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[#NerdMovies] Death Note, ancora una volta sul grande schermo

Pensavi che non avesse più nulla da dire? Invece no! Abbiamo, ormai, capito che Death Note ha sempre qualcosa di nuovo da offrire. Anche in questo 2016 l’opera di Tsugumi Ōba e Takeshi Obata, diventato quasi un marchio, torna a far parlare di sé con un nuovo live-action, sequel degli eventi del manga, e una trasposizione hollywoodiana della storia originale. Ricordiamo che Death Note ha già visto la produzione di tre film e una serie tv.

Andiamo per gradi: la notizia del produzione del live action è stata annunciata lo scorso settembre, dopo un masahirocountdown che ha anticipato alcuni spoiler sulla trama. Ambientato nel 2016, la storia seguirà le vicende dei successori di Light e L, in un mondo in cui gli attacchi di cyber terrorismo sono all’ordine del giorno; inoltre sulla Terra saranno presenti sei Death Note, quindi sei Shinigami.
Il nuovo adattamento cinematografico sarà diretto da Shinsuke Satoh (Gantz e I Am a Hero) e avrà come protagonisti Sosuke Ikematsu (Higen ne “L’ultimo Samurai”) nei panni di Ryuzaki, successore di L; Masahiro Higashide (Hideo Shimada in “Kiseiju – L’ospite Indesiderato” – in foto) nel ruolo di Tsukuru Mishima, un detective impegnato nel rintracciare i Death Note; Masaki Kuda (Karma in “Assassination Classroom”) sarà Yugi Shion, un terrorista informatico seguace di Kira; Sakura Aoi, assassina in possesso di un Death Note, sarà impersonata da Rina Kawaei (ex membro dell’idol group “AKB48”) e, infine, Erika Toda interpreterà Misa Amane, che ha recitato lo stesso personaggio nei precedenti adattamenti del manga. Le riprese del live-action sono appena iniziate e uscirà nelle sale giapponesi il 29 ottobre 2016.

Discorso un po’ più complesso per l’adattamento hollywoodiano: sin dal 2011 si parlava di una Nat Wolfftrasposizione dell’opera affidata a Shane Black, ma poi l’idea è stata messa da parte perché il regista è stato chiamato a dirigere Iron Man 3. Si è pensato, quindi, di affidare la regia a Gus Van Sant (Milk e Psycho), ma alla fine è stato deciso, si spera definitivamente, che il film sarà realizzato da Adam Wingard (The Guest), regista esperto del genere horror. Alla sceneggiatura lavorerà Jeremy Slater (Fantastic 4 – I Fantastici Quattro). Tra i protagonisti troviamo Nat Wolff (Colpa delle Stelle e Città di Carta – in foto) e Margaret Qualley (The Nice Guy). Ciò che fa sperare bene è che gli stessi autori dell’opera, Tsugumi Ōba e Takeshi Obata, lavoreranno alla storia, anche se l’esperienza insegna che, per entusiasmarsi è meglio aspettare l’opera compiuta: come non ricordare che, nonostante la collaborazione di Akira Toriyama, “Dragonball Evolution”, trasposizione hollywoodiana del celebre manga, non è riuscito a soddisfare molti fan! Ma sperare non costa nulla e, anzi, ci aiuta a essere carichi. Non si hanno ancora molte informazioni, se non che Netflix se ne è assicurato la produzione e che le riprese del film inizieranno a Giugno 2016.

Paolo Gabriele De Luca

Trionfo dei classici napoletani al teatro Costabile di Lamezia Terme

DSC_4464LAMEZIA TERME (CZ) – Un successo strepitoso per il concerto delle Loving, i tre soprani Anna Picerno, Antonia Terracciano e Dorothy Manzo, dirette dal bravissimo maestro Antonello Cascione, già arrangiatore di Andrea Bocelli. Il gruppo ha proposto un repertorio di classici napoletani, arie d’opera ed evergreen internazionali, che hanno incantato il pubblico. Lo spettacolo musicale, di altissimo livello, è stato ideato dal maestro Cascione, che ha saputo unire tre vocalità dai timbri e colori differenti, un’intuizione che ha reso lo spettacolo entusiasmante, tributato dai continui applausi scroscianti di un pubblico calorosissimo. Uno spettacolo coinvolgente, quello andato in scena al Teatro Costabile e promosso dal Lions Club di Lamezia Terme e dall’associazione “I Vacantusi”, nell’ambito della rassegna teatrale “Vacantiandu”, grazie anche alle musiche e alle canzoni di tutti i tempi che sono state proposte. Ad intervallare le canzoni, l’esibizione di Sasà Trapanese, artista poliedrico, in una carrellata del meglio del repertorio teatrale napoletano. DSC_3959Nella serata è stato inoltre assegnato il riconoscimento “Federico II” promosso dal Lions club di Lamezia Terme, presieduto da Giuseppe Costanzo, conferito ogni anno a personalità lametine che si sono distinte per la loro attività in Italia e nel mondo. Premio che quest’anno è stato assegnato ad Alessandra Lucchino – Campionessa della Nazionale Italiana Scherma, medaglia d’oro al campionato mondiale a squadre, intervistata dalla conduttrice e giornalista Ketty Riolo. A conclusione della serata sono stati raccolti dei fondi che saranno finalizzati a  progetti per gli studenti delle scuole medie di Lamezia Terme, in particolare laboratori teatrali per ragazzi disagiati.

Calabria protagonista nella seconda giornata del Vinitaly

Vinitaly 1VERONA – Si conclude la seconda giornata per la Regione Calabria al Vinitaly registrando un grande successo di critica e pubblico. E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale. La giornata – prosegue la nota – si è aperta alla presenza di Mario Oliverio, presidente della Regione, Luca Sani, presidente della commissione Agricoltura alla Camera, Nicodemo Oliverio, della commissione Agricoltura alla Camera, Mauro D’Acri, consigliere regionale, ed Emilio Renato Defilippi, vice presidente nazionale Assoenologi, che sono intervenuti parlando del tema “Le novità nella disciplina organica della coltivazione della vite e delle produzioni e del commercio”. Sono il Calabria IGP Nerello 2010 della società agricola Senatore Vini e il Nerone di Calabria 2011 della casa vinicola Criserà di Catona ad aver vinto il 5 Star Wines Award, il Vinitaly International Wine Award. Il primo è prodotto da una famiglia di vitivinicultori da quattro generazioni, gli eredi di Senatore coi vigneti di loro proprietà, testimonianza di qualità tradizione, competenza e passione. Il Nerone di Calabria 2011, prodotto con uva Sangiovese e Nerello Calabrese tra i 600 e gli 800 metri d’altezza e vendemmiato tardivamente, conserva intatta la sua concentrazione aromatica. Oliverio ha partecipato al ‘World Wine Web’ a cui ha preso parte il presidente del Consiglio Matteo Renzi, con il quale ha avuto un cordiale incontro. Durante l’evento il Premier Renzi ha dichiarato: «Abbiamo i migliori vini del mondo, anche meglio di quelli francesi. L’Italia ha come obiettivi di arrivare al 7,5 miliardi di euro di export per il settore vitivinicolo entro il 2020 e a 50 miliardi per l’agroalimentare. L’Italia negli ultimi 20 anni ha perso troppe opportunità». Ha poi proseguito Renzi: «In questo settore: 2 anni fa eravamo a 4,9 miliardi per l’export del vino, oggi possiamo dire che siamo a 5,4 miliardi, abbiamoVinitaly 2 detto che arriveremo a 7,5 miliardi e ci arriveremo. Avevamo detto che l’agroalimentare sarebbe passato da 30 a 50 miliardi entro il 2020 e oggi siamo a 36,9 miliardi». Oliverio, a proposito dell’intervento di Renzi, ha detto che «la globalizzazione chiede bellezza e chiede qualità. In riferimento allo storytelling che il Premier ha rilanciato, la Calabria ha tanto da raccontare forte dei suoi 3000 anni di storia nel settore vitivinicolo e in termini di bellezza. Il nostro settore enologico – prosegue il Presidente della Regione – è forte sia in termini di innovazione che in termini di tradizione. La sinergia che la Regione Calabria intende costruire all’interno di questo comparto di grande eccellenza diventa strumento di traino del Sistema Paese e della nostra Regione. La giornata – prosegue la nota – si è conclusa con la presentazione del brand ‘Rosso Calabria’, presentato nello spazio della Regione, un omaggio alle preziose varietà a bacca scura della Regione e sinonimo di alta qualità, storia e innovazione enologica. La viticoltura in Calabria ha origini antichissime. Già nell’VIII secolo a.C. i Greci chiamavano questa terra Enotria, lodandone la qualità delle uve. E’ per trasmettere questa storia e per valorizzare il patrimonio di cui la Regione dispone che nasce il brand ‘Rosso Calabria’. ‘Rosso Calabria’ diviene così contenitore per comunicare vini che caratterizzano la produzione calabrese dal Gaglioppo al Magliocco, passando per il Nerello, il Greco nero, il Vinitaly 3Castiglione. Queste uve costituiscono un patrimonio inestimabile per l’enologia calabrese che attraverso il brand, vengono rivalutate e trasmesse al grande pubblico. Rosso come la passione che gli agricoltori ogni giorno mettono nel proprio lavoro e come la passione che guiderà l’ente regionale in un ambizioso progetto che riunisce i produttori della Regione puntando ad alti standard qualitativi. Obiettivo è quello di potenziare il mercato con un ampliamento a livello nazionale ed internazionale, con una programmazione mirata e selettiva dei target di riferimento, grazie alla scelta strategica di privilegiare i Paesi ‘maturi’, che conoscono già il vino italiano, contesto nel quale la Calabria può rappresentare un’interessante novità. Ed è proprio per questo che in occasione di Vinitaly è stato organizzato un momento dedicato al mercato individuato come strategico per il settore: la Germania. Ad oggi la produzione vinicola calabrese esporta circa il 13% della produzione locale in Germania (Fonte Produttori Locali). I produttori del settore agroalimentare, ambasciatori della qualità Made in Italy ed anche del made in Calabria, negli ultimi anni sono stati in grado di proporsi con successo anche sui mercati internazionali, come testimonia la crescente attenzione verso queste produzioni attive sulla scena internazionale e con importanti livelli di fatturato raggiunti nell’export. Hanno donato notevole impulso alla produzione regionale, alla ricerca di nuove e importanti occasioni di visibilità, confermando per la Calabria un posto di rilievo nella storia e nella cultura dell’alimentazione mediterranea, grazie anche al contributo della tradizione enogastronomica appartenente a questa variegata regione peninsulare fatta di prodotti d’eccellenza a marchio certificato.

[#Recensione] Francesco Motta e “La fine dei Vent’Anni”

Nonostante la fase di stallo creativo che sembra vivere da anni la musica italiana, c’è una certa scena underground che riesce a partorire qualcosa di interessante sia in termini sonori che di contenuti testuali. Il livornese Francesco Motta, che usa come alias solo il proprio cognome, rappresenta uno di questi casi.francesco motta2

In seguito all’esperienza coi Criminal Jokers, con cui ha inciso due album, e alla militanza come fonico e polistrumentista per artisti più o meno affermati, Motta pubblica il suo primo album solista intitolato La fine dei vent’anni (2016), che esce per Woodworm.  Ma cos’è La fine dei vent’anni? “È un po’ come essere in ritardo / non devi sbagliare strada / non farti del male / e trovare parcheggio”, come canta nella title track.  È un disco pieno di canzoni d’amore che spesso lasciano velate allusioni malinconiche, come quelle che ti fanno guardare al passato, a ciò che avresti voluto fare ma che, per qualche motivo, è sempre saltato. Dunque pieno di sentimenti, ma anche di plugin che effettano la voce e soprattutto di accordature non convenzionali, diverse dai canonici 440hz, che avvicinano spesso alla musica etnica (es.: Mio padre era comunista).

Il disco contiene brani che fanno pensare ad artisti come Niccolò Fabi e i Tiromancino senza dimenticare Riccardo Sinigallia, produttore dell’album e co-autore in tre brani, a dimostrazione di quanto l’ex Tiromancino creda nel progetto “Motta”. Non mancano ospiti affermati come Giorgio Canali, Guglielmo Ridolfo Gagliano (polistrumentista di Paolo Benvegnù) e Alessandro Aloisi dei Pan Del Diavolo.
L’influenza musicale che si avverte per prima è proprio quella di Sinigallia: appare latente sin dall’arpeggio introduttivo del brano di apertura, Del tempo che passa la felicità, dove durante un ritmo costantemente incalzante si intrecciano due chitarre arpeggiate in modo molto diverso e in cui si canta di una “magia della noia” come miraggio per l’intera generazione di oggi.
Sono tutti pezzi con lo stampo della canzone d’autore e tuttavia immediati. Questo pregio, che è il maggiore di tutto il lavoro, ha la sua massima chiarezza in Prima o poi ci passerà, scelto come primo singolo estratto. Questo, però, non significa che manchino brani più arrabbiati. È il caso di Se continuiamo a correre, che vede la partecipazione di Aloisi in una ben riuscita commistione di voci, mentre Roma stasera è forse il brano che – pur conservando un sottostrato pop – più degli altri esprime quel senso punk della voglia di perdersi fregandosene delle conseguenze… almeno per una sera.
Chiudono la tracklist i due episodi in cui la chitarra è di Giorgio Canali: Una maternità (E d’improvviso ti accorgi / di quel poco che sei / conservi i ricordi per farci un incendio / ti sei abituata alla perplessità / e rimani in silenzio / in attesa del resto / alla cassa del bar)  e Abbiamo vinto un’altra guerra, poetica e arresa nel descrivere il percorso di una coppia che ormai procede per inerzia, schiacciata dalla maledetta forza dell’abitudine, e che regala probabilmente il più bel momento dell’album cantando: “Non possiamo riparare / Sono finiti gli argomenti / La testa sulle spalle / Le spalle sopra i denti”.

Insomma, la fine dei vent’anni è il raggiungimento dell’età adulta in cui Motta ha anche la sensibilità per mettersi a nudo e parlarci di gioie, malinconie, del suo rapporto con la famiglia e con la vita, attraverso canzoni ricercate e spesso molto orecchiabili. Prosit!

Gianluca De Serio

[#SpecialeComiCS] Video-Intervista ai Creatori di Sìon, fumetto Steampunk made in Calabria

Durante il Cosenza ComiCS abbiamo incontrato i creatori di Sìon, fumetto steampunk ambientato nella Napoli dell’800, e abbiamo colto la possibilità di intervistarli nuovamente per aggiornare i nostri lettori sulle ultime novità!
Qui la nostra precedente video-intervista!

Inoltre durante la fiera abbiamo appreso che il 2 maggio avrà inizio una campagna crowdfunding al fine di sostenere il progetto Sìon e portarlo ad una realtà concreta e di alta qualità.

Intervista a cura di Miriam Caruso.
Riprese ed editing video a cura di Daniele Ferullo.

Cosenza ComiCS, una settimana dopo

Il Cosenza ComiCS è giunto al termine già da una settimana, lasciando il suo segno nel cuore di chi ha partecipato a questa seconda edizione. Ne sono un esempio le numerose e splendide foto che hanno invaso e ancora invadono piacevolmente le bacheche dei social: immagini di caldi sorrisi, di ardente passione, di condivisione, di divertimento.

In mezzo a questa moltitudine, la redazione di Nerd30 è stata coinvolta appieno dall’ “uragano ComiCS”. Nonostante fossero in pochi ad indossare il cartellino “standista”, i redattori sono riusciti ad essere presenti nella maggior parte delle attività, compilando articoli, facendo interviste, immortalando in varie foto i momenti più salienti, facendo muovere i loro piedi al suon di musica durante i concerti.teresa e giada

Oltre a lavorare, hanno coinvolto i curiosi in una “Caccia al redattore”, consegnando loro dei graziosi papercraft assemblati proprio per l’occasione dopo una lunga notte insonne. Il divertimento che si leggeva negli occhi di coloro che hanno trovato le fascette arancioni e blu si specchiava nei sorrisi dei ragazzi di Nerd30, che hanno premiato i partecipanti con una pesca finale e la vincita di due premi.

Si sono mossi freneticamente come delle trottole tra i vari scrigni e tra le numerose persone, l’anima del Cosenza ComiCS; si sono stancati fino ad arrivare stremati a casa, ma con la consapevolezza che avrebbero raccolto i frutti di ciò che hanno seminato in quei brevi seppur intensi tre giorni.

Ho avuto il piacere di partecipare all’organizzazione dell’evento con Nerd30. Mi sono accorta che la realtà nerd è presente nel territorio cosentino e in generale calabrese e che non è “roba da sfigati”, anzi le numerose figure professionali che ho avuto il piacere di conoscere mi hanno fatto capire che si tratta di una passione che può essere coltivata come qualsiasi altro interesse, magari potrebbe essere meno noiosa e più divertente!

In fin dei conti, se uno segue la propria attitudine può lasciare al pubblico qualcosa di interessante, in grado di rapire l’attenzione. Così facendo molte persone potrebbero condividere una stessa passione.

Proprio di condivisione sono stati pieni i miei occhi, osservando l’evento da molti punti di vista; inoltre esemplari sono stati la voglia di fare e l’unione tra i redattori di Nerd30. Il fuoco del loro amore nei confronti del variegato mondo nerd e l’essere cristallini nel loro lavoro li accomuna a Kepler e Alariko, simboli di questa seconda edizione del Cosenza ComiCS, che, seppur “avversari”, hanno dimostrato che l’uno non può fare a meno dell’altro.

Teresa Cupiraggi

[#Romics2016] Il comunicato stampa di Shockdom riguardante quanto accaduto in fiera

Di seguito il comunicato stampa di Shockdom riguardante quanto accaduto durante il Romics 2016, a proposito dei disordini accaduti in riferimento al volume “Quanto C’era LVI”. A fine pezzo potrete trovare anche il video dell’accaduto.
“Domenica 10 Aprile, nel tardo pomeriggio, durante la manifestazione Romics 2016, tre uomini si sono avvicinati allo stand Shockdom, con una videocamera. Uno di essi, fingendo un inciampo, ha versato della coca cola su alcuni volumi. Nel momento in cui gli standisti si sono avvicinati per pulire le copie, queste tre persone hanno iniziato a lanciare alcune pubblicazioni contro lo staff riprendendo il tutto con la videocamera. Nel fare questo hanno chiesto del fumetto “Quando c’era LVI”.
Un visitatore presente in quel momento allo stand, anche lui bersaglio del lancio delle copie, ha risposto che il fumetto era finito, invitando con tono deciso le tre persone ad andare via.
Gli eventi si sono svolti molto velocemente, per cui lo staff, colto di sorpresa e anche intimorito dal comportamento dei tre uomini, non ha avuto tempo e modo di fare loro fotografie e/o riprese.
Per fortuna non ci sono stati scontri fisici e quindi nessuna conseguenza per le persone.
La casa editrice ringrazia lo staff presente per il proprio comportamento che non ha ceduto alla provocazione ricevuta.
La polizia è subito intervenuta raccogliendo testimonianze e prove dell’avvenuto. Shockdom ringrazia l’organizzazione del Romics per il supporto avuto, consapevole che un fatto come questo non sia prevedibile da parte della sicurezza di un evento.
I danni ai volumi sono stati valutati tra i cinquecento e i mille euro.
Shockdom sporgerà denuncia contro ignoti.
La posizione di Shockdom.
Shockdom è una casa editrice indipendente e pubblica fumetti, anche di satira. La pubblicazione di “Quando c’era LVI” di Daniele Fabbri e Stefano Antonucci ha scatenato forti reazioni, specie sul piano dialettico e mediatico, come è giusto che sia. Siamo in un paese democratico, in cui vige la libertà di parola ed espressione. Probabilmente l’argomento di cui tratta l’opera, il fascismo e il Duce, è ancora un nervo scoperto per una parte degli italiani e l’emotività può portare a comportamenti non leciti. Shockdom è aperta a qualunque opera di qualità, indipendentemente dal colore politico, dal credo religioso, dall’appartenenza etnica e siamo da sempre disponibili al confronto purché rientri nella discussione aperta e costruttiva e ovviamente nell’ordine della legalità.
La pubblicazione dei quattro numeri di “Quando c’era LVI” andrà avanti con la programmazione già definita e non subirà rallentamenti o modifiche.”>

Ecco il link del video diffuso dagli autori dell’accaduto.

Grande successo per i vini calabresi all’edizione 2016 del Vinitaly

VERONA – Si è aperta l’edizione 2016 del Vinitaly, la celebre rassegna vitivinicola italiana, famosa in tutto il mondo. Una rassegna a cui, anche quest’anno, la Calabria ha offerto il meglio della propria produzione vitivinicola con “Terre di Cosenza”, riscuotendo il consenso dei più importanti opinion leader presenti. Nel corso del dibattito “Terre di Cosenza dop, il mondo del Magliocco. Presentazione del territorio e dei suoi prodotti”, organizzato dalla Camera di Commercio di Cosenza e dal Consorzio Terre di Cosenza Dop, sono Vinitaly Calabriastati presentati a operatori e stampa di settore i vini della Dop bruzia. In particolare, quest’ultima include un’ampia gamma di uve, molto diverse tra loro e al contempo ricche: Guarnaccino, Mantonico Nero dell’Esaro, Greco nero del Savuto, Arvino, Malvasia, Moscatello di Saracena, Greco, Guarnaccia Bianca, Pecorello, Mantonico Bianco, Verdana e molte altre varietà ancora in fase di vinificazione sperimentale. Una varietà di prodotti, dunque, che racconta una parte di storia del territorio, con la millenaria storia della coltivazione della vite su territori naturalmente differenti inseriti in microclimi vari. Ad accompagnare il viaggio alla scoperta dei sapori vinicoli, prodotti della gastronomia locale, dai salumi prodotti con il suino nero di Calabria, animale che ben si adatta a ogni tipo di alimentazione e proviene da allevamenti non intensivi, al pane di Cuti di Rogliano, a lievitazione naturale con lievito madre e cottura in forno a legna, nato da una sapiente miscela di farine nel solco della tradizione.

I segreti della tradizione vitivinicola cosentina sono stati rivelati ai presenti dalle fonti storiche e aneddotiche dello storico Antonello Savaglio, autore del volume di prossima uscita “Un vino da Signore – La viticultura nelle “terre” di Cosenza tra Cinquecento e Settecento”. Papi e imperatori, come si evince dal racconto storico di Savagli, hanno apprezzato il vino delle terre cosentine, da papa Paolo III Farnese, che decantava le qualità del vino locale al cardinale Ascanio Sforza, all’imperatore Carlo V, amante dei vini delle campagne di Bisignano, serviti nelle cene organizzate in suo onore dal principe Pietro Antonio Sanseverino.  “I vini cosentini – ha spiegato, infatti, Savaglio agli ospiti – racchiudono una storia antica che vede il suo massimo splendore nel Cinquecento. Tante le curiosità rintracciate attraverso lo studio delle fonti, per esempio dagli scritti emerge che il Magliocco fu il vino utilizzato dai Lanzichenecchi per il sacco di Roma, perché considerato un vino capace di dar forza, e il papa Paolo III Farnese lo utilizzava per curare le sue malattie. Dominique Van Denon, un viaggiatore del Settecento descrive il vino calabrese come il migliore d’Italia”.

Vinitaly CalabriaDel resto, le cantine calabresi, aperte a una lavorazione che concentri tradizione e innovazione, sono pronte a presentare a un mercato sempre più esteso. Il Consorzio di tutela dei vini Terre di Cosenza Dop comprende, d’altra parte, una quarantina di aziende e detiene il merito di aver organizzato l’intero territorio della provincia sotto una denominazione unica, attraverso semplici regole di produzione per ottenere il meglio dai vigneti del territorio.

Lo stesso ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, presente all’inaugurazione del Vinitaly, ha dichiarato: “La Calabria è regione di grandi eccellenze paesaggistiche ed enogastronomiche. Queste giornate saranno occasioni enormi per testare alcuni passi avanti importanti e credo sia giusto riconoscere la grande stagione di lavoro realizzato con  la Regione Calabria proprio sul versante agroalimentare in relazione anche ai vostri rappresentanti istituzionali in Parlamento. Io devo constatare che abbiamo misurato dei passi avanti importantissimi e dobbiamo andare avanti perché soprattutto nel mezzogiorno abbiamo un patrimonio ancora inesplorato di potenzialità tra settore primario e terziario avanzato soprattutto per la connessione tra esperienze agricole, enogastronomiche e turismo di qualità. Questa occasione per la Calabria è unica e sono qui per dirvi che siamo con voi e lavoreremo con voi. Andiamo avanti”.

A fargli eco il Governatore della Calabria Mario Oliverio che ha affermato, a sua volta, che “il futuro inizia qui. I nostri vini di qualità sono il simbolo di una nuova Calabria, di una Calabria positiva che unita conquista i mercati internazionali. Grazie all’impegno dei produttori percorriamo la strada di un grande cambiamento. Il vino come energia per accendere i nostri motori, per ripartire e dare la giusta velocità a questa nuova evoluzione”.

Tanti anche gli estimatori celebri del vino e della viticoltura calabrese. Tra questi, lo scrittore Carmine Abbate, vincitore del Premio Campiello 2014, e Marcello Masi, direttore del Tg2, il quale ha dichiarato: “Ho visto in Calabria territori meravigliosi che l’uomo ha tentato di rovinare per decenni, ma oggi ho visto anche la una voglia di riscatto nei volti dei produttori che abbiamo incontrato, abbiamo visto le vigne, le colline, i terreni che sono tornatialla Calabria grazie al lavoro dei calabresi. Questo è il plauso che io posso fare alla Calabria, avete un patrimonio immenso e per anni lo abbiamo sottovalutato tutti. Oggi si è presa maggiore consapevolezza e grandi vitigni si stanno trasformando in grandi vini che già oggi stanno insidiando i grandi vitigni internazionali che abbiamo in  Italia. Complimenti”.