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[#Cinema] X-Men: Apocalisse – Recensione

Il 18 Maggio è sbarcato in Italia il nuovo film sugli X-Men, diretto dal solito Bryan Singer (I Soliti Sospetti) già regista di altre tre pellicole dedicate ai mutanti di casa Marvel, ovvero X-Men (2000), X-Men 2 (2003) e X-Men: Giorni di un futuro passato (2014).

La versione cinematografica degli X-Men ha sempre riscosso un notevole successo, sia sul piano del puro intrattenimento, sia per le profonde tematiche che tratta, che li rendono dei cinefumetti “atipici” rispetto agli altri.

X-Men: Apocalisse fa parte di una nuova trilogia incentrata sulle versioni “giovani” dei protagonisti dei primi due film diretti da Singer e di X-Men: Conflitto Finale, diretto da Brett Ratner.

La trama del film è la seguente: Un mutante antichissimo e potentissimo, noto come En Sabah Nur (Oscar Isaac), viene risvegliato dal suo sonno millenario. Dopo aver reclutato quattro dei mutanti più potenti della Terra si prepara a distruggere il mondo, per poi ricrearlo a propria immagine, convinto che l’umanità si sia smarrita durante la sua assenza. I mutanti guidati da Charles Xavier (James McAvoy) dovranno impedirglielo.

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Se dovessi dare un giudizio generale su X-Men: Apocalisse lo definirei un film “bello, ma con seri problemi alle spalle”. Questo film segna un cambio di rotta abbastanza netto rispetto agli altri film della saga, sia nei confronti della prima trilogia che degli altri due film appartenenti a questa seconda trilogia. Gli altri film sugli X-Men hanno sempre avuto dalla loro una certa profondità nella narrazione, toccando argomenti come razzismo e xenofobia. Questa “paura del diverso” è sempre stato “quel qualcosa in più” che ha reso i film sui mutanti dei piccoli gioiellini rispetto alla quantità gigantesca di cinecomics che ogni anno escono nelle sale. Purtroppo questa tematica viene solamente sfiorata in questo X-Men: Apocalisse, rendendolo un film che si regge quasi totalmente sul puro gusto estetico, e soprattutto lo rendono un film che vuole fare troppo in sole 2 ore e mezza, sacrificando la qualità per la quantità. Questo naturalmente potrebbe essere considerato come un parere soggettivo, del resto chi legge potrebbe pensare “ma dopo così tanti film è anche giusto abbandonare quelle tematiche”. Il problema è che grazie a quelle tematiche si aveva la possibilità di sviscerare i caratteri dei personaggi per renderli più umani allo sguardo dello spettatore, dandogli uno spessore che in questo X-Men: Apocalisse è quasi totalmente assente. A questo si sarebbe potuto sopperire con delle sotto-trame volte ad approfondire i singoli personaggi, ma sarebbe stato impossibile da fare in un solo film di 2 ore e mezza. Purtroppo questo rende buona parte dei personaggi delle vere e proprie “macchine da combattimento” senza nessuno spessore psicologico. Persino le motivazioni di un personaggio complesso come Magneto (Michael Fassbender), motivazioni in cui lo spettatore poteva ritrovarsi nei film precedenti, qui si riducono ad un misero cliché che viene fuori alla fine di una scena assurda e quasi delirante (sia per l’evento che per come è messa in scena), che va a sommarsi ai problemi di sceneggiatura di questa pellicola.

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Nel villain ritroviamo gli stessi identici problemi di assenza di background, che lo rendono un personaggio veramente poco carismatico, cosa che in parte viene sopperita dall’ottima prova recitativa di Oscar Isaac, nonostante fosse coperto da un make-up che in alcuni frangenti lo rendevano simile ad un cattivo dei Power Rangers. Vedendo le potenzialità di questo personaggio viene da chiedersi perché non sia stato dedicato un quarto d’ora di film a farci vedere qualcosa della sua giovinezza, della scoperta dei suoi superpoteri. Questo lo avrebbe reso un personaggio nettamente più interessante. Gli stessi cavalieri a mio avviso non hanno nessuna profondità.

Oltre a questo si notano delle forzature eccessive presenti in qualche scena, alcune delle quali sono fondamentali per l’andamento della trama, quasi a voler dire “questo succede perché sì!”, ma come disse il buon Bud Spencer in “…Altrimenti ci arrabbiamo”, questa “non mi pare una risposta convincente”. Nel complesso il film sembra composto da una serie di blocchi che fluttuano nell’aria senza niente che li tenga attaccati.

C’è da meravigliarsi che la sceneggiatura sia di Simon Kinberg, lo stesso che aveva scritto Giorni di un futuro passato, un vero e proprio capolavoro del genere cinefumettistico.

Buono invece il trattamento riservato a Xavier (James McAvoy) e soprattutto a Pietro Maximoff alias Quicksilver (c’è una scena di 3 minuti con lui protagonista che da sola vale il prezzo del biglietto. Singer ha impiegato più di 3 mesi per girare quella singola scena). Il film risulta essere coinvolgente e le due ore e mezza sembrano volare, anche perché l’azione è ben dosata e non risulta essere mai eccessiva, nonostante in alcune scene vi sia un distruzione quasi totale.

La regia è ottima nella buona parte delle scene, ma scade in altre. Stessa cosa per gli effetti visivi, che sono veramente spettacolari in alcuni momenti, mentre in altri sembrano incollati rapidamente in post-produzione. Ottima la fotografia, in particolare nelle scene in cui è presente Apocalisse, dove i colori perdono saturazione, quasi a voler rappresentare il suo effetto negativo sul mondo.

Nel complesso X-Men: Apocalisse è un film che intrattiene alla grandissima, ben diretto, ma con una sceneggiatura da rivedere.

Antonio Vaccaro

Premio Moda Fismo 2016, Premiata la Maison Versace

REGGIO CALABRIA – Il premio degli imprenditori italiani del commercio moda va alla Maison Versace. Si è tenuta infatti questa mattina, presso l’Auditorium “A. Nori”  in via Nazionale 60 a Roma, la premiazione del Premio Moda 2016 FISMO Confesercenti, che ha visto  la  Gianni Versace S.p.A. aggiudicarsi il riconoscimento.

“Siamo molto lieti di consegnarlo – ha detto il presidente FISMO Roberto Manzoni unitamente a Ciccy Cannizzaro – ad una delle più prestigiose Case di moda italiane, conosciuta per le sue straordinarie creazioni e per l’innovazione che ha saputo apportare, rispettando tecniche sartoriali artigianali e puntando su di un Made in Italy di altissima qualità”.

“Un riconoscimento molto importante – ha detto Francesco Buccola, Chief Financial Officer della Versace Spa, ritirando il premio – che premia quei valori di qualità e tipicità in cui Versace ha da sempre investito e che ha voluto portare nel mondo”.

 “La Versace – ha sottolineato il  presidente di Confesercenti, Massimo Vivoli, nel portare il saluto della Confederazione  –  è una di quelle eccellenze che ha fatto conoscere la creatività italiana nel mondo e a lei va il plauso di aver esportato il marchio e non l’azienda”. Infine il presidente ha ricordato come ancora “molte piccole e medie imprese italiane non sopravvivano a causa della pressione fiscale e dei costi di gestione alti e per il difficile accesso al credito. Serve maggiore attenzione delle istituzioni in tal senso”.

“La politica – ha incalzato Manzoni – deve riconoscere il ruolo fondamentale di questo settore. Chi investe nella moda deve poter contare su credito, formazione e su una regolamentazione chiara su vendite on line, outlet, saldi e contraffazione. Solo quando il comparto moda vedrà riconosciuto il ruolo fondamentale che ha nell’economia del Paese tornerà ad credere e investire nel futuro”.  

Claudio Bergonzi, Segretario Generale INDICAM nel corso del suo intervento ha ribadito che i tre pilastri del Made in Italy sono innovazione, capacità di progredire e di competere. “Oggi  – ha detto – si premia un’azienda che è il simbolo di tutto ciò”. Bergonzi ha poi posto l’accento sul problema della contraffazione fornendo qualche cifra: “2,5% di merci scambiate nel mondo sono false; nell’Ue la percentuale sale al 5%. L’Europa – ha concluso – ha poi anche il triste primato di avere due dei Paesi con le produzioni più imitate al mondo, ovvero i Italia e Francia”.

Angelo Senaldi, Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati ha sottolineato come “il Made in Italy nel mondo, per anni, si sia identificato con la moda”. Senaldi ha anche posto l’accento su come la moda sia uno fra i comparti più colpiti dalla contraffazione. Un fenomeno che per il deputato occorre combattere “investendo in cultura della legalità e in un sistema di riconoscimento chiaro che differenzi il prodotto di qualità dalle imitazioni”.

Presentazione della condotta slow food “Riviera dei cedri”

LOGO SLOW FOODDIAMANTE (CS) -Domani alle ore 17:30, presso l’Hotel Riviera Bleu di Diamante, verrà presentata ufficialmente la nuova Condotta slow food “Riviera dei cedri”.La condotta, si porrà di diffondere la filosofia del “buono, pulito e giusto”, che da anni costituisce lo slogan vincente di Slow Food, famosa organizzazione internazionale fondata da Carlo Petrini che proprio quest’anno festeggia il trentennale. Il ricco pomeriggio adamantino avrà inizio alle ore 17.30 con la presentazione delle finalità che la nuova condotta calabrese perseguirà sul territorio e con l’ufficializzazione del Comitato di condotta; a seguire, l’interessante convegno “Biodiversità, Territorio e Turismo Sostenibile”, che vedrà la partecipazione oltre che degli amministratori dell’ampio territorio di riferimento (ricordiamo che, geograficamente parlando, la Riviera dei Cedri si estende da Tortora a Paola) e dei rappresentanti regionali di Slow Food, anche di importanti ospiti del mondo del turismo, della cultura e dell’enogastronomia.Si proseguirà, poi, con una degustazione di prodotti a base di cedro: si andrà dall’aperitivo preparato in esclusiva Ninì Belcastro (Caffè Ninì) ai caratteristici prodotti delle Officine dei Cedri; dagli stuzzichini salati preparati dal ristorante Panza e Crianza, alla mitica torta al cedro della blasonata Pasticceria Aronne di Santa Maria del Cedro.Dopo il momento istituzionale e quello enogastronomico, sarà la volta del connubio con l’evento musicale calabrese nato quindici anni fa proprio nella capitale della Riviera dei Cedri  e divenuta, nel tempo, una rassegna itinerante nelle più belle località calabresi, annoverata ormai da anni dalla critica come uno dei festival jazz più importanti d’Italia. Parliamo del Peperoncino Jazz Festival, evento che proprio in questi giorni si è confermato tra i primi cinque festival jazz d’Italia all’esito dei Jazzit Awards – l’annuale referendum indetto dalla prestigiosa rivista specializzata Jazzit – che in occasione di questo primo atto ufficiale di Slow Food sul territorio dell’alto Tirreno Cosentino, darà anch’esso un primo assaggio di quella che si preannuncia come una incredibile XV edizione, che con 60 concerti in programma da metà giugno ai primi di ottobre, ancora una volta caratterizzerà nel segno del miglior jazz italiano ed internazionale tutta l’estate calabrese.In attesa di svelare, a brevissimo, il ricchissimo programma dell’edizione 2016, il festival organizzato dall’Associazione culturale Picanto e diretto artisticamente da Sergio Gimigliano proporrà, in anteprima e in esclusiva italiana, il concerto in piano solo del pianista estone Kristjan Randalu.Non ancora quarantenne, Kristjan studia a Colonia con John Taylor, poi con Django Bates a Londra, fino ad approdare  alla prestigiosa Manhattan School of Music di New York. Da qui, inizia una carriera strepitosa, costellata di collaborazioni importanti (tra le altre, si ricordano quelle con Dave Liebman, Ari Hoenig, Nguyên Lê, Nils Petter Molvaer,  Maria Schneider, la Stuttgart Chamber Orchestra, la Tallinn Chamber Orchestra e la London Symphony Orchestra, nonché il polistrumentista e cantante tunisino Dhafer Youssef, che lo voluto al suo fianco dal 2011 e al quale Youssef prima di ogni concerto chiede: “Fammi volare!”) e di esibizioni nei più importanti locali e teatri del mondo.Dotato di una tecnica impeccabile e, al contempo, di una grande sensibilità musicale e considerato uno dei pianisti più interessanti della sua generazione (c’è chi lo ha paragonato a Keith Jarrett o a Chick Corea, mentre Herbie Hancock lo ha definito semplicemente “un pianista abbagliante”), Randalu si muove tra musica classica e jazz con equilibrio e senso della simmetria unici; il suo tocco è originale, chiaro e preciso, caratteristica che gli è valsa la vittoria di diversi, importanti premi (su tutti, al Montreaux Jazz Festival, dove, nel 2002, ha vinto il concorso per pianoforte solo), oltre a una nomination ai Grammy Awards nel 2006.Già apprezzato dal pubblico del Peperoncino Jazz Festival lo scorso anno in occasione di uno dei concerti realizzati in Sila al fianco del sassofonista “vichingo” Trygve Seim, in occasione di questa  anteprima del festival musicale più piccante d’Italia il pianista estone, grazie anche alla collaborazione dell’Associazione culturale Diamante La Grande Bellezza, si esibirà all’ora del tramonto, nel suggestivo scenario della spiaggia più bella di Diamante (Riviera Bleu), dialogando, in solo, con la bellezza del paesaggio della Perla del Tirreno.

Decima edizione della festa del pane

programma definitivoff2016ALTOMONTE (CS) -La X edizione della Gran Festa del Pane si svolgerà il 21 e 22 maggio 2016 nel centro storico di Altomonte  con laboratori sensoriali del gusto, degustazioni, tavole dell’accoglienza, incontri sulla buona e sana alimentazione, sullo sviluppo sostenibile, fiere ed esposizioni di prodotti tipici e dell’artigianato, mostre, musica, incontri e tanto altro. Il tema portante di questa edizione  sarà “Identità e biodiversità. Il pane simbolo di diversità alimentare, di tradizione e innovazione sostenibile, per uno sviluppo consapevole e soprattutto solidale.Il messaggio che vuole affermare la Gran Festa del Pane di Altomonte anche in questa edizione è che dobbiamo comprendere che il mondo non ci appartiene ma ci viene consegnato dai nostri genitori per proteggerlo, rinnovarlo e dargli nuova vita.Altomonte e la Calabria, attraverso il pane, lanciano a tutto il mondo un messaggio di grande importanza per il futuro dell’umanità.Il pane non è solo simbolo di condivisione e accoglienza ma è anche maestro di comportamenti. Infatti i suoi ingredienti: l’acqua, la farina, il sale e il lievito madre, unendosi, fermentano e lievitano creando nuova vita che se si rinnova (impastandola nuovamente), si perpetua nel tempo (il lievito madre).Tra gli eventi più rilevanti del programma si segnalano: sabato pomeriggio l’incontro sul recupero dei grani antichi e dei prodotti identitari dove si avrà modo di ascoltare e conoscere le esperienze più importanti che in Italia si stanno realizzando e in particolare in Calabria e Sicilia. Sempre il sabato, la tavola rotonda: identità e biodiversità  un’impresa sostenibile e di successo. A seguire l’incontro gastronomico tra la  “dromsa ” e la “schicculiata”.Domenica 22 l’incontro su panturismo e sviluppo territoriale con la presentazione del tratto del cammino del pane che legherà Altomonte  e quindi la Calabria alla città di Matera che nel 2019 della cultura europea. A questi incontri oltre la presenza di Giuseppe lateano (Sindaco di Altomonte), di Lina Fittipaldi (Assessore al Turismo del Comune di Altomonte) e Lia Germano (Assessore alle Attività Produttive del Comune di Altomonte), vedranno la partecipazione dei seguenti relatori:Carmen Barbalace, Elio Di Bari, Antonio Blandi, Sarino Branda, Mario Coscarello, Giorgio Durante, Franco Laratta, Nunzio Nastasi,Lina Pecora, Mario Reda, Raffaele Riga,  Antonio Schiavelli e  Francesco Tassone.

 

 

 

 

 

 

 

Made in Italy, momento di formazione al “Cibus”

cibusROSSANO (CS) – Entusiasmo e tanta voglia di far crescere il nostro territorio. Queste poche parole raccolgono il senso dell’esperienza vissuta dagli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario – I.I.S. “Ettore Majorana” di Rossano che hanno preso parte al viaggio di istruzione promosso per conoscere da vicino le migliori aziende agroalimentari del made in Italy in occasione del “CIBUS” di Parma. Momento di formazione nel vero senso della parola: armati di cuffiette copricapo e del necessario per preservare l’igiene, i trentasei studenti hanno toccato con mano la produzione delle eccellenze. Varie le domande poste al personale impegnato nella lavorazione, la visita ai laboratori di ricerca, l’ammirazione per i magazzini colmi di delizie che portano nel mondo il Made in Italy. Entusiasmante l’incontro con un giovane ricercatore che all’università ha preferito il lavoro nel laboratorio, segno che l’agricoltura ha bisogno anche di molto studio. Tra le chicche, l’esperienza di vedere nell’Azienda “Salvi”, leader a livello sia nazionale che internazionale nel settore dell’ortofrutta, gli innesti fatti con i bisturi. Questo viaggio d’istruzione rientrava nell’ambito del programma di alternanza scuola- lavoro, promosso dall’Istituto Tecnico Agrario – I.I.S. “Ettore Majorana” di Rossano e riguardava non solo Parma, ma anche Ferrara e Cesena. Il Cibus di Parma è stato anche l’occasione per visitare centri culturali patrimonio storico della nostra bella penisola: la visita al Battistero e al duomo di Parma con mille anni di storia ha reso molto più interessante il tutto. Gli studenti, accompagnati anche dal prof. Giovanni Mastrangelo, sono rientrati carichi e stimolati. «Una scuola deve aprirsi al territorio facendo toccare con mano – ha affermato il prof. Mastrangelo- ciò che a scuola si studia solo in teoria. Un’esperienza unica che gli studenti del triennio dell’Istituto Tecnico Agrario non vedono l’ora di ripetere».Un ringraziamento particolare da parte del Dirigente dell’Istituto, Pina De Martino, è stato rivolto all’Azienda agricola Donato Parisi che ha sponsorizzato questo viaggio. «È stata una bella esperienza – ha detto la De Martino – in quanto i ragazzi hanno potuto apprezzare e valutare da vicino i processi produttivi di alcune tra le aziende leader del settore agroalimentare internazionale. I nostri studenti vanno aiutati ed invogliati. La nostra scuola è di vitale importanza per la nostra economia ed il futuro dei nostri giovani. Ripeteremo senz’altro questo tipo di esperienza».

[#NerdEvents] I vincitori del Kodansha Manga Awards

Come ormai di consueto, dal 1977, anche quest’anno, in Giappone, sono stati premiati i manga vincitori del Kodansha Manga Awards, competizione sponsorizzata dalla casa editrice Kodansha e arrivata alla sua quarantesima edizione. I premi vengono assegnati a tre categorie principali: Shōnen, Shoujo e Seinen; i vincitori hanno diritto a una statuetta, una certificazione e un premio in denaro di un milione di Yen, corrispondente a circa ottomila Euro. A valutare le opere migliori, una giuria di qualità, composta da Ken Akamatsu (Love Hina), Tochi Ueyama (Cooking Papa), Oh! Great (Inferno & Paradiso), Yūji Moritaka (Gurazeni), Kazumi Yamashita (Tensai Yanagisawa Kyoju no Seikatsu), Atsushi Kase (Bakudan!), Miyuki Kobayashi (Kitchen Princess).
Ma vediamo, quindi, i vincitori della premiazione, seconda per importanza solamente al Premio Culturale Osamu Tezuka.

Categoria Shōnen

daysMiglior Shōnen è il manga di Tsuyoshi Pasuda, “Days”, non edito in Italia.
Opera sportiva che racconta la vita di un ragazzo senza abilità particolari che, dopo aver incontrato un calciatore fenomenale, viene attratto sempre di più da questo sport.

Categoria Shoujo

WATASHI GA MOTOTE DOUSUNDA!

Sul podio della categoria Shoujo troviamo “WATASHI GA MOTOTE DOUSUNDA!”, di Junko.
La storia è incentrata su Serinuma Kae, ragazza fujoshi, cioè appassionata del genere Boys Love, che subisce un grave shock per aver visto morire il protagonista del suo anime preferito, entrando, così, in un periodo di forte stress che le fa perdere molto peso. Ora Kae è diventata una ragazza molto attraente e a scuola viene contesa dai ragazzi più belli di tutto l’istituto, ma lei vorrebbe solo vederli flirtare uno con l’altro.
Anche questo manga è inedito in Italia.

Categoria Seinen

Konoudori-manga-tomesPer l’ultima categoria, ma non per importanza, il premio come miglior manga Seinen è stato assegnato a Yu Suzunoki e al suo “Kounodori”.
Trama che racconta le vicende del dottor Koudonori, di giorno abilissimo ostetrico che aiuta le madri durante le gravidanze e, di notte, un famoso pianista jazz. Manga che tocca tutti gli aspetti della gravidanza, da quelli più felici a quelli più tragici.
Opera non edita in Italia.

                                                                        Paolo Gabriele De Luca

[#Game] Annunciato Dragon Ball Xenoverse II

Dopo l’ottimo successo del primo titolo “Dragon Ball Xenoverse” (oltre 3 milioni di copie vendute nel mondo), la casa produttrice, la Bandai Namco, ha annunciato l’uscita di Dragon Ball Xenoverse II.

A seguito di un iniziale teaser trailer del gioco, la Bandai ha dato conferma dello sviluppo del titolo, aggiungendo che la struttura del gioco resterà invariata ma vi saranno dei miglioramenti dal punto di vista tecnico con un aumento dei contenuti aggiuntivi e, citando la Bandai Namco, “il più grande e più dettagliato mondo di Dragon Ball mai sviluppato”.

Il gioco sarà rilasciato in Europa durante l’anno e sarà disponibile per PC, Xbox e PS4.

Non ci resta che attendere e sperare in un titolo degno del predecessore e delle aspettative.

Carmine Aceto

Servizio sulla cipolla rossa di Tropea in onda su “A conti fatti”

cipolla-tropeaROMA – A conti fatti, la trasmissione di Rai Uno, condotta da Elisa Isoardi  con la partecipazione di esperti e professionisti di ogni settore per aiutare i consumatori ad essere maggiormente consapevoli e soddisfatti. Giovedì 19 maggio, alle 11,20  andrà in onda il servizio dedicato alla IGP Cipolla Rossa di Tropea Calabria che consentirà ai consumatori, attenti e sensibili verso i prodotti di qualità, ad essere sempre più informati

Sìon, partito il Crowdfunding per Realizzare il Fumetto Steampunk Calabrese

COSENZA – E’ finalmente partita la tanto attesa campagna di crowdfunding per sostenere la realizzazione di Sìon, fumetto steampunk ambientato nella Napoli ottocentesca e totalmente realizzato da giovani artisti calabresi.

Il progetto è stato presentato ad alcuni tra gli eventi nazionali più autorevoli dell’ambito steampunk e del fumetto, come il VaporosaMente di Torino, lo Steamfest di Roma, il Romics e il Napoli Comicon.

Per la campagna di crowdfunding, attualmente in corso sulla piattaforma indiegogo.com, sono stati preparati deiperk diario pacchetti acquistabili tramite una donazione sul sito. Tra il merchandise disponibile, alcuni prodotti a tiratura limitata e di grande effetto. L’artbook, il Diario del Narratore (una raccolta di documenti per approfondire l’ambientazione di Sìon) il Gioco da tavolo che permetterà di vestire i panni di un cacciatore di creature o il limitato pacchetto CITIZEN che darà la possibilità al supporter che sceglierà di acquistarlo di diventare a tutti gli effetti un personaggio secondario presente nella Napoli di Sìon.

La stampa della graphic novel, storia autoconclusiva composta da più di 80 pagine a colori, verrà affidata alle sapienti mani di Fontegrafica, una delle migliori tipografie del mondo, la stessa che ci ha regalato capolavori come Lumina ed Ernest Egg.
La qualità della carta, particolarmente pregiata, sarà Dolce Vita che permetterà di far risaltare i dettagli delle illustrazioni.

Se volete sostenere questo progetto, basta andare sul sito del crowdfunding e dare il proprio contributo: https://www.indiegogo.com/projects/sion–2#/.
Per maggiori informazioni, visitare la pagina facebook di Sìon: https://www.facebook.com/thehuntforsion.

 

[#Anime] The Boy And The Beast: Recensione

Il 10 e 11 maggio i cinema italiani hanno ospitato il nuovo lungometraggio animato di Mamoru Hosoda, regista di film straordinari come “La ragazza che saltava nel tempo”, “Summer Wars” e “Wolf Children”. Hosoda è conosciuto soprattutto per la grande forza emotiva che riesce a dare ai suoi lavori. I suoi film, pur toccando a volte argomenti di fantasia, hanno il grande pregio di raccontare i sentimenti dei protagonisti con un realismo incredibile. Questo porta lo spettatore a vivere la storia sulla propria pelle e ad immedesimarsi totalmente nell’atmosfera del film.

C’è da dire che come al solito sono state effettuate delle dubbie scelte di distribuzione, mantenendo il film in sala per appena due giorni, con un biglietto prezzato come se fosse un blu-ray. Chi scrive si è ritrovato una sala deserta, con gli addetti del cinema che se la ridevano sotto i baffi a vedermi da solo a guardare un “cartone animato”, senza sapere che il cartone animato in questione ha delle inquadrature che da sole valgono quanto tutta la filmografia di Checco Zalone.

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Ma passiamo alla trama:

The Boy And The Beast racconta la storia di Ren, un bambino di appena nove anni che dopo la morte della madre decide di scappare dalla casa dei nonni. Mentre vaga per le strade di Tokyo incontra Kumatetsu, una bestia proveniente da una dimensione diversa da quella umana, in cui ogni persona ha l’aspetto di un animale. La bestia rimane incuriosita da Ren e gli chiede di seguirlo per farlo diventare un suo discepolo. All’inizio non andranno molto d’accordo, ma nonostante i continui litigi, tra loro inizia a nascere un forte legame.

The Boy And The Beast basa buona parte del film sul rapporto allievo-maestro, visto in una concezione più ampia.

Anche l’allievo ha tanto da insegnare al maestro

Sin dalle prime battute ci rendiamo conto che il burbero Kumatetsu non è proprio tagliato per fare il maestro, questo perché lui stesso non ne ha mai avuto uno che gli calzasse a pennello. Dall’altro lato il povero Ren non ha nessuna base di combattimento. Ma con il passare dei minuti ognuno di loro riesce a trovare il modo di valorizzare l’altro. Credo che il messaggio che Hosoda vuole trasmettere sia che il rapporto allievo-maestro è fatto di insegnamenti reciproci, in cui da un lato il maestro trasmette all’allievo le proprie conoscenze, e dell’altro l’allievo insegna al maestro nuove vie per farlo, in questo modo è l’insegnante stesso ad affinarsi.

Nelle prime battute Kumatetsu cerca di insegnare a Ren un modo per diventare forte, ma andando avanti nel film capiamo che quello che vuole trasmettere Hosoda è che la vera forza non può essere insegnata, ma può essere ottenuta solo grazie a qualcuno di importante, la nostra “Spada nel cuore”. Partendo da questo presupposto, Hosoda riesce a trasmettere la propria voglia di emozioni allo spettatore, giocando molto sul “non detto”. Infatti Ren e Kumatetsu passano i loro giorni litigando, ma chi guarda il film si rende conto che dietro questi litigi si nasconde un rapporto di totale simbiosi tra i due, un legame unico e indissolubile. In un certo senso questo film insegna che i rapporti migliori sono quelli in cui ci si confronta, in cui ognuno esprime le proprie opinioni anche a costo di andare contro l’altro, non quelli in cui ci si tiene tutto dentro in silenzio. L’uomo da solo è ben misera cosa, una creatura piena di oscurità, ma quest’ultima può essere combattuta grazie ai legami che nascono nel corso della vita.

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Sul piano tecnico c’è veramente poco da dire. La regia di Hosoda è studiata nei minimi particolari. Di tanto in tanto abbiamo delle inquadrature fisse da lasciare a bocca aperta, dei veri e propri quadri, in cui il regista ci mostra le strade della città di Tokyo o del mondo delle bestie. In altri momenti l’inquadratura si muove con un dinamismo incredibile, con delle carrellate che sarebbero impossibili da riprodurre in un film live-action. Le animazioni sono magnifiche, con il solito character design di Yoshiyuki Sadamoto (Neon Genesis Evangelion), vero marchio di fabbrica di tutti i film di Hosoda. Oltre a questo abbiamo un sapiente utilizzo della computer grafica. Le musiche sono straordinarie, da ascoltare e riascoltare anche da sole, compresa la bellissima sigla finale dei Mr. Children.

The Boy And The Beast è un piccolo gioiellino dell’animazione nipponica, come gli altri lungometraggi di Hosoda, che consiglio di recuperare se non l’aveste ancora fatto. Chi scrive non vede l’ora che esca in blu-ray, perché voglio letteralmente consumarlo.

 

Antonio Vaccaro