva funzione dell’analista di intelligence per interpretare la realtà (Francesco Rodoquino) e sulla previsione degli impatti dei cambiamenti climatici sulla sicurezza nazionale (Gino Russo). Una riflessione ha interessato anche il tema della manipolazione delle informazioni a tutela degli interessi aziendali, come nel caso Marchionne (Alessia Salamone), come pure sulla decisiva dimensione della sicurezza cibernetica nello strategico settore marittimo e portuale (Andrea Sberze), concludendo con lo studio delle operazioni psicologiche indirizzate alle opinioni pubbliche attraverso la deformazione mediatica e social (Giorgio Serio).

Le motivazioni

«L’idea è stata quella di dare un apporto all’evoluzione delle ricerche sull’intelligence in Italia, attraverso le tesi dei nostri studenti. – Ha dichiarato Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria -. Non a caso, i temi che sono contenuti nel volume individuati per lo svolgimento del lavoro finale sono sempre collegati con l’attualità e le emergenze di questo tempo. E ancora una volta, l’intelligence si conferma come un punto di incontro di ambiti e saperi, discipline e competenze, previsioni e imprevisti. E appunto per questo, secondo noi, l’intelligence si può considerare un’indispensabile scienza del futuro perché aiuta a unire i punti per consentire alle persone di comprendere quanto davvero ci circonda».

La pubblicazione esce per la prima volta con una rinnovata grafica della collana, curata da Emilio S. Leo e Andrea Caligiuri. 

 La presentazione del volume, prossimamente in programma, sarà curata L’Università della Calabria e la Società Italiana di intelligence. 

Studi di Intelligence 2

“Madre Terra” è il nuovo singolo e videoclip di Fabio Curto

ACRI (CS) – Esce oggi, giovedì 18 febbraio, “Madre terra” il nuovo singolo e videoclip di Fabio Curto, vincitore assoluto di Musicultura 2020 e già vincitore di The Voice of Italy nel 2015.

Il videoclip ufficiale di “Madre Terra”: 

https://www.youtube.com/watch?v=FE-traiZMEA 

“Madre Terra” apre il nuovo anno musicale del cantautore e polistrumentista, che con questo brano rilascia un’ulteriore tessera del mosaico che comporrà il prossimo lavoro di inediti.

In perfetta armonia con il singolo “Domenica”, che gli è valso la vittoria a Musicultura e i più recenti singoli “L’altopiano” e “La Terra dei miei Figli” feat. Cisco & Fry, con “Madre Terra” Fabio Curto continua a raccontare il rapporto con la natura e la necessità di accogliere e vivere tale relazione nel modo più pieno possibile, realizzando una ballata dall’eco avvolgente.

FABIO CURTO PARLA DEL BRANO “MADRE TERRA” E DEL VIDEOCLIP

«Ho sempre provato sensazioni indescrivibili davanti ai tramonti, davanti a quegli orizzonti infuocati del sud, oltre le colline, là dove si ha l’impressione che ci sia un posto che aspetta noi da sempre. Nei campi seminati dove correvo da bambino e nei vigneti d’inverno dove mi fermavo per riempire i polmoni di erba e di frasche bruciate. Lì mi sentivo vivo, mentre qualcosa nel petto scalciava e iniziava a gonfiarsi come una vela pronta a fare il suo lavoro. Questa canzone è un augurio affinché quel bambino, presente in tutti noi con storie diverse da narrare, non vada mai perduto».

«Il video è nato chiacchierando con Ana, con cui ho realizzato la regia, dopo l’ascolto del brano pre-prodotto. Pensavo a questo personaggio che potesse incarnare il legame indissolubile tra l’uomo e la natura e rappresentare l’inesauribile stupore davanti alle sue manifestazioni. Quando abbiamo scelto Andrea Smith come attrice abbiamo capito che sarebbe stato fantastico perché grazie alla sua versatilità compare come una sorta di medium pagana che ascolta le voci del vento della terra e dell’acqua: saggia, piena di vita e materna, ma non estranea alla malinconia e ai dispiaceri che la vita spesso ci porta».

 

Performer dal grande talento, Fabio Curto ha all’attivo un EP, un album di inediti, numerosi premi e moltissimi concerti in tutto il mondo, a testimonianza di un’urgente e costante attività live che lo ha portato negli anni ad esibirsi in festival internazionali quali il “Pizza Fest Toronto 2018” (Canada), l’“Italian National Ball 2018” (Australia), il Festival Internazionale delle Arti in Bielorussia, fino a piazze come il Teatro del Cremlino di Mosca.

Cantautore polistrumentista nato ad Acri (CS), è noto al grande pubblico dal 2015 grazie alla vittoria del talent show “The Voice of Italy” di Rai 2, che ne ha messo in risalto la voce particolarmente intensa e la capacità di creare un forte legame emotivo con gli ascoltatori, anche accompagnato unicamente dalla chitarra. Proprio grazie a queste doti, nell’agosto 2020 si è aggiudicato il premio di Vincitore Assoluto della XXXI edizione di Musicultura con il brano “Domenica”.

L’attività musicale di Fabio è molto varia e particolare: inizia a comporre già a 12 anni e fonda diverse band dal sound originale come L’Etandonné (genere rock italiano) e La Van Guardia, quintetto acustico che sposa lo swing, la rumba e la tradizione gipsy dei Balcani.

Dopo il conseguimento della laurea in Scienze Politiche presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna decide di intraprendere l’arte di strada viaggiando in gran parte d’Europa, dove si esibisce sia da solo che accompagnato da una band.
Successivamente alla vittoria del Talent pubblica un Ep con Universal nel quale sono contenuti i brani eseguiti durante il programma, con l’aggiunta di altri tre inediti.

Nel 2017 – dopo due anni di attività live – Fabio esce con un nuovo singolo “Via da qua”, brano che conquista l’interesse di molti intenditori del settore.
L’anno seguente firma un contratto discografico con l’etichetta Fonoprint con la quale pubblica l’album “Rive, volume 1”. Quest’ultimo progetto è stato ben accolto dalla critica grazie al suo sound internazionale e lo stile particolare definito poi “Dark Blues”. Nell’album sono contenuti i singoli “Mi sento in orbita”, “Neve al sole” “Only you” e “Domenica”.

Il talento di Fabio arriva anche all’estero: suona al “Pizza Fest Toronto 2018” (Canada) ed è invitato all’“Italian National Ball 2018” (Australia) in occasione del cinquantesimo anniversario dell’evento – dove si esibisce dinnanzi alle autorità e all’Ambasciata Italiana – suscitando anche lì un grande interesse, al punto di essere richiamato dopo soli due mesi come main artist dello storico festival italiano di Carlton Street tenutosi a Melbourne di fronte a 20.000 persone.

Nell’estate del 2019 è protagonista di un tour che lo vede suonare in Italia e all’estero, con tappe che hanno toccato Ginevra, Vicebsk per il Festival Internazionale delle Arti in Bielorussia e in particolare il Teatro del Cremlino di Mosca dove Fabio si presenta con altri artisti italiani accompagnati dall’Orchestra di stato.

Tra i premi più importanti ricordiamo il “Premio Mia Martini Giovani”, il “Premio Stella del Sud” (sezione musicale e sociale) e il “Premio letterario nazionale Vincenzo Padula”.




Twinset, le nuove proposte glamour per la primavera-estate 2021

Glamour, raffinati e brillanti, neri o colorati, lunghi, corti e midi. Si rifanno a un trend che non accenna a passare di moda, quello della ricercatezza senza esagerazione, gli abiti eleganti della nuova collezione di Twinset Milano disponibili nello shop online. Impreziositi da ricami ricercati e resi ancora più intriganti da tessuti leggeri e quasi impalpabili al tocco, coniugano la giusta ricercatezza nello stile alla cura impeccabile dei dettagli.

Tra pizzi preziosi, ruches, arricciature, frange e lustrini, sono un concentrato puro di femminilità, bellissimi per cerimonie, eventi formali e serate speciali. Uno più bello dell’altro, declinati nei toni che vanno dal total black al rosso ciliegia, dal rosa tenue al blu pastello, cedono a un effetto vedo non vedo che è allo stesso tempo poetico e ricercato. Twinset 2

Se vuoi essere l’invitata più chic a un matrimonio, il bellissimo abito longuette fucsia in viscosa dalla linea a tubino è perfetto per esaltare la silhouette. Da abbinare a décolleté o sandali con tacco alto, può essere reinventato come outfit quotidiano, questa volta con un paio di francesine, stivaletti chelsea o biker boots.

In occasione di un evento patinato con un dress code elegante ti consigliamo l’abito chemisier lungo in satin (a destra) con colletto a camicia e spacco profondo. Disponibile nei colori Pool Blue e Rosa Peach Blossom, può accompagnarsi a scarpe sexy come sandali con tacchi alti e décolleté dalle finiture dorate oppure argentate. A completare il look, sono ideali una pochette o una clutch rese preziose da glitter e decori.

TwinsetPerfetto sia per il giorno sia per la sera, ma anche per gli eventi che richiedono un outfit impeccabile, c’è poi l’abito jacquard a fiori (A sinistra) con gonna che crea il tipico effetto palloncino. Un little dress romantico e sofisticato, con una trasparenza sul collo all’americana che aggiunge il giusto tocco di sensualità a completare uno stile unico ed esclusivo. Ancora più bello, indossato con il soprabito coordinato, abbinato a una mini bag chic e gli immancabili tacchi a spillo.

Romanticismo ed eleganza si ritrovano anche nell’abito lungo monospalla in satin (in alto) con stampa animalier. Estroso ma con garbo, può essere indossato come elegantissimo abito da sera a sirena e per rendere speciale qualsiasi evento importante. Anche in questo caso, la mise viene valorizzata da tacchi a spillo e pochette, che aggiungono quel pizzico di charme in più adatto anche alle occasioni formali.

 

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