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Le nuove dinamiche del mercato immobiliare dopo l’avvento del Coronavirus

L’avvento del Coronavirus ha stravolto le abitudini degli italiani, cambiando profondamente anche alcuni settori trainanti dell’economia, come quello immobiliare.

Nella prima parte della pandemia, complice anche il lockdown, si è registrato un calo piuttosto evidente delle vendite, pari al 21%.

Il dato non sorprende per due motivi: l’impossibilità di recarsi fisicamente sul posto per valutare una casa e l’incertezza economica che frenava ogni trattativa.

Dopo la fine del lockdown però il settore del real estate è ripartito alla grande, dimostrando una grandissima capacità di adattamento e di resilienza.

Naturalmente molte cose sono cambiate, a partire dalla tipologia di domanda degli italiani. Prima c’era una grande richiesta di bilocali, una soluzione più economica ma anche più piccola.

Dopo il lockdown invece i trilocali sono diventati le tipologie di appartamenti più richiesti. Il periodo di quarantena ha imposto alle famiglie di stare chiuse tra le quattro mura domestiche, situazione che ha evidenziato i limiti di spazio delle abitazioni piccole.

In previsione di ulteriori chiusure nei prossimi mesi, eventualità da non escludere in caso di nuove probabili ondate di contagio, gli italiani preferiscono abitare in una casa più grande e spaziosa.

Il comfort è diventato un fattore chiave per le famiglie al momento dell’acquisto di un nuovo appartamento. Sta crescendo anche la domanda per immobili siti nelle periferie delle grandi città, in particolare Verona, Firenze e Milano. Qui i collegamenti tra centro e periferie sono eccellenti, quindi acquistare una casa nell’hinterland conviene, poiché i costi sono più contenuti.

I dati hanno evidenziato un notevole interesse da parte degli acquirenti nei confronti delle case vacanza, che hanno fatto registrare una crescita sorprendente, in relazione agli ultimi anni.

Un altro dato che risalta subito agli occhi è la diminuzione dei tempi d’acquisto. Le trattative nelle grandi città si attestano a 112 giorni, mentre nei capoluoghi di provincia a 149 giorni. Da registrare anche il calo dei prezzi, che invece erano in costante salita dal secondo trimestre del 2017.

Chi desidera acquistare una casa, farebbe quindi bene a sfruttare questa fortunata congiunzione determinata dal Covid-19, trasformato da crisi in opportunità dal settore immobiliare.

Per approfittare delle migliori offerte nella propria città è opportuno rivolgersi ad esperti del settore, tra cui spicca Dove.it, agenzia immobiliare che opera su tutto il territorio italiano. Sul sito è presente un form da compilare per ottenere una stima immobile precisa ed affidabile, così da farsi un’idea sul valore reale di un appartamento.

La valutazione di una casa è particolarmente importante, soprattutto considerando che i prezzi variano sensibilmente in base a determinati fattori, come regione, città o quartiere.

Dove.it agisce come agenzia territoriale e fornisce un valido supporto durante le fasi di ricerca ed acquisto dell’immobile. L’agenzia vanta infatti una rete di agenti su tutto il territorio nazionale, in grado di proporre le offerte più vantaggiose ed economiche nell’area geografica desiderata.

 

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Auto, a km 0 o aziendali: caratteristiche, differenze e numeri a confronto

Quando si parla di auto Km 0 molti fanno confusione con le auto aziendali, ma si tratta in realtà di due tipologie diverse di veicoli. I consigli di autoo.it, concessionario online specializzato nella compravendita di auto km 0, ci aiutano a mettere a confronto caratteristiche e differenze di queste due categorie di veicoli per aiutare i consumatori a fare la scelta migliore al momento dell’acquisto.

Partiamo innanzitutto dal definire le caratteristiche di queste due categorie. Le vetture km 0 sono vetture sostanzialmente nuove ma già immatricolate dal concessionario per poter raggiungere i propri target di vendita. Vengono dunque rivendute al cliente finale ad un prezzo inferiore rispetto a quello delle auto nuove (-20/30%) pur avendo percorso pochissimi chilometri, di solito meno di 100 e mai più di 200. Non vengono fatte circolare su strada e sono dunque conservate in condizioni perfette all’interno del concessionario per pochi mesi. Inoltre hanno solitamente una garanzia vicina ai 24 mesi, fornita sempre da Casa Madre come per le auto nuove.

Le auto aziendali sono invece quelle vetture acquistate da un’azienda per essere messe a disposizione dei propri dipendenti per specifici viaggi di lavoro o per un uso quotidiano. La modalità di acquisto di solito è il leasing e vengono generalmente utilizzate per uno o due anni (a volte di più) prima di essere rivendute attraverso lo stesso concessionario. Le aziende scelgono quest’opzione per avere un parco auto sempre nuovo ed allo stesso tempo per usufruire di sconti e promozioni per l’acquisto. A seconda dell’uso che ne viene fatto le auto aziendali possono arrivare a percorrere migliaia di chilometri all’anno (fino a 20 mila) o essere sfruttate in qualche modo come strategia di marketing per la visibilità o prova su strada.

La principale differenza tra auto km 0 ed auto aziendali balza subito agli occhi e sta nel numero di chilometri percorsi, che nel caso delle auto aziendali è molto elevato ed invece per le vetture km 0 è quasi nullo, come dice il nome stesso. Altra differenza importante è quella legata al prezzo. Le auto aziendali, vista l’usura a cui sono sottoposte, hanno di solito un prezzo di rivendita inferiore rispetto alle auto usate in generale, ma questo va per l’appunto a scapito delle loro condizioni.

In quando alla garanzia, le auto aziendali possono avere una garanzia fino a 24 mesi ma più spesso questa si attesta sui 12 mesi ed è dunque inferiore rispetto alle auto km 0. Dall’altro lato c’è da dire che spesso le auto aziendali sono accessoriate nel migliore dei modi, mentre una persona che si trova ad acquistare un’auto km zero dovrà “accontentarsi” di ciò che è disponibile in quel momento presso il concessionario, senza la possibilità di variare molto sul colore o sugli accessori, ma con il vantaggio della pronta consegna. Il presso dell’auto aziendale è più favorevole rispetto al Km zero, proprio a causa dell’uso e del periodo trascorso dall’immatricolazione.

Che si decida di acquistare un’auto km zero o un’auto aziendale, la raccomandazione è sempre la stessa, accertarsi con la massima cautela delle condizioni del veicolo prima di comprarlo. Da verificare ci sono innanzitutto il chilometraggio, le condizioni della carrozzeria e degli interni, il buon funzionamento delle parti meccaniche, il libretto di circolazione ed i tagliandi delle revisioni, in particolare per quanto riguarda le auto aziendali. Per effettuare questi controlli ci si può affidare ai concessionari che posseggono un team di esperti in grado di svolgere queste operazioni nel migliore dei modi.

 

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“Tanto tiampu fa”, l’album che Raffaella Caruso ha dedicato alla sua Calabria

COSENZA – L’artista calabrese RAFFAELLA CARUSO, omaggia la sua terra con il suo nuovo album “Tanto Tiampu fa” (Carren Production\IDM), che da venerdì 18 dicembre sarà disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming. L’album è una dedica dell’artista alla canzone popolare calabrese e alle tradizioni che le sono state tramandate fin dall’infanzia.

Prodotto da Renato Caruso e Domenico Scordamaglia presso il CabStudio Recording di Petilia Policastro in provincia di Crotone, “Tanto tiampu fa” è un album di dieci brani, dei quali sei sono inediti scritti da Raffaella Caruso e composti da Renato Caruso, uno è un brano strumentale composto da Renato Caruso, e tre sono cover di brani celebri della tradizione musicale calabrese.

«Ho sempre amato la musica popolare e cantare in dialetto. – racconta Raffaella Caruso -. Questo album è una rinascita per me, una dimostrazione che una passione può portarti a realizzare dei progetti che ti fanno stare bene e che ti danno l’opportunità di conoscere tante persone. Grazie al mio album ho lavorato al fianco di grandi musicisti e artisti che hanno arrangiato vari pezzi del mio album, in primis mio cugino Renato. “Tanto tiampu fa” è un cammino dentro il mondo della poesia, dove il tema del l’amore è al primo posto. Nell’album sono presenti tre cover che ho scelto di inserire in quanto a me care e che sono state riarrangiate in un maniera del tutto diversa da quella tradizionale».

Questa la tracklist del disco: 

“A musica”; “Calabrisella”; “Cu trenta carrini “; “Furtuna”; “Iddra nun sa” “Na Sirata i primavera”; “Ninna e dorme”; “Tanto tiampu fa”; “Tarantellina di Caruso”; “Tata ca muaru”; “Vita amara”.

“Cu trenta Carrini” e “Furtuna” sono due cover rispettivamente di Otello Profazio e di Elio Curtu, mentre “Tata Ca muaru” è un famoso brano della canzone popolare calabrese.

L’artista

Raffaella Caruso canta fin dalla giovane età di 10 anni, quando prende parte alle prime manifestazioni canore. Vanta un’esperienza decennale in gruppi e contesti di musica folkloristica calabrese. Dentista di professione, e mamma di quattro figli, non ha mai smesso di coltivare la propria passione per la musica. Lo scorso luglio, Raffaella ha rilasciato “Na Sirata I Primavera”, brano estratto dall’album in uscita.

Nuova canzone per il cantautore cosentino Gianni Costanzo

COSENZA – Ritorna in campo con una nuova canzone il cantautore cosentino Gianni Costanzo – Il giovane cantautore cosentino Gianni Costanzo, dopo il successo ottenuto durante il primo lockdown  con la canzone “Terra mia”, tra i più ascoltati della playlist “new generation” di Spotify, torna sulla scena in questi giorni con una Seconda canzone dal titolo“Penso ancora a te” . E’ il terzo singolo ed il secondo inedito del primo disco, “Sette”, del cantautore che ne comprende altri di altrettanta importanza su argomenti e sentimenti umani.

Anche per questo secondo brano, che può essere ascoltato, a partire da domani, giorno festivo dell’Immacolata, attraverso gli store digitali, ci sono state collaborazioni molto importanti, quali quella del compositore, arrangiatore e chitarrista Alessandro Guido, del contrabbassista Antonio De Luise, del pianista Giovanni Brunetti, del batterista Fabio Lizzani e del trombettista Rocco Riccelli.

Dopo l’esordio da cantautore con “Terra mia”, brano dedicato alla propria terra, con “Penso ancora a te” Gianni Costanzo parla di un uomo che prova ad allontanare un amore che, in fondo, lo ha già conquistato. Un sentimento così profondo   da riportarlo anche a distanza di tempo a momenti, sguardi, così travolgenti da non lasciargli altra scelta che viverlo.

Anche se a tratti può sembrare  nostalgico, il brano è soprattutto un omaggio ai sentimenti puri, veri, di quelli in grado di far superare anche i propri limiti e di cambiare in un istante il corso della vita.

Golpe Borghese, saggio Pellegrini nel 50° anniversario

COSENZA – In occasione dei cinquant’anni del tentato Golpe Borghese (7-8 dicembre 1970) Pellegrini editore propone il saggio “Il Golpe Borghese: Quarto grado di giudizio. La leadership di Gelli, il “golpista” Andreotti, i depistaggi della “Dottrina Maletti”.

L’autore è Fulvio Mazza, direttore dell’agenzia letteraria Bottega editoriale, nonché storico contemporaneista.

Grazie alla documentazione utilizzata (spesso inedita, prevalentemente proveniente dal Sid) emergerà il ruolo centrale di Licio Gelli e quello, ambiguo, di Giulio Andreotti. Riguardo a Gelli, affiorerà il fatto di aver ricoperto il più importante ruolo operativo: quello di guidare il commando che avrebbe dovuto rapire il presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat. Relativamente ad Andreotti, invece, emergerà come questi fosse il premier in pectore, designato dagli Usa, del governo golpista.

Il tutto si fermò, però, in seguito a una telefonata che Andreotti o Gelli, o entrambi (in ogni caso con finalità convergenti), fecero a Borghese inducendolo a diramare il “contrordine” che, nel pieno svolgimento dell’azione golpista, bloccò tutto.

Grazie alla documentazione rinvenuta risulterà altresì come il generale Gian Adelio Maletti e lo stesso ministro Andreotti minimizzarono e censurarono importanti parti dell’inchiesta portata avanti dal capitano Antonio Labruna.

In particolare si delineerà la “Dottrina Maletti”, ovvero le motivazioni che indussero i vertici istituzionali a salvare molti golpisti legati agli apparati dello Stato. Da qui il fallimento processuale, al quale diede un fondamentale apporto anche l’azione minimizzatrice svolta dal più andreottiano di tutti i magistrati italiani: Claudio Vitalone.

Per verificare i depistaggi, si è fatta chiarezza sui vari “Malloppi” documentari, iniziando dalla loro stessa denominazione in “Malloppo originario”, “Malloppastro” (e non “Malloppone”) e “Malloppini”.

Fra gli altri aspetti di particolare interesse, si evidenzierà uno dei punti più delicati della storia degli anni Sessanta-Ottanta: la “Strategia della tensione”, la cui esistenza, per molti anni, è stata messa in dubbio da chi riteneva che gli attentati e le stragi fossero stati opera di iniziative personali o, comunque, di coordinamento breve. Emergerà invece chiaramente, grazie a una relazione inedita del Sid, come dietro ai diversi attacchi ci fosse un disegno preordinato. Emblematici, in tal senso, saranno i riferimenti al pestaggio dei marinai spezzini attuato dai neofascisti e fatto attribuire alla sinistra.

Dal libro emergeranno inoltre diversi punti ancora oscuri: primo fra tutti quello del probabile assassinio dello stesso Borghese, il cui imminente rientro in Italia dall’esilio spagnolo dava preoccupazioni a molti militari e politici italiani.

Fra gli altri elementi enigmatici si indicheranno le connessioni con la scomparsa di Mauro De Mauro (ex legionario della X Mas), il falso giudiziario relativo alla denuncia fatta dal Sid in Procura, il ruolo di finanziatore svolto da Michele Sindona, il funzionamento del “Piano antinsurrezionale” e tanto altro. La Cassazione, però, mandò tutti assolti e, in questo senso, il libro si pone come un provocatorio “Quarto grado di giudizio”.

L’autore, oltre che per la Pellegrini, ha scritto, negli anni, per Esi, Franco Angeli, Laterza, Rubbettino, Treccani.

Da Brunori a Mannarino, “La leva cantautorale degli anni Zero” compie 10 anni

COSENZA – Era la fotografia del meglio della nuova canzone d’autore di inizio millennio. Si intitolava “La leva cantautorale degli anni Zero” e nasceva esattamente dieci anni fa, nel novembre 2010, per valorizzare una scena musicale che stava muovendo i primi passi, una nuova generazione di artisti che andava da Mannarino a Brunori Sas, da Erica Mou a Dente e a molti altri. Trentasei in tutto.

Un progetto che comprendeva un doppio album con loro canzoni inedite pubblicato da Ala Bianca, un tour di una quindicina di date in importanti luoghi e rassegne, un sito dedicato ( www.rockol.it/la-leva-cantautorale) e varie altre iniziative promozionali e artistiche proseguite sino all’ottobre 2011.

Metteva insieme trentasei artisti molto diversi uno dall’altro: Amor Fou, Andhira, Beatrice Antolini, Banda Elastica Pellizza, Bastian Contrario, Giovanni Block, Brunori Sas, Roberta Carrieri, Matteo Castellano, Cordepazze, Giorgia Del Mese, Denise, Dente, Roberta Di Lorenzo, Farabrutto, Giancarlo Frigieri, Dino Fumaretto, Giua, Ettore Giuradei, Granturismo, Alessandro Orlando Graziano, Simona Gretchen, Jang Senato, Samuel Katarro, Patrizia Laquidara, Alessio Lega, Maler, Mannarino, Mariposa, Erica Mou, Nobraino, Petrina, Piji, Giuseppe Righini, Paolo Simoni, Zibba.

La leva cantautorale degli anni Zero” era stata ideata e curata da Enrico Deregibus con la direzione artistica di Enrico de Angelis per il Club Tenco e Giordano Sangiorgi per il Mei, la produzione di Toni Verona per Ala Bianca, i media-partner Rockol e Radio 2 Rai.

Un’iniziativa che ha avuto riscontri notevoli, che è diventata un modo di dire, che ha solcato l’Italia per un anno ed ha lasciato tracce in quelli successivi.

«Era stata una gran bella esperienza, un anno di lavoro credo fruttuoso in cui avevo coinvolto festival, aziende, radio, testate giornalistiche, enti ed associazioni di vario tipo. Vorrei ricordare in particolare Gerardo Panno, che con Radio2 diede una bella spinta al progetto e che ora non c’è più. Sarebbe bello che gli artisti allora coinvolti volessero ricordare quell’iniziativa in qualche modo. Come? Non so, lancio l’idea, vediamo che succede», ricorda Enrico Deregibus.

La Leva aveva fatto tappa l’11 e 12 novembre a Sanremo al Premio Tenco, il 28 novembre a Faenza al Mei, il 13 dicembre a Milano nell’ambito di Rockfiles, la trasmissione di Ezio Guaitamacchi su Radiolifegate, il 6 gennaio a Milano alla Casa 139, il 19 gennaio a Roma al The Place, il 21 gennaio a Roma per una serata dal vivo su Radio2 dalla Sala A di Via Asiago, il 29 gennaio a Torino al FolkClub di Torino, il 12 febbraio a Santa Margherita Ligure per il Premio Bindi edizione “Winter”, il 18 febbraio a Milano all’Auditorium di Radio Popolare, il 30 aprile a Loano (Sv), il 16 maggio a Torino al Salone del libro, il 3 agosto a Rapallo (Ge) nell’ambito del Premio Via del Campo, il 12 agosto a Breno (Bs) nell’ambito del festival “Dallo sciamano allo showman”, il 15 settembre ad Aversa (CE) all’Auditorium Bianca d’Aponte, il 24 settembre a Faenza nell’ambito di “Il Mei presenta Supersound”.

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”. In libreria la salvezza del Cosenza raccontata da Francesco De Filippo

COSENZA – Edito da Edizioni Erranti, arriva sugli scaffali delle librerie il libro sulla salvezza del Cosenza nella fase post-lockdown. A scriverlo il sociologo e giornalista Francesco De Filippo, direttore responsabile de ilpendolo.it. Una cronaca puntuale e dettagliata che parte dalla ripresa del Campionato sino alla partita decisiva contro la Juve Stabia.

E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE. L’incredibile salvezza del Cosenza nel silenzio degli Stadi”: questo il titolo scelto dall’autore.

Ad impreziosire la narrazione della miracolosa impresa della squadra rossoblù, le interviste esclusive al calciatore cosentino Luca Garritano e al tecnico dei rossoblù Roberto Occhiuzzi, ricche di aneddoti e particolari che svelano il dietro le quinte di una delle vicende più entusiasmanti della storia del calcio cosentino. Le conclusioni, invece, sono state affidate al giornalista nonché tifosissimo dei Lupi, Claudio Dionesalvi, e riportano la descrizione di una sorta di pellegrinaggio votivo al Santuario del glorioso San Francesco di Paola, in segno di devozione e gratitudine per la salvezza conquistata.

Un libro che farà rivivere, a tutti i tifosi rossoblù, le emozioni più belle e significative scaturite nell’arco delle 10 partite che hanno permesso alla squadra la permanenza in Serie B.

«In un calcio recluso dalla pandemia – spiega l’autore – ho ritenuto opportuno documentare le vicende di quella che resta un’esperienza esaltante. Mio malgrado, considero un privilegio aver avuto la possibilità di assistere in tribuna stampa al capolavoro realizzato dalla squadra di Occhiuzzi. Offro, quindi, questa mia cronistoria a quanti, fuori dalla Stadio, ma dentro il vortice della passione per il Cosenza, vorranno conservare testimonianza di questo straordinario ed inatteso risultato, conseguito al di là delle più ottimistiche attese o previsioni».

Il libro è disponibile presso le librerie Mondadori e Ubik di Cosenza oppure sullo store della casa editrice (clicca qui).

L’autore

Sociologo e giornalista. Direttore Responsabile della testata online ilpendolo.it. Collaboratore di periodici d’informazione, si occupa di Comunicazione Istituzionale nella Pubblica Amministrazione.

Gli Upside Down rilanciano: esce “Bella come Cosenza II”

COSENZA – È un atto secondo quello degli Upside Down, che dopo il remix di “Sei bella come Roma” di Dandy Turner, da loro tramutato in “Bella come Cosenza”, adesso sfornano una nuova hit, completamente inedita ma sempre dedicata alla città dei Bruzi: “Bella come Cosenza II”.

Gli Upside Down sono un collettivo musicale composto da cinque giovani artisti della costa tirrenica cosentina, si dividono tra Amantea e Campora San Giovanni. Kevin (Masa Beibe), Andrea (AT Seven), Luca (Kolte), Alessandro (Dex) e Francesco (Tze), più che un collettivo sono una famiglia, e insieme condividono la loro passione per la musica.

“Bella come Cosenza II” arriva come progetto musicale di Masa Beibe e vede il featuring con ATSeven. Il beat invece è una produzione originale di Dex.

Il brano è già presente su tutte le piattaforme digitali.

Un ritmo fresco e allegro che proprio per il suo beat coinvolgente arriva dritto all’orecchio dell’ascoltatore. «Questo brano vuole trasmettere ai calabresi, e non solo a loro, il nostro attaccamento alle nostre origini. Nonostante Cosenza  non sia una metropoli come altre città italiane citate nel testo, vogliamo far capire che non ha nulla da invidiare a nessun altro posto» dicono i due artisti.

Il video, girato da Divulgazione Productions, mostra le bellezze della città, specialmente del centro storico, spesso attrattiva per molti turisti. 

«Volevamo far vedere ciò che di bello abbiamo a Cosenza, i monumenti più importanti e i luoghi simbolo» dice Masa Beibe. «Ma soprattutto abbiamo voluto mostrare tutto con gli occhi dei ragazzi che ci vivono». Al video infatti (realizzato prima dell’ultimo Dpcm e rispettando tutte le norme di sicurezza anti covid) hanno partecipato tanti ragazzi cosentini che hanno creduto nel progetto musicale dei giovani artisti. «Un ringraziamento – dicono i ragazzi – va a tutte le persone che hanno partecipato al video ed hanno dedicato una parte della loro giornata a noi, a chi ha preso a cuore la nostra musica, a chi ci supporta giorno per giorno senza farci mai sentire soli».

«Noi non abbiamo mai aspirato a qualcosa di grande – dicono – perché sappiamo che fare gli artisti al giorno d’oggi non è facile. Abbiamo preso a cuore questo progetto perché rappresenta una parte del nostro sogno, essere ascoltati da tante persone, specialmente a noi vicine, della nostra comunità». E se qualche mese fa “Bella come Cosenza” aveva riscosso tantissimo successo, ed era arrivata anche all’attenzione del sindaco della città Mario Occhiuto, per “Bella come Cosenza II” l’auspicio è che «vada ancora meglio della prima parte, e che magari ci apra le porte per il mondo musicale dei “grandi”, e che, perché no, diventi l’inno della nostra città».

Nasce Glicine, trimestrale culturale digitale

PIANOPOLI (CZ) – «Alla ricerca della purezza perduta – si legge nella nota – nasce “Glicine“, il trimestrale digitale dell’omonima associazione di promozione sociale».

Tra le pagine del primo numero le bellezze di Fiumefreddo Bruzio e cosa lega il borgo calabrese al pittore Salvatore Fiume. Ma anche un’occhiata alle serie tv più interessanti dell’autunno, un viaggio nella piccola e media editoria alla scoperta di Tuga Edizioni e ancora alcuni consigli letterari per “curare” la vanità.

E poi tanto spazio ai libri con le recensioni di “Nel silenzio delle nostre parole” (DeA Planeta) di Simona Sparaco, “La risata del barbaro” (Voland) di Sema Kaygusuz e “Il grande me” (Fazi) di Anna Giurickovic Dato. E ancora un salto indietro alla tradizione ottocentesca del feuilleton con “La morte di Ivan Il’ič” di Lev Tolstoj e l’intervista esclusiva allo scrittore Domenico Dara incentrata su “Malinverno” (Feltrinelli), la sua ultima fatica letteraria.

La copertina, infine, è dedicata ad Amedeo Modigliani, a cento anni dalla scomparsa, e alla sua musa Lunia Czechowska.

“Glicine”, il cui costo è di 1 €, è scaricabile sul sito glicineassociazione.com  

 

Fabio Curto, online il videoclip di “La terra dei nostri figli”

ACRI (CS) – E’ online da mercoledì 18 novembre, il videoclip del nuovo singolo di Fabio Curto feat. Cisco & Fry, intitolato “LA TERRA DEI MIEI FIGLI”.

Link al videoclip su YouTube: https://youtu.be/a9zW5HuKKvE

Dopo il trionfo a Musicultura 2020, in cui è stato decretato Vincitore Assoluto con il singolo “Domenica”, il cantautore e polistrumentista, lo scorso 13 novembre, ha pubblicato un nuovo brano, preludio al prossimo lavoro di inediti, al quale si accompagna ora il videoclip, in cui Fabio Curto continua a celebrare le bellezze della sua terra, la Calabria.

“La Terra dei miei Figli – IL BRANO

“La Terra dei miei Figli” è ispirato a una storia vera, al sogno di un padre e di una madre rivolto ad una vita libera, in armonia con il duro lavoro, l’alternarsi delle stagioni, gli animali e la saggezza della natura in tutta la sua maestosa bellezza. Il taglio folk vigoroso e melanconico, reso tale anche grazie alla presenza di colonne portanti del folk italiano come Cisco e Fry, accompagna attimi di quella preziosa avventura rimasta ora nelle mani dei propri figli come una fiaccola accesa nella notte, quella notte che “prima o dopo passerà” mentre il vento corre ed il tempo sorride ai ricordi anche quando la mancanza trascina il cuore in mezzo alla tempesta.

Performer dal grande talento, già vincitore di “The Voice of Italy” nel 2015, Fabio Curto ha all’attivo un EP, un album di inediti, numerosi premi e moltissimi concerti in tutto il mondo, a testimonianza di un’urgente e costante attività live che lo ha portato negli anni ad esibirsi in festival internazionali quali il “Pizza Fest Toronto 2018” (Canada), l’“Italian National Ball 2018” (Australia), il Festival Internazionale delle Arti in Bielorussia, fino a piazze come il Teatro del Cremlino di Mosca.