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Barreca si racconta in “Dall’altra parte del giorno”. Fuori l’album di debutto del cantautore reggino

REGGIO CALABRIA – Si chiama “Dall’altra parte del giorno” l’album di debutto del cantautore reggino Domenico Barreca, in arte BARRECA, fuori da martedì 19 gennaio e disponibile su tutte le piattaforme digitali.

L’album che raccoglie dieci brani legati da un filo conduttore preciso. «La principale direttrice di questo progetto è stata la veridicità con la quale i brani sono stati incisi: secondo Riccardo Anastasi  – che ha prodotto e arrangiato il disco – ogni canzone doveva essere interamente suonata dalla prima all’ultima nota da musicisti in carne ed ossa, con la presenza di strumenti veri, acustici, come nella migliore tradizione musicale del passato e con un limitato impiego di loop, campioni ed elettronica. In un’epoca in cui l’illusione che qualunque suono possa essere riprodotto digitalmente e l’arrangiamento diventare un banale assemblaggio di campioni, questo album – che non disdegna la tecnologia di cui invece fa un uso misurato e funzionale – costruisce un contesto sonoro autentico e ricco di sfaccettature interpretative».

Nelle dieci tracce Barreca esplora diversi mondi. A volte intimo, altre più  introverso e fortemente riflessivo anche quando appare scanzonato o quando tocca registri più acuti. La sua voce colora ma non ostenta, aggredisce senza eccedere, sussurra senza mai indebolirsi. Sono sfumature i suoi cambi di registro e ogni brano ha una linearità interpretativa che non perde mai di vista la sua essenza. Un artista sensibile e tecnicamente valido con una voce che non lascia indifferenti. Barreca

Di Taurianova (Rc) BARRECA, classe 1986, fin da giovanissimo manifesta un amore viscerale per la canzone d’autore Italiana. Si laurea in “Musica, Spettacolo e Tecnologia del Suono” presso il Politecnico di Vibo Valentia con una tesi di ricerca sulla scuola dei cantautori genovesi. Si specializza poi in canto pop e nel corso degli anni realizza dapprima un disco di musica sperimentale con il progetto musicale Nabana, mentre con la band Madamadorè è ospite di importanti rassegne musicali, tre le quali concerti tributo a Lugi Tenco, Fabrizio De Andrè, Sergio Endrigo e Lucio Dalla.

Il 23 ottobre 2020 pubblica il suo primo singolo, la ballad “La parola noi”, con la produzione artistica di Riccardo Anastasi e il mix di Taketo Gohara. Il videoclip del brano, online dal 27 ottobre, vede alla regia Giacomo Triglia. Il 4 dicembre è la volta di “È tutto qui”, singolo che farà da apripista all’album di inediti appena uscito “Dall’altra parte del giorno”, di cui è il brano più elettronico.

 

 

I Mosaiko tornano in radio con il singolo “Lady Road”

COSENZA – Da venerdì 22 gennaio sarà in radio “Lady Road” il nuovo singolo della band Mosaiko, già disponibile negli store digitali.

Il nome Mosaiko rappresenta il cammino musicale di sei musicisti (Andrea Artale, Samuel Capodieci, Marika Artale, Marco Fazio, Mariano Fazio, Paolo Docimo), come in una perfetta composizione artistica che li lega l’uno all’altro con dedizione, cura e amore per la musica, in un percorso da loro chiamato Lady Road.

Lady Road è un brano pop dedicato alla Signora che ha ispirato e formato la band Mosaiko dall’inizio della loro carriera fino ad oggi: la Signora Strada.
Qui il videoclip https://youtu.be/sb9ncD3K2wE

La band

I Mosaiko sono una band calabrese (la maggior parte dei componenti è di Luzzi, Cosenza) con una lunga storia alle spalle. Conosciuti in passato come Indie Project, si presentano al panorama musicale il 2019, con il singolo Vado Via, dedicato a Totò e realizzato in collaborazione con il Maestro Fio Zanotti. Il 24 aprile 2020 pubblicano “Gin” un brano scritto durante il periodo del “lockdown”, brano dedicato alle coppie che cercavano di combattere la lontananza con l’amore. Il 2 agosto la band esce con “Una ragazza in due”, una versione rivisitata in stile pop-funk di un classico degli anni ’60 portata al successo dai Giganti. Autori, compositori e arrangiatori, i Mosaiko stanno già lavorando in studio per il nuovo album che sarà prodotto dall’etichetta Indie Sound Music e distribuito da Belive Digital.

“Economie fuori controllo”, studio di Giovanni Gambino su agenzie di rating e intelligence nelle crisi finanziarie

RENDE (CS) – “Economie fuori controllo, il ruolo delle agenzie di rating e dell’intelligence nelle crisi finanziarie globali”: è questo il titolo del nuovo studio pubblicato dalla Società Italiana di Intelligence a firma di Giovanni Gambino, membro della Società Italina di Intelligence (Socint) e dell’Intelligence Lab, presso l’Università della Calabria.

Crisi finanziarie globali e sicurezza nazionale, un tema necessario da approfondire.

Lo studio si propone di analizzare le crisi finanziarie globali sotto una logica di intelligence economica, sia sotto il profilo storico, sia sotto la crescente complessità data dall’ingegnerizzazione della finanza che nei fatti apri scenari necessariamente da sottoporre all’attenzione.
Le crisi finanziarie, tanto più in un mondo globalizzato, rappresentano con estrema evidenza una minaccia alla sicurezza nazionale, e queste potrebbero ben essere utilizzate in un contesto di economic warfare, e di ciò viene data dimostrazione nello studio a più riprese.
Alla luce dei temi trattati, anche sotto il profilo della sicurezza nazionale, sono state approfondite due vicende recenti che hanno lasciato tracce profonde nel nostro paese, l’attacco speculativo contro la lira nel 1992 e la crisi del debito sovrano del 2011.
Queste due vicende hanno mostrato con estrema evidenza che economia e finanza giocano un ruolo centrale nelle dinamiche delle relazioni internazionali rivestendo concretamente carattere di sicurezza nazionale, e pertanto, in tale contesto, assume carattere imprescindibile l’utilizzo di un approccio di intelligence.

Le prospettive future

«Il compito degli analisti di intelligence economica sarà quello di prevedere i possibili segnali di rischio, consentendo ai decisori di compiere scelte utili a contenerli – scrive il professor Mario Caligiuri, nella prefazione da lui curata -: Gambino dimostra che non è impossibile prevedere le crisi finanziarie e quindi in linea teorica in ogni caso è utile dotarsi di strumenti di analisi adeguati, che integrino saperi umani pluridisciplinari e algoritmi».
Secondo l’autore più intelligence economica potrebbe consentire alle nostre imprese una migliore capacità di resilienza ad eventi imprevisti, tutto derivante da un migliore ciclo informativo in ottica di difesa e sviluppo del proprio business. In questo quadro, e oltre, siffatta attività potrebbe consentire ai nostri decisori politici una migliore difesa dei nostri interessi nazionali in termini geoeconomici, anche alla luce delle numerose campagne predatorie condotte da aziende estere, che presumibilmente, nascondono alle loro spalle intenti non solamente economici, ma anche geopolitici.

L’autore

Giovanni Gambino, siciliano, è ricercatore dell’IntelligenceLab dell’Università della Calabria, senior analyst del centro studi Analytica for Intelligence and Security Studies e segretario per la Regione Sicilia della Società Italiana di Intelligence. Dopo aver completato gli studi in Giurisprudenza prosegue con un M.B.A. presso l’Università di Bologna ed un master in analisi dati, approfondisce il tema dell’Intelligence presso l’Università deella Calabria conseguendo l’omonimo master di II livello. Ha conseguito il Data Science Advanced Specialization Program alla John Hopkins University e studiato europrogettazione presso la Venice International University. Si è specializzato anche nell’analisi dei network relazionali, compiendo studi su reti terroristiche e finanziarie. Sempre per la Socint è fra gli autori del testo Studi di Intelligence: Analisi sugli effetti della pandemia.

Il suo ultimo studio è consultabile qui.

 

Giovanni Segreti Bruno torna con “Ti voglio bene”

COSENZA – Da Venerdì 15 Gennaio sarà in radio e negli store digitali “Ti voglio bene”, il nuovo singolo del cantautore e musicista Giovanni Segreti Bruno, brano prodotto dal direttore artistico di Joseba Publishing, Gianni Testa, con il videoclip che porta la firma importante di Emanuel Lo. Inoltre il brano è arrangiato da Valerio Carboni, che ne ha curato anche mix e mastering, e da Arianna Tomaselli (Tape Lab Studio) – communicator Vanessa Grey.

Giovanni Segreti Bruno giovane cantautore, interprete e pianista.

Si avvicina alla musica all’età di 10 anni, quando inizia a studiare pianoforte e si innamora della musica classica. Due anni più tardi supera l’esame di ammissione al Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, dove studia tutt’oggi nella classe di pianoforte pop. All’età di 14 anni inizia a studiare canto e a scrivere le sue prime canzoni, tra cui “Chiara”, brano scritto per un progetto scolastico contro la violenza sulle donne. In questi anni partecipa a diverse masterclass sulla scrittura e sulla discografia con il M* Diego Calvetti e il M* Roberto Rossi e partecipa a diversi contest locali e nazionali, classificandosi sul podio. Nel 2015 inizia a suonare nei locali con diverse formazioni, proponendo la propria musica. Nell’ottobre del 2015 vince il Suoni&Rumori Festival nella Categoria Inediti, dopo essere stato giudicato positivamente dalla commissione formata da Roberto Rossi (Sony Music), Marco Ragusa (Warner Chappell), Diego Calvetti e Dario Brunori. Nell’estate 2016 apre i concerti di Zero Assoluto e Dear Jack.

Appassionato della vocalità in tutte le sue sfumature entra a far parte dei solisti del Soul Sighs Gospel Choir, una delle formazioni gospelpiù numerose della Calabria, con cui partecipa a diversi eventi importanti, tra cui il BlowingOnSoul Gospel Meeting, dove si esibisce insieme ai cantanti gospel americani: Angie Cleveland, Jared White, Leon Lacey, Joel Polo ed altri. Nel novembre 2017 su 23.000 concorrenti arriva nei 70 partecipanti di Amici Casting in onda su Real Time. In aprile del 2018 partecipa ai corsi di formazione del CET dove incontra il Maestro
Mogol. Il 10 novembre 2018 al Teatro del Casinò di Sanremo vince il concorso Area Sanremo, acquisendo la possibilità di esibirsi davanti alla commissione Rai e al direttore artistico Claudio Baglioni con “L’amore non fa per me”, brano pubblicato su tutti i digital stores e presentato il 28 settembre 2019 in apertura del concerto di Mahmood a Cosenza, davanti a un pubblico di oltre 10.000 persone. In questo periodo si trasferisce a Roma e inizia a scrivere non solo per il suo primo disco ma anche per altri artisti emergenti e non. Chiude il 2019 sul palco a Cosenza, aspettando la mezzanotte, in apertura del concerto di Clementino, ospite del tradizionale Concerto di Capodanno. Il 5 giugno 2020 è uscito il suo secondo singolo “Monet”.

Riecco le “Confessioni” di Ettore Loizzo

In libreria dal 7 gennaio la ristampa dell’intervista concessa al giornalista Francesco Kostner dal massone calabrese assurto ai vertici del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.

Un pensiero fresco. Vivace. Coinvolgente. E una capacità di scrutare oltre il mondo massonico, di cui è stato tra i maggiori esponenti, che ha pochi eguali. Parliamo di ciò che Ettore Loizzo, Gran Maestro aggiunto del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, continua a mettere a disposizione dei lettori grazie all’intervista rilasciata nel 2000 al giornalista Francesco Kostner, che dal prossimo 7 gennaio sarà nuovamente disponibile in libreria per i tipi di Luigi Pellegrini Editore.

Un’edizione notevolmente migliorata grazie ad un’attenta “riorganizzazione” del testo, ma anche per alcuni documenti inediti e per la presentazione del Gran Maestro Stefano Bisi: “Sono trascorsi 19 anni”, scrive il numero uno del GOI, “da quando il libro-intervista del compianto fratello Ettore Loizzo vide la luce per la prima volta con una apprezzata ed ormai quasi introvabile pubblicazione. Adesso la scelta di ristamparlo da parte dell’autore, Francesco Kostner, per la Pellegrini Editore non può che avere il mio più ampio plauso vista l’altezza del personaggio, e il suo straordinario contributo fornito da cittadino e da massone al Bene della Comunità. Ettore Loizzo”, continua Bisi, “è stato Gran Maestro aggiunti del Grande Oriente d’Italia, soprattutto è stato reggente insieme a Eraldo Ghinoi quando l’allora Gran Maestro in carica, agli inizi degli anni Novanta, lasciò improvvisamente la guida della nostra Comunione. Ho conosciuto il fratello Loizzo, e per tanti anni ne ho ammirato la sua schiettezza, la sua sincerità, il suo spirito di fratellanza: quello di un uomo e di un massone stimato in tutta Italia e ricordato nella sua Calabria ed a Cosenza dove è stato figura di spicco nel ruolo di docente, d’imprenditore e in quello di politico ed amministratore pubblico”.

Bisi si dice convinto che “l’ingegnere Ettore Loizzo per la sua infaticabile opera, per la sua strenua difesa dei valori massonici e dell’immagine dell’Istituzione in un momento delicato, rimarrà per tutti i fratelli una delle pagine belle della storia del Grande Oriente d’Italia”. Il Gran Maestro ritiene che “l’intervista, fra le mille sfaccettature del pensiero di Loizzo, per tanti aspetti più attuale e fresco che mai, fa trasparire tutta la bellezza e l’amore di Ettore per la Massoneria e il Grande Oriente d’Italia”, affermando in conclusione che il libro “ci ricorda la grande carica vitale, l’entusiasmo e anche lo spirito critico costruttivo che hanno sempre accompagnato e contraddistinto per 66 anni il suo percorso iniziatico nell’Ordine, quello di un massone a tutto tondo”.

La nuova edizione delle “Confessioni di Ettore Loizzo è arricchita anche da una lunga introduzione di Francsco Kostner, che rivela particolari inediti degli incontri avuti con il Gran Maestro aggiunto: “Esauriti i convenevoli, passammo al dunque. Tutto filò liscio. Fu il primo di dieci incontri. Sempre nel pomeriggio e, grosso modo, ognuno della durata di un’ora. Non volle leggere il lavoro finale: <Non ce n’è bisogno, procedi pure con la stampa>, disse consegnandomi con evidente soddisfazione la prefazione scritta da “Armandino”, come affettuosamente chiamava il Gran Maestro Corona. Non mi chiese nemmeno se avessi provveduto a cancellare, dall’elenco dei massoni di cui mi aveva parlato, il nome di un insospettabile Fratello, insigne figura di politico e accademico italiano, deputato all’Assemblea Costituente per la Democrazia Cristiana e tra i principali artefici della Carta Costituzionale. La rivelazione di un’appartenenza insospettabile e letteralmente esplosiva che, ammise Loizzo, la Massoneria, in quel particolare momento storico, non sarebbe stata in grado di difendere”.
Kostner ricorda, infine, quando Loizzo gli chiese di moderare una conferenza stampa con il Gran Maestro Virgilio Gaito, per “sostituire”, lui che non è massone, i giornalisti cosentini con il “grembiulino” ai quali si era rivolto, e i problemi che quella disponibilità gli ha a lungo creato: “Anche in contesti che, per definizione, dovrebbero valorizzare il confronto, arginare ogni forma di pregiudizio, difendere la diversità delle idee. Ambienti scientifici e culturali in cui pullulano massoni in servizio effettivo permanente e schiere di “assonnati”, terrorizzati solo all’idea che qualcuno ne ricordi l’antica militanza. Luoghi nei quali l’ipocrisia antimassonica raggiunge livelli inimmaginabili, quasi che avere indossato il “grembiulino”, magari dopo averne tratto vantaggi e gratificazioni, rappresenti agli occhi dell’opinione pubblica una sorta di peccato senza riparo. Una scelta (solo a distanza di tempo) considerata scellerata e in rapporto alla quale è opportuno a ogni costo prendere le distanze. Una “purificazione” illusoria perché priva di efficacia. Chiunque, infatti, abbia deciso di appartenere alla Massoneria: ingegnere, chimico, matematico, letterato, giurista, pedagogo, scienziato, medfico, giornalista (ed altri ancora), potrà mai cancellare queste particolare “identità”. Operazione, d’altra parte, difficile da comprendere, sempreché la scelta iniziale sia stata sincera e animata dai migliori propositi”.

In ogni caso, conclude Kostner, “non ho mai dubitato di avere agito correttamente. E secondo coscienza. Considero anzi un privilegio avere assicurato a Loizzo la mia disponibilità e, attraverso di essa, di avere onorato un fondamentale principio etico e culturale, che prescinde dall’appartenenza alla Massoneria: aiutare chicchessia a esprimere liberamente le proprie idee, anche quando non si condividono”.

In “24 ore” il debutto in musica del lametino Antonio Tedesco

LAMEZIA TEMRE (CZ) – È in uscita oggi il singolo d’esordio di Antonio Tedesco, disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming, dal titolo “24 ore”.

Un esordio artistico nato da una consapevolezza arrivata durante il lockdown.

Chiuso in casa come tutti, senza più quella normalità e libertà sempre data per scontata, il giovane artista lametino non si è sentito solo perché con lui c’era la musica. Quella musica che salva.

E siamo una rivoluzione / La birra al ventiquattr’ore / La pizza per colazione, gli esami da studiare / Sogniamo cose strane, viviamo per rischiare / Torniamo per restare, corriamo per cadere.

Il singolo 

«Insieme ad Alessia De Luca che ha scritto con me il pezzo, abbiamo raccontato come pagine appuntate ciò che siamo stati, mettendo lo spettatore di fronte a una lettura delle nostre giornate, compresi gli errori. La realtà però oggi è totalmente diversa, e quello che abbiamo fatto si confonde tra i ricordi, i sogni, le speranze e a volte gli incubi. Abbiamo corso troppo per cadere e ora non ci rimane che restare nel posto in cui siamo tornati. Io, dalla mia musica», racconta del singolo Antonio Tedesco.

Il brano, arrangiato da Luigi Strangis (negli studi di Dissonanze studios, un centro di editing del suono all’avanguardia del sud Italia), percorre – seguendo quello che è stato l’umore collettivo durante il lockdown – quel mood che va dal nazionalpopolare al pop rock con un pizzico di elettronica che segna il suono delle apparecchiature e le sfumature di emozioni che si provano pensando ai giovani che vivono 24 ore per volta.

 

I giochi di carte “esteri” più amati in Italia

Un passatempo che ormai è entrato a far parte della cultura di un popolo intero. Stiamo parlando delle carte, che piacciono così tanto gli italiani ormai da decenni su decenni. Sono veramente numerosi i giochi di carte che si sono tramandati nel corso dei secoli, ma anche le versioni che sono state lanciate seguendo nuove e innovative tendenze.

Un’ottima spinta è derivata anche dalle piattaforme dedicate al gioco online, che consentono ormai di divertirsi con le carte direttamente sul web, in modo semplice e altrettanto rapido. Un ottimo consiglio da seguire è indubbiamente quello di scegliere sempre un sito affidabile dove creare un conto di gioco e iniziare a puntare, magari dopo aver compreso le regole più importanti per poter capire come giocare al blackjack e affrontare con una certa competenza i vari match.

Proviamo a dare un’occhiata, in questo articolo, a qualche gioco di carte che è nato all’estero, ma che è amato e apprezzato notevolmente anche dal popolo italiano, con tante persone che ne hanno fatto una vera e propria passione senza limiti.

Poker

Le origini sono certamente estere, ma c’è una notevole incertezza su dove e quando sia stato inventato il gioco del poker. Le origini, infatti, sono oggetto di dibattiti che durano ancora oggi. Interessante notare, ad esempio, come presenta numerose similitudini con un gioco persiano e, con ogni probabilità, è stato insegnato ai vari colonizzatori francesi di New Orleans, da parte dei marinai persiani. Un nome che sembra derivare direttamente dalla parola francese poque, ovvero ingannare, che a sua volta è legata ad una parola tedesca, ovvero pochen. Quindi, non si capisce ancora se il gioco derivi da tutti quei nomi, eppure abbiamo una testimonianza particolarmente antica che sicuramente può dare indicazioni interessanti in tal senso.

Si tratta dell’attore inglese Joseph Crowel, che lo segnala all’interno di New Orleans, con delle partite che si svolgevano con un mazzo da 20 carte e quattro giocatori che erano soliti puntare su chi avesse la combinazione migliore. Il primo libro che venne scritto sul mondo del poker è quello di Green Jonathan H., intitolato “An Exposure of the Arts and Miseries of Gambling”. Questo tomo non fa altro che descrivere tutto il processo di diffusione del poker da New Orleans fino al Mississippi, in cui veniva semplicemente considerato un normalissimo passatempo. In men che non si dica si introdusse l’uso di un mazzo francese da 54 carte, con l’inserimento anche del colore. Nel corso della guerra civile negli Usa, si cominciarono a diffondere anche le prime versioni di questo gioco, tra cui il Draw Poker, lo Stud Poker e il Community Card Poker.

Burraco

Impossibile non soffermarsi anche sul burraco, un gioco di carte che fa parte della categoria della Pinnacola e che è nato, con ogni probabilità in Uruguay all’incirca intorno agli anni ’40. Nacque come una versione del tutto particolare della Canasta, da cui però si distingue per svariate regole e tattiche.

Bridge

Ecco un altro gioco di carte che è particolarmente apprezzato non solo in Italia, ma un po’ in tutto il mondo. Capita spesso di sentir parlare di tornei di bridge, senza dimenticare come ci sono sia campionati mondiali che un apposito campionato olimpico. Insomma, il bridge è un gioco che permette un divertimento a tutto tondo, partendo dai tornei serali di modeste dimensioni che vengono organizzate in appositi club, fino ad arrivare a campionati nazionali e mondiali. Un gioco molto divertente, in cui le partite prevedono la presenza di quattro giocatori, che compongono due coppie che si sfidano. Il match è formato da due differenti fasi: la prima è quella relativa alla dichiarazione, mentre la seconda prevede proprio di giocare con le carte. In poche parole, la dichiarazione prevede di prendere l’impegno, da parte di una delle due coppie che si affrontano di raggiungere un certo quantitativo di prese.

“La vera nascita della questione”: l’ultimo libro di Mario Caligiuri è sulla storia del Sud

COSENZA – “La vera nascita della questione. Le conseguenze sul Meridione della prima Guerra Mondiale e del Referendum istituzionale” è il titolo dell’innovativo libro di Mario Caligiuri, edito da Grimaldi & C. per le strenne natalizie. 

Dalla quarta di copertina:

“Sulla questione meridionale è davvero difficile scrivere qualcosa di nuovo. Di sicuro è il tema politico centrale della storia nazionale, che pesa sul passato, sul presente e sul futuro. In questo scorrevole ma approfondito volume si documenta l’ipotesi che la nascita della questione sia diventata irreversibile con la Prima Guerra Mondiale e con il Referendum istituzionale. In modo serrato si pongono due Italie a confronto, con storie e culture diverse che dopo 160 anni fanno ancora fatica a capirsi. Emergono le responsabilità delle classi dirigenti del Mezzogiorno che non tutelano sistematicamente gli interessi dei cittadini che pure le esprimono. Il libro unisce punti dispersi ma tutti alla luce del sole. Si legge allora che un premio Nobel per la pace come Ernesto Teodoro Moneta possa diventare uno dei più strenui sostenitori dell’entrata in guerra, che Vittorio Emanuele Orlando si proclami orgogliosamente mafioso, che la democrazia possa trovare nuova linfa riflettendo a fondo su un tema inattuale come la monarchia. Probabilmente per comprendere le autentiche ragioni della mancata unità occorre cogliere i segnali deboli. É il tentativo di questo libro spiazzante, che fuoriesce dai luoghi comuni, scritto da uno dei più originali e brillanti meridionalisti delle ultime generazioni”.

L’autore

Mario Caligiuri è professore ordinario di pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria. Laureato in storia, è il Presidente della Società Italiana di Intelligence. Tra i suoi libri, “Breve Storia della Calabria” (1996), “La formazione delle Élite. Una pedagogia per la democrazia” (2003), “Come i pesci nell’acqua. Immersi nella disinformazione” (2019) e, con Giorgio Galli, “Il potere che sta conquistando il mondo. Le multinazionali dei paesi senza democrazia” (2020). Autore della voce “Intelligence” per l’Enciclopedia Italiana dell’Istituto Treccani.

Domenico Madeo racconta il mondo del lavoro prima e dopo il Coronavirus

RENDE (CS) – E’ stato presentato nei giorni scorsi a Rende, presso i locali dell’Associazione culturale e di formazione 360 Forms, il libro “Il mondo del lavoro prima e dopo il Coronavirus”, scritto da Domenico Madeo ed edito da Rossini Editore. 

Durante l’incontro l’autore ha esposto i tratti essenziali del libro e analizzato la sua esperienza, le strategie aziendali utilizzate e le soluzioni innovative adottate dalla sua azienda. Con lui, Raffaele Costabile, editore e direttore della casa editrice Rossini, che ha espresso massima soddisfazione per la pubblicazione del libro e per la qualità degli argomenti trattati. Samuela Guidi, presidente dell’associazione 360 Forma, ha invece sottolineato che i valori espressi nel libro sono esattamente quelli condivisi dall’associazione, perché hanno ispirato tutta l’attività lavorativa dei dirigenti e dei collaboratori. Infine Alessandro Zanfino, presidente dell’Associazione nazionale professionisti, ha affermato che il componimento di Madeo ha una forte valenza “solidaristica” sia per il messaggio di condivisione, di collaborazione e di “sollievo sociale” che porta in sè, sia perché tutti i proventi della vendita del libro saranno interamente devoluti all’Associazione di volontariato “La Terra di Piero”.

Il libro nasce dall’esperienza di anni di lavoro, ma può essere letto anche come uno strumento per guardare al futuro, adattando la formazione professionale e il mercato del lavoro alle nuove esigenze post-pandemiche e di crisi economica mondiale.

E ancora: «Il libro – come si legge nel comunicato stampa – non ha la presunzione di risolvere problemi strutturali e atavici, ma ha la pretesa, perché misurata ogni giorno sul “campo”, di dare suggerimenti e proposte per accogliere le sfide del futuro con maggiore professionalità e competenza». Dalla sua lettura ognuno potrà trarre consigli, suggerimenti e idee per orientarsi nel mondo della formazione e del lavoro in un mercato sempre più globalizzato e dinamico.

Il libro è reperibile on-line e nelle maggiori librerie.

L’autore

Domenico Madeo, dottore in Ingegneria Meccanica Energetica e in Ingegneria della Sicurezza, è docente formatore in sicurezza sul lavoro, docente e relatore presso associazioni, enti pubblici, privati e università. Ricopre il ruolo di business developer presso 360 Forma, agenzia per il lavoro – Ente di formazione ed orientamento, che eroga corsi di formazione rivolti ad aziende, professionisti e privati, rilasciando attestati abilitanti e certificati riconosciuti su tutto il territorio nazionale ed europeo. Studioso strategie aziendali volte ad anticipare i tempi di evoluzione dei mercati, portando la 360 Forma tra i punti di riferimento del panorama nazionale della formazione e-learning.