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Ludovico Einaudi in Calabria il 6 Agosto per un concerto Imperdibile

COSENZA – Ludovico Einaudi si appresta a tornare in tour in Italia in alcuni dei luoghi più suggestivi dello stivale. Sarà in concerto anche in Calabria, grazie ad Archimedia Produzioni e Ponderosa Music & Art, presso l’Anfiteatro di Cirella a Diamante (CS) il 6 agosto 2016.

A due anni e mezzo di distanza da In a Time Lapse, Einaudi presenta Elements, un disco dai contorni ancora più trascinanti e decisi, in uscita 16 ottobre 2015 su etichetta Decca Records – Universal Music Group.

“Elements nasce da un desiderio di ricominciare daccapo, di intraprendere un nuovo percorso di conoscenza. C’erano nuove frontiere – sul filo di quello che conoscevo e di quello che non conoscevo – che da tempo desideravo indagare: i miti della creazione, la tavola periodica degli elementi, le figure geometriche di Euclide, gli scritti di Kandinsky, la materia sonora, ma anche i colori, i fili d’erba di un prato selvaggio, la forme del paesaggio. Per mesi ho vagato dentro una miscela apparentemente caotica d’immagini, pensieri e sensazioni; poi, tutto gradualmente si è amalgamato in una danza, come se tutti gli elementi facessero parte di un unico mondo, ed io anche.” Questo è Elements. Se non fosse musica sarebbe una mappa dei pensieri, a volte chiari, a volte sovrapposti, punti, linee, figure, frammenti di un discorso interno che non si ferma mai.”

Composto da 12 brani, l’album ha una strumentazione che comprende piano, archi, percussioni, chitarra ed elettronica. Come nei precedenti lavori del compositore, anche questo si sviluppa come una suite in cui ogni brano ha una precisa relazione con gli altri. Il suono è ricco e stratificato, gli elementi sonori si sommano e s’intrecciano con una freschezza d’insieme che unisce con sapiente naturalezza suoni acustici, elettrici ed elettronici.
Elements è stato registrato nell’arco di tre mesi, tra marzo e giugno, nello studio della sua casa di campagna nelle Langhe, “un’esperienza unica, accompagnata dal ritmo incalzante dell’esplosione della primavera”.

Oltre alla presenza del gruppo ormai stabile di Ludovico, tra cui Francesco Arcuri, Marco Decimo, Mauro Durante, Alberto Fabris, Federico Mecozzi, Redi Hasa, l’album si avvale della collaborazione dell’ensemble d’archi olandese Amsterdam Sinfonietta, del musicista elettronico berlinese Robert Lippok, dei percussionisti dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, del percussionista brasiliano Mauro Refosco e del grande violinista sudafricano Daniel Hope, ospite nel brano di apertura Petricor.

[#Anime] Naruto Shippuden: La Vera Leggenda Di Itachi, prime impressioni

L’episodio 451 di Naruto Shippuden segna l’inizio di una minisaga dedicata ad uno dei personaggi più amati dai fan dell’opera di Masashi Kishimoto, Itachi Uchiha. La saga è l’adattamento animato di un romanzo scritto da Takashi Yano e illustrato dallo stesso Kishimoto. Quindi non si può parlare di filler, ma più che altro di spin-off.

Nel corso di Naruto abbiamo inizialmente visto Itachi come un personaggio sostanzialmente negativo, per poi scoprire le motivazioni dietro al suo operato. Se all’inizio il fascino del personaggio lo si poteva trovare nel suo talento sconfinato, nella sua freddezza e nella sua intelligenza, successivamente i sentimenti del lettore e dello spettatore si spostano verso la contemplazione della sua triste storia. Un personaggio che ha sempre portato su di se un peso enorme.

itachi

Questi primi due episodi ci mostrano alcune fasi della giovinezza di Itachi e si concentrano principalmente sul suo incredibile talento nelle arti ninja. Ci viene mostrato quando esegue la tecnica della “Palla di fuoco suprema” al primo tentativo, dopo averla vista eseguire una sola volta dal padre. Ci viene fatto vedere il momento del suo diploma nelle arti ninja, all’età di 7 anni, dopo un solo anno di accademia. Ci viene mostrato Shisui, suo amico fraterno, di cui sappiamo veramente poco per quello che abbiamo visto nel manga.

Quello che colpisce del giovane Itachi in questi due episodi è la sua diversità rispetto ai suoi coetanei. La sua intelligenza e maturità non sono quelle di un ragazzino di 7 anni. Non c’è spensieratezza nel suo animo, ma anzi, la sua mente è attanagliata dai dubbi, frutto della sua esperienza nella Terza Guerra Mondiale Ninja.

La frase :“Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.” di Bertrand Russel è la perfetta sintesi di uno dei personaggi meglio sviluppati di tutto Naruto.

Miniserie consigliata a chi ha amato il genio del clan Uchiha e vuole saperne di più sulla sua giovinezza.

Antonio Vaccaro

Marlene Kuntz, “Lunga Attesa” sul palco del TAU

RENDE (CS) – Ieri sera il Teatro Auditorium dell’Unical ha accolto sul suo palco un gruppo che ha fatto la storia della musica rock indipendente italiana, sto parlando dei Marlene Kuntz col il loro “Lunga Attesa Tour“.

Una platea gremita di fan, in attesa del ritorno sul palco cosentino della band capitanata da Cristiano Godano, questa l’aria che si è respirata al TAU, scendendo le scale alla ricerca delle poltroncine segnate sul biglietto.
Ad aprire il concerto Giorgio Ciccarelli (ex chitarrista degli Afterhours), che ha presentato alcuni pezzi del suo primo album da solista, Le Cose Cambiano.

Giorgio Ciccarelli (17/03/16)

Una breve pausa ci ha, infine, introdotti nel mondo dei Marlene, che hanno portato sul palco tutta l’energia di artisti che in 25 anni di carriera, 22 dall’uscita di Catartica e 10 album alle spalle, hanno saputo reinventarsi, creando un progetto che potesse uscire fuori dagli schemi e nello stesso tempo rimanere fedele al loro stile.
Fecondità, Narrazione e l’omonimo Lunga Attesa, i brani del nuovo album hanno buttato sul pubblico del TAU tanta energia, incazzatura, chitarre distorte e frasi taglienti. Non sono mancati i momenti morbidi, che tanto sono cari ai fan degli MK, alcuni di questi tratti dal primo disco Catartica. La Lira di Narciso, La Canzone che Scrivo per Te (scritta per il celebre duetto con Skin) e la bellissima Nuotando nell’Aria, una platea in coro dietro ai successi che hanno consacrato la band come àncora in un panorama indie sempre più inflazionato e, a volte, scadente.

Marlene Kuntz (17/03/16)

Com’è stato portare sul palco questo nuovo disco per i Marlene? Ci risponde Godano stesso “Ci piace, ci lasciamo andare e ci viene bene. Abbiamo portato sul palco un disco tirato, intenso, distorto e ringhioso“.

Il TAU conferma ancora una volta di essere promotore di movimenti culturali e musicali di grande spessore, anche grazie alla sinergia creatasi con Archimedia Produzioni. Appuntamento allora per il 23 marzo con Il Teatro degli Orrori e il 7 aprile con la band romana I Cani.

Di seguito un piccolo estratto di uno dei momenti più emozionanti del concerto, La Canzone che Scrivo per Te.

Miriam Caruso

ph. Joe Santelli

 

[#NewTech] Il VR made in Sony e le novità a riguardo

La guerra alla realtà virtuale sta ormai dividendo il mondo in diverse fazioni: PSVR, Oculus Rift, HTC Vive sono solo alcuni degli esempi, ma tante altre realtà stanno nascendo e costruendo il loro prototipo. Di qualche giorno addietro è infatti la notizia che anche AMD, con il suo Sulon Q, ha iniziato la sua avventura VR implementando nel suo visore anche la Realtà Aumentata. Dopo questa premessa, vi rassicuro sul fatto che non sarà un lunghissimo articolo su pro e i contro di tutti i VR, ma sarà un pezzo dedicato alle ultime novità annunciate al GDC riguardanti Mamma PlayStation.

Quando Sony decise d’immergersi nel mondo della realtà virtuale, dichiarò che il suo progetto doveva chiamarsi Project Morpheus. Lo ricordate? Era molto simile alla versione odierna. A settembre del 2015 cambiarono il suo nome in PlayStation VR forse seguendo la moda o forse per restringere il campo al solo uso per gaming. Grazie al Game Developers Conference (GDC) degli ultimi giorni, siamo venuti a sapere molte delle succulente novità che la Sony teneva nascoste al pubblico. Ad esempio il quanto e il quando.

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Il prezzo è stato fissato a 399€ per l’Europa, confermando questo VR come il più economico del mercato. Se pensiamo infatti ai 742€ (per l’Europa) dell’Oculus Rift e i 699 dell’HTC Vive, molti di noi ricordano la rassegnazione che li ha colpiti nel pensare ad una vita, almeno inizialmente, senza realtà virtuale. Ma cosa nasconde in realtà questo prezzo così basso?

Il “tranello” della Sony sta nel dover associare insieme al Visore e la Processing Unit (di cui parleremo a breve), anche altre due periferiche per il corretto funzionamento: il PlayStation Move e la Camera. Il loro prezzo è di rispettivamente 40 e 60 euro, ma è possibile, con qualche ricerca, trovarli di seconda mano. Questo stratagemma, tuttavia, ha portato un picco di vendite delle due periferiche che in pochi giorni hanno raggiunto il 975% per la Camera e il 305% per il controller Move, facendoli schizzare in cima alle classifiche di vendita di Amazon.

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Insieme al Visore, però, era stato associato un misterioso dispositivo chiamato Processing Unit, che fino ad oggi non aveva una funzione chiara. Si pensava infatti che la PS4 non avesse le capacità necessarie a sostenere la realtà virtuale e invece, attraverso le varie rivelazioni, è stata fatta luce anche su questo punto. L’unità di processione, a detta di Chris Norden, ha lo scopo di gestire il reparto audio degli oggetti 3D durante il gaming e di trasmettere in maniera fluida quello che la Sony chiama “schermo sociale”. Altro non è che il televisore da cui le persone possono osservare ciò che sta accadendo nel visore e al giocatore con il casco.

All’apertura dei preordini da Sony, Amazon ha registrato già in Francia, Inghilterra e Germania il sold out. Tranquilli però, tutti gli italiani hanno ancora la possibilità di pre-acquistarlo comodamente da casa poiché sono ampiamente disponibili.

Detto ciò, vi ringrazio per la lettura e ancora una volta vi spingo alla riflessione sul fenomeno che potrebbe stravolgere completamente il mondo videoludico. Siamo davvero pronti alla Realtà Virtuale?

gattino

Fonte:Polygon, Eurogamer

Daniele Ferullo

[SerieTv] Mr. Robot, hacktivisti contro l’ordine mondiale

Stanco delle solite serie tv? Poliziotti, scazzottate, storie d’amore, omicidi e altre situazioni di questo genere? “Sempre le solite cose!” viene da pensare. Ma, che tu sia stanco o meno, sappi che dovresti proprio dare un’occhiatina a Mr. Robot, la nuova serie targata USA Network, ideata da Sam Esmail e vincitrice di due Golden Globes.

Sin dall’episodio pilota, negli Stati Uniti ha riscosso un forte consenso di critica e di pubblico. Composta da dieci episodi, e con la seconda stagione già in produzione, è andata in onda in Italia per la prima volta lo scorso 3 marzo su Mediaset Premium. Attualmente ha come testimonial Belen, ma non farti scoraggiare da questo piccolo particolare.

Mr. Robot porta davvero una ventata d’aria fresca.

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La storia ruota attorno al giovane Elliot Alderson (Rami Malek), geniale ingegnere informatico che lavora presso la Allsafe, compagnia di sicurezza informatica, e completamente chiuso nel suo mondo pieno di paranoie e allucinazioni dovute a sociofobia, depressione e dipendenza dalla morfina. Il protagonista viene avvicinato da Mr. Robot (Christian Slater), un anarchico che lo convince a far parte della “fsociety”, un gruppo di hacker che vuole liberare la popolazione mondiale dai debiti e smascherare i colpevoli che stanno distruggendo la società al fine di arricchire le proprie tasche. Convinto ad attaccare la E Corp, multinazionale responsabile della morte del padre e principale motore del debito pubblico, Elliot diventa il cervello degli attivisti.
La trama promette già molto bene e dopo aver visto i primi cinque minuti del pilot è facile lasciarsi convincere nel proseguire con la visione. L’incipit della serie è, a parere di chi scrive, uno dei migliori che sia mai stato mandato in onda: in pochi minuti viene riflessa l’immagine dell’intera società e di come essa sia soggiogata da potenze invisibili che la rendono soggetta a ogni tipo di schiavitù. Qualcuno la potrebbe considerare un’introduzione un po’ forte e troppo di impatto, ma è esattamente quello che ci voleva! Come si può da subito intuire, dunque, Mr. Robot è un thriller che ruota attorno a tematiche di natura psicologica.

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Elliot, ovviamente, è uno dei personaggi più interessanti e dobbiamo anche ringraziare l’impeccabile recitazione di Rami Malek, davvero superlativa. Il protagonista si lascia spesso andare a ragionamenti interiori molto profondi che descrivono il suo vero essere, quasi come se la narrazione della storia fosse condotta in prima persona. Questo aspetto ricorda molto l’amatissima serie tv Dexter, anch’essa caratterizzata da lunghi monologhi interiori del personaggio principale. Chi ha apprezzato quest’ultima, sicuramente non può lasciarsi sfuggire Mr. Robot.

Ma torniamo ai nostri personaggi. Lo stesso livello di “disagio”, anche se in maniera diversa, lo tocca il nostro Villain Tyrell Wellick, vice presidente della E Corp. Un uomo senza scrupoli, pronto a tutto per raggiungere i suoi scopi sotto la guida dei suoi demoni interiori.
Nulla da togliere, comunque, a tutti gli altri personaggi, soprattutto a quelli che sembrano, in un primo momento, essere secondari e che poi in realtà andranno a ricoprire un ruolo ben preciso nella trama.

Quale novità porta Mr. Robot? Ciò che questo telefilm ha da offrire, e che scarseggia in tantissimi altri prodotti, è la vera e propria messa in scena dell’introspezione umana nella società moderna. Per esempio, alcune allucinazioni di Elliot, una in particolare, possono davvero considerarsi sogni su pellicola per il fatto che ci si troverà a doverle interpretare in relazione a ciò che il personaggio ha vissuto e sta vivendo. Proverai a improvvisarti Freud per una manciata di minuti, ma attenzione, la trama è un puzzle! Ogni tessera viene disposta episodio dopo episodio e perdere un solo passaggio può pregiudicare una buona visione. Quindi mi raccomando, ogni tanto togli da dosso i panni da psicologo e rimetti quelli da semplice spettatore. Può sembrare che la parte hacker del telefilm venga persa di vista, ma non è proprio così. Stai pensando che di informatica non sai niente? Beh, la serie utilizza, ovviamente, molti termini tecnici che possono mettere in difficoltà chi capisce poco di computer e di linguaggi di programmazione, ma nulla da temere, è comunque godibile senza particolari problemi.

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Al limite, se proprio vuoi, basta una ricerca in rete, dato che quasi tutte le scene sono una dimostrazione a grandi linee di come si svolge il lavoro di chi si occupa della sicurezza informatica nella vita reale.
Una piccola curiosità: in italiano si perde la bellezza dei titoli originali, scritti in linguaggio leet, una forma codificata di inglese (l33t o 1337),  molto attinente alla trama.
Concludo dicendovi che non mancheranno le solite situazioni sentimentali, botte e alcuni altri cliché, ma il tutto è  inserito nel giusto contesto, assumendo un significato ben preciso. E’ tutto calcolato, come è giusto che sia una storia di hacker, e a ogni azione corrisponde una reazione. Non mi resta che augurarvi una buona visione!

Paolo Gabriele De Luca

 

Calcutta in concerto a Cosenza, unica data in Calabria

COSENZA – Ospite del secondo appuntamento della rassegna “I RAGAZZI DI OGGI”, sabato 26 marzo all’Auditorium Guarasci di Cosenza, è CALCUTTA. Edoardo Calcutta nasce e vive fra Latina e Roma. Dal 2011 suona in lungo e in largo per la penisola, nei locali, negli scantinati e a casa della gente. Canta di gite pontine, amori veri o immaginati e piccole cose che saranno capitate anche a voi. Nel 2012 incide un disco per Geograph Records che si chiama “Forse…” (2012) e diventa in breve tempo un piccolo culto. “Mainstream” è il suo nuovo album, pubblicato a novembre 2015 per Bomba Dischi, un disco di pop rovesciato in 10 tracce d’amore immediate. È un disco per tutti ma forse non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo. Acclamato da pubblico e critica come uno degli artisti rivelazione dell’anno, i suoi concerti raccolgono applausi e sold out in ogni parte d’Italia. Ospite a Ragazzi di oggi per la sua prima e unica data in Calabria.

Prima del concerto alle ore 21 presentazione e proiezione del documentario “RAGAZZI DI OGGI Episodio Due” a cura di Eugenio Furia & RDO per la regia di Andrea Pirri.

[Events] Viaggio in Giappone Low Cost? Ci pensa NipponiCS

Sogni il Giappone ogni notte, la voglia di andarci e infinita, ti decidi e ti dici “Si ci vado!”, così apri il portafoglio e guardi quanti soldi hai, ma ti trovi un buco nero.locandina seminario giappone low cost

Poi guardi meglio e noti che qualcosa c’è, e ti poni la domanda: “Basteranno?”.

Per fortuna questo 16/03/2016, Vincenzo Bruno di NipponiCS, ormai esperto di viaggi in Giappone Low Cost, ci racconterà come organizzare il perfetto viaggio nella terra degli anime e manga con pochi dindini.

Si parlerà di:
– offerte commerciali;
– difficoltà del fai da te;
– consigli per il viaggio: le guide, il volo, pernottamento, mangiare, trasporti (urbani, extraurbani) e Japan Rail Pass, shopping;
– cose da fare;
– cose da evitare.

Ingresso libero e gratuito (viaggio in Giappone NON incluso) 😉

Vi aspettiamo al cubo 13C aula Zenith alle 19.00, non mancate vi raccomando!

Pasquale De Rose

[Games] Vuoi un Robot come amico? Ecco Fallout 4 Automatron

Molti di noi hanno amato l’ultimo Fallout, altri lo hanno trovato noioso, altri sopravvalutato e altri ancora hanno solo urlato One Puuuunch grazie alle mod. Tutti però (anche quelli che lo odiano) aspettano tutte le DLC che la Bathesda aveva promesso per il titolo.

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Durante il periodo di commercializzazione della Season Pass, che comprendeva tutti i DLC, la Bathesda non ha rilasciato nessuna specifica sulle espansioni se non i loro nomi. Ora, con il rilascio di Automatron prevista per il 22 Marzo, sono state rivelate alcune informazioni basilari che hanno rincuorato molti giocatori dubbiosi.

Cosa troveremo però in questa espansione robotica? Guardiamo insieme il Trailer!

Oltre l’epicità del trailer che è palpabile, troviamo la possibilità di costruire e modificare il proprio compagno robot come più ci aggrada. Come dei veri ingegneri meccanici potremo creare da zero il nostro robottone usando i nemici come parti di riferimento.  Potremo personalizzarlo fino a farlo divenire un’arma di distruzione di massa, dalle gambe alle armi. Per chi ama il custom, si potranno modificare anche il colore e la voce.

No, non credo che ci sia un Easter Egg con riferimento a Pimp My Ride (se lo trovate mandateci uno screen!).

Come la voce ci narra, il Meccanista va fermato prima che le sue armate di robot assassini facciano tabula rasa del Commonwealth. Riusciremo a porre fine alla sua minaccia?

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Oltre Automatron, però, sono state annunciate le specifiche delle altre DLC attraverso il director Todd Howard, di cui vi alleghiamo un’intervista che è stata rilasciata a Game Informer

“Una cosa di cui mi sono reso conto per quanto riguarda i DLC è il fatto che abbiamo creato tutti i tipi di contenuti, li abbiamo messi in vendita a prezzi molo diversi e abbiamo capito che è un metodo che funziona. Abbiamo deciso di seguirlo anche per Fallout 4 con un po’ di tutto dal punto di vista dei contenuti dei DLC. Il primo, Automatron ha una quest line e ha degli elementi alla Pokémon dato che dovrete uccidere dei robot, prendere le loro parti e costruire i vostri alleati robotici. La costruzione dei robot è davvero profonda, è fantastica […]

“Wasteland Workshop forse non è per tutti, è per le persone che si sono appassionate nella creazione. Volevamo rispondere a quella domanda insistente nella nostra testa: ‘posso costruire il mio personale Thunderdome? Sì, Potete costruire le vostre arene, cattuare animali e altro ancora.”

Attraverso Wasteland Workshop, in uscita in Aprile, potremo giocare ai piccoli architetti creando insediamenti ancora più grandi e attrezzati. Questo significa più produzione, più gente e, di rimando, anche più grane.

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Con Far Harbor, in uscita a Maggio, potremo viaggiare da Boston al Maine in quella che è stata annunciata la mappa più grande mai fatta dalla Bathesda per una DLC. Con una premessa del genere non possiamo che aspettare con la bava alla bocca questi contenuti e ammettere, ancora una volta, che la Bethesda si prende cura dei suoi giocatori.

Daniele Ferullo

Nipponics, un evento per ricordare il disastro di Fukushima

Lo scorso venerdì, 11/03, ricorreva il quinto anniversario del disastro di Fukushima, giorno in cui dopo il terremoto e il seguente tsunami la centrale nucleare della città subì gravi danni, portando i reattori 1, 2 e 3 alla fusione e di conseguenza alla contaminazione radioattiva di una buona parte del posto.

So che probabilmente ti stai chiedendo il perché della volontà italiana di commemorare un avvenimento che non riguarda il nostro paese, quando nella nostra terra tutto sembra andare allo scatafascio. Perché dargli tutta questa importanza?

In molti penseranno che questo giorno possa essere diventato un evento feticcio per appassionati di anime e manga, ma, ahimè, si sbagliano. Ripercorriamo assieme la commemorazione di questa giornata ambientata a Cosenza.Matteo Nipponics

L’evento, tenutosi grazie alla collaborazione fra NipponiCS, B-Side, TomoAmici e Hacklab Cosenza e infine, si, anche i vostri instancabili redattori di Nerd30, si focalizzava principalmente sulla visione de “L’isola degli àuguri(HOURI NO SHIMA),  ma nonostante questo l’associazione NipponiCS è riuscita a impacchettare un evento che nel suo piccolo è riuscito a toccare e a coinvolgere tutti i presenti.

La serata è iniziata con la breve introduzione di Vincenzo Bruno, cofondatore di NipponiCS e fondatore di HLCS, che ha spiegato brevemente il programma della serata.

Subito dopo i ragazzi dell’associazione hanno ben pensato di creare un legame fra gli invitati e il Giappone, e quale miglior modo se non quello della degustazione del Matcha e dell’Houjicha,‬ alcuni Tè tipici del Giappone preparati magistralmente dallo stesso Vincenzo e Matteo Postella. Quest’ultimo, membro attivo dell’associazione NipponiCS.

Mayuko FukakusaIn seguito Mayuko Fukakusa, insegnante di giapponese e vera anima di NipponiCS, ha illustrato le conseguenze dell’accaduto dal punto di vista di chi è nato e cresciuto in Giappone, con gli occhi di chi vede il proprio paese natio dilaniato a causa dell’egoismo.

In seguito è stato trasmesso il documentario “l’Isola degli àuguri” di Aya Hanabusa del 2010, ambientato sull’isola Iwaishima, piccolo pezzo di terra circondato dal Mare interno di Seto, che conta all’incirca cinquecento abitanti tra cui tre soli bambini.

Il documentario racconta le giornate e le abitudini degli abitanti su un’isola che sembra sospesa nel tempo, dove ognuno ha il proprio mestiere e la propria routine giornaliera. Da ognuno traspare il rispetto nella terra che abitano e nel portar avanti la storia e le tradizioni di quel piccolo paradiso sperduto, ma anche tanta tenacia, la disperazione e la voglia di combattere lo stato che ha preso l’amara decisione di costruire sull’isola una nuova centrale nucleare.

Ogni giorno, da ormai trentatré anni, gli abitanti protestano e si oppongono alla costruzione della centrale, bloccando a turni le barche di chi cerca di approdare sull’isola per iniziare i lavori.

Anche se le tematiche rimangono distanti dall’attuale situazione italiana visto l’assenza di centrali nucleari, tralasciando il fatto che anche noi nel nostro piccolo abbiamo le nostre casarecce fabbriche di veleno (qualcuno ha detto Ilva?) oppure la più recente questione delle trivellazioni in tutto il mar Adriatico, ignorata dai media, e da cui ne è derivato il referendum che si terrà questo 17 aprile, nulla vieta che in un prossimo futuro un qualche politico X con la sua schiera di sostenitori  decida che l’unico modo per risollevare le sorti del nostro paese sia quello di piazzare una o più centrali nucleari nel nostro paese, e in quel preciso momento quanto sarebbe differente la nostra sofferenza da quella di quei cinquecento coraggiosi abitanti di Iwaishima?vincenzo bruno e il thè

L’ultima domanda che ci possiamo porre: è quanto potrà ancora durare la terra se contribuiamo alla sua estinzione?

Credo che la tematica si sposi perfettamente con la canzone Harakiri di Serj Tankian, dove la questione viene trattata con la crudezza e il criticismo tipico dell’artista. Egli infatti motiva la scelta di questo nome con le seguenti parole:

« Ho deciso di chiamarlo Harakiri perché è il termine giapponese per indicare un suicidio rispettoso, ma si riferisce anche a ciò che stiamo facendo al nostro pianeta, perché ciò che stiamo facendo ad esso sta uccidendo anche noi. »

Pasquale De Rose

https://youtu.be/bSKoi-h-xLc