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Sarà presentato anche in Calabria il libro “Uno scoglio chiamato Lampedusa”. L’evento a Piano Lago

PIANO LAGO (CS) – Sarà presentato anche in Calabria il libro “UNO SCOGLIO CHIAMATO LAMPEDUSA/A ROCK CALLED LAMPEDUSA” (LIBRO-MOSTRA FOTOGRAFICA-INCONTRI E SCAMBI CULTURALI) presso la libreria Mondadori di Piano Lago, sabato 6 maggio alle 17.30

Tutto nasce dall’amore verso l’isola di Lampedusa che, come ha affascinato le autrici friulane, così è stato pure per la cosentina Clelia Gelsomino che ha voluto fortemente organizzare la presentazione del testo per far conoscere l’isola anche qui in Calabria e rendere giustizia ad un territorio straordinario come Lampedusa, troppo spesso associata solo ed unicamente agli sbarchi dei migranti.

L’isola di Lampedusa è, da diversi anni, salita agli onori della cronaca nazionale ed internazionale quale approdo, nelle alterne fortune e vicende, di migranti provenienti dal Nord Africa.

Il focus della stampa e di alcune importanti produzioni culturali sull’isola ha dato vita ed alimentato un’associazione sbarchi-Lampedusa, al punto di diffondere, nell’immaginario collettivo, l’idea di un territorio “occupato” da migranti, caratterizzato da avvistamenti, sbarchi, tragedie e privo di una vita ed identità che prescindano da questi. La conoscenza della straordinaria bellezza paesaggistico-ambientale dell’isola è riservata a chi vi abita e a chi l’ha visitata. Sonia Fattori(fotografie) e Marta Daneluzzi (testi), entrambe friulane, di fronte ai colori di Lampedusa, alla sua luce, alla sua vegetazione e al suo mare, restano estasiate. Alla conquista degli occhi, segue immediatamente quella del cuore. È l’effetto della gentilezza, attenzioni ed accoglienza che la gente di Lampedusa ha riservato loro.

Viaggio dopo viaggio, approfondendo la conoscenza dell’isola e dei suoi abitanti, prendono consapevolezza della peculiarità della vita su un territorio così lontano dallo Stato a cui appartiene e delle difficoltà che gli isolani devono affrontare quotidianamente. Di qui, e soprattutto dopo la realizzazione della multivisione “Dusa nel mare”, che, proiettata in varie zone di Italia, raccoglie lo stupore degli spettatori per l’inattesa bellezza della natura dell’isola, nasce il progetto “Uno scoglio chiamato Lampedusa/A rock called Lampedusa”. L’intenzione di fondo è quella di rendere giustizia al particolare fascino di Lampedusa, “o scogghiu”, lo scoglio, come la chiamano affettuosamente i suoi abitanti, e ringraziare per l’accoglienza ricevuta, promuovendone la conoscenza e sostenendo l’Associazione culturale musicale Lipadusa, responsabile, con non poche difficoltà, della rinascita culturale dell’isola e la promozione dell’educazione musicale per le nuove generazioni. I proventi della vendita del libro sono, infatti, destinati all’Associazione.

LE AUTRICI:

SONIA FATTORI, imprenditrice, è sempre stata attratta dalla fotografia, dalla possibilità di fermare un momento, fissare un’immagine, un sentimento. La sua ricerca fotografica trova la massima espressione e nella multivisione: una forma di espressione artistica basata sull’unione di fotografia, musica, talvolta anche di testi scritti o narrati. Dal 2008 al 2016, nei villaggi del Mali e nei campi profughi in Burkina Faso, nonostante la pesantezza della quotidianità, ha fissato immagini delicate e, attraverso la vendita delle stesse, ha sostenuto il “Progetto Mali” per la costruzione di pozzi d’acqua e una scuola in Mali. Dal 2015 al 2019 a Lampedusa, in India e in parte dell’Europa ha realizzato diversi reportage e multivisioni presentati in Italia e all’estero (Udine, Trevignano di Falzé, Lampedusa, Malta, Parigi, Bilbao, Brasilia…)

MARTA DANELUZZI, laureata in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e si occupa di formazione e comunicazione. Ha lavorato (dal 1999 al 2012) come speaker radiofonica (Radio 4 Network (TS); Radio Baccano (UD); Radio Fantasy (UD)) e presta la voce a spot e redazionali. Ha scritto per il mensile “Realtà Industriale” dal 2012 al 2015 e, attualmente, per “ND Natura Docet: La natura insegna”. È co-sceneggiatrice del docu-film “La voce di Impastato” (2013) e ha collaborato alla realizzazione di diversi eventi in qualità di presentatrice/moderatrice e/o ufficio stampa (Dialoghi (Go); Fa-re per l’Emilia (San Giorgio di Nogaro); Vicino-Lontano (UD-lezione di giornalismo in carcere); Il Festival dei cuori (Tarcento); Cormons Libri; Mondo Armonico (Povoletto-Udine-Cividale); Mostra Elia Falaschi (Camera dei Deputati-Roma) …). Con Sonia Fattori collabora da anni, scrivendo i testi a corredo di alcune sue mostre (“Io, il pescatore e la laguna”; “Identidades ameaçadas”) e opere multivisive (“Interferenze”; “Dusa nel mare”).

 

ULTERIORI INFORMAZIONI, CONTATTI E LINK

Per ulteriori informazioni sulle opere fotografiche ed esposizioni di Sonia Fattori, si rimanda al sito: www.soniafattori.it

CONTATTI:

SONIA FATTORI mail to: info@soniafattori.it Mobile: 347.5280011

MARTA DANELUZZI mail to: martadaneluzzi@gmail.com Mobile: 380.6571587

 

LINK:

La pagina Facebook del libro:

https://www.facebook.com/unoscogliochiamatolampedusa

Rassegna stampa nazionale:

https://www.agrigentonotizie.it/cronaca/scoglio-chiamato-lampedusa-libro-mostra-.html https://www.nordest24.it/presentazione-da-tutto-esaurito-per-uno-scoglio-chiamato-lampedusa/?fbclid=IwAR2kpcgnKjvsW5jFAzhfEAmDihtTernC3yhQBXz9aJVUxGUE9wL5OTE pgVQ#

https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/uno-scoglio-chiamato-lampedusa-a-villa-de-claricini/2/270878?fbclid=IwAR2dtRvHxFr5jYLDVzDtpWgzLFYGWSKwTJ6z8hEqC7t-j0fjwTl9SS2QJMA

 https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/due-artiste-friulane-protagoniste-di–uno-scoglio-chiamato-lampedusa/6/269180?fbclid=IwAR3ErY8wtYCsIy_j5o3gpdtx9NsCOlDDM5UWOn4M-1iqWH_A_afTpUEmVew

 

Rassegna stampa internazionale:

https://www.dodho.com/photobook-where-italy-and-europe-begin-a-rock-called-lampedusa-by-sonia-fattori/?fbclid=IwAR0orIRFaICxtbdUoqrli4B8LdRhUYd57aSUBKcpc6LBH-J1fAkSfEpqH

 

“La Battaglia di Beatrice”: diario di una guarigione fra fiducia nella medicina e fede

Raccoglie consensi “La battaglia di Beatrice. Diario di una Guerriera", edito da Pellegrini editore.

Il libro, scritto dalla cosentina Mariacristina Zangari per raccontare la storia della sua secondogenita Beatrice, è un diario coraggioso, ma soprattutto vero, di un percorso di guarigione che diventa testimonianza di grande fiducia nella medicina, nell’amore, oltre che di una profonda fede.

La storia 

Beatrice, una bambina di soli quattro anni, figlia di musicisti e amante, in particolare, del canto e del violino, si ammala all’improvviso di leucemia. Dalla Calabria, e precisamente da Acri (Cs), la sua famiglia raggiunge immediatamente l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, dove la piccola guarisce grazie alle cure di medici eccellenti. Durante il ricovero i suoi genitori trasformano ogni difficoltà in gioco, non lasciando trapelare mai le preoccupazioni e il dolore da cui sono afflitti, e consentendo in questo modo che la bambina conservi il suo meraviglioso sorriso. Da questa toccante e difficile vicenda, nasce nella mamma di Beatrice la convinzione che attraverso la scrittura sia possibile ritrovare una parvenza di normalità. Il discorso, a questo punto, si allarga fino ad analizzare il contenuto di questa parola e il suo riflesso nella quotidianità. Con alcune domande di fondo che fanno riflettere. Cos’è la normalità nelle nostre vite? È normale lamentarsi perché ci si annoia, perché non si è abbastanza soddisfatti della propria vita, perché tutto sembra dovuto, perché ci si sente stanchi?

Per Beatrice e la sua famiglia, dopo aver conosciuto un mondo parallelo purtroppo molto affollato, appunto quello della malattia, ciò che più conta è godere pienamente della “seconda vita” che li vede fortunatamente protagonisti.

Una rinascita esistenziale che apre lo sguardo e il cuore a quanto di bello ci circonda, lontano da egoismi e protagonismi. Insomma, la battaglia contro il mostro, che Beatrice (amorevolmente aiutata dai suoi genitori) ha combattuto e vinto, offre a tutti l’opportunità di osservare il mondo da un altro punto di vista; di scoprire quanta ricchezza umana e profondità di valori esistono dove non siamo abituati a guardare.

Perché la vita – è questo il messaggio centrale di questo libro – rappresenta un dono che occorre imparare ad apprezzare, a proteggere, ad alimentare con semplici atti d’amore. 

Il ricavato del libro spettante all’autore sarà devoluto alla Fondazione Bambin Gesù di Roma in segno di riconoscenza dei genitori di Beatrice per le cure date alla figlia. 

A Cosenza la Maccaroni Chef Academy polo attrattivo per turismo esperienziale

COSENZA – A Cosenza, in pieno centro città, la Maccaroni Chef Academy, Accademia di cucina tradizionale, si conferma polo attrattivo per il turismo esperienziale ed enogastronomico. “Dal 2017”, afferma il manager Corrado Rossi, “siamo contattati da molti tour operator per i “cooking lab”. C’è un grande lavoro di programmazione dietro fatto di incontri e call, anche notturni dato il fuso orario, con tour operator per valutare l’esperienza culinaria più adatta”. I viaggiatori sono sempre più alla ricerca di un’esperienza immersiva, che li porti a conoscere un posto dall’interno e nella sua autenticità, nell’intimo delle sue tradizioni.

“Amiamo ciò che facciamo, trasmettere la nostra tradizione ci viene quasi spontaneo”. Solitamente il tour continua per Tropea, la nostra “esperienza” è solo una tappa che dura circa 3 ore, giusto il tempo “di impastare”. Negli anni abbiamo ospitato americani, tedeschi ma soprattutto giapponesi e cinesi, conserviamo le loro dediche sui nostri grembiuli, tanti sono stati i “cheese” scattati in Accademia”, racconta Rossi.

E’ tanta la voglia di indossare il grembiule e di mettersi ai fornelli, fatto sta che l’expérience della pasta fresca in genere si conclude con un pranzo: i turisti mangiano ciò che hanno fatto da soli, dopo aver dosando, sotto la guida attenta degli chef, olio d’oliva, patate, pasta, caciocavallo e sale per la quotatissima “pasta e patate ara tijeddra”. “La difficoltà più grande? Non è tanto quella di insegnargli a preparare la ricetta ma quella di insegnargli a pronunciare correttamente la parola “Tijeddra”, appunto. Siamo orgogliosi di aver creato negli anni qualcosa di unico, che oggi ci viene riconosciuto dai sorrisi dei tanti visitatori che annualmente “assaggiano” un po’ della nostra tradizione. La stagione è appena iniziata e non vediamo l’ora di dare il nostro “Huānyíng”(benvenuto) agli ospiti d’oltreoceano”, anticipa il manager calabrese.

“Il più grande viaggiatore di tutti i tempi, Ulisse, lo sapeva già: è per questo che Dante, pellegrino celeberrimo, gli ha messo in bocca i famosi versi. Niente riuscì a vincere dentro Ulisse “l’ardore” di “divenir del mondo esperto, /e de li vizi umani e del valore” e così esortò i suoi compagni: “non vogliate negar l’esperienza”(…)“fatti non foste a viver come bruti,/ma per seguir virtute e canoscenza”. I tempi sono cambiati, il viaggiatore è diventato un turista, e scomodare Ulisse e Dante è certamente una provocazione. Ma quella voglia di “divenir del mondo esperto” e di “non negar l’esperienza” sta tornando in auge. Oggi più che mai. Per questo motivo parliamo di turismo esperienziale”.

Gelato Festival World Masters, il premio al calabrese Fabio Taverna con il gusto al torrone croccante

GIOIA TAURO (RC) – “Un gelato al torrone croccante tradizionale, che racconta – nella sua semplicità – la nostra storia fatta soprattutto di torrone. La mia base? Con cannella in infusione e variegato con il torrone croccante”. Fabio Taverna è il vincitore della seconda tappa del nuovo tour calabro di Gelato Festival World Masters per il 2022-2025 con il Carpigiani Challenge in programma a Gioia Tauro nella sede di Vadalà Due, concessionario Carpigiani, valevole per le selezioni mondiali che eleggeranno il miglior gelatiere nel 2025.

Al secondo posto, un giovane pasticcere di Palmi, Carmelo Costantino. Sul podio anche l’altro pasticcere Francesco Riggio.

L’evento ha visto partecipare 12 gelatieri da tutta la provincia. La sfida tra gelatieri, valevole per la prima semifinale italiana prevista nel 2023, è organizzata con il supporto strategico di Sigep – Italian Exhibition Group e Gelato Festival. “Obiettivo della giornata era quello di decretare l’accesso alla prossima semifinale italiana di “Gelato Festival World Masters”, il campionato mondiale che seleziona i migliori gelatieri dei 5 continenti in un percorso di 4 anni”, racconta Taverna.

Durante la giornata della competizione si prepara la propria ricetta nel laboratorio messo a disposizione dall’organizzazione e, a fine pomeriggio, si sottopongono le vaschette a una giuria composta da professionisti del settore gastronomico, giornalisti e chef locali. I 3 vincitori dell’evento di Reggio Calabria accedono quindi al prossimo Carpigiani Day, la semifinale italiana di Gelato Festival World Masters in programma nel 2023 all’interno del campus della Carpigiani Gelato University, la scuola internazionale dei gelatieri di successo che ogni anno accoglie 7.000 studenti in 15 campus in 4 continenti. 

Con l’edizione 2022-25 Gelato Festival World Masters arriva al tredicesimo anno di attività, avendo debuttato a Firenze nel 2010 ispirandosi all’ideazione della prima ricetta di gelato per mano del poliedrico architetto Bernardo Buontalenti nel 1559. Da allora la manifestazione ha allargato i propri confini espandendosi prima nel resto d’Italia, poi in Europa e – dal 2017 – anche negli Stati Uniti, prima di abbracciare tutto il pianeta con il campionato mondiale del Gelato Festival World Masters che con l’edizione 2017-2021 ha coinvolto oltre 3.500 gelatieri.

Soddisfazione piena è stata espressa da Conpait Calabria, di cui Taverna fa pienamente parte attiva, che punta, sempre più, ad elevare la qualità e la formazione tra i pasticceri italiani.

Cosenza, scoperto un condotto fognario risalente al 1820

COSENZA – “Nella città di Cosenza, nei primi anni del XIX secolo l’Amministrazione cittadina iniziò a discutere di alcune importanti opere pubbliche, realizzate solo alcuni decenni dopo. Tra questi il teatro, il cimitero e i condotti sotterranei. Da alcuni documenti conservati presso l’Archivio di Stato, emerge come l’amministrazione cittadina dell’epoca iniziasse a pensare a delle importanti opere per migliorare la vita dei cosentini. Nel 1811 si tornò a discutere di questa e varie altre opere da realizzare. In particolare si parlava della “restaurazione e formazione de’ condotti sotterranei, come anche quelle di un pubblico cimitero, un Teatro, ed i lumi di riverbero, per illuminare la città in tempo di notte”. Opere importanti dunque. I condotti erano un sistema di incanalamento delle acque. Fonte:Lorenzo Coscarella, Lavori in città agli inizi dell’800, in “Parola di Vita”, 22 febbraio 2018, p. 10. Condotte di incanalamento che poi sarebbero diventate condotte Fognarie. Noi vogliamo scoprire e mappare i condotti storici fognari della città”. Lo dichiara il Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata.

Roulette online: regole e consigli per giocare online

Il gioco della roulette risulta spesso molto affascinante, sia per i giocatori sia per il pubblico in generale. Film celebri lo hanno collegato spesso a contesti ricchi di charme e attrattiva, casinò esclusivi, in cui giocatori in abiti eleganti si cimentano con il colpo della vita. Fino a pochi anni fa, l’unica possibilità per giocare alla roulette era quella di recarsi in uno dei quattro casinò tradizionali presenti sul nostro territorio: quello di Sanremo, quello di Saint Vincent, il casinò di Venezia il casinò di Campione d’Italia. 

 

Oggi grazie alla legalizzazione del gioco d’azzardo, i siti roulette online sono accessibili a chiunque, anche tramite app sul proprio smartphone o tablet. In questo modo questo gioco è alla portata di tutti. Approfondiamo quindi le regole per giocare ai tavoli proposti sui migliori siti, indicati anche su www.laroulette.net.

 

La scelta del portale per giocare in sicurezza

 

La prima regola per chi si approccia da principiante al gioco della roulette è quella di scegliere il sito più adatto. In Italia le migliori roulette online sono proposte da siti legali, che permettono di giocare in sicurezza, senza rischi per i propri soldi. Si tratta di operatori in possesso della licenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che quindi operano sotto il controllo dello Stato, nel rispetto della legge. L’elenco di questi siti è riportato sul portale ufficiale dell’Agenzia, essi inoltre possono essere riconosciuti anche dalla presenza del logo ADM sulla pagina del sito e dal numero di licenza.

 

Rivolgersi esclusivamente ai siti legali permette di giocare su tavoli certificati, che garantiscono un funzionamento equo. Inoltre questi sono gli unici portali che offrono certezza anche sul pagamento delle vincite e propongono ambienti in cui ci si può divertire in maniera responsabile. Per poter cominciare a giocare è necessario essere maggiorenni e compilare un form di registrazione che prevede anche l’invio del proprio documento di identità. Dopodiché si dovrà effettuare una ricarica del conto di gioco con uno dei metodi di pagamento previsti.

 

Le regole delle roulette online

Sui siti di gioco è possibile trovare tante proposte, tra cui ricercare la miglior roulette online in base alle proprie esigenze. I vari portali, offrono la roulette nella versione europea, quella americana, quella francese. Si tratta delle tre varianti principali di questo gioco, che propongono le regole base.

 

Nella roulette francese e in quella europea sono presenti 37 caselle. Queste corrispondono a un tabellone con i numeri da 1 a 36, a cui si aggiunge lo zero. Per puntare basta selezionare il valore della propria fiche utilizzando gli strumenti del software online. Con l’aiuto del mouse si potrà piazzare la fiche sul numero prescelto, o su gruppi di numeri.

 

Oltre alle puntate interne, che riguardano i numeri singoli o piccoli gruppi di numeri, è possibile piazzare puntate esterne. Si chiamano così perché sono al di fuori del tabellone numerico e comprendono gruppi più ampi di numeri, su cui si punta contemporaneamente. Ad esempio vi sono le puntate semplici, che permettono di puntare sui seguenti gruppi:

  • Pari o dispari
  • Rosso o nero
  • Numeri bassi (da 1 a 18) o alti (da 19 a 36)

 

Le puntate esterne invece permettono anche di puntare su gruppi di 12 numeri, coprendo quindi un terzo del tabellone. Questi possono corrispondere alla prima, seconda o terza dozzina, oppure ai numeri compresi nella prima, seconda o terza colonna del tabellone. Una volta piazzata la propria puntata, il gioco prosegue con la pallina che gira sulla ruota e si ferma in un determinato slot. In base al risultato viene effettuato l’eventuale pagamento delle puntate. Questo ovviamente varia a seconda del tipo di puntata effettuata.

 

Il numero singolo viene pagato 1 a 35, le puntate semplici (pari o dispari, alti o bassi, rosso o nero) vengono pagate 1 a 1. Nel mezzo vi sono tutte le altre puntate che vengono pagate in base alla loro probabilità di uscita. Per chi si approccia al gioco per la prima volta, la migliore roulette online è senza dubbio una delle versioni base, con regole semplici. Ricordiamo che ogni tavolo è corredato dal proprio regolamento, da leggere sempre con attenzione prima di cominciare a giocare.

 

I pasticceri calabresi impegnati nelle scuole alberghiere della regione per corsi di alta specializzazione

COSENZA – Quale migliore strada se non quella diretta delle scuole alberghiere di tutta la Calabria? Conpait, la confederazione dei pasticceri, ha inteso promuovere corsi di alta formazione in pasticceria, rivolgendosi proprio agli studenti. Prima tappa al “Giuseppe Renda” di Polistena, altri seguiranno nelle prossime settimane.

“Il corso è stato intensivo, pomeridiano. Abbiamo trattato il cioccolato, facendo una panoramica completa della sua storia, la provenienza del cacao e soprattutto come avviene la lavorazione. In ultimo, parlando di “temperaggio”, si è fatta una dimostrazione pratica, dove gli studenti hanno provato materialmente, le tecniche studiate nella parte teorica. Una esperienza sorprendente, molto interessante, quando sono coinvolti, i ragazzi rispondono bene”, hanno rimarcato i pasticceri protagonisti dell’iniziativa.

“Conpait è impegnata verso il mondo della scuola. L’obiettivo del nostro progetto è chiarissimo”, hanno testimoniato i maestri pasticceri Fabio Taverna e Emanuele Scionti, docenti impegnati nei corsi. Entusiasti, ovviamente, i dirigenti scolastici che aprono le porte dell’istruzione. Il dirigente del renda, ad esempio, il prof. Antonio D’Alterio, ha parlato di “concrete opportunità di crescita”, riservate a 60 studenti meritevoli, “nell’ambito di una sempre maggiore tendenza alla riqualificazione delle professioni che la scuola intende perseguire”. Oltre al prof. Fusco, coordinatori del corso sono i docenti Pugliese e Carneri.

Sinergia e collaborazione, dunque. Parole chiavi per la crescita della professione e per innestare, nei giovani, la volontà al lavoro di pasticcere. Molti maestri pasticceri sono impegnati nelle lezioni teoriche e pratiche con l’utilizzo delle macchine messe a disposizione dagli Istituti calabresi. Dalla cioccolateria ai lievitati fino al marketing ed alla comunicazione ed alla scienza e natura degli alimenti. Partnership importanti, a livello nazionale, che certamente accresceranno la qualità formativa.

Le sette vite di Ettore Majorana ne “L’atomo inquieto” di Mimmo Gangemi. Le attività culturali in programma

COSENZA – Un libro particolarmente intenso, tra la spy-story e il romanzo psicologico e interiore, e che cerca, senza pretese di esaustività, di dare un contributo di immaginazione e insieme di credibilità ad un mistero che si è sempre più infittito negli ultimi 85 anni e che riguarda la misteriosa scomparsa o sparizione del fisico Ettore Majorana, uno dei ragazzi di via Panisperna il cui mentore assoluto era Enrico Fermi.

Il libro è “L’atomo inquieto”, edito da Solferino e a scriverlo è stato Mimmo Gangemi, il noto scrittore di  Santa Cristina d’Aspromonte che ha regalato ai suoi lettori pagine interessanti in pubblicazioni come “25 nero”, “Il passo del cordaio” (suo primo grande successo), “Il giudice meschino” dal quale venne tratta la celebre fiction con Luca Zingaretti, “La signora di Ellis Island”, “Marzo per gli agnelli” e il più recente “Il popolo di mezzo”. La sua ultima fatica letteraria, “L’atomo inquieto” è stata presentata a Villa Rendano nell’ambito della programmazione condivisa dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso con la Fondazione “Attilio e Elena Giuliani”, come ha ricordato il Presidente della stessa Fondazione  Walter Pellegrini nel suo indirizzo di saluto. Obiettivo  della sinergia è quello di dare, in occasione del decennale della Fondazione, nata il 13 luglio del 2013, un contributo fattivo  alla definizione di un vero e proprio Piano strategico di sviluppo culturale al quale si sta già lavorando (il prossimo incontro è fissato per il 10 marzo) con il coinvolgimento delle associazioni culturali del territorio. Walter Pellegrini ha ricordato, inoltre, la figura di Sergio Giuliani, “al quale – ha detto – dobbiamo dire grazie per l’atto donativo straordinario compiuto a suo tempo e che è nostro impegno portare avanti in sinergia con tutta la città”. Ad introdurre l’autore Mimmo Gangemi ed il suo libro è stata Antonietta Cozza, consigliera delegata alla cultura del Sindaco Franz Caruso. “L’atomo inquieto” prende le mosse dalla vicenda che ha riguardato il fisico Ettore Majorana che scomparve nel mistero il 26 marzo del 1938, all’età di 31 anni. Quella sera Majorana si imbarcò su un piroscafo Palermo-Napoli e da allora non si ebbero più notizie certe su di lui. Carattere ombroso, Majorana era ordinario di fisica all’Università di Napoli. Nel lasciare Napoli invia una lettera al  prof. Antonio Carelli, professore di Fisica Sperimentale presso la sua stessa Università e nella missiva adombra l’ipotesi di togliersi la vita gettandosi in mare. Ma il giorno seguente Carelli riceve prima un telegramma e poi una seconda lettera di Majorana nella quale il fisico scrive che il mare lo aveva rifiutato. Attorno al mistero che ancora oggi avvolge la scomparsa di Majorana  sono state formulate molte ipotesi e tra queste quelle contenute nel saggio di Leonardo Sciascia “La scomparsa di Majorana”, del 1975, nel quale lo scrittore di Racalmuto prospettava lo scenario che il fisico si fosse nascosto, cambiando vita, nella Certosa di Serra San Bruno, dopo aver intuito che le scoperte  cui erano pervenuti i Ragazzi di via Panisperna per arrivare al primo reattore nucleare, potessero avere sviluppi nefasti per l’umanità.

Nei precedenti libri, Mimmo Gangemi si esprime sempre in terza persona, ma mentre scriveva il nuovo libro qualcosa lo lasciava insoddisfatto, tant’è che, dopo diversi tentativi durante i quali  il libro si arenava dopo le prime quindici pagine, cambia registro ed utilizza la prima persona. Una modalità che sembra funzionare e avvincere, legando il lettore alla pagina.

L’autore si è detto orgoglioso di aver scritto il primo romanzo su Majorana, rivelando le fonti alle quali ha attinto: leggende, verità, mezze verità. Di Majorana dice che Fermi lo aveva indicato come un grande genio, forse il più dotato del gruppo dei ragazzi di via Panisperna, tant’è che lo aveva paragonato a Galileo Galilei e ad Isaac Newton. “Le sette vite di Majorana – avverte Gangemi – non sono staccate ma sono collegate tra loro e mantengono una conseguenza logica”. Il libro si apre con la figura di un clochard, sorta di reietto, colto, nel 1960, sulle rive del Mar Ionio calabrese e poi prosegue in un lungo flashback, dal 1960 a ritroso, fino agli attimi che ne precedono la scomparsa, nel 1938. Gangemi mantiene l’ipotesi dell’identità acquisita da Majorana all’interno della Certosa di Serra San Bruno “per una sorta di rispetto   – confessa – nei confronti di Sciascia che per primo l’aveva teorizzata”, ma è l’ipotesi che gli piace meno delle altre. “Ogni avvenimento che accade, durante i diversi momenti che ci restituiscono di Majorana, un’identità ogni volta diversa, e che non hanno una pretesa di verità – dice Gangemi – è appeso a storie e testimonianze che hanno una loro credibilità”. Nel profilo tracciato dallo scrittore reggino, il fisico è  un ossessivo-compulsivo che non sa vivere e che appartiene ad una famiglia agiata tra i quali si annoveravano anche alcuni ministri del Regno. Ed è per questo che Mimmo Gangemi non crede all’ipotesi del suicidio. “Non si suicida in mare uno che sa nuotare. Come non può decidere di farla finita chi, un attimo prima, ha in tasca 5 mesi di stipendio e, in più, una eredità paterna che sta per essere riscossa”. E allora, forse, in ciò che è avvenuto e nella sua misteriosa scomparsa c’è dell’altro. Un’ulteriore congettura può essere legata secondo Gangemi al fatto che pur essendo innegabile il suo amore per la scienza, Majorana rifiuta di rendere pubblico ciò che intuisce prima degli altri. “Vuole penetrare le tenebre dell’ignoto, ma non vuole pubblicare le risultanze dei suoi studi”, tanto è vero che, a fronte delle innumerevoli intuizioni, Majorana pubblicò solo 10 studi scientifici. Nelle sette vite del fisico c’è posto anche per un’altra ipotesi che lo vuole malato di tubercolosi, in un sanatorio localizzato probabilmente dalle parti di Chiaravalle centrale. Altre identità lo indicano in Argentina e poi in Venezuela. Il libro ricorda anche la fuga in Alto Adige dove ripara quando, dopo che nel 1938 iniziò la campagna antisemita in Italia con la pubblicazione delle leggi razziali,tutti gli scienzati, caduto Hitler, sono fatti prigionieri in Inghilterra. Gangemi racconta ancora che Majorana conosce, nel trasporto per una ricercatrice, l’amore e, finalmente , una sua dimensione più umana. Il libro, dopo questo lungo e vorticoso giro, torna all’inizio e si ricongiunge al clochard dalla cui storia era partito. Se il bel volume, intriso, come ha fatto notare Antonietta Cozza, di “attimi di lirismo che strappano l’anima” non dà un contributo risolutivo a decrittare il mistero di Ettore Majorana, è, però, alquanto appassionante e fa venir senz’altro voglia di continuare ad indagare e ad immergersi nelle sue pagine alla ricerca di una nuova chiave di volta che abbia il crisma della credibilità. 

 

 

 

 

 

 

Il CBD è legale in Europa? Ecco la risposta

Lo status legale del cannabidiolo (o CBD) è da sempre oggetto di discussione per diversi motivi.

Innanzitutto, perché viene spesso confuso con il THC, lo psicotropo della cannabis per eccellenza. Per questo motivo, non è raro che il cannabidiolo sia stato dichiarato come sostanza pericolosa, notizia smentita anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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Ma qual è la situazione nel resto d’Europa?

Considerando che il mercato globale dell’olio di cannabidiolo e, ancora più in generale, il mercato del cannabidiolo (CBD) sono destinati a crescere a un tasso del 31,2% e del 15,3% tra il 2023 e il 2032, diamo un’occhiata ai Paesi in cui il suo commercio è consentito, in cui è ancora illegale e alle nazioni in cui le leggi sono poco chiare.

Ad ogni modo, è bene fare una precisazione: questi dati seguono gli ultimi aggiornamenti, fermo restando che la situazione possa ribaltarsi in qualsiasi momento.

Paesi europei in cui il CBD è legale e illegale: qui la lista completa

Spagna

La legge spagnola sul CBD consente l’uso di prodotti con cannabidiolo. Inoltre, stabilisce che il CBD deve contenere meno dello 0,2% di THC per il suo utilizzo. Questa percentuale è applicata anche in Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Liechtenstein, Polonia, Romania, Slovenia e Ungheria.

Paesi Bassi

L’uso ricreativo della cannabis è stato depenalizzato e la sua vendita e il suo uso sono ampiamente tollerati, ma solo nei coffee shop autorizzati. Secondo la legge olandese, il CBD è legale, purché contenga meno dello 0,5% di THC per l’estrazione della canapa.

Austria, Repubblica Ceca e Lussemburgo

Secondo le leggi nazionali di questi Paesi, i prodotti a base di CBD sono legali purché contengano meno dello 0,3% di THC.

Regno Unito

La legge britannica consente la coltivazione e l’utilizzo della canapa. Tuttavia, il livello di THC nel CBD deve essere pari a zero. Inoltre, il Paese non consente la raccolta e la lavorazione del CBD all’interno del proprio territorio.

Italia

Secondo la legge nazionale, i prodotti a base di CBD sono completamente legali, purché non superino lo 0,6% di THC in nessun punto della produzione.

Ad oggi, è comunque possibile acquistare olio di CBD e altri prodotti presso i rivenditori autorizzati, sia nei negozi fisici che online.

Svizzera

La legge svizzera consente prodotti a base di CBD con un massimo dell’1% di THC.

Estonia, Finlandia e Malta

Il CBD è legale in questi Paesi solo con un permesso speciale.

Lituania

L’uso del CBD è legale in Lituania a condizione che non contenga più dello 0,2% di THC. Sebbene il governo lituano abbia legalizzato il CBD, ne ha vietato la lavorazione e la commercializzazione.

Svezia e Francia

La legge di questi Paesi consente i prodotti a base di CBD senza alcuna traccia di THC.

Ad ogni modo, è notizia recente che il Consiglio di Stato francese abbia approvato il commercio di infiorescenze di CBD con un contenuto di tetraidrocannabinolo non superiore allo 0,3%.

Come si può notare, dunque, lo status legale del cannabidiolo è in continua evoluzione di anno in anno.

Ma quali sono le nazioni nelle quali, invece, è proibito?

Status legale del CBD: questi i Paesi nei quali è proibito o dove le leggi sono più vaghe

Al momento, questa è la lista di Paesi in cui non è consentito l’uso di CBD. Parliamo di:

  • Albania;
  • Andorra;
  • Armenia;
  • Bielorussia;
  • Bosnia ed Erzegovina;
  • Moldavia;
  • Monaco;
  • Montenegro;
  • Serbia;
  • Slovacchia;
  • Ucraina.

Per concludere, apriamo una breve parentesi sui Paesi europei con leggi vaghe sul CBD.

Belgio, Portogallo, Norvegia e Macedonia del Nord sono paesi in cui il CBD contenente THC può essere acquistato solo con la prescrizione del medico nelle farmacie locali.
La cannabis in Georgia, invece, è legale in termini di possesso e consumo, ma la coltivazione e la vendita di cannabis rimangono illegali. Infine, per quanto riguarda le leggi sulla legalità dell’olio di CBD, la situazione rimane poco chiara.
Come abbiamo detto, le cose possono cambiare in qualsiasi momento.
Basti pensare alla Cina.
Secondo la nuova legislazione di Hong Kong, il possesso e il consumo di qualsiasi quantità di CBD sono punibili con sette anni di carcere e una multa di circa 120.000€. La produzione, l’importazione o l’esportazione di CBD, invece, sono punibili con l’ergastolo.

Anche i viaggiatori potrebbero incorrere in sanzioni, con il governo che avverte le persone di non rischiare di “acquistare questi prodotti o di riportarli a Hong Kong”.

Le stesse sanzioni e condizioni si applicano alla cannabis, nota anche come marijuana.
Non c’è da sorprendersi che il divieto abbia costretto le aziende che si occupano di CBD a chiudere, mentre altri marchi hanno dovuto ridurre o eliminare i prodotti a base di CBD.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo cercato di fornire una panoramica in merito allo status legale del cannabidiolo al livello europeo. Come si è visto, la situazione è in continuo cambiamento, fermo restando che oggi in Italia è possibile acquistare e consumare prodotti a base di CBD nel pieno rispetto della legge.