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[#LeagueofLegends] Nocturne

In occasione della serata a tema King, e soprattutto per il trentennale di IT, oggi vi daremo qualche dritta su un altro essere proveniente da un mondo/dimensione: Nocturne, l’eterno incubo.

Le origini di questo campione sono avvolte dal mistero, non appartiene ad alcuna fazione, tutto ciò che si sa è che viene da un altro mondo e che assale le sue vittime nel sonno.

Questa creatura oscura trova la sua massima applicazione nella giungla e a cicli periodici l’abbiamo vista tra i top tier (non dimentichiamoci del periodo oscuro in cui la lanterna ha dominato).

Le sue abilità sono

Lame dell’ombra (P) = un attacco base ogni 10 secondi fa danni ad area e cura Noctune, gli attacchi base riducono il cooldown di questa abilità di 1 secondo;

Portatore del crepuscolo (Q) = Nocturne lancia un’ombra colpendo i nemici in una linea retta, i campioni nemici colpiti subiscono danno e per qualche secondo lasciano una scia mentre si spostano, mentre Nocturne si trova sulla scia guadagna movimento e attacco;

Veste delle tenebre (W) = il campione guadagna passivamente velocità d’attacco, mentre come abilità attiva crea uno scudo che blocca la prossima abilità nemica. Se l’abilità riesce a bloccare un’altra abilità, il bonus della velocità d’attacco è raddoppiato;

Orrore inenarrabile (E) = infligge danni nel tempo ad un bersaglio che se non esce dal raggio dell’abilità e rimane impaurito. Nocturne si muove più velocemente verso i bersagli impauriti;

Paranoia (R) = Nocturne oscura la mappa riducendo la visibilità ai campioni nemici e togliendo loro la visione dei loro alleati. Può inoltre lanciarsi su un campione nemico di cui ha visione e che sia nel suo raggio per infliggergli danno.

Essenzialmente esistono 2 modi di giocare Nocturne, Assassino e Combattente:

– nel primo caso il vostro ruolo sarà quello di saltare addosso ai carry nemici, grazie alla vostra abilità suprema, e finirli, per cui la vostra build sarà incentrata su oggetti che possano aumentare i vostri danni fisici o la penetrazione flat armatura;

– nel secondo caso sarete la prima linea e cercherete di attirare l’attenzione nemica su di voi, per cui dovrete comprare oggetti più difensivi (ma che aumentino comunque i vostri danni) come il Pegno di Sterak o l’Idra titanica.

Personalmente credo che se si sceglie Nocturne lo si fa per assassinare i carry, per cui ecco qualche dritta per la build assassina:

Per le maestrie assolutamente la “sentenza del signore del tuono”

astuzia-nocturne

Per le rune

1
-9 marchi della penetrazione armatura

2
-9 sigilli dell’armatura

3
-9 glifi della difesa magica

4
-3 quintessenze dell’attacco fisico

 

Gli oggetti essenziali sono la sciabola del soldato con la gemma del guerriero e la Lama di Youmuu, probabilmente vi toccherà comprare anche le Fauci di Malmortius e una Virtù della Triade non guasta, non dimenticate di comprare almeno un oggetto difensivo per evitare di essere cancellati prima ancora di raggiungere i carry, come l’Angelo Custode o l’Orgoglio di Randuin.

Grazie al suo kit di abilità Nocturne è uno jungler da cui è difficile scappare se si è da soli, per cui il team nemico tenderà a stare unito. Se potete, durante la selezione campioni, chiedete al vostro team di prendere qualche campione capace di rompere la formazione nemica.

Un altro consiglio: anche se nessuno è nel vostro raggio d’azione, ricordate che potete usare Paranoia per salvare un vostro alleato, magari togliendo ai nemici la visione del vostro compagno in un momento critico.

Abbracciate l’oscurità con Nerd30.

Giulio Ciambrone

[#Nerd30Consiglia] Beck: Mongolian Chop Squad

Anche questo mese è arrivato il tanto atteso momento dei consigli di Nerd30 con un anime del 2004 targato Madhouse, una di quelle perle che resteranno per sempre nella storia dell’animazione giapponese.
Beck: Mongolian Chop Squad
è un anime musicale in 26 episodi, distribuito in Italia da Dynit per il reparto home-video (su Amazon si trova a circa 10 euro). Si tratta dell’adattamento dell’omonimo manga di Harold Sakuishi, ma copre circa un terzo dell’opera cartacea.

La trama è la seguente: il protagonista della storia è Yukio Tanaka, detto Koyuki, un ragazzo di appena 14 anni, stanco della sua vita noiosissima. Un bel giorno il nostro Koyuki salva la vita ad un cane di nome Beck, il cui padrone, Ryusuke Minami, è un chitarrista di 16 anni che ha suonato in America con una band chiamata The Dying Breed. Ryosuke trascina Koyuki nel mondo della musica ed insieme ad altri 3 ragazzi fondono una band chiamata BECK (Mongolian Chop Squad negli Stati Uniti per via dell’omonimia con altri musicisti).

Nonostante la semplicità della trama, Beck è un anime che si sviluppa in maniera veramente interessante, senza mai perdersi nel banale. L’atmosfera dell’opera è permeata da un amore incondizionato per quello che è il tema principale dell’anime: la musica.

beck-2

L’amore per la musica è insito nel 99,99% degli esseri umani e proprio per questo è praticamente impossibile non affezionarsi ad un’opera come Beck, soprattutto se si è musicisti e la musica rappresenta una buona fetta della nostra vita. Infatti la musica è uno dei pochi linguaggi universali, un qualcosa che riesce ad unire i cuori di milioni di persone, nonostante le ovvie divergenze su artisti o generi preferiti. Beck riesce a trasformare la musica nel motore del cambiamento dei nostri personaggi nel corso dell’opera. Proprio i personaggi sono uno dei punti di forza di Beck, tutti caratterizzati magnificamente e con una grande evoluzione psicologica. Difficile aggiungere altro, Beck è un anime che va vissuto, proprio come la musica, e non può essere descritto a parole, ma va goduto nella sua sincerità. Probabilmente è l’anime preferito di molte persone e non posso assolutamente dargli torto, è un anime di cui ci si innamora facilmente e non riesci nemmeno a capirne il motivo.

Sul piano tecnico abbiamo delle animazioni molto semplici sui personaggi (probabilmente molti storceranno il naso), ma trattandosi di un anime musicale troviamo una cura maniacale nelle animazioni degli strumenti, oltre a delle musiche veramente incredibili, da ascoltare e riascoltare. Le varie canzoni sono state curate dai Beat Crusaders, noto gruppo J-Rock. Anche sul piano registico troviamo una grande esaltazione del comparto sonoro, oltre ad una grande naturalezza nell’utilizzo delle inquadrature. Magnifico l’adattamento e il doppiaggio italiano, con voci molto azzeccate, in particolare il grande Vittorio Guerrieri su Ryusuke.

Concludendo, Beck è un’opera di quelle che si amano incondizionatamente, un capolavoro che resterà piantato per sempre nella storia degli anime. Probabilmente dopo averlo visto vi verrà voglia di imparare uno strumento. Se non succederà, sicuramente il vostro amore per la musica sarà salito ad un livello superiore.

Antonio Vaccaro

[#SpecialeStrade] Intervista a Raiden e Midna (PlayerInside)

Arrivato alla sua decima edizione, il festival del fumetto Le Strade del Paesaggio ha ospitato personaggi di grande rilevanza del mondo del fumetto, del cinema e non solo; infatti, fra la grande vastità di ospiti, erano presenti anche Gianluca Verri e Maria Elisa Calvagna, meglio conosciuti dal popolo di YouTube con i nomi di Raiden e Midna, gestori del famoso canale videoludico PlayerInside.
Noi di Nerd30 abbiamo incontrato le due webstar, che ci hanno rilasciato un’intervista esclusiva:

Chi sono i PlayerInside?

Raiden: Noi, piacere.
I PlayerInside sono due coniugi. Noi siamo marito e moglie, tanti ci chiedono se siamo fidanzati, fratelli, “sorelli”. No, siamo marito e moglie e sostanzialmente parliamo di videogiochi all’interno di YouTube, a modo nostro, cioè cerchiamo di tendere sia sul professionale che sul comico.

Qual è stato, per entrambi, il primo approccio al mondo dei videogiochi e quale è stato il primo videogioco a cui avete giocato?

Midna: Dobbiamo andare nell’88, quando mia zia regalò ai miei fratelli un Nes, però me ne innamorai più io quasi. Il mio primo videogioco fu Super Mario Bros. 2, ma poi amai tutta la serie di Mario e tutti i giochi Nintendo. Il Nes fu la mia console per dodici anni prima di passare ad altre. E poi è storia.

Raiden: Io, come dico spesso, non ricordo bene il mio primissimo gioco, perché è stato veramente troppo tempo fa e quando ci giocavo non sapevo nemmeno cosa fosse. Quindi, il primo di cui ho cognizione di causa è stato forse Pacman o Frogger, una cosa del genere. Insomma, un approccio classicissimo.

Parliamo un po’ del vostro progetto: com’è nato il canale YouTube?

Raiden: Sostanzialmente ci siamo voluti mettere in gioco in un periodo in cui lavoravamo a tempo pieno, però volevamo fare qualcosa di creativo. Il canale l’ho aperto io perché, personalmente, ne sentivo il bisogno, anche se lei (Midna) aveva un altro canale su Mass Effect, MassEffectItalia; ho sentito il bisogno di sfogare quella forma di creatività che non trovavo. In passato ho provato a esprimere questa mia voglia di comunicare tramite il canto o suonando, ma non ho mai voluto esibirmi in pubblico. Ho pensato di fare qualcosa di diverso, ma allo stesso tempo simile a quello che era l’approccio su YouTube in quel periodo, cioè parlare davanti a una telecamera senza troppi fronzoli, senza troppi tecnicismi e con un livello qualitativo della ripresa modesto, che poi è migliorato col tempo.

Qual è il vostro videogioco preferito?

Midna: Per me è la trilogia di Mass Effect. Amo tantissimo gli altri giochi, ma Mass Effect è nel cuore

Raiden: Io rispondo con Grim Fandango, ma in realtà la lista sarebbe lunghissima. Diciamo le avventure grafiche della Lucas Arts, Grim Fandango in particolare.

Proiettiamoci in avanti: quali sono i vostri progetti futuri?

Midna: Bella domanda! Noi in realtà non pensiamo al futuro, ma all’immediato futuro, che sarebbe domani, ovvero cosa dobbiamo fare domani e non oltre. A noi piace creare i nostri video, fare la nostra community e non sapremo cosa aspettarci giorno dopo giorno dall’utenza; inoltre dobbiamo anche stare al passo con l’industria, quindi con i titoli che escono. Non possiamo veramente prevedere molto e dunque viviamo tutto alla giornata.

                                                                                                          Paolo Gabriele De Luca

[#SpecialeStrade] Affluenza e Dati Statistici

Domenica 25 Settembre si è conclusa la decima edizione del festival del fumetto Le Strade del Paesaggio. Atteso ormai con consuetudine, l’evento è stato visitato non solo dagli appassionati, ma anche da semplici curiosi che anche quest’anno non si sono fatti sfuggire l’occasione di dare un’occhiata in giro.
E anche questa volta noi di Nerd30, presenti alla manifestazione, abbiamo analizzato un campione statistico per scoprire la provenienza dei visitatori, l’età media e le passioni. Ecco cosa ne è risultato:

  • I primi due giorni, 23 e 24 Settembre, il festival è stato visitato per la maggior parte da visitatori di Cosenza e zone limitrofe, quali San Giovanni in Fiore, Paterno Calabro, Mendicino. Poca l’affluenza extra provinciale, se non per qualche curioso di Reggio Calabria e Crotone.
  • Domenica 25 Settembre l’affluenza proveniente dal resto della Calabria è cresciuta: molti i visitatori cosentini, ovviamente, ma erano presenti anche lametini, catanzaresi, reggini e crotonesi.

provenienza-strade

Secondo il campione analizzato il pubblico è risultato formato, soprattutto, da ragazzi dai ventuno anni in su, senza contare adulti e bambini.

eta-stradePer quanto riguarda gli interessi, si sono visti più appassionati di videogiochi e anime e, subito dopo, serie tv, manga e film.

passioni-stradeNonostante l’enorme affluenza soprattutto locale, il festival del fumetto Le Strade del Paesaggio sta diventando una realtà concreta nell’ambito calabrese. Il consiglio è quello di non perdere l’occasione, il prossimo anno, di visitare un interessante festival con mostre, eventi e importanti ospiti.

                                                                                                                                    Paolo Gabriele De Luca
Giulio Ciambrone

[#SpecialeStrade] Intervista a Vincenzo Sparagna (Frigidaire) – VIDEO

Frigidaire, rivista culturale alla base della storia italiana per innovazione di contenuti e audacia della propria redazione. Abbiamo incontrato Vincenzo Sparagna, direttore e storico fondatore della rivista assieme a Stefano Tamburini e Filippo Scòzzari, che ci ha raccontato qualche aneddoto sulla redazione e sulla nascita di Frigidaire.
Buona Visione!

Intervista a cura di Miriam Caruso
Riprese e montaggio a cura di Daniele Ferullo
Ph. Luca Pizzimenti

[#LeagueofLegends] Campionati Mondiali LoL 2016, i qualificati (parte 2)

Continuiamo la nostra rassegna sui gironi del torneo mondiale di League of legends. Nello scorso articolo abbiamo visto il girone A e B con i suoi favoriti e non. Questa volta diamo un’occhiata ai girone C e D e prepariamoci allo spettacolo.

gruppo-cd

Girone C

  • EDward Gaming (LPL)
  • ahq e-Sports Club (LMS)
  • H2K (LCS EU)
  • INTZ e-Sports (CBLoL)

EDward Gaming:

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Forse uno dei team più popolari della Cina, nati nel 2013 e forti di importanti vittorie, non sono mai riusciti a farsi notare ai mondiali. Non come al famoso Spring Split dove Deft ha dato spettacolo ottenendo una pentakill. Quest’anno sembrano agguerriti e sono pronti a dare battaglia, sono Sicuramente i favoriti del girone.

Team Comp: Mouse -> Top; Clearlove -> Jungler; Scout-> Mid; Deft->ADC; Meiko->Support Pawn -> Mid

Coach: Minseong “Rapidstar” Jeong

Ahq e-Sports Club:

team-ahq

Per la terza volta presenti al torneo, sono sempre oscurati dai connazionali “Taipei Assassins”. Che sia la volta buona per brillare di luce propria? Restate positivi ragazzi!

Team Comp: Ziv -> Top; Mountain -> Jungler; Westdoor-> Mid; AN->ADC; Albis->Support Chawy -> Mid

Coach: Shang Ching “Greentea” Tsai

H2K:

team-h2k

Nonostante qualche sconfitta sono arrivati ai mondiali e ora che la loro nemesi è fuori dal torneo (i fnatic), avranno il via libero per aggiudicarsi un posto sul podio.

Team Comp: Odoamme -> Top; Jankos -> Jungler; Ryu-> Mid; FORG1VEN->ADC; Vander->Support

Freeze -> ADC

Coach: Neil “Pr0lly” Hammad

INTZ e-Sports:

team-intz

Vengono dal Brasile e partecipano per la prima volta ad un mondiale, è un team che si è fatto notare nel 2015 per un’incredibile serie di vittorie ma nonostante questo, non sono visti di buon occhio dai critici e dal pubblico. Il server Brasiliano è forse troppo giovane per essere competitivo ma questi ragazzi sanno il fatto loro e non ha paura di dimostralo agli avversari.

Team Comp: Yang -> Top; Revolta -> Jungler; tockers-> Mid; micaO->ADC; Jockster->Support Cake1 -> ADC

Coach: Alexander “Abaxial” Haibe

Girone D

  • TSM (LCS NA)
  • Royal Never Give Up (LPL)
  • Samsung Galaxy (LCK)
  • Splyce (LCS EU)

È forse il girone più imprevedibile, tutte le squadre hanno grandi capacità tattiche e sinergiche. Tra loro vediamo tre vecchie conoscenze: Team SoloMid, Royal Never Give up e i Samsung Galaxy. Quest’ultimo, sotto il nome di Samung White, ha sbaragliato la concorrenza nei campionati del 2014 portandosi a casa la coppa.

TSM:

team-tsm

Forse il team che negli anni ha sostituito più volte I propri giocatori, ora con Doublelift e Biofrost si spera abbiano raggiunto una stabilità e le ultime vittorie sembrano dimostrarlo.

Team Comp: Hauntzer -> Top; Svenskeren -> Jungler; Bjergsen-> Mid; Doublelift->ADC; Biofrost->Support Reginald -> Mid

Coach: Parth “Parthenaan” Naidu

 

Royal Never Give Up:

team-rng

Nell’ultimo anno sono sempre stati sul podio cinese e l’arrivo di Uzi dovrebbe dar loro nuova forza per poter affrontare al meglio il torneo.

Team Comp: Looper -> Top; Mlxg -> Jungler; Xiaohu-> Mid; Uzi->ADC; Mata->Support Wuxx -> ADC

Coach: Sangcheol “Fly” Kim

Samsung Galaxy:

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Originariamente due team (Samsung white e samsung blue), ora dovrebbero aver raggiunto il loro apice riunendo il meglio di entrambi.

Team Comp: CuVee -> Top; Ambition -> Jungler; Crown-> Mid; Ruler->ADC; CoreJJ->Support

Wraith -> Support

Coach: Woobum “Edgar” Choi

Splyce:

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È il team formatosi più recentemente in questo girone, conquistano il loro posto al mondiale vincendo al meglio delle cinque contro gli Unicorns Of Love.

Team Comp: Wunder -> Top; Trashy -> Jungler; Sencux-> Mid; Kobbe->ADC; Mikyx->Support

Gripex -> Jungle

Coach: Jakob “YamatoCannon” Mebdi

Giulio Ciambrone

Lezione di Satira con Charlie Hebdo per Le Strade del Paesaggio

COSENZA – Arriveranno in Italia, il prossimo 7-8 ottobre all’interno della X edizione del Festival del fumetto Le Strade del Paesaggio, Coco, Walter Foolz e Marika Bret, rispettivamente disegnatori e redattrice del settimanale satirico Charlie Hebdo, al centro ancora una volta del dibattito pubblico internazionale per la discussa vignetta pubblicata sul recente sisma nelle Marche.

Coco, Foolz e Marika Bret terranno, al Museo del Fumetto di Cosenza, un workshop su satira e fumetto, tema controverso e di attualità scottante, per analizzare i territori dentro i quali si muove oggi la battaglia tra censura e libertà di espressione.

E in chiusura della giornata di sabato 8 ottobre alle 18:00 sempre al Museo del fumetto, animeranno un incontro pubblico in cui verrà lungamente affrontato proprio il rapporto fra Satira e libertà di espressione.

Il piglio dissacrante di Charlie Hebdo torna a distanza di pochissimi mesi, nella città di Cosenza, dopo aver ospitato lo scorso aprile L’amore è più forte dell’odio, percorso espositivo realizzato da Cluster Società Cooperativa in collaborazione con la redazione francese, con in mostra le migliori cover del settimanale disegnate da Coco, Riss, Luz, Charb, Chaterine, Wolinsky, Tignous, Honore, Reiser, Gèbè, per rileggere attraverso lo sguardo irriverente e provocatorio dei suoi autori, fatti ed eventi della storia d’Europa degli ultimi anni.

Info e dettagli

info@lestradedelpaesaggio.com

www.lestradedelpaesaggio.com

[#SpecialeStrade] Intervista a Lorenza Di Sepio (Simple&Madama) – VIDEO

Ancora ospiti per la nostra rubrica direttamente da Le Strade del Paesaggio, con interviste esclusive per i nostri lettori. Oggi vi proponiamo la nostra chiacchierata con Lorenza Di Sepio, creatrice delle avventure dei simpaticissimi Simple&Madama. Non resta che augurarvi una buona visione!

Intervista a cura di Miriam Caruso.
Riprese e montaggio a cura di Daniele Ferullo.
Ph. Luca Pizzimenti.

[#Anime] Orange, la Recensione

Uno degli anime più apprezzati di questa stagione estiva è stato sicuramente Orange, adattamento animato dell’omonimo manga in 5 volumi di Ichigo Takano. L’anime è terminato il 25 settembre con l’episodio numero 13. La serie è stata prodotta dallo studio TMS Entertainment con regia del grande Hiroshi Hamasaki.

orange

La trama è la seguente: La giovane liceale Naho Takamiya riceve una lettera che sembra sia stata inviata dalla se stessa di 10 anni più vecchia. La lettera ha come scopo quello di impedire a Naho di compiere gli stessi errori che sono causa di rimpianti alla sua versione del futuro, concentrandosi particolarmente sul rapporto tra la giovane e il destino di Kakeru Naruse, uno studente appena trasferito nella scuola della protagonista. Infatti da lì a 10 anni il giovane Kakeru non sarà più in vita. Lo scopo principale della lettera è proprio quello di salvarlo.

La trama di base è sicuramente molto intrigante, infatti guardando il primo episodio diventa quasi fisiologico proseguire nella visione. Di certo non si tratta di nulla di originale, ma il tema “tempo” riesce sempre ad attirare l’attenzione (ne parliamo qui).

naho-kakeru

La vera forza dell’anime è sicuramente il lato emotivo, che viene gestito con una raffinatezza veramente sorprendente. Osservando la protagonista si può notare come si tratti di una ragazza veramente molto timida e sensibile. Proprio la timidezza è una micro-tematica che passa leggermente in sottotrama, ma che viene gestita molto bene da Takano. Infatti Naho, nonostante abbia una lettera che gli spiega passo per passo come agire per non commettere errori, si trova comunque in difficoltà a causa del suo stesso carattere, arrivando addirittura a dialogare simbolicamente con la se stessa del futuro, dicendogli che “per lei è facile parlare dopo”. Una riflessione interessante, che lascia intendere che la timidezza è qualcosa di molto più profondo della semplice “paura di sbagliare” (Naho sa che non sbaglierebbe, c’è scritto sulla lettera). Forse Takano vuole comunicarci che per lui la timidezza è anche solo la semplice paura di poter creare disagi agli altri, quindi è meglio tenersi il problema piuttosto che esporsi e crearne a chi ci sta intorno.

Per quanto riguarda i personaggi, abbiamo veramente delle ottime caratterizzazioni. Il gruppo di Naho è strutturato in modo tale da sembrare un unico grande personaggio composto da 6 elementi.

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In particolare Suwa è quello che più mi ha colpito, personaggio di grande forza emotiva, per cui si prova un’affezione e un rispetto quasi incondizionati.

Kakeru invece è un personaggio che sulle prime sembra abbastanza vuoto, anche perché Takano decide di esplorarlo con il passare degli episodi, nascondendoci quelli che sono i suoi pensieri e la sua psicologia. Una scelta coraggiosa e a mio avviso azzeccata, anche se si tratta di un personaggio che probabilmente non starà simpatico a tutti. A lui sono legate alcune interessanti tematiche che verranno sviluppate nel corso della serie, come la perdita e il suicidio.

Takako Chino è la dura del gruppo, sempre pronta a fare di tutto per i propri amici. Forse il personaggio che rimane meno impresso tra tutti quelli del gruppo, ma le sue azioni quando si presentano risultano incisive.

Azusa Murasaka è un personaggio che riesce a trasmettere una grande allegria, anche grazie alla sua caratterizzazione fisica, quasi sempre sorridente.

Saku Hagita è il secchione del gruppo, ma che risulta terribilmente maldestro. Divertentissimi i siparietti in cui compare quasi dal nulla come voce della verità. Sicuramente un personaggio che rimane particolarmente impresso.

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La sceneggiatura scorre molto bene, anche se si nota un fisiologico allungamento dei tempi narrativi nella trasposizione da manga ad anime (l’opera cartacea ha un ritmo molto più rapido e godibile). A parte questo si notano delle differenze trascurabili tra le due versioni.

Un piccolo difetto dell’opera sono senza alcun dubbio alcune reazioni umane forse eccessivamente amplificate e poco spontanee, in particolare nel rapporto tra Naho e Kakeru, dove si nota tanta macchinosità in alcuni frangenti. Per il resto si tratta di una serie piacevolissima e che ha il pregio di far commuovere in diverse occasioni.

Per quanto riguarda l’apparato tecnico, abbiamo delle animazioni molto buone, anche se si nota un netto calo di qualità verso metà serie, cosa veramente inspiegabile, trattandosi di una serie breve e quindi facilmente gestibile sul piano del carico di lavoro dello studio d’animazione. Probabilmente gli sforzi dello studio si sono concentrati sull’episodio finale (lungo 40 minuti), che ha una qualità grafica veramente pazzesca. Il character design di Nobuteru Yuki è praticamente identico a quello di Takano, quindi su questo piano c’è veramente poco da dire.

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La regia di questo anime è veramente oggetto di riflessione. Hamasaki è un regista con uno stile veramente molto particolare. Basta guardare le sue opere passate per notare come questo regista abbia un grande coraggio e una grande voglia di sperimentare. Lo ha dimostrato con la regia lenta e psichedelica di Texhnolyze, con quella cupa e ricca di enfasi di Shigurui, oppure con le splendide inquadrature di Steins;Gate (in cui ha collaborato con altri registi). Con Orange invece il buon Hamasaki mette in scena una regia spontanea, pulita e rispettosa dell’opera originale, a volte trasportando in animazione le stesse inquadrature di Takano. Il regista riesce ad esaltare la straordinaria forza emotiva di quest’opera con una regia quasi da mestierante, ma con una raffinatezza che in pochi possono permettersi.

Il commento musicale è praticamente onnipresente, composto da brani acustici molto belli, che riescono a potenziare ulteriormente la forza delle immagini e dei sentimenti dell’opera. Molto bella ed orecchiabile l’opening della serie.

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Concludendo, Orange è un anime che fa della forza emotiva la sua caratteristica principale, con contorno della tematica temporale che fa sempre gola agli amanti della fantascienza. 13 episodi con un buon ritmo e per cui sarà difficilissimo annoiarsi. Un anime che sicuramente può garbare anche a chi odia il genere sentimentale.

Antonio Vaccaro

https://youtu.be/hUKDafCRG9k

Premio Tenco a Cosenza, Occhiuto: «Evento di alto livello»

COSENZA – «Sono orgoglioso che la città di Cosenza abbia proposto un week end di grande offerta artistica ospitando per la prima volta in Calabria la rassegna itinerante Il Tenco ascolta, che ha acceso i riflettori sulla musica d’autore nella elegante location del nostro Castello svevo». Lo comunica in una nota il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto. «Il mio ringraziamento – afferma Occhiuto – va in particolar modo al direttore artistico del Premio Tenco, Enrico de Angelis, al componente del consiglio direttivo Stefano Senardi, agli artisti, ai conduttori delle due serate e dell’interessante dibattito pomeridiano, nonché, ancora, alla Fondazione Lilli Funaro e all’Università della Calabria. La vetrina cosentina tra le mura dell’antico maniero federiciano ha consentito ai cantanti emergenti di mettere in evidenzia le loro rispettive peculiarità artistiche, ottenendo l’opportunità di proseguire magari un loro preciso percorso all’interno del prestigioso del premio. Ma non solo – continua il sindaco – attraverso la vendita dei biglietti con prezzi popolari pensati specialmente per il pubblico degli studenti universitari, la Svevo Srl, società che gestisce il Castello svevo di Cosenza, ha già potuto acquistare un montascale a cingoli con carrozzella chiudibile che sarà in dotazione permanente alla struttura. Musica e impegno solidale possono e devono convivere – conclude Mario Occhiuto – Sono lieto della risposta del pubblico a un evento di eccellenza come quello appena andato in scena, perché per noi è motivo di sempre maggiore stimolo a proseguire sulla strada di una città di Cosenza magnificamente candidata a Capitale della Cultura 2018».